In primo piano il viale dei cipressi che dal Castello di Toblino portava alla dépendance dove un tempo vivevano il fattore e la servitù del Castello. Sullo sfondo una donna. La strada sterrata con muri in pietra era utilizzata anche per raggiungere l'abitato di Ranzo dalla località "Paone".
Le sorelle Maria, Silvia, Ida e, dietro, la cugina Maria Dorigatti. Silvia emigrerà poi nel 1920 negli Stati Uniti.
Gonne, maniche e capelli assolutamente lunghi erano tutti d'obbligo al tempo.
La foto in formato 18x24 cm, scansionata in questa occasione, è una ristampa recente dell'originale messo a disposizione per una mostra.
La data dello scatto è presunta all'incirca dai dati anagrafici di Albina Pederzolli: è nata nel 1878 e morta nel 1966.
La donna veste con una blusa a collo alto nel tipico stile dei primi anni del 1900.
Ritratto di Albina Pederzolli, maestra elementare per 47 anni nella scuola elementare di Stravino. La data dello scatto è presunta all'incirca dai suoi dati anagrafici: è nata nel 1878 e morta nel 1966.
La donna veste con un abito molto elegante e prezioso, il cui stile è tipico dei primi anni del 1900.
La possiamo vedere anche in altre fotografie:
La fotografia ritrae un gruppo di donne nei pressi della vecchia via Rosmini a Stravino. Si noti la strada in selciato, tipica anche dei centri storici di altri paesi limitrofi. Sullo sfondo è possibile notare il capitello di San Rocco.
La fotografia ritrae un gruppo di donne di Cavedine di varie fasce di età, probabilmente un gruppo AC (Azione Cattolica). Nell'insieme si distinguono poche donne che, disponendo di condizioni economiche agiate, vestono più ricercate e alla moda. Lo scatto è stato realizzato nel cortile della canonica di Cavedine in data 3 marzo 1932.
Nella parte centrale del gruppo è presente la maestra Bortolotti e la prima donna posta in seconda fila da destra è Giuseppina in Angeli, comunemente soprannominata "comare", ostetrica della zona.
Così venivano chiamate le componenti del coro femminile amatoriale di Lasino.
Tra loro, davanti in centro, la maestra dell'asilo Domenica Anna Ceschini (1885-1966).
La foto in formato 18x24 cm, scansionata in questa occasione, è una ristampa recente dell'originale messo a disposizione per una mostra.
All'epoca i bambini venivano battezzati il giorno stesso o quello immediatamente seguente la nascita. Le partorienti, considerate impure, non potevano partecipare alla cerimonia e i neonati venivano solitamente portati in chiesa da un'altra donna della famiglia. Nella foto la bambina è ritratta in braccio alla nonna Pasquina ed è accompagnata dalle sorelle.
Si noti il prezioso tradizionale porta enfant da cerimonia bianco nel quale la bimba, tutta vestita di bianco, era ben protetta per la sua prima uscita da casa.
Lo zio, che si era avvicinato al mondo della fotografia quando era militare ad Addis Abeba, emigrato in Belgio si era comperato la macchina fotografica e così quando rientrava a Lasino fotografava i suoi familiari. Spesso dobbiamo ai nostri emigrati le testimonianze fotografiche dei nostri antenati.
Assegnazione di casa, orto, vitalizio, in usufrutto in caso di futura vedovanza, da parte di Andrea Miori di Lon a favore della futura moglie Teresa ved. del fu Giò Tonelli. .
I domestici sono ritratti nel parco della villa in atteggiamenti conviviali.
Tra loro possiamo riconoscere "Nane Periòt", "manente" del Barone Ciani Bassetti.
Si noti, nella seconda immagine, il ragazzino che regge un fucile.
Sul retro della seconda fotografia, è riportata la data 1884 con un punto di domanda.
Data la scarsa leggibilità delle fotografie originali, si sono inserite anche delle riproduzioni modificate digitalmente.
Ritratto di giovane donna che veste alla moda tipica degli anni '20 - '30.
Indossa un abito intero di tonalità chiara a vita bassa, impreziosito da leggere increspature. Indossa delle calze molto coprenti e un paio di scarpe con lo scollo arrotondato e il cinturino.
I capelli sono acconciati in uno chignon (crucòl) sulla nuca.
Piccolo gruppo familiare intento alla pulitura di un mucchio di prezzemolo ammassato sul cassone di un'Ape Car. L'operazione consisteva nella sottrazione delle foglie secche o marce e il raggruppamento delle piante in mazzetti, che venivano poi venduti nei mercati cittadini.
Illustrazione di cm 43 x 26 con riportati i ritratti con i nomi degli alpini del gruppo. Ottavio Bassetti, a cui era dedicato il gruppo, reduce dalla Russia, è morto durante l'internamento in Germania nel 1944. La sorella Rosetta è stata nominata madrina del gagliardetto. Il loro cappellano era don Dante Clauser, parroco di Vezzano tra il 1957 ed il 1964. Il gruppo, costituito nel 1953, è stato inaugurato l'8 giugno 1958 e probabilmente questo elaborato grafico è stato fatto proprio per questa occasione. Nel 1966 si staccherà da Vezzano il gruppo Monte Gazza.
Ritratto fotografico di giovane donna. L'abbigliamento e l'acconciatura dimostrano che si tratta di uno scatto successivo agli anni '20. Si può notare il timbro fotografico "fotografia G. Bruner & C Trento".
Sul retro della fotografia appare il nome "Bressan Leopolda".
Matrimonio a Brusino di Pietro Giuseppe Dallapè, industriale a Stradella e Bianca Pietra. Il matrimonio è stato celebrato nel 1929 nella chiesa più antica di Brusino, davanti alla quale è stata realizzata la fotografia.
Bolognani Francesco a dorso d'asino trasportava da Dro a Vigo piccole quantità di pane per la comunità di Vigo. Qui lo si vede nei pressi della chiesa di S. Udalrico a Vigo Cavedine.
A seguire si nota una donna che indossa il tipico grembiule da lavoro. Sullo sfondo è presente la chiesa di S. Udalrico dotata di un pronao annesso alla facciata principale che venne abbattuto all’inizio degli anni 60, mentre venivano eseguiti i lavori per la realizzazione dell’attuale strada provinciale.
Gruppo di giovani donne di azione cattolica che vestono alla moda tipica degli anni '20 - '30.
Abito intero a vita bassa, caratterizzato da un profondo scollo a V e dalla gonna a pieghe.
Le scarpe hanno lo scollo arrotondato e il cinturino.
L'acconciatura è caratterizzata da capelli lunghi e leggermente ondulati che partono dalla fronte per terminare in uno chignon (crucòl) sulla nuca.
Da una nota posta sul retro della fotografia appaiono i seguenti nomi: Tullia Chistè, Alice Dallapè, Cesira Pederzolli, suor Maddalena Ceschini, Ines Bortolotti.
Ad inizio 900 erano comuni le famiglie molto numerose, anche con più di 10 figli tanto che succedeva frequentemente che madri e figlie avessero figli coetanei. Povertà, elevata mortalità (per malattie, guerra, lavoro), emigrazione erano flagelli comuni.
Qui vediamo la famiglia di Eugenio e Maria Miori che avevano avuto 10 figli tra il 1896 ed il 1915 e quasi tutti hanno poi raggiunto l'età adulta. La più piccola nella foto è Noemi Miori, l'ultima nata.
Al tempo in cui il caffè era considerato un bene di lusso, al posto del "cafè bòn" si usava il caffè di orzo. L'orzo veniva tostato sulla stufa per mezzo di questa pentola di ferro detta "brustolin", munita di una manovella sul coperchio, collegata ad una spatola anch'essa di ferro al suo interno, che permetteva di muovere l'orzo. Una piccola apertura chiudibile sul coperchio permetteva di inserire i chicchi, controllare il grado di tostatura dell'orzo e toglierlo dalla pentola dopo il raffreddamento.
Libretto di servizio di Pia Bressan rilasciato dall'I.R. Commissariato di Polizia Trento in conformità del Regolamento per la gente di servizio del 22 Gennaio 1879 valevole per la Contea Principesca del Tirolo. Da questo libretto di servizio si evince che Pia Bressan, nata a Fraveggio nel 1885, ha lavorato in qualità di domestica a Trento dal 1901 al 1915 presso diverse famiglie ottenendo da tutte ottime credenziali.