Accanto ai contadini c'erano un tempo in tutti i paesi della Valle dei Laghi molti piccoli artigiani specializzati in settori specifici. Spesso il mestiere si tramandava di generazione in generazione ma altrettanto spesso le persone si adattavano alle esigenze del momento, imparavano sul campo e mettevano in gioco inventiva, passione e capacità pratiche per permettere la sopravvivenza della loro famiglia. Troviamo in questa collezione artigiani; luoghi, macchine e attrezzi di lavoro degli artigiani, prodotti degli artigiani.
Elegante contenitore decorato per la frutta. Quest’articolo proviene da una famiglia alquanto agiata, non si trovava sicuramente nelle case rurali dei contadini.
Contenitore aperto, usato per i fiori. Non era presente in tutte le case se non quelle un po’ agiate, in qual caso si poneva in mezzo al tavolo posato su un centrino. I fiori non erano coltivati negli orti se non i fiori di calendula o qualche arbusto di rose che cresceva spontaneo..
In casa si conservava un limone in caso di necessità, era considerato come un toccasana per diverse patologie leggere: per il mal di stomaco si prendeva una limonata, per il mal di testa un succo di un limone con il caffè, ed infine la sua buccia utilizzata per la confezione di dolci.
Probabilmente era un regalo di nozze. La donna di casa conservava gelosamente il servizio nella vetrina “in bella vista”,utilizzandolo solamente in caso di festività
Si posizionava sul letto. Era tessuta con i cascami dei bozzoli. Ne derivava un filato di seta di bassa qualità. Era comunque tessuta con un altro filato di lana ottenendo una stoffa un po’ grezza ma che serviva per confezionare coperte ed anche pantaloni da lavoro per uomini. Il tessuto così ottenuto era denominato “tessuto de petoloti”
Le giovani utilizzavano questo arnese per ondulare i capelli e formare la “leca” ossia una ciocca di capelli che scendeva su parte della fronte. Si scaldava sulle brace
Serviva per raccogliere l’acqua calda dalla vaschetta inserita nella cucina economica. Aveva un manico lungo ed un piccolo contenitore rettangolare. Solitamente era a portata di mano sul passamano della “fornela”.
piccolo recipiente in cui si contiene il sale per la tavola, costituito da due piccoli recipienti in vetro ed in mezzo un contenitore in alzata per inserire gli stuzzicadenti.
Arnese di legno per schiacciare e ammorbidire la carne prima di cuocerla, sulla piccola superficie si trovano dei dentelli per rompere le fibre della carne.
Il suo utilizzo consisteva nell'abbrustolire orzo, soia, mais. S’introducevano i chicchi dei rispettivi cereali all’interno del cilindro, si metteva sopra il fuoco, intanto un’elica interna mossa dall’esterno da una manovella muoveva i grani per non farli bruciare.
Era il lume portatile costituito da un basamento in metallo da una coppetta in vetro che conteneva l’olio con lucignolo ed un vetro a forma allungata bombato alla base e stretto all’altezza (che in questa lucerna manca), che serviva per ampliare la fiammella.Il lucignolo era una piccola treccia di fili che aspirava l’olio e produceva la fiammella.
Serviva per sostenere la candela, che era inserita nella spirale. Il nome “bugia” deriva dalla città di Bugia (Algeria) dove erano prodotte le candele. Si collocava sul tavolo della cucina e si accendeva al momento della cena.
Acquasantiera era collocata a fianco del letto. Dalla sua conchiglia si attingeva l’acqua santa per il segno della croce. Manufatto ricco di decorazioni a sbalzo.