La cartolina riporta dietro: "Giovannino il 1° anno di asilo aprile 1952". Il diminutivo era comune per l'ultimogenito.
Il fotografo passava saltuariamente negli asili e nelle scuole per fotografare i bambini in aula. Il colletto bianco era caratteristico di grembiuli sia all'asilo che a scuola, liscio per i maschi e col pizzo per le femmine.
Numerosi bambini giocano fuori dalla scuola che verrà poi chiusa nel 1969.
Il parroco ha il lungo abito talare nero.
Davanti alla scuola c'era uno dei tre pozzi del paese e appoggiata alla canonica si vede una piccola fontana realizzata grazie all'arrivo dell'acqua di Canal con la costruzione dell'acquedotto nel 1954, per cui lo scatto è sicuramente successivo a tale data.
Vediamo qui Olga Morandi, cuoca nell'albergo che gestiva insieme al marito Roberto Garbari nella piazza di Vezzano. Avevano assunto la gestione della storica locanda "La stella d'oro" fin dal 1942, quando si sono sposati.
Le 6 stanze di cui disponevano non erano sempre sufficienti per ospitare i turisti, che venivano perciò dirottati per la notte in camere nelle case private . Se i tedeschi, soprattutto di Monaco, utilizzavano solitamente il servizio a mezza pensione, gli italiani, soprattutto milanesi si fermavano solitamente per due settimane a pensione completa e perciò Olga, come Dirce prima di lei, avevano un bel da fare in cucina.
Oltre che dai turisti, il ristorante era frequentato dalla gente del posto, in occasioni particolari, e c'erano i clienti fissi: gli impiegati delle poste e dell'esattoria, la maestra e il direttore didattico. Poi si sono aperti grandi cantieri e così sono arrivati gli operai della SISM (centrale idroelettrica), dell'ENEL (linee elettriche), della SENSI (strade), della SIP (telefoni). Con la nascita del centro scolastico nel 1969, è diventato anche mensa per gli scolari delle frazioni, fino al 1977 quando Olga è morta ed il ristorante ha chiuso i battenti.
Bambini davanti ai portoni della scuola fra gli anni 1930-1940: la donna è Maria Perini, che insegnava come maestra d'asilo. I bambini sono vestiti molto probabilmente per una recita scolastica. All'epoca, le recite si svolgevano fuori dall'orario di scuola: le maestre chiamavano a raccolta i bambini, che si portavano appresso i loro fratelli e cugini, poiché chiunque volesse prenderne parte era libero di farlo e si metteva assieme la recita. I costumi venivano realizzati a casa da mamme e nonne.
Le foto documentano momenti di leggerezza per i soldati della Folgore stanziati a Vezzano col compito di sorvegliare le armi pesanti requisite ai tedeschi in ritirata alla fine della seconda guerra mondiale.
Dietro di loro si vede la targa della Scuola Materna con la sigla O.N.A.I.R. (Opera Nazionale di Assistenza all'Italia Redenta), istituto previdenziale italiano, nato nel 1919 allo scopo di assistere le popolazioni delle "terre redente", particolarmente tramite provvedimenti a favore della prima infanzia. La scuola materna di Vezzano fu annessa all'ONAIR il 3 novembre 1939.
I bambini dell'asilo, coi loro grembiulini, sono impegnati nel mettere a dimora delle piantine accanto ad un vigneto. Una maestra li sta aiutando, altre donne con piccolini in braccio li stanno guardando. In primo piano contenitori di diverso materiale: legno, metallo, vimini.
Anna Pedrini di Padergnone, dopo la scuola dell'obbligo frequenta a Trento la scuola di avviamento professionale per sarta della durata di tre anni. Era questa una professione molto richiesta che una donna poteva svolgere anche in casa. Qui la vediamo con le sue compagne di corso: Bianca Gaddo, Silvana Ciurletti, Alma Trentini, Anna Maria Fanti, Gina Bottura, Maria Pia Nadalini, Bazzanella Valentina, Lidia Broscatruni, Anna Cantelli, Iole Degasperi, Antonia Gardumi, Giovanna Biasioli, Giulietta Fogarolli.
Terminate le scuole dell'obbligo Agnese Pedrini di Padergnone frequenta il corso triennale di cucito per diventare sarta. Per questo rimarrà in collegio a Trento presso le suore. Qui la vediamo insieme alle sue compagne di corso col classico grembiule nero e colletto bianco: Maria Clauser, Erma Santuliana, Agnese Pedrini, Maria Bernardi, Laura Eccher, Saveria Inama, Lidia Lucchi, Maria Trentini, Alma Pancher, Alma Demattè, Caterina Anselmi, Ada Piovano, Aelina Rossi, Palmira Caldana.
La maestra Santa Bassetti, che qui vediamo circondata dai suoi alunni, era riuscita ad ottenere l'istituzione della seconda classe tra il 15 gennaio ed il 20 aprile 1920; i 29 bambini della prima classe erano in quel periodo affidati alla mastra Luigia Port-Aldrighetti.
"Mani in seconda!" avrà ordinato la maestra Santa Bassetti alla sua scolaresca alla presenza del fotografo in classe, ed ognuno ha prontamente intrecciato le dita dietro la schiena, mentre lei, in fondo all'aula, li teneva d'occhio tutti a braccia conserte.
Santa Bassetti è nata a S. Massenza il 30 marzo 1888. Ha conseguito l’attestato di maturità presso l’Istituto Magistrale di Trento il 27 luglio 1910 e l’attestato di abilitazione il 25 ottobre 1912. È entrata subito in servizio a Sarche, poi tra il 1916 e il 1921 ha prestato servizio a Santa Massenza ed infine tra il 1921 ed il 1944 a Calavino.
Gli anni in cui ha lavorato a Santa Massenza sono stati molto difficili: tra residenti, sfollati, bambini bisognosi ospitati in casa di zie e sorelle maggiori, la sua scolaresca ha raggiunto i 74 alunni; non c'erano neppure i banchi per tutti.
Le sue proteste presso l'amministrazione comunale, richiamando la normativa che prevedeva un massimo di 60 alunni per classe, hanno cozzato contro la povertà. Solo per un periodo è riuscita ad ottenere una seconda classe, per il resto ha messo in atto un'organizzazione complessa di turni in modo da seguire tutti i suoi alunni proseguendo le lezioni anche nel semestre estivo.
Nel 1922/23 gli alunni a Santa Massenza sono calati repentinamente a 55 ma lei nel frattempo si era spostata a Calavino dove ha continuato il suo lavoro con passione rimanendo in servizio finché la malattia di cui soffriva la portò a morire prematuramente a soli 56 anni.
Foto di gruppo davanti alla scuola.
Gli educatori presenti a partire da sinistra sono: la maestra Anna Rossi, il cappellano don Mario Croce, il decano don Antonio Pellegrini, il maestro Giuseppe Comper, la maestra Santa Bassetti.
A Ciago, come in tutti i piccoli centri abitati c'era una scuola con una unica pluriclasse: Ezio, Giovanna, Giuseppe, Maestra Elina Manara, Dolores, Gemma, Pierina, Celestino, Guglielmo, Anna Barberina, Elvio, Luigia, Sandro, Palmina, Carla Enrico, Danilo, Franco, Emmanuele, Renzo, Graziella, Rosetta, Silvana, Flora, Elda, Lucia.
In questa cartolina panoramica si può osservare la presenza della nuova variante al paese realizzata verso il 1968/70 e della scuola media con la palestra senza i muri perimetrali, così utilizzata fino alla sua ultimazione nel 1971.
La prima alunna a sinistra è la stessa Gisella Parisi di cui disponiamo il Libretto scolastico; per gli altri nomi si veda il verso della cartolina.
La porta d'entrata della scuola, che si vede nella foto, si trovava sul retro di quella che un tempo era la canonica di S. Massenza.
L'acronimo in copertina significa Unione Magistrale Nazionale - Trentina; si tratta della sezione trentina di una delle più importanti associazioni di maestri dell'epoca in Europa. (FONTE: https://www.sissco.it/recensione-annale/alberto-barausse-lunione-magistrale-nazionale-dalle-origini-al-fascismo-1901-1925-2002/)
Da notare le indicazioni riportate nella prima pagina ("Leggi e ricorda!").
L'alunna, Gisella Parisi, era in una classe mista e ha frequentato regolarmente la scuola per 8 anni, testimoniando una minore durata degli anni scolastici rispetto ad oggi in quanto anche i bambini costituivano un'indispensabile forza lavoro per molte famiglie.
Dal documento si evince che nel 1916/17 la valutazione dalla forma in giudizio è passata ai punteggi, dove 1 era il massimo, e nel 1919/20 è passata ai voti, in cui 10 è il massimo.
Notiamo come anche la cura di sé ("forma esterna") rientrasse nei criteri di giudizio scolastico, così come il "contegno" e la "diligenza".
Venivano impartite anche lezioni di "lavori donneschi".
Nella sezione "disposizioni legali" in fondo al libretto si legge come le assenze ingiustificate da scuola potessero venire punite con un'ammenda fino a L. 40 o addirittura con l'arresto fino a 4 giorni!
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Della stessa alunna disponiamo di una foto di classe:
Ritratto di Albina Pederzolli, maestra elementare per 47 anni nella scuola elementare di Stravino. La data dello scatto è presunta all'incirca dai suoi dati anagrafici: è nata nel 1878 e morta nel 1966.
La donna veste con un abito molto elegante e prezioso, il cui stile è tipico dei primi anni del 1900.
La possiamo vedere anche in altre fotografie:
A questa festa di carnevale sono presenti molte tavolate, tra le quali, a sinistra, quella delle autorità: si noti il parroco e il maresciallo dei Carabinieri. A destra, le tavolate dei bambini dell'asilo, riconoscibili dal cappellino bianco; le scolare invece indossano il grembiule nero.
Alcune persone sono travestite, tra loro un giovane che serve gli spaghetti ("bìgoi") alle autorità.
Da notare anche la precedente posizione della Cooperativa, nell'attuale Piazza Degasperi, e la permanenza del portale e della bacheca dell'edificio sulla sinistra.
Tra i 48 alunni delle prime classi di ambedue i sessi ci sono anche le bambine più grandi, si noti la presenza della maestra tra gli alunni, di due parroci e del maestro che si affiancano al gruppo.
La datazione suggerita è indicativa.
La foto in formato 18x24 cm, scansionata in questa occasione, è una ristampa recente dell'originale messo a disposizione per una mostra.
31 scolari maschi col loro maestro e due parroci, separati dai piccoli e dalle femmine, riuniti in altra foto: