La bottega di Fraveggio Il negozio esisteva a Fraveggio dagli anni ‘20 ed era di proprietà della signora Francesca Bressan ved. Faes, conosciuta da tutti col nome di Fanni.
Nel 1930 Bassetti Quirino, allora ventiduenne, rilevò la licenza di vendita a nome di Fratelli Bassetti e riprese l'attività nello stesso locale, di proprietà della signora. Rimase in affitto presso di lei e successivamente presso il figlio Luigi Bressan fino alla cessazione della sua attività avvenuta nell'anno 1982. La licenza acquistata era una licenza speciale, chiamata "universale" perché consentiva la vendita di tutti i prodotti allora in commercio, ad eccezione dei medicinali. (alimentari, generi vari, attrezzi agricoli, mercerie, veicoli in generale...)
La licenza tabacchi, la n°5 di Vezzano, era a parte ed era monopolio statale.
Il locale venne ampliato (vedi progetto) a spese di Bassetti Quirino in conto affitto nel 1957. Durante i lavori di ristrutturazione il servizio di vendita non fu mai interrotto e il negozio si trasferì in una vecchia cucina nella casa di fronte, di proprietà del sig. Ernesto Bressan. L'inaugurazione del nuovo negozio fu un evento per gli abitanti di tutto il paese, oltre che per quelli del paese di Lon, che raggiungevano ancora Fraveggio dalla vecchia strada.
Fino al 1947, quando venne costruita la strada attuale, anche gli abitanti di Margone facevano riferimento alla "botega del Guerino" in quanto passaggio obbligatorio per l'accesso al sentiero di Scal, il più veloce collegamento tra il paesino e il fondovalle.
È importante ricordare anche il nuovo arredamento interno del 1957, ai tempi all'avanguardia: fu costruito prevalentemente in legno, con precisione e maestria dalla ditta di falegnameria Guido, Luigi e Giuseppe Gentilini, di Vezzano.
L'attività di vendita veniva svolta prevalentemente dal Guerino: di solito veniva sostituito all’inizio dalla sorella Maria, in seguito dalla moglie Mariota e dalla figlia Claudia, solo per un pomeriggio in settimana, il giovedì, quando lui doveva recarsi a Trento per i rifornimenti e per la "leva tabacchi". Altre uscite le faceva per rifornirsi direttamente dai produttori: l’olio a Cassone sul Garda, i rastrelli per il fieno ad Andalo...
Anche i suoi mezzi di trasporto per i viaggi in città, si sono aggiornati coi tempi: si è passati dal carro con il bue, al carro con il cavallo e poi alla Fiat Balilla, alla Fiat Giardinetta, fino poi alla Fiat 1100 e alla Fiat 128.
La bicicletta e successivamente la Vespa comunque servivano quotidianamente per gli spostamenti dalla casa di Vezzano al negozio.
Verso il 1965 la denominazione della licenza cambiò ragione sociale: da "ditta Fratelli Bassetti " a "ditta Bassetti Quirino".
A metà degli anni '70 anche a Fraveggio cambiarono tante cose: il negozio iniziò a chiudere la domenica, furono introdotte tantissime nuove merci, ma soprattutto la modalità self service sostituì la vendita diretta da parte del negoziante. La gran parte dei prodotti in precedenza veniva infatti venduta sciolta, pesata sulla bilancia, incartata a mano... poi un po' alla volta tutto arrivava e veniva venduto già confezionato: in bottiglia, in scatolette di latta, in confezioni di carta. L'arredamento interno del negozio fu pertanto completamente sostituito da scaffali alla portata dei clienti; al banco rimasero gli affettati, i formaggi e altri prodotti freschi.
Anche per il Guerino cambiò il lavoro, per certi aspetti fu più comodo... rimase tuttavia la nostalgia di quello che ormai era diventato "passato".
La “botega”, come luogo di incontri per tutti comunque rimase uguale nel tempo: oltre alle donne alle quali era quasi riservato l'incarico di fare la spesa, in bottega arrivavano tutti i giorni il postino, i carabinieri quando compivano il loro giro di ronda, il medico che chiedeva dove abitavano i pazienti, il parroco che veniva a confessare il sabato pomeriggio...
Nel 1982, “el Guerino”, ormai settantaquattrenne, dopo aver ricevuto dall'associazione dei Commercianti l'Aquila d'oro per i 52 anni di attività, passò il testimone alla signora Carla Verones di Fraveggio. Lei gestì il negozio fino all'estate del 1984; a quel punto gli investimenti necessari per adeguarsi alle nuove normative la indussero ad abbandonare questa attività.
Fraveggio era al tempo un paese molto più piccolo di oggi e la gente si spostava già con facilità per cui un negozio non si presentava più come un investimento remunerativo ma rimaneva indubbia la sua valenza di servizio sociale, per questo venne rilevato dalla Famiglia Cooperativa di Vezzano, che ne fece un punto vendita, con orario via via più ridotto, finché la gestione divenne insostenibile e chiuse definitivamente i battenti.
Nel 2002 il negozio, da tempo inutilizzato, fu demolito, insieme al terrapieno a lato strada ai piedi della chiesa, per realizzare un intervento di riqualificazione e di arredo urbano che non ha solo cambiato la veste dell’ingresso del paese, ma ne consente anche l’uso come punto di ritrovo. Le novità che un tempo si venivano a sapere grazie ale “ciacere de botega”, oggi nello stesso luogo si possono avere consultando la bacheca comunale e confrontandosi coi paesani seduti sulla panchina: è cambiata la destinazione d’uso ma non la funzione sociale di quell’angolo di Fraveggio.