La “piazzetta delle Regole”, nel rione “Bagnòl” di Calavino riveste un importante significato storico perché era il luogo in cui solitamente venivano convocate nel passato (dal XIV° al XVIII° secolo) le assemblee pubbliche, chiamate “regole” in quanto previste dalle “carte di regola”(ossia specie di statuti comunali), che venivano convocate periodicamente nel corso dell’anno per l’assunzione di decisioni, riguardanti la gestione interna della comunità.
Al tempo questa piazzetta era interessata dall’attraversamento della strada principale (la cosiddetta “strada imperiale”), da cui si dipartiva una stradina che s’innestava più a monte con quella di montagna.
I primi riferimenti storici al piazzale di Bagnòl (Plazzollo dicto de Bagnol) risalgono all’8 febbraio 1428, nell’occasione in cui si ratificò la sottoscrizione del patto d'unione fra le Comunità di Calavino, Lasino e Madruzzo per la gestione unitaria delle proprietà pubbliche.
Con l’abolizione delle carte di regola (1803) e la nascita delle "rappresentanze comunali" con la costruzione del municipio la piazzetta perse gradualmente la sua importanza.
Negli anni ‘50 del 1900 venne realizzata la variante della strada che deviò tutto il traffico della valle di Cavedine; negli anni '70 con la revisione della toponomastica tale slargo venne ricompreso nell’attigua via Battisti e con la successiva revisione, agli inizi degli anni 2000, prese appunto il nome di “piazzetta delle Regole”.
Nel 2014 è stata inaugurata la piazza ampliata, frutto di un grande lavoro di riqualificazione urbanistica: venne realizzata la nuova piazzetta totalmente separata dalle strade, con affaccio sulla Roggia, venne ruotata la vecchia fontana, recuperato l’antico lavatoio, recuperate dal fondale della roggia, restaurate ed esposte due macine molitorie.
Nel 2017 Ecomuseo della Valle dei Laghi ha posto qui uno dei pannelli del percorso degli "Antichi mulini di Calavino" per far conoscere questa importante realtà produttiva del passato direttamente sul posto.
Nel 2021 la Banda di Calavino ha scelto di installare proprio in questa piazzetta uno dei megafoni del progetto "SentIERI, la strada dei megafoni" così che il visitatore possa essere cullato dai suoni e dai racconti provenienti dal megafono, guardandosi intorno e immaginando le scene che lì si sono svolte, tanto tempo prima.
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Per approfondire, si invita alla lettura dell'articolo di Mariano Bosetti su questa piazza, pubblicato a pag. 36-42 di Retrospettive n. 48 del 2013, qui a disposizione:
La fotografia mostra un momento di accoglienza di un vescovo durante la recita di un sonetto da parte di una bambina in piazza a Stravino.
Il paese è adornato a festa e si notano le bandierine.
Accanto alla bambina è presente Albina Pederzolli, maestra del paese che segue e coordina i bambini durante la cerimonia. Partecipa a questa importante occasione tutta la popolazione che per l'occasione veste l'abito più elegante.
Non abbiamo nessuna informazione su questo monumento per cui ne aspettiamo dai nostri visitatori.
Guido Raoss ci riporta un ricordo: "Negli anni '50 durante i lavori di realizzazione della fognatura trovarono il basamento di una fontana o di un monumento al centro della piazza che costrinse gli operai a fare una piccola deviazione onde evitare i blocchi interrati."
Osservando la foto, possiamo dedurre che lo scatto sia successivo al 1911 poiché è presente la linea elettrica.
Vi è la presenza dell'albergo Stella d'oro ma non del Croce d'oro, anzi sembra di scorgere lo stemma sabaudo sul poggiolo e un militare sul portone di quell'edificio, per cui la si data dopo il 1918, ma visto l'abbigliamento delle persone, non tanto dopo.
Sulla destra è riconoscibile la scritta "Valentino Tonelli" relativa ad un negozio ed a sinistra una scritta non leggibile, forse un bar.
L'ingrandimento in formato 29,7x21 cm, scansionato in questa occasione, rappresenta l'imperatore d'Austria-Ungheria Carlo I che passa in rassegna decorati di guerra, accompagnato dallo Stato Maggiore e dagli ufficiali del comando di Vezzano.
L'ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato in questa occasione, mostra la fontana posta al centro della piazza di Cavedine.
Il Brenz, simbolo di Cavedine, è stato costruito nel 1770 quale sbocco del primo acquedotto realizzato con tubazioni in legno. La vasca è un poligono a nove lati attorniata dal un selciato posizionato nel 1841 e con una colonna centrale dalla quale sgorga l'acqua.
L'ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato in questa occasione, mostra una foto ricordo di un gruppo di uomini in piazza a Cavedine.
In particolare si può osservare l'uomo seduto al centro del gruppo che sembra indossare un'uniforme da ufficiale del Regio Esercito.
Sul retro è presente una descrizione che identifica gli uomini fotografati.
Nella fila più alta il quarto da sinistra verso destra è "Conti", segue "Doro Chesani" e il settimo è "Eccher da Vigo".
Sotto, in seconda fila c'è "conti molinèr", "Beppino Pedrotti", "Aldo Pasoli" (organista) e "Camillo Comai". Conclude la fila l'ultimo uomo sulla destra "Pederzolli da Stravino" (trasporti).
In prima fila, seduti da sinistra verso destra troviamo "Menton di Stravino" al terzo posto e a seguire "Trabatin Carabiniere".
La fotografia ritrae Anna Chemelli con la madre Letizia Pedrini, nella storica piazza del paese di Madruzzo.
Sebbene la zona abbia subito dei miglioramenti (ad esempio: nella foto la strada appare sterrata mentre ora non lo è più), il luogo rimane oggi complessivamente molto simile e immediatamente riconoscibile.
Come se fossero in un'ordinata fila ecco due bambini, un giovane cedro, una fontana e un lavatoio.
La piazza un tempo era dei bambini, ora loro se ne stanno in casa e la piazza è diventata parcheggio; il cedro ingombrante e pericoloso è stato abbattuto, la pubblica fontana ormai inutile è stata divelta, il lavatoio recuperato e valorizzato fa ancora bella mostra di sé.
La piccola Luisa Bressan suona lo zufolo travestita da tirolese nello spazio circolare ai piedi del giovane cedro nella piazza di Fraveggio.
Presso i lavatoio si intravede la postazione per la sbigolada ed intorno qualche persona, segno che la festa del carnevale stava per cominciare.
Il cedro piantato nella piazza di Fraveggio negli anni '50 fa qui bella mostra di sé. Verrà poi abbattuto nel 1995 dall'Amministrazione comunale poiché divenuto imponente e pericoloso.
Questa foto ci permette di localizzare con precisione la fontana di piazza Fiera, già presentata in altra foto collegata, poiché in questa si vede l'angolo della scuola.
In questa fontana lavavano il prezzemolo i Faes prima di trasferirsi; la coltivazione e vendita a Trento degli ortaggi era diffusa.
Il ragazzo in foto è Giancarlo Garbari e ciò ci permette di datare approssimativamente la foto.
Sulla sinistra campeggia la scritta dell'albergo Stella d'oro con giardino, ristorante, caffè e birra, deposito di vino santo, inscrizione messaggeria ... Trento-Tione.
Era qui che si fermava e faceva il cambio di cavalli il servizio di trasporto pubblico della posta e delle persone su prenotazione.
Nell'angolo l'artistica fontana resa poi monumentale nel 1917, con accanto un uomo con "bazilón e crazidèi" per il trasporto dell'acqua.
Sulla destra l'albergo Croce d'oro e due negozi: D. Piccoli e ...
Gli alberghi hanno elaborate insegne in ferro battuto.
Si nota sulla destra anche una lanterna, che verrà sostituita dalla luce elettrica nel 1911.
L'artistica fontana in pietra di piazza Fiera assomigliava a quella nella piazza centrale di Vezzano ed è stata poi spostata accanto alla canonica di Santa Massenza.
Vediamo due donne che prendono l'acqua alla fontana con due secchi a testa. Una di loro ha appoggiato alla fontana stessa il suo arcuccio (bazilón), utile strumento per trasportare a spalla i secchi quando la fontana non era vicina a casa.
La piazza era alberata ed intorno alla fontana c'era un riquadro di selciato.
La data ultima ipotizzata si basa sul fatto che dopo i lavori all'acquedotto del 1954 solo le case periferiche non erano ancora raggiunte dall'acqua in casa.
Questa foto della pizza di Lasino è databile ad inizio novecento.
Sulla destra si vede un palo della luce, servizio che ha raggiunto Lasino nel 1900 con la costruzione della centrale idroelettrica a maso Modriz da parte del Consorzio Cooperativo di Cavedine.
Nella parte Sud della piazza si può notare la presenza di un pozzo con tettuccio, poi andato in disuso e demolito.
Interessante cartolina acquerellata della piazza di Vezzano.
Lo scatto è precedente al 1904, anno in cui venne demolita la chiesa, poi ricostruita più grande e con diverso orientamento. Il perimetro della vecchia chiesa è ora reso visibile nella pavimentazione in porfido del piazzale.
In primo piano si vede la diligenza trainata da due cavalli; oltre alla posta trasportava su prenotazione anche le persone con i loro bagagli. Proprio nella piazza di Vezzano c'era la sede del cambio cavalli.
Il servizio di trasporto pubblico che attraversava la nostra valle si chiamava "Il Pedone" ed era attivo sulla direttrice Trento-Sarche-Riva probabilmente da quando la strada venne ultimata nel 1848. Nel 1895 l'impresa Malacarne istituì una corsa giornaliera Trento-Ponte Arche con cambio di cavalli a Vezzano e tempo di percorrenza di 4 ore (6-10), ce ne volevano 7 per la tratta Treno-Tione.
Nel 1908 venne soppiantata da una vettura a motore come possiamo vedere in questa foto:
In occasione di una festa paesana, un folto gruppo posa davanti a quella che è stata la seconda sede della Famiglia Cooperativa di Ranzo, utilizzata dal 1907 al 1971.
Possiamo notare un grande gelso e il vecchio impianto di illuminazione pubblica coi cavi aerei ed il lampione con il classico piatto.
La piazza di Vezzano è invasa da manifesti elettorali: sulla destra l'intero edificio è coperto dal simbolo dello scudo crociato della DC (Democrazia Cristiana) e la fontana monumentale invece è coperta dai simboli della fiamma tricolore del MSI (Movimento Sociale Italiano).
Potrebbe trattarsi delle prime elezioni politiche della repubblica italiana svolte il 17-18 aprile 1948.
Accanto alla fontana fuori dal bar Garbari campeggia la scritta "Vino santo", prodotto d'eccellenza del territorio. Accanto l'albergo Stella d'oro. Bar e albergo erano gestiti da cugini.
Numerosi militari asburgici sono in parata in piazza Fiera a Vezzano durante la prima guerra mondiale, Vediamo che la piazza era separata da via Dante da una fila di giovani alberi spogli. Sulla destra vediamo anche una costruzione provvisoria, probabilmente a servizio dei militari acquartierati a Vezzano.
Sulla sinistra si può notare l'impianto di illuminazione realizzato nel 1911 in seguito ad una contratto tra Comune di Vezzano e Comune di Trento per la distribuzione dell'energia prodotta alla centrale di Fies per il Comune di Trento.
Il 2 maggio 1945 terminò ufficialmente il secondo conflitto mondiale in Italia ed a Vezzano, il sabato successivo, venne effettuata la celebrazione solenne qui immortalata.
Essa era prevista dalla preghiera e voto fatta per ottenere l'intercessione di San Valentino da autorità ecclesiastiche, civili e popolazione del Comune di Vezzano il 14 febbraio del 1944, nella quale si legge: "...ottenute le sospirate grazie, vogliamo mostrare la nostra riconoscenza impegnandoci oggi con voto solenne a celebrare, appena cessata la guerra, una festa di ringraziamento, portando in processione la benedetta tua immagine, seguita come scorta d'onore dalle Autorità e rappresentanze di tutto il Comune."
Si vedono gli archi da festa con in cima lo stemma comunale, e la scritta "Grazie San Valentino d'averci salvati"; sulla sinistra si scorge parte della facciata della chiesa di Vezzano mentre sulla destra si vede parte dell'edificio del Bar alla Posta, sulle cui finestre sono esposte delle lenzuola bianche, come da tradizione.
I coscritti del 1924 col tipico cappello addobbato con fiori e piume festeggiano la coscrizione nella piazza di Vezzano. Con loro un soldato. Ricordiamo che il periodo 1943-1945 fu quello dell'occupazione tedesca seguita al "rebalton" e che a Vezzano aveva sede un reparto di gendarmeria tedesca che mantenne un buon rapporto coi civili.
Il gruppo si trova in quella che allora era Piazza Fiera, dietro loro si vede Via Dante, sulla destra la scuola elementare e la fontana.