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  • Faggio di Canal

    Appartiene alla specie Fagus sylvatica L. e si trova a 1280 m di altitudine a fianco dell'antica strada selciata che da Covelo, Ciago e Lon porta sul monte Gazza, nei pressi della casa forestale, in località Canal. Lungo questa strada, un tempo molto esposta, nel magro bosco ceduo sono sopravvissuti numerosi faggi di grosse dimensioni per soddisfare il bisogno di ombra degli allevatori e boscaioli che si recavano in montagna per prelevare fieno e legname con lunghi e lenti percorsi fatti col bue. Il faggio di Canal è quello di dimensioni maggiori: ha un altezza di 28 metri, una circonferenza del fusto di 443 cm ed a 5 metri di altezza si divide in grosse branche. Con D.Dip. n. 5450 del 19/12/2017 è stato riconosciuto albero monumentale di interesse nazionale rispettando i criteri dell'età, delle dimensioni della circonferenza e del valore storico. --- Fonti:
  • Busto dedicato a Mons. Evaristo Bolognani

    Busto bronzeo raffigurante Mons. Evaristo Bolognani situato lungo il lato nord della chiesa di San Biagio di Vigo Cavedine. Fu fatto costruire dal paese di Vigo Cavedine e dedicato al suo illustre concittadino. Nella descrizione sono indicate la data di nascita e di morte. La fotografia è stata realizzata nel 2019.
  • Monumento ai caduti di Covelo

    La cartolina non è datata ed il timbro è illeggibile ma il monumento è stato inaugurato il 2 giugno del 1968 per cui si presume che lo scatto sia di allora o poco dopo.
  • Breve storia del monumento

    Il documento presenta in alto la seguente annotazione con scrittura a mano libera: "Copia di un dattiloscritto di don Giuseppe Jobstraibizer contenente la decifrazione di una pergamena e una breve nota illustrativa. 27.06.1991". Presenta poi sottolineature ed alcune note a margine. Racconta, come dice il titolo, la storia della costruzione del monumento, così come è documentata dai testi qui riportati e conservati in bottiglia sotto il monumento stesso. --- Trascrizione: ---- BREVE STORIA DEL MONUMENTO Questo ricorso fu eretto col favore del paese per volontà e iniziativa della gioventù di Padergnone, la quale colla scelta di un progetto principiò quest’opera verso la fine del 1919 dopo l’inaugurazione del monumento ai morti ….. presso il maso sottovi. Dal fondo allestito per la festa di inaugurazione del monumento era rimasta una piccola somma (circa 80 £ire) che riunita ad un’altra ancor più esigua (25 £ire) residuo del fondo raccolto poco prima per la fondazione della messa perpetua ai caduti in guerra, dopo essere stata sottoposta a varie discussioni e progetti circa il suo miglior impiego venne da qualcuno , e specialmente dai studenti locali raccomandata da adibirsi all’erezione di una lapide. Questa idea fù accolta favorevolmente in paese e tosto si pensò ai mezzi più adatti per completare la somma necessaria a tale scopo; si fece da prima una proposta di indire una colletta in paese, ma questa idea venne presto abbandonata, perché non si riteneva opportuno sfruttare troppo le famiglie già stenuate dalla guerra e poi perché una colletta era già stata fatta poco prima per la fondazione della messa predetta. Si propone allora di ragranellare l’importo mediante rappresentazioni teatrali. Ben accetta questa idea, si formò posto una società filodrammatica avente per moto “A COLORE GINESTRA” la quale si adoperò subito per la ricerca di un locale adatto onde costruirvi un teatrino colla minor spesa possibile. La fortuna arrise: Il locale (Le stalle presso l’Albergo) fu ceduto gratis dal proprietario Sig. Rinaldo e anche il teatro se si accetua la compera della tela pelsipario fu in breve tempo approntato: si può dire; senza incontrare spesa alcuna, grazie alla generosità si alcune brave persone. Ils ipario venne dipinto dagli studenti Miori Luigi, Tonini Roberto, aiutati nel resto del senario da Enrico Zuccati e in seguito per i scenari si presto molto Rigotti Rebo. Nel frattempo il Chierico Lodovico Tonini si assunse l’incarico di direttore di società di scena e come tale si diede con zelo ad insegnare come prima rappresentazione la difficile tragedia: “IL MACBETH”. Dopo lunghissime e faticose prove fu finalmente rappresentata nel ‘20 con esito più che favorevole e con rilevante incasso. Fatti così i primi passi, si pensò di stabilire quale fosse l’importo da raggiunger; quindi era necessario un disegno della lapide e , accettato questo, farne il preventivo. La società si rivolse allora allo scultore di Lasino Ceschini Mansueto, il quale presentò diversi abbozzi del genere, ma questi non piacquero specialmente ai Sigg. Rigotti e Miori, al cui parere s’era rimessa la Società. Sìaggiunga che correvano opinioni diverse pel fatto che non si era ben d’accordo sulla scelta del luogo per l’erezione del monumento: chi proponeva il cimitero, chi la Chiesa, altri presso la casa di Desiderio Chemelli attiguo alla porta del Magazzino Pompieri, altri presso il palazzo Comunale, altri infine presso il portone di Giulio Lunelli nel breve spazio che si otterrebbe smusando l'angolo formato dall'incontro col muro di recenzione; quest’ultimo fu anzi creduto il migliore e per molto tempo rimase anzi stabilito,ma per i molti inconvenienti che presentava questo lavoro, si fissò finalmente questo luogo. Il disegno del presente monumento fu elaborato dal Signor Rebo Rigotti e poi leggermente modificato e corretto; venne quindi presentato allo scultore di Lasino, il quale assumendosi l'esecuzione, valutò la spesa, a opera finita, si sarebbe aggirata sulla bella somma di tremila lire (3.000 £). Bisognava perciò lavorare ancora molto. Il teatro non poteva più bastare, bisognava appigliarsi ad altri mezzi: allora balzò l'idea di alestire un albero di Natale, che, data la buona volontà e simpatia di tutto il paese per l'opera iniziata, doveva senz'altro avere un magnifico risultato. Si istituì subito un comitato femminile allo scopo di raccogliere nelle singole famiglie doni e oggetti i più svariati, sotto la direzione della maestra Afra Garbari. Con attività veramente ammirabile il comitato femminile riuscì in poche settimane ad approntare abilmente un vaso di fortuna ricco di oltre 200. doni: nella festa di Natale del 1920 ebbe luogo l'estrazione dei numeri che fruttò la bella somma di £ 600. così la cassa aumentava rapidamente con visibile soddisfazione dei collaboratori, i quali con novello entusiasmo aprirono un secondo periodo di rappresentazione teatrale. Frattanto bisognava pensare all’epigrafe, compito dificile che nessuno del paese avrebbe saputo soddisfare. Il Sig. Rigotti , profondo e sperantista, desiderava (e gli studenti e altre persone consideravano questa idea) che l'epigrafe esprimesse un'alto ideale filantropico; essa non doveva essere un semplice e pio ricordo ai caduti, ma contemporaneamente doveva ispirarci a un orrore della guerra, a un sacro desiderio di fratellanza fra i popoli; essa doveva rievocare in brevi parole molte pagine sanguinose di cinque lunghi anni di coflitto mondiale, doveva essere pei posteri un monito severo e solenne e un'auspicio di pace e di amore. Il Sig. Tonini, nel ritornare all'università di Torino, se ne assunse l'incarico e dopo varie informazioni, si fece presentare al noto prof. De Santis; questi però, allegando pretesti, si ricusò indicando in sua vece un'altro professore suo discepolo che accolse volentieri la richiesta, ma poi produsse un'iscrizione che fù oggetto di molte e accerbe critiche nel paese e quindi abbandonata. Finalmente nell'estate del 1921 si deliberò di consultare l'Egr prof. Nicolini del R. Liceo di Trento il quale acconsentì molto volentieri e fornì l'epigrafe che stà ora sul zoccolo. A tutto si provvedeva e mentre lo scultore lavorava alacremente atorno alla simbolica pietra la società filodramatica procedeva di pari passo nella sua attività teatrale. Ma ed onta dei sacrifici, si era ancor sempre lontani dall'importo stabilito. Bisognava quindi escogitare altri mezzi che favossero più presto l'impresa. Si pensò allora a diramare a pelli alle persone più cospique del paese e a quelle residenti all'Estero, specialmente in America. Alcuni risposero generosamente all'invito di una offerta. Totale offerte Lire 414 N B NB- Nella bottiglia rinvenuta nel monumento smontato furono trovate due pergamene la prima, la più grande che abbiano potuto copiare in pieno è ancora, in buono stato di conservazione, la più piccola è gran parte illeggibile perchè nella bottiglia ci furono dalle infiltrazioni di acqua che la deteriorarono. Si può però ancora rilevare che la filodrammatica e l'orchestrina diretta da Pedrotti Emanuele contribuirono con l'importo di £ 2.500. Il resto che ancora mancava fù ragranelato con vasi di fortuna. Furono trovati leggibili i seguenti nomi di collaboratori e offerenti e soci d'appoggio.- 1) Botti Attilio 2) Biotti Albino 3) Miori Enrico 4) Carlini Emilio 5) Beatrici Angelo 6) Pedrotti Giuseppe 7) Maccabelli Vittorino 8) Biotti Tallio 9) Enrico Decarli 10) Bernardi Giusepre 11) Tonini Arduino 12) Giovanni Tonini 13) Biotti Mansueto 14) Guido Biotti 18) Gennaro Rigotti 19) Mauro Donato 20) Cesare Mauro 21) Bernardi Edoardo 22) Padrotti Arturo 23) Beatrici Baldessare 24) Tonini Vincenzo 25) Pedrini Emanuele 26) Rigotti Angelo Purtrppo i molti altri nomi l'acqua qui ha completamente cancellati. L'erezione di questo monumento avenne lì 2 settembre 1921 essendo Sindaco il Sig. Decarli Enrico e curato Tamanini don Giuseppe ./././././. ===== Il 10 maggio 1969, viene spostato il monumento nell'interno del nuovo piazzale della vecchia chiesa. Tale provvedimento si rendeva da tempo neccessario per una più conveniente sistemazione. Dove si trovava il monumento correva serio periccolo per le norne traffico sulla vicina strada Statale; per i nuovi lavori fatti nelle vicinanze di esso veniva a trovarsi troppo abbandonato; mentre nella nuova sistemazione occupa un posto più adatto per essere circondato di una aiola dove il ricordo dei cittadini può essere espresso con più rispeto e calore. La Pro Loco di Padergnone, presi i debiti accordi con le Autorità Civili ed eclesiastiche si prese l'incarico di trasportare il monumento, assumendosi le relative spese alle quali concorse anche il Comune. Alla data del 10.5.1969 erano ancora viventi i seguenti combattenti la guerra 1915/1918: 1) Bassetti Germano - Beatrici .Germano – Morelli Valentino - Rigotti Egidio - Sommadossi Evaristo - Rigotti Sennen - Biotti Attilio - Bassetti Leopoldo - Beatrici Beldessare - Mauro Donato - Rigotti Gennaro - Poli Attilio - Pedrotti Arturo - Bernarti Edoardo - Trapasso Antonio. Era Sindaco il Sig. Morelli Giuseppe Era Parroco il M.R. don. Iobstraibizer Giuseppe Presidente della Pro Loco - Biotti Romeo. Nel piedestalo del monumento furono rimessi le sette monetine austriache le tre monete di rame italiane che vi posero i primi costruttori del monumento del 1921. ad esse furono aggiunte lemonete di metallo in corso alla data del 10.5.69 Nella bottiglia sono state rimesse le due vecchie pergamene assieme ad una copia della presente. Lì 10.5.1969 ./././././.
  • Monumento ai caduti di Cavedine

    Fu eretto nell'anno del giubileo 1933-34 e riporta: "Cavedine in memoria dei suoi figli caduti in guerra e di quelli morti lontano dalla terra dei padri perché tutti qui vivano nell'affetto e nella prece [preghiera] dei fratelli". Come recita il cartello posto sul luogo curato dagli alpini di Cavedine: "Il gruppo statuario, con la croce centrale, la Madonna piangente e l'Angelo consolatore, è opera del roveretano G. Ziglio."
  • Storia delle Campane della Chiesa Parrocchiale di S. Biagio a Vigo Cavedine

    Video che racconta la storia delle campane di Vigo Cavedine a partire dal 1605 fino al 2017.
  • Monumento nella piazza di Vezzano

    Non abbiamo nessuna informazione su questo monumento per cui ne aspettiamo dai nostri visitatori. Guido Raoss ci riporta un ricordo: "Negli anni '50 durante i lavori di realizzazione della fognatura trovarono il basamento di una fontana o di un monumento al centro della piazza che costrinse gli operai a fare una piccola deviazione onde evitare i blocchi interrati." Osservando la foto, possiamo dedurre che lo scatto sia successivo al 1911 poiché è presente la linea elettrica. Vi è la presenza dell'albergo Stella d'oro ma non del Croce d'oro, anzi sembra di scorgere lo stemma sabaudo sul poggiolo e un militare sul portone di quell'edificio, per cui la si data dopo il 1918, ma visto l'abbigliamento delle persone, non tanto dopo. Sulla destra è riconoscibile la scritta "Valentino Tonelli" relativa ad un negozio ed a sinistra una scritta non leggibile, forse un bar.
  • Inaugurazione del nuovo edificio scolastico a Cavedine

    La fotografia è stata scattata il 3 ottobre 1954 durante l'inaugurazione del nuovo edificio scolastico a Cavedine. Questo scatto mostra il momento del taglio del nastro tricolore da parte della vedova del defunto Commendatore Giulio Cattoni, alla cui memoria fu intitolato l'edificio. Si riconoscono l'attuale arciprete di Cavedine don Luigi Demattè e don Simone Felicetti che sorregge il paramento liturgico. A seguire sono presenti la maestra Gregorina Cattoni, il maestro Eugenio Pederzolli e il maestro Mario Chesani. Si tratta di un ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato nel 2021.
  • Padergnone - scorcio con l'antica chiesa

    Cartolina non viaggiata. Riporta la descrizione: Padergnone m. 286 - Trentino - La Chiesa". Scorcio della chiesa curaziale antica padergnonese dei santi Filippo e Giacomo di prima fabbrica risalente almeno al 1520, raffigurata sul lato meridionale con l'affresco del San Cristoforo e il campanile, a valle del gruppo del Gazza coperto di neve. Davanti alla chiesa, il vecchio Monumént dei Caduti, ora spostato sul lato est fuori campo dell'edificio sacro; fra la chiesa e casa Walzl, l'antico portico del Lunèl, ora demolito e recante l'alloggio per il vecchio albo comunale. A sinistra, l'altura protourbana dei Crozzòi, sostenuta dall'alto muro, edificato intorno alla metà dell'Ottocento per far posto al primitivo tracciato dello Stradon, e ospitante un rudimentale traliccio di legno per la corrente elettrica che fa da contraltare a quello più moderno che s'intravede alla sua destra. Questi "pali della luce" del 1921 sono una preziosa testimonianza dell'operosità dei nostri avi che realizzarono la rete di distribuzione dell'energia elettrica in paese costituendo il Consorzio Elettrico di Padergnone, investendo risorse proprie e molto lavoro di volontariato, compreso quello di andare nei boschi a tagliare il legname necessario, trasportarlo e piantarlo lì dove serviva, per poi passare tutto all'Enel nel 1964 con un indennizzo irrisorio per quanto realizzato. Oltre il paese, il grande traliccio dell'alta tensione per il trasporto dell'energia anche fuori regione, ci testimonia la presenza della Centrale Idroelettrica di Santa Massenza entrata in funzione nel 1952. Da queste informazioni si desume la datazione approssimativa della fotografia.
  • Obelisco risorgimentale di Padergnone

    La cartolina ritrae l'obelisco sulla penisola in località Sottovi. Vi fu collocato nel 1919 a ricordo di una battaglia qui combattuta che portò alla cattura di 21 giovani che furono fatti prigionieri e tradotti nelle carceri del Castello del Buonconsiglio a Trento, dove il 16 aprile 1848 furono fucilati. Questi fatti, nell’ambito della Prima Guerra di Indipendenza italiana, si svolsero nella zona del lago di Toblino e dell’omonimo castello occupando anche la vicina località di Santa Massenza.
  • Santa Massenza senza centrale idroelettrica

    La fotografia evidenzia il piccolo paese con campi coltivati fin sulla riva del lago, a sinistra, su una penisola, l'obelisco risorgimentale che vi fu collocato nel 1919. Sullo sfondo, il paesaggio agrario e il paese di Calavino; a sinistra, in cima al colle, Castel Madruzzo.
  • Inaugurazione della fontana monumentale di Vezzano

    La settecentesca fontana nella piazza di Vezzano è stata monumentalizzata nel 1917 e dedicata all'Imperatore Francesco Giuseppe; qui la cerimonia di inaugurazione con la sua benedizione alla presenza di un folto numero di militari. Visibili scritte in lingua italiana e tedesca e l'albergo Stella d'oro.