Liliana e Marisa Zanella giocano felici con le loro bambole arrivate dall'America e conservate alla perfezione dalle cugine americane che le hanno usate prima di loro.
La ristampa 10x15 cm risale al 2012 ma riporta sul retro scritta a penna la data dell'originale: "maggio 1958".
Due bambine e due bambini, vestiti elegantemente, posano liberamente per una foto di gruppo da inviare dall'America ai parenti di Covelo.
Sono i figli di Angelina Decarli, figlia di Ersilia Zanella, sorella di Roberto, emigrata per sempre in USA.
I vestiti smessi da loro venivano poi mandati ai cugini di Covelo.
Vediamo in questa foto, quello stesso vestito indossato da Claudia Zanella, nipote di Roberto:
Gruppo di ragazzi tra gli 8 e i 14 anni di Vezzano che durante il regime fascista erano organizzati in formazioni di tipo paramilitare nell’Opera Nazionale Balilla, qui riuniti davanti alla scuola. Uno di loro regge un cartello che però risulta illeggibile. Sul retro una dedica che il piccolo Aldo scrive a suo padre: "Mio caro babbo. Ti mando la fotografia de Balilla di Vezzano, dove vedi la X sono me. Ricevi tanti baccioni dal tuo figlio. ALDO".
La datazione è approssimativa in base all'età presunta di Aldo.
La stampa misura 8,5 x 12 cm.
Foto in bianco e nero, dimensioni 10x14,5cm.
Raimondo Miori alla pompa di benzina shell nell'atto di rifornire una moto. Sul davanti due bambini, uno (probabile nipote di Raimondo) aiuta a sorreggere il tubo della pompa.
Si nota il funzionamento della pompa di benzina: con una manovella si pompava manualmente la benzina.
Sul retro è annotata "ripr. 4/12/1936"
Foto in bianco e nero di dimensioni 13,5x8cm scattata durante una gita a passo campo Carlo Magno. Era consuetudine per il Signor Miori Raimondo organizzare gite da tutti i paesi della Valle, viaggiando con un camion ed utilizzando la sua licenza industriale che gli permetteva di compiere svariate attività fra le quali anche questa.
Fan Fact:
Il camion di modello Ursus era stato abbandonato durante la ritirata dall'esercito tedesco, perché non funzionava, in una area sul confine tra due fratelli, che ne sono divenuti così legalmente proprietari. Il signor Raimondo lo ha acquistato e riparato.
Foto in bianco e nero, dimensioni 9 x 6,5cm
Famiglia Miori (mamma Ida e 4 bambini) sul trattore di Renzo Berteotti a Padergnone alla pompa di benzina.
Si vedono le pompe di benzina "Shell".
Sulla facciata della casa si leggono le iscrizioni "panificio elettrico" e "autorifornimenti".
Video 1: Amerigo Pederzolli esegue la melodia mentre i nipoti lo ascoltano per impararla
Video 2: il nipote Andrea Pederzolli esegue la melodia completa. La melodia è fissata, ma è dato spazio anche a improvvisazioni sul tema.
Il campanò viene suonato alla vigilia della festa, nel pomeriggio, verso le 13.30 e i suonatori si scambiano tra loro con brevi pause fino alle 14.30.
Una volta la tastiera era in fondo al campanile e venivano agganciate lunghe corde che tiravano le campane (non il batacchio); sono ancora visibili infatti nella tromba delle scale del campanile i fori dove passavano le corde.
Sono qui immortalati 25 alunni di Ciago dei 31 nati fra il 1914 e il 1921 ed ancora viventi a Ciago in quell'anno.
Con loro don Silvio Vogt curato di Ciago dal 1914 al 1968 ed una giovane maestra di cui non conosciamo il nome.
Un ragazzi dell'ultima fila regge la bandiera del Regno d'Italia (1861-1946).
Il fotografo in visita a scuola ha ritratto Tullio Comai in terza elementare davanti ad una cartina. Al muro sono appese fotografie e mensole. Dagli oggetti sulle mensole possiamo capire gli argomenti che si stavano trattando: peso netto (patate) e tara (scatola vuota), risparmio (salvadanaio).
Dietro ai tre fratellini si può osservare una porzione di tipica casa contadina: muri in pietra, balconi in legno con assi orizzontali dove appendere il granturco (zaldo) ad essiccare, cesso sul balcone (quando non era nell'orto), mucchio di legna sottile atta ad accendere il fuoco e ad aumentare temporaneamente la temperatura della stufa, lunghi pali (palanchi) che venivano usati per fermare alti cumuli di fieno sul broz e sul carro, grata su finestra e portone per trattenere galline o altri piccoli animali di allevamento.
In alcuni paesi si differenziano cuna e bènol in altri si usa solo cuna per tutte le culle.
Bènol si riferisce alla culla fatta da una cesta di vimini o altro legname intrecciato, una piccola bèna, che solitamente aveva le ruote in legno per trasportare agilmente il bimbo e nel contempo cullarlo (ninarlo).
Cuna si riferisce alla culla in legno con sotto due archi atti a permetterne il dondolamento.
Classica culla con cesta in vimini, ruote in legno, ricoperta di stoffa e completata con l'immancabile medaglione con l'angelo custode. Il bimbo, ben coperto, riposa al sole.
Fotografia ricordo nel giorno del battesimo di Carmen Dallapè, primogenita di Giulio Dallapè e Agnese Bridarolli il 26 giugno del 1932.
Presente la madre di Giulio, Maria Berteotti e la levatrice dell'epoca detta "comàre".
In questa fotografia è presente Agnese Bridarolli e accanto una bambina. Interessante notare il fondale presente dietro che serviva per uniformare e/o rendere più elegante lo sfondo in occasione di fotografie ritratto. Lo scatto fu realizzato dai fratelli Dallapè, proprietari dell'allora Calzoleria di Stravino.
Disegno preparato per la quarta di copertina del numero 10 della rivista "Retrospettive" per illustrare il proverbio: "La gènt senza dènt la g'ha frét de ogni tèmp"
Al tempo, al termine della seconda elementare si facevano sia la prima Comunione che la Cresima, l'una celebrata in paese e l'altra in duomo a Trento. Il bambino nella foto porta un elegante vestito, la cravatta con le sue inziali d'oro, il fiocco della prima Comunione e quello della Cresima, il messalino in mano. Si trova nello studio fotografico Albertini di Trento ed è accompagnato dal suo padrino, in dialetto "gudàz".
Davanti vediamo i bambini dell'asilo con la loro maestra, grembiulino colorato, colletto bianco e le femmine col fiocco in testa. Seguono gli scolari col maestro Ermete Piccoli e gli uomini coi gonfaloni. Dietro si vede il vecchio essiccatoio.
La data è desunta dall'età dei bambini riconosciuti.
Nata a Padergnone (TN) nel 1933, Anna Pedrini ci racconta i suoi ricordi di bambina in tempo di guerra.
Fra gli altri ricordi, rammenta qualche spezzone della canzone Lilì Marleene modificata in tempo di guerra; li riportiamo qui nella speranza che possano richiamare alla memoria di qualcun altro qualche altro pezzo e che lo voglia condividere con l'archivio.
"Svegliatevi milanesi, vengon gli inglesi
a bombardare la gran città...
Come son strani quei confettoni che buttan giù ..."
Nato a Padergnone (TN) nel 1940, Ezio Maccabelli ci racconta, esprimendosi in dialetto trentino, i suoi ricordi di bambino in tempo di guerra, quando i bambini, anche piccoli, giravano per il paese in autonomia o coi bambini più grandi.
Abbiamo qui riunito due scatti che ci mostrano una pozione dello stesso edificio da due diverse angolazioni, casa Zuccatti della stirpe dei "Casimiri". Possiamo notare la recinzione della terrazza in mattoni rossi con spazi forati e la scala di accesso in cemento senza alcuna recinzione, elementi architettonici utilizzati al tempo.
Il bimbo in primo piano porta i tipici pantaloncini di lana fatti in casa.
Dietro al bimbo si intravede la fontana in "pietra morta" già descritta in altra scheda:
Il piccolo Silvano Zuccatti in braccio alla sua mamma è coperto con maglia e cuffia di lana perché "La gènt senza dènt la g'ha frét da ogni tèmp", ed avvolto dal mollettone, indispensabile per assorbire la pipì al tempo in cui non esistevano i pannolini. Il fratello più grande, come la mamma, indossa abbigliamento estivo. In primo piano la carrozzina che alcune famiglie già utilizzavano anche in paese.