Il progetto di questo edificio che doveva dare una degna sede alle scuole elementari di Cavedine, è del 1952, a firma ing. Mario Eccel.
La posa della prima pietra risale al 3 maggio 1953 e l'inaugurazione della nuova scuola al 3 ottobre 1954.
Nel 1954/55 vi è iniziata l'attività didattica.
Dal 1960/61, per tre anni, ha avuto lì la sua sede la Scuola Commerciale di Avviamento professionale.
Nel 1961/62 ha preso il via, in questa stessa sede anche la scuola media.
Successivamente è poi stata costruita una nuova sede per la scuola elementare così da lasciare tutto l'edificio alla Scuola Media.
In questo documento l'Ufficio del Medico Provinciale di Trento elenca e descrive i requisiti igienico sanitari cui attenersi per quanto riguarda la partecipazione alle attività estive presso la colonia di Cavedine.
Le indicazioni si riferiscono sia agli obblighi vaccinali, sia alla certificata assenza di malattie infettive contagiose e riguardano sia i bambini ospiti della colonia, sia il personale lavoratore.
In questo documento il Presidente dell'E.C.A. di Chioggia riferisce di aver ricevuto l'autorizzazione al funzionamento della colonia estiva di Cavedine per un numero di bambini inferiore a quanto richiesto e desiderato. Dichiarando di aver provveduto alla sistemazione strutturale degli spazi e del conseguente adeguamento igienico-sanitario, si rivolge al sindaco di Cavedine e all'ufficio medico provinciale rinnovando la richiesta di poter accogliere un numero maggiore di bambini, come avvenuto nell'anno precedente.
In questo documento il Presidente dell'E.C.A. di Chioggia risponde alla comunicazione ricevuta dal Commissariato del Governo riferendo di aver provveduto alla sistemazione della colonia e chiedendo pertanto di elevare a 100 il numero di utenti ospitabili, per poter portare a termine il programma prefissato e per sostenere le spese.
Comunicazione del Commissariato del Governo indirizzata al sindaco del comune di Cavedine e, per conoscenza, all'ufficio sanitario di Cavedine, al presidente dell' E.C.A. di Chioggia e al comando della stazione dei carabinieri di Cavedine.
Il Commissario del Governo riferisce che l'edificio adibito a colonia estiva risulta non adeguato per quanto riguarda la fornitura di acqua ("erogata a intermittenza") e subordina la possibilità di autorizzare il funzionamento della colonia stessa solo a seguito di interventi strutturali (sistemazione dei bagni, della cucina, delle stanze e della recinzione).
Il documento indica 65 bambini per turno quale numero massimo ospitabile e rimanda ai carabinieri il compito di verificare l'adeguamento strutturale entro 10 giorni, "pena la immediata chiusura
della colonia e il rinvio dei minori alle loro famiglie".
Con questa delibera il Consiglio Comunale di Cavedine approva il progetto esecutivo per la costruzione dell'edificio scolastico di Masi di Vigo Cavedine redatto dall'ing. dott. Marco Eccel da Trento che prevede una spesa di 8,240.000 lire tramite lavori in economia.
Il relativo progetto di massima era stato approvato dalla giunta provinciale il 3.3.1952, che approva anche quest'ultimo il 10. 9.1953.
Si riporta qui la parte grafica del progetto, a firma ing. Marco A. Eccel, per la costruzione dell'edificio scolastico di Masi di Vigo Cavedine.
I disegni, presenti su un unico lungo foglio, sono stati ritagliati ed inseriti separatamente nel pdf.
Si riportano qui i prospetti delle quattro facciate in scala 1:100 del progetto, a firma ing. Mario Eccel, per la costruzione dell'edificio scolastico di Cavedine, previsto inizialmente per la "scuola elementare" ed attualmente utilizzato dalla scuola secondaria.
I quattro disegni, presenti su un unico lungo foglio, sono qui allegati separatamente.
Progetto per i lavori di restauro e migliorie dell'edificio scolastico delle scuole elementari di Stravino. Contiene pianta seminterrato, pianta piano rialzato, sezione trasversale, sezione longitudinale, prospetto nord, prospetto est, prospetto sud, prospetto ovest. Redatto dallo studio tecnico Carloni di Trento.
Il video riporta esperienze di vita legate all'uso dell'acqua prima dell'arrivo dei rubinetti in casa. Le immagini sovrapposte aiutano a comprendere il racconto della bisnonna Dolores che si esprime in dialetto.
I termini meno usuali sono spiegati nel glossario e linkati a fondo pagina: bugàda, celéti, crazidèi, seciàr, brènta, pizeghìn.
La localizzazione in mappa si riferisce alle fontane e lavatoi citati, ormai scomparsi.
I cantieri-scuole istituiti nel 1949 dalla "Legge Fanfani" erano gestiti dal Comune e completamente finanziati dallo Stato al fine di realizzare opere pubbliche e contemporaneamente dare lavoro ai molti disoccupati del luogo, furono così realizzati acquedotti e strade. In queste foto li vediamo impegnati a portare l'acquedotto fino alla chiesa.
Un gregge esce dal paese. Si notano la strada interna sterrata e la nuova strada per Margone-Ranzo, costruita tra 1947 e il 1954, asfaltata. Bene in vista all'entrata del paese un punto luce dell'illuminazione pubblica. Sulla foto con la chiesa in lontananza si vede sulla sinistra il "Ristorante Fior di Roccia", costruito nel 1958, che ci permette di datare la foto successivamente a tale data.
Nella foto col gregge si vede, al di sotto dell'entrata in paese, il punto dove è stato realizzato il pubblico lavatoio alla sorgente della roggia che poi scende a Fraveggio e si getta nel lago di Santa Massenza. Un tempo si presentava diversamente e, fino alla realizzazione dell'acquedotto potabile, era lì che la gente di Lon andava a prendere l'acqua,
Nel Borgo di Santa Massenza, Capitale della Grappa, nel 2006 è stata allestita all'interno di una casa storica del 1875 la mostra permanente “Un viaggio tra turbine e alambicchi”, testimonianza storica delle due facce del paese: vocazione centenaria della distillazione artigianale della grappa e volto industriale dell’Italia del dopoguerra con la costruzione della Centrale Idroelettrica. Modo originale per evocare la ricchezza costituita dall'intreccio tra la modernizzazione e la tradizione.
L'iniziativa è stata realizzata sotto l’egida del Progetto memoria per il Trentino.
Operai al lavoro con pale e carriole per la costruzione della strada di collegamento Vezzano-Ranzo. Fino ad allora Ranzo era collegato al fondovalle solo con la strada di Paone che porta a Castel Toblino.