Divise, vestiti e accessori che segnano un’epoca o che vengono posti in evidenza per qualche particolarità, ma anche i materiali, gli attrezzi, la lavorazione, la filiera che porta alla loro realizzazione.
La fotografia ritrae un gruppo di persone presumibilmente di Cavedine.
Seduto in prima fila, secondo da sinistra è don Ermenegildo Tonelli.
La fotografia è stata realizzata all'aperto con fondale fotografico.
Qualcuno sa darci maggiori informazioni riguardo questo scatto?
La fotografia, scattata nel cortile interno della canonica, ritrae un gruppo di autorità politiche e religiose di Cavedine.
È presente l'allora capo comune Giacomo Bortolotti, primo seduto da destra, e a seguire, seduto al centro, don Ermenegildo Tonelli.
Vista la provenienza del fotografo, si può presumere che vi sia ritratto anche Mariano Dallapè, o un suo successore, visto che proprio lì lui ha fondato una fabbrica di fisarmoniche partendo dalla sua innovativa creazione della fisarmonica diatonica. Qualcuno può darci conferma di questa ipotesi?
La fotografia, scattata nel piazzale della chiesa di Santa Maria Assunta di Cavedine, ritrae un gruppo di fedeli in attesa.
Si possono notare le bandierine e in particolare le ghirlande sul portone di ingresso della chiesa, segno di evento religioso importante.
Si tratta presumibilmente dell'ingresso del nuovo parroco, oppure la Prima Messa di un novello sacerdote di Cavedine; non possiamo neppure escludere una qualche attinenza con le fisarmoniche di Stradella. Qualcuno ha qualche informazione in più su questo scatto?
La fotografia, scattata nel cortile interno della canonica, ritrae un gruppo di autorità politiche e religiose di Cavedine.
È presente l'allora capo comune Giacomo Bortolotti seduto a destra e don Ermenegildo Tonelli.
Nella fotografia sono presenti un gruppo di sacerdoti presumibilmente della Valle di Cavedine.
Si riconoscono:
Il terzo sacerdote in piedi da sinistra è don Ermenegildo Tonelli.
L'ultimo sacerdote in piedi sulla destra dovrebbe essere don Alfonso Bolognani (classe 1878) e affianco don Francesco Manara (classe 1890) entrambi sacerdoti nativi di Vigo Cavedine.
Al centro, seduto in prima fila, è presente l'allora curato del paese di Stravino.
Copricapo che scende fino al collo, spesso con dei lacci per fermarlo sotto il collo. Se anticamente era utilizzata da tutti, l'uso è andato via via affievolendosi per gli uomini e poi anche per le donne, mentre è rimasta in uso più a lungo per i neonati.
L'ingrandimento in formato 50x70 cm, scansionato in questa occasione, mostra un gruppo di uomini in uniforme.
In basso a destra è presente una piccola descrizione: "Formazione militare con: Berteotti Albino, Giulio Dallapè, Berlanda, Pederzolli galiaz".
L'ingrandimento in formato 70x50 cm, scansionato in questa occasione, mostra un gruppo di soldati originari di Cavedine. In basso a destra si legge una piccola descrizione: "Formazione militare con Berteotti Domenico".
L'ingrandimento in formato 50x70 cm, scansionato in questa occasione, mostra il soldato Bortolotti ritratto a Pechino in uno studio fotografico il 9 ottobre 1918.
In seguito alle ricerche effettuate, possiamo ipotizzare che si tratti di Bortolotti Guglielmo (Cavedine, 1895-1973 - matricola 2632) e ricostruire una possibile sua storia. Partito per la Galizia (Ucraina occidentale) con l'esercito austro-ungarico, è poi finito prigioniero dei russi, che mandavano nel campo di Kirsanov, nella Russia sudoccidentale quelli di lingua italiana, anche se facevano parte delle truppe austro-ungariche. Nel 1917, in Russia scoppia una guerra civile che provoca la caduta dello zar e la presa del potere dei bolscevichi, è un periodo difficile per cui la vita nei campi di prigionia si fa sempre più dura tra feddo (anche -40°) e fame. A cavallo fra il '17 ed il '18 i prigionieri vengono trasferiti dapprima a Vladivostock, porto russo sulla costa del Pacifico, da dove una parte viene rimpatriata passando per gli USA, e poi in Cina, a Tientsin, dove a partire dall'inizio del '900 l'Italia aveva ottenuto un piccolo possedimento coloniale (dopo che gli occidentali avevano domato la rivolta dei boxer contro l'influenza colonialista straniera); anche se nel 1911-1912 era stata proclamata la repubblica e il Paese vedeva come un'intrusione queste concessioni agli occidentali, lì funzionava ancora un consolato italiano. In occidente nel frattempo cresceva la paura che la rivoluzione leninista bolscevica potesse uscire dai confini russi e, pertanto, si decise di inviare una missione militare a sostegno della controrivoluzionaria Armata bianca. L'Italia era piuttosto debole per cui costituì il corpo di spedizione italiano in Estremo Oriente utilizzando 800 volontari, inquadrati in maniera formale come i “battaglioni neri”, fra cui il nostro Bortolotti, assieme ad alcune centinaia di uomini arrivati dall'Italia; mentre li si inquadrava militarmente, si cercò di farli riprendere dal punto di vista fisico e psicologico: vennero trattati bene e alimentati. Solo nel 1920 gli arruolati nel battaglioni neri poterono far ritorno a casa, via nave passando per il Mar Rosso.
Se sia davvero lui e come sia andata la storia personale del Bortolotti immortalato in questo scatto probabilmente lo sanno i suoi discendenti se ce lo vorranno raccontare.
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Le informazioni di contesto sono tratte da:
L'ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato in questa occasione, mostra una foto ricordo di un gruppo di uomini in piazza a Cavedine.
In particolare si può osservare l'uomo seduto al centro del gruppo che sembra indossare un'uniforme da ufficiale del Regio Esercito.
Sul retro è presente una descrizione che identifica gli uomini fotografati.
Nella fila più alta il quarto da sinistra verso destra è "Conti", segue "Doro Chesani" e il settimo è "Eccher da Vigo".
Sotto, in seconda fila c'è "conti molinèr", "Beppino Pedrotti", "Aldo Pasoli" (organista) e "Camillo Comai". Conclude la fila l'ultimo uomo sulla destra "Pederzolli da Stravino" (trasporti).
In prima fila, seduti da sinistra verso destra troviamo "Menton di Stravino" al terzo posto e a seguire "Trabatin Carabiniere".
L'ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato in questa occasione, mostra un gruppo di scolari all'aperto, presumibilmente di Cavedine.
In fondo al gruppo si riconosce don Evaristo Bolognani.
Cerchiamo maggiori informazioni su questo scatto.
L'ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato in questa occasione, mostra un sacerdote e un taglialegna che per l'occasione si sono messi in posa, simulando l'operazione del taglio manuale del tronco.
Qualcuno riconosce il luogo o i protagonisti o il contesto dello scatto?
L'ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato in questa occasione, mostra una fotografia ricordo della Prima Comunione dell'anno 1930 a Cavedine.
Come presente nella descrizione allegata alla fotografia, al centro del gruppo di bambini si trovano don Ermenegildo Tonelli e la maestra Angeli.
La fotografia ritrae una formazione militare austriaca di Cavedine durante la prima guerra mondiale.
Gli uomini indossano la tipica divisa militare dell'Impero austro-ungarico.
L'ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato in questa occasione, porta la seguente descrizione: "Formazione militare con Binogegio Saverio Pasolli Riccardo zeriaca Cagol Valentino".
Cercando di interpretare il testo descritto e le informazioni presenti sulla fotografia, l'uomo in piedi a destra è "Cagol", mentre quello a sinistra è "Saverio Pasolli".
Sotto, da destra verso sinistra ci sono "Valentino", "Riccardo" di soprannome "zeriaca" e "Binogegio".
La fotografia ritrae una donna con un cesto di vimini e un ramo d'uva appena raccolta.
Nella descrizione dell'ingrandimento in formato 30x40 cm, scansionato in questa occasione, appare la seguente frase: "Festa dell'Uva".
La donna fotografata potrebbe essere Armida Dorigatti.
L'ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato in questa occasione, rappresenta una foto di gruppo in occasione di un festeggiamento del fante Bortolotti, posizionato al centro del gruppo.
A sinistra del festeggiato è presente Silvio Comai, postino di allora.
L'ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato in questa occasione, rappresenta un gruppo di uomini durante la consumazione del "rancio" ai tempi della guerra.
L'ingrandimento riporta anche la seguente descrizione: "consumazione del "rancio" fra i comp. il sia Conti Cornelio deceduto 2guerra Mondiale".
L'ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato in questa occasione, raffigura "i ragazzi del '99" di Cavedine, vale a dire i più giovani militari, arruolati nel 1917, che hanno partecipato alla prima guerra mondiale.
Al centro del gruppo si nota lo stemma dell'Impero austriaco e l'anno della loro nascita, il 1899.
La fotografia, realizzata in uno studio fotografico di Riva del Garda, ritrae una famiglia benestante, probabilmente vissuta a Cavedine.
I due coniugi sono seduti al centro circondati da tutti i loro figli.
Sul fronte è presente un timbro fotografico che riporta la seguente dicitura: "STAB. FOTOGRAFICO C. MAYER-RIVA"
Sul retro della fotografia appare la seguente descrizione:
"Per consolidare sempre più i vincoli di parentela.
Leopoldo ed Elvira affianco. Riva, 23-6-1906"
La fotografia ritrae una bambina di otto anni, in chiesa, nel giorno della sua Prima Comunione.
Come di consueto per l'epoca, indossa un vestito tradizionale ricamato e porta sul capo una coroncina con il velo in tulle anch'esso con dei ricami.
In questa fotografia è ritratto Quintino Rigotti (1901-1994), originario di Padergnone, figlio di Pietro Rigotti e Antonia Marzani.
Indossa i tipici abiti militari perché ha prestato servizio al fronte durante la Prima Guerra Mondiale.
La datazione è stimata e motivata sulla base della data di nascita di Quintino.