Trasporti e strade
Collezione
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Trasporti e strade
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Dai trasporti a mano e con gli animali all'uso di mezzi a motore. Dal trasporto su strada a quello nei laghi e via cavo.
Strade di diverso tipo: sterrate, selciate, cementate e asfaltate; sentieri, mulattiere, vicoli e "stradoni"; passanti sopra ponti e sotto portici.
Contenuti
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La moto dei "Calièri"
La fotografia mostra i fratelli Dallapè "Calièri" in sella alla loro moto. Dietro di loro la loro mamma con un bambino. -
Foto di gruppo presso Calzature Dallapè
La fotografia risale al 1965 e mostra un gruppo di dipendenti e operai di Calzature Dallapè davanti al negozio che nel frattempo è stato restaurato con l'aggiunta di due vetrine che mostrano i prodotti realizzati. -
Calzoleria Dallapè
La fotografia mostra la nuova casa dei fratelli Giulio e Celeste Dallapè costruita negli anni 20 del 1900. Lo scatto risale precisamente al 1928, anno in cui i fratelli aprirono la prima calzoleria nel paese di Stravino sulla strada statale. -
Taxi a cavallo
Massimo Zanella di Covelo col figlio Livio. Taxista, trasportava persone e materiali con carro e cavallo, vendeva in città latte, prodotti caseari e della campagna che produceva o acquistava in paese. Qui a Piedicastello in direzione Terlago. Data approssimativa. -
Discesa dal Gazza sul broz dei Marianèi
Gruppo di persone di Covelo scendono dal Gazza sul "bròz dei Marianèi". Alla guida della coppia di buoi uno dei "Marianei": Angelo Cappelletti. A seguire si intravede la presenza di un altro bròz; spesso infatti lungo la discesa si incolonnavano. L'ingrandimento 40x27,5 cm è conservato incorniciato. -
Scuolabus a Ciago
La foto pubblicata sul quotidiano "Alto Adige" del 4.11.1969 mostra la fermata dello scuolabus, che da quell'anno è arrivato in paese, per il trasporto dei bambini alla scuola elementare di Vezzano. Grazie alle piccole dimensioni della corriera la fermata era in "piazza", proprio davanti al negozio, che vediamo in foto, e al bar sull'altro lato. In primo piano possiamo osservare alcune bambine con la cartella in mano o sulle spalle, il cappotto, la gonna, i calzettoni e le ginocchia scoperte. -
Sulla "strozega"
Lo scatto è stato fatto lungo la strada selciata che dal Monte Gazza scende verso Ciago. Se con la discesa col bue si usava il broz che frenava, con l'arrivo dei motocoltivatori si usava andare nella "selva a preparar el dasón", cioè si tagliavano lunghi rami di pino mugo, li si legava insieme con una corda e si attaccavano a strascico al motocoltivatore. Era questa la "strozega", sulla quale si metteva un telo e ci si saliva in gruppo per essere trascinati giù dalla montagna e nel contempo frenare l'automezzo. Questa usanza è stata abbandonata dopo qualche anno poiché provocava danni al fondo stradale ed hanno fatto la loro comparsa i fuoristrada. -
Albergo alla Croce d'Oro -Vezzano
Sotto il riquadro della panoramica di Vezzano, c'è il particolare della piazza con l'ampia facciata riportante bilingue la scritta "ALBERGO ALLA CROCE D'ORO CON GIARDINO" e "GASTHOF ZUM GOLDEREN KREUZE MIT GARTEN" con in mezzo l'insegna in ferro battuto. Si intravedono poi sopra le porte insegne di altri esercizi pubblici e quella in ferro battuto dell'albergo Stella d'oro. In primo piano una carrozza. Cartolina viaggiata scritta 11.7.1903. Come d'uso al tempo, il testo della missiva è sul davanti mentre sul retro c'è solo l'indirizzo del destinatario che abitava a "Pietramurata Tirolo dellà del pont". -
Castel Toblino - Tramonto sul lago
Strada sterrata, macchina d'epoca, giovani alberi e paracarri in pietra a bordo strada possono aiutare a datare questa cartolina non viaggiata -
Donna in abito elegante a Stravino
La fotografia ritrae una giovane donna in abito elegante alla moda degli anni '20-'30 del 1900. Lo scatto fu fatto sulla strada principale che attraversava Stravino e sullo sfondo è possibile notare la roccia oggigiorno nascosta quasi completamente dalle case. -
Uomo in abito elegante a Stravino
La fotografia ritrae un uomo, probabilmente di Stravino, in abito elegante. Lo scatto è stato fatto davanti al calzaturificio Dallapè, quando i fratelli si dilettavano con la fotografia. Sullo sfondo si nota il capitello della Pietà e la strada principale che prosegue in direzione del capoluogo. -
Fratelli Dallapè in moto
La fotografia ritrae i due fratelli Giulio e Celeste Dallapè sulla moto davanti al calzaturificio. Dietro la loro mamma con un bambino. -
Gita al lago di Cavedine
I vestiti sono eleganti sia per le signore che per il rematore. Ci sono anche mazzi di fiori, probabilmente si tratta di una gita "fuori porta" in occasione di una festa. Si riconosce Agnese Bridarolli, moglie di Giulio Dallapè. Le signore sono amiche della famiglia Dallapè, probabilmente appartenenti alla famiglia De Varda o De Vilos. Lo scatto risale agli anni '30 quando i fratelli Dallapè iniziarono a dilettarsi come fotografi. -
Accoglienza dell'arcivescovo Celestino Endrici a Stravino
La fotografia mostra l'arrivo dell'arcivescovo a Stravino durante una visita pastorale a maggio del 1930. Il paese è adornato a festa e all'ingresso si notano le tipiche "arche" e preziosi copriletti e tovaglie delimitano la strada. A sinistra è presente Albina Pederzolli, maestra del paese che segue e coordina i bambini durante la cerimonia. Al centro è presente l'arcivescovo Celestino Endrici intento ad ascoltare la recita del sonetto eseguita dal bambino. Accanto a lui alcuni sacerdoti tra cui don Ermenegildo Tonelli. -
Accoglienza del vescovo a Stravino
La fotografia mostra l'arrivo del vescovo a Stravino durante una visita pastorale a maggio del 1930. Il paese è adornato a festa e all'ingresso si notano le tipiche "arche" e preziosi copriletti e tovaglie delimitano la strada. -
Ragazzo in bicicletta a Stravino
La fotografia mostra un ragazzo che posa con la sua bicicletta nei pressi di casa Dallapè, sulla strada principale che attraversa la valle di Cavedine. Sullo sfondo si vede il capitello della pietà di Stravino. -
Processione Madonna del Carmine a Stravino
La fotografia mostra il rituale della processione con la statua della Madonna del Carmine a Stravino. Lo scatto risale al 1956. Sullo sfondo si nota il capitello di San Rocco completo di gradini e di un piccolo cancello che furono distrutti negli anni a seguire per la viabilità. -
Organizzazione servizi di trasporto studenti scuole secondarie
Corrispondenza da parte della Direzione Regionale dei trasporti, che si rivolge alle amministrazioni comunali nelle quali sono state istituite nuove scuole secondarie, ai fini di organizzare il trasporto scolastico degli alunni. Destinatario della lettera anche il Comune di Cavedine, in riferimento all'istituzione della Scuola Secondaria di Avviamento Commerciale. Nel documento si sottolinea la necessità di “studiare gli orari delle corse a carattere locale, in modo da soddisfare le esigenze dei giovani che frequenteranno le nuove scuole” e si invitano dunque le amministrazioni comunali e i capi di Istituto a interloquire e a fornire informazioni dettagliate in merito al numero degli alunni e agli orari delle lezioni. -
Strade di accesso al santuario di San Valentino in agro
Questo estratto dalla mappa catastale del 1860 ci mostra le strade di accesso al santuario di San Valentino in agro. In rosa è segnata la strada maestra Trento - Valle di Cavedine, che ha raggiunto Calavino nel 1828 (con discesa a Padergnone e risalita dal cimitero), Cavedine nel 1833, Dro nel 1917. Allora come oggi da essa si accede alla piana del santuario. La strada marrone che vediamo separarsi da essa in loc. Al Castello, era la vecchia strada imperiale che portava a Sarche, e quindi Riva o Tione, via Santa Massenza e, prima del 1828 in Val di Cavedine via Padergnone. Su questa strada, di fianco a Castino, vediamo quello che un tempo era l'accesso principale al santuario con l'imponente capitello dei santi Vigilio e Valentino. Nel 1848 questa strada ha perso la sua importanza, diventando strada di campagna, poiché è stata realizzata la nuova strada che collegava Padergnone a Riva con ponte tra i due laghi di Santa Massenza e Toblino. Nel 1970-72, con la costruzione del nuovo tratto della Gardesana 45 bis, che ha tolto il traffico da Vezzano e Padergnone, è stato tagliato questo accesso al santuario e abbattuto il capitello. -
mànghen
trave sospesa del sistema frenante a ceppi azionato a mano utilizzato sui veicoli a trazione animale (martinicca). -
Imperatore Carlo I a Vezzano
L'ingrandimento in formato 29,7x21 cm, scansionato in questa occasione, rappresenta l'imperatore d'Austria-Ungheria Carlo I che passa in rassegna decorati di guerra, accompagnato dallo Stato Maggiore e dagli ufficiali del comando di Vezzano. -
Villa Defant (Terlago)
Lo stesso soggetto ritratto in quest'altra cartolina, ma preso dalla strada sottostante; è stata aggiunta una pergola sul terrazzo. -
Terlago - Villa Defant
Si tratta della "casa del vecchio medico condotto; a piano terra c’era anche l’ambulatorio medico". (Fonte: Da Pedegaza a Vallelaghi : memorie fotografiche delle 11 frazioni, Comune di Vallelaghi, 2017, p. 65) -
Capitello di Sant'Anna
Sul lato della strada statale che da Trento porta a Riva del Garda, poco dopo la località “Vecchio Mulino”, si trova questo capitello dedicato a Sant’Anna. Il capitello in muratura presenta una grande nicchia chiusa da un cancelletto in ferro lavorato, al suo interno è presente un affresco che ritrae Sant’Anna a fianco della Madonna con bambino, insieme a loro sono ritratti anche San Vigilio e San Valentino. L’opera è del 1996, realizzata dall’artista Marco Bertoldi durante uno dei numerosi restauri che hanno coinvolto il capitello. Sulla facciata del capitello è posta una lapide con l’incisione: ERETTO L’ANNO 1735 LA MAGNIFICA COMUNITÀ DEL BORGO DI VEZZANO FECE FARE PER ESSER STATA LIBERATA DAL MAL BOVINO PER INTERCESSIONE DI SANT’ANNA sotto di essa si trova anche un concio in pietra con incisa la data “9 giugno 1736”. Grazie a questi simboli si può datare il capitello (1735-1736), e conoscere il motivo della sua costruzione; era stato infatti edificato dai vezzanesi come ringraziamento alla Santa, che aveva dato loro protezione durante l’epidemia bovina che aveva colpito l’intera zona. Bibliografia: - “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012