Etichetta di Vino Santo della cantina di Domenico Ricci.
Domenico nacque nel 1881. Ereditò la cantina e iniziò la produzione di Vino Santo nel 1920 assieme all'amico Carlo Pisoni, che possedeva diversi vigneti: veniva utilizzata solo uva Nosiola proveniente dai monti di Calavino. La vendita del Vino Santo avveniva per lo più in zona, attraverso le due attività di famiglia, l'albergo Ricci a Calavino e il Rifugio Lagolo situato nell'omonima località.
La cantina chiuse nel 1944, con la morte di Domenico.
(Informazioni prese dal libro di Andrea Andreotti, "Vino Santo Trentino, un luogo un mito", Valentina Trentini Editore, 2005, pagina 111)
Questa gerla fu comprata dal padre di Loretta alla fiera di S. Croce a Trento il 3 maggio del 1955 per i suoi figli, che erano talmente contenti del "regalo" che addirittura pranzarono indossandola.
Varie etichette di alcune delle produzioni della cantina Beniamino Bassetti, non più in attività (chiuse nella seconda metà del 1900).
Ci sono il Teroldico, ovvero Teroldego, il Moscato Passito, Vino Vermouth e Acquavite.
Alcune bollette riportanti importi e dati risalenti al 1930-1932 del (forse) signor Tomasi Ferruccio.
Da notare di particolare nella seconda la parte dedicata al trasporto, che è stata compilata con orari precisi.
A parte le cifre, le scritte sono purtroppo per lo più illeggibili.
I francobolli hanno mantenuto il loro colore brillante.
Almanacco di Emanuele Caldini con interessanti annotazioni metereologiche, agricole e familiari (si sono scansionate solo le pagine annotate).
A p. XI un elenco di tutte le fiere e i mercati del Triveneto e del Tirolo che cadono nei giorni fissi dell'anno; qui in valle si teneva il mercato due volte all'anno a Calavino (primo sabato di ottobre e il lunedì che segue la quarta domenica di quaresima) e a Vezzano (sabato precedente al terza domenica d'aprile e settembre).
Si segnalano i riferimenti salienti:
- 24 febbraio: "Raccolta strope", ovvero dei legacci ottenuti dai rami di salice, usati per legare le vigne ai pali
- 29 febbraio: pagamento di corone 31.70 per legname da pergola
- 1 marzo: evidentemente Todeschini possedeva una carrozza che veniva usata come mezzo pubblico
- 18-20 marzo: come indicato a p. XV, il 19 marzo a Trento c'era il mercato di prodotti rurali
- 23-28 marzo: potatura delle parti
- 13-14 aprile: potatura delle viti
- 29 aprile: "Spedito a Noemi [la figlia] un botticello di lit.[ri] 30 vino"
- 14 maggio: "Irrorazione fichi, peri e pomi con nicotina": il tabacco fungeva da insetticida
- 16-18 maggio: acquisto dei bachi da seta
- 25 maggio: "Tiziano zolfora": la solforazione (o solforatura o inzolfatura) è un'operazione consistente nel cospargere gli organi verdi delle piante di preparati a base di zolfo per combattere malattie crittogamiche.
- 1 giugno: "Spedito cesto a Gisella [l'altra figlia di Emanuele] con 60 uova e piselli"
- 3 giugno: "Giacomo [...] rincalza patate e fagiuoli": "rincalzare" significa accumulare terra al piede di una pianta per sostenerne la crescita.
- 4 giugno: "Tempo bellissimo. Giacomo zolfora parti e campo poi travaza vino. L'uva del campo principia fioritura"
- 17 giugno: "Piantano frasche fagiuoli parti": le frasche venivano usate come sostegno per le piante di fagioli
- 4-5, 8-11 aprile, 19, 23 giugno: commovente notare come questa agenda pensata per il commercio agrario diventi anche una sorta di diario personale.
- 20 giugno - 8 luglio: probabilmente Emanuele andò a trovare le figlie a Trento, in occasione della nascita dei nipoti
- 9 luglio: "Vendo a Stefano Pisoni il frumento per cor[one] 90. Vedi 15/8 saldato."
- 25 luglio: "L'uva bianca del campo principia maturenza", poi sono riportate le date delle annate precedenti nelle quali è maturata l'uva
- 4 ottobre: "Vendemmia bianca e consegna alle Sarche"
- 12 ottobre: "Maria [la moglie] va a Vezzano e vende il teroldico alla ditta Cembran di Lavis a cor[one] 12 l'Et.[tolitro] franco Lavis"
- Le ultime pagine sono tutte dedicate alla vendemmia.
Giorgio Tozzi, classe 1942, ci parla delle origini della sua macelleria, spaziando fra ricordi e racconti, che vanno dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale, alle attività che una volta si svolgevano lungo la Roggia di Vezzano.
Non era infrequente che la moto fosse l'unico mezzo di trasporto della famiglia e così succedeva, come in questa foto, che papà, mamma e figli viaggiassero tutti insieme.
Dietro loro si intravede l'insegna della Famiglia cooperativa un tempo posizionata proprio in via Roma, affacciata sulla piazza.
Etichetta di Vino Santo annata 1981 della cantina fratelli Rigotti (probabilmente il Vino Santo fu imbottigliato dalla cantina Pravis, dopo che per via della crisi Rigotti gli aveva ceduto le ultime botti. Pravis mantenne comunque il nome Rigotti sulle etichette).
I Rigotti sono soprattutto noti per aver creato il vitigno Rebo, che porta il nome del creatore, Rebo Rigotti.
Etichetta di Vino Santo Trentino della cantina di Beniamino Bassetti di Santa Massenza, che oggi non è più in attività (chiuse nella seconda metà del 1900).
Locandina pubblicitaria che decanta le proprietà del Vino Santo Trentino prodotto da Giacomo Sommadossi a Castel Toblino.
Giacomo è un personaggio che viene considerato il padre del Vino Santo Trentino, presente già nel 1822 a Castel Toblino e amministratore della proprietà per conto dei Wolkenstein.
Licenza per l'esercizio del commercio ambulante; all'interno si legge che il commercio era di "animali suini ovini", oltre all'elenco delle province nelle quali potersi recare.
Scorcio di Stravino lungo via Rosmini. La fotografia riporta la seguente didascalia sul retro: "Casa Mimica e negozio alimentari di Rina Chemotti in Dallapè - Rosinota - Ferruccio Ceschini con passeggino".
La foto è del 1958 e ritrae sulla scalinata della Malvasia i collaboratori del primo negozio di alimentari di Trento, via Brennero. In prima fila, il terzo da sinistra è Beniamino Poli, poi la moglie Bianca Trainotti, Gemma Merz ed il marito Giuseppe Poli. In ultima fila Marco Poli (figlio di Giuseppe) e Paolo (figlio di Beniamino).
Luigi Poli, originario di Santa Massenza, all’inizio del 1900 con la sua famiglia si trasferì a Trento per andare in mezzadria al servizio dei conti De Lorenzi. Era una famiglia molto numerosa (undici figli, di cui otto sopravvissuti) e nel 1938 iniziò a vendere al mercato ortofrutticolo i suoi prodotti. Subito dopo la guerra aprirono un negozio al dettaglio di ortofrutta, per poi integrarlo nel 1950 con l’alimentare che nel 1957 sarebbe poi diventato il primo supermercato di Trento dando avvio all’“impero” Poli.
In primo piano una barca con due pescatori in procinto di calare le reti per la pesca, sullo sfondo la località Due Laghi dove si nota la presenza di una costruzione, in alto a sinistra Castel Madruzzo.
Quattro i pezzi prioritari dell'alambicco, apparecchio per la distillazione della grappa e altri distillati: la caldaia - detta cucurbita - dove sono custodite le vinacce, recipiente in rame chiuso da uno speciale coperchio l’elmo o duomo - collegato ad un tubo - collo d'oca o di cigno - che trasferisce poi i vapori della ‘cotta’ nella cosiddetta serpentina, tubazione contorta immersa in un recipiente d’acqua fredda.
Già a metà del 1800 si registrano licenze per poter distillare, prima dall' Impero Asburgico e poi dalla Guardia di Finanza. In paese operarono contemporaneamente dai primi anni del '900 13 piccole distillerie diverse.
La produzione della grappa é sempre stata rigidamente regolamentata. Un tempo il permesso per ‘la cotta delle vinacce’ era dato ad ore, con un limite per ogni distilleria di 24 ore.
La Famiglia Cooperativa
Nel 1907 fu istituita a Santa Massenza, la cooperativa di consumo. Alla cooperativa fu affidata anche la gestione e la distribuzione dell'energia elettrica (Consorzio Elettrico).
Nell'anno 1910 in Santa Massenza venne costruita una casa la quale fu addebita a uso negozio e magazzini per la Famiglia Cooperativa locale e per il Caseificio sociale. I fondi necessari per l'acquisto del suolo e costruzione di detta casa furono assegnati in dono alla Famiglia Cooperativa dal benemerito Curato Don Nicolò Chelodi.