La Valle dei Laghi deve il suo nome alla presenza dei laghi: Lamar (La Mar e Santo), Terlago, Santa Massenza, Toblino, Cavedine, Lagolo, Bagatoi, Solo, ai quali si aggiungono i laghetti artificiali per la pesca sportiva di Naran e Laghestel.
Si vede una porzione di lago in primo piano, una panoramica del paese con la strada di accesso ed il gruppo Gazza-Paganella sullo sfondo. Il timbro postale è del 1957 ma lo scatto è precedente al 1955, visto che il 7 dicembre di quell'anno è entrato in funzione sulla Paganella il ripetitore RAI che sarebbe ben visibile in questa inquadratura.
I due Laghi di Lamar, separati tra loro circa 150 metri da conoidi torrentizi, si trovano a 713-714 metri di altitudine al di sopra di Terlago, circondati dai boschi e leggende.
Il Lago di Lamar propriamente detto (anche La Mar) è molto frequentato dai bagnanti, con la sua acqua pura, verde e trasparente, le sue pareti a picco sul lago da un lato e l’accogliente spiaggia prativa dall’altro. Al di sopra del Lago si trova l’Abisso di Lamar, con i suoi 400 metri di dislivello è la grotta più profonda della regione ed è frequentato solo da speleologi esperti.
Il vicino lago Santo, sfruttato per l’irrigazione della campagna sottostante, negli ultimi anni sta sempre più attirando turisti e bagnanti. Nelle sue vicinanze, superato l’abitato di Monte Terlago e il campeggio è di rilevanza naturalistica il “Sas gris”, un grande masso erratico porfirico che testimonia il passaggio del ghiacciaio dell’Adige. Tra i due Laghi si trovava la Malga Bassa di Terlago col Malghet, diventati poi discoteca, colonia, casa sociale, pubblico esercizio.
Separato dal lago di Toblino da un breve canale sopra il quale passa la Strada Statale 45 bis della Gardesana, troviamo il Lago di Santa Massenza, una storia antica anche la sua con la presenza del palazzo vescovile, un turismo di elite e poi la costruzione della Grande Centrale Idroelettrica di Santa Massenza, la coltivazione di viti, ulivi, broccoli e le antiche distillerie, il Parco Due Laghi e i nuovi alberghi.
Il lago più conosciuto, situato, al centro della valle e che ne costituisce il simbolo è il lago di Toblino col suo castello, ricco di storia e di leggende, con il biotopo e il particolare ambiente naturalistico ricco di avifauna e di flora mediterranea, con la vicina forra di Valbusa e le sue pareti di roccia frequentate in ogni stagione.
92x143 mm, b/n. In primo piano Maso Travolt con l'Hotel Lillà. La cartolina è sicuramente antecedente l'8/8/1901, così come riportato a p. 276 del volume "Da Pedegaza a Vallelaghi: memorie fotografiche delle 11 Frazioni", Comune di Vallelaghi, 2017: la fotografia è la stessa, cambia solamente la grafica della cartolina
Calcografia; 156x247 mm, su foglio 196x290 mm. Disegno di Agostino Perini, pubblicata probabilmente contemporaneamente all'analoga calcografia presente in Agostino Perini, I castelli del Tirolo colla storia delle relative antiche potenti famiglie, Milano, Pirrotta, a spese di Giuseppe Antonio Marietti, 1834-1839
Nella foto è ben visibile la parte del Lago di Santa Massenza interrata a partire dal 1947 in seguito ai lavori di realizzazione della Centrale Idroelettrica. Si vedono le barche nel lago, il molo, la pensione in cui era stato trasformato il palazzo vescovile ad inizio novecento, una parte del paese di Santa Massenza ed in lontananza Fraveggio, Lon e la Paganella.