Sociale
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Aiuola della paceA due anni dalla costruzione del teatro di Valle è stata realizzata, in questo luogo rappresentativo dell'intera valle, l'aiuola della pace su iniziativa della scuola secondaria di Vezzano e del Comune di Vezzano all'interno della manifestazione "Tutti i colori della pace" legata al voto di San Valentino. A pagina 32 del notiziario comunale n. 3 del 2011 gli stessi ragazzi hanno presentato la cerimonia di inaugurazione:
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scotónRagazzo aiutante del pastore e del casaro.
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cetìna"pùtela" si usa per indicare una giovane donna non sposata. Le donne che hanno raggiunto un età tale per la quale è presumibile che la loro situazione di non ammogliata sia permanente vengono chiamate "zitèle" o in tono dispregiativo "zitelóna". L'uso di "cetìna" (bigotta) col significato di "zitella" deriva dal fatto che, spesso, in passato le donne nubili di una certa età non avevano altro che la religione a cui aggrapparsi.
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Bei momenti, anche se in tempo di guerra, con Flora TasinFlora racconta momenti positivi vissuti a Fraveggio dopo la distruzione della sua casa a Trento il 2 settembre 1943. Cesarino Bassetti, insegnante di musica di Flora, appare in foto mentre suona la chitarra. Le foto del rifugio di cui ci racconta Flora sono attuali: la vista sul lago e la valle è ora interrotta dalla vegetazione.
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Dòne che zzìfola e galine che canta da gal nó gh'è da farghe en gran capitalNella società maschilista di un tempo il fischiare non era considerato adatto a una donna; la donna che fischiava era una che si comportava da maschio, così come la gallina che canta da gallo. Per questo non era una ricchezza per la famiglia, che voleva in casa una donna sottomessa. L'immagine è tratta da p. 19 del fascicolo
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sbregamandatiindividuo senza regole, allo sbando
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pétolaLa bardana è una pianta che fa delle infiorescenze sferiche piene di aculei che si attaccano ai vestiti, usate anche dai bambini, che se le tirano per giocare. "Pétole" sono dette proprio queste palline attaccaticce ed, in senso figurato, sia quelle persone noiose e importune che ti si appiccicano addosso, sia quelle situazioni dalle quali non riesci a districarti.
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sióril termine viene indicato per indicare una persona di rispetto e/o una persona ricca.
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Turisti in partenzaGruppo di turisti tedeschi in partenza dall'albergo Garbari di Vezzano, lo storico "Stella d'oro", già presentato in altra scheda:
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Récia drita, parola mal dita; récia cianca, parola francaSe fischia l'orecchio destro qualcuno sta sparlando di noi, mentre se fischia il sinistro stanno parlando bene
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A nar se léca, a star se sécaSe si viene invitati si rimedia qualcosa da bere o da mangiare, invece se si resta a casa si rimane con la bocca asciutta. Se si ha bisogno di qualcosa o qualcuno ci si fa avanti e si chiede aiuto se si vuole raggiungere il proprio obiettivo.
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El pu bòn del rós l'ha trat so pare 'n del pózLe persone dai capelli rossi erano stigmatizzate in quanto assimilate al diavolo
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Manifesti elettoraliLa piazza di Vezzano è invasa da manifesti elettorali: sulla destra l'intero edificio è coperto dal simbolo dello scudo crociato della DC (Democrazia Cristiana) e la fontana monumentale invece è coperta dai simboli della fiamma tricolore del MSI (Movimento Sociale Italiano). Potrebbe trattarsi delle prime elezioni politiche della repubblica italiana svolte il 17-18 aprile 1948. Accanto alla fontana fuori dal bar Garbari campeggia la scritta "Vino santo", prodotto d'eccellenza del territorio. Accanto l'albergo Stella d'oro. Bar e albergo erano gestiti da cugini.
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En Val de Caveden i è tuti preti, frati, sonadóri o matiLa foto è tratta da questo contenuto:
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Sussidio profughi 1918Documento mandato da Innsbruck al Comune di Santa Massenza per corrispondere 1.400 lire per il mantenimento dei profughi. La data è del 4 ottobre 1918.
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Certificato ipotecario 1886Nel documento vengono riportati toponimi relativi a Santa Massenza: Campagna, alla Medega, ai Nosiolli, di cui gli ultimi due caduti in disuso, ed a "Sarca di Calavino": Ponte dei Sacchetti e Parti. Quali coltivazioni viene fatto riferimenti a viti e gelsi. La banca presso cui era stata fatta l'ipoteca in oggetto era la Cassa di Risparmio di Trento. A tal riguardo ricordiamo che solo poi nasceranno le casse rurali su questo territorio, in particolare nel 1896 a Vezzano, nel 1910 a Calavino, nel 1912 a Santa Massenza. --- Per una prima rapida lettura si riporta la trascrizione del documento curata da Rosetta Margoni: N. 1518/VI.3-1886 A xxxx Giovanni fu Pietro Parisi di Santa Massenza Ad evasione della sua istanza pres. ? N. 1518, diretta ad ottenere il certificato ipotecario rispettivamente agli stabili sotto descritti, ed invero al nome di Gottardi 1. Andrea fu Giuseppe di Aldeno dal 1° luglio 1869, al 30 maggio 1884 a riguardo dello stabile al ponte dei Sacchetti =N24= ,e 2. al nome di Parisi Giovanni fu Pietro di Santa Massenza dal 1 luglio 1869, al 3 maggio 1884 in poi a riguardo di tutti gli stabili. Riandati con diligenza questi registri dei diritti reali, si certifica avere rinvenute le seguenti passive inserzioni: I. Li 23 maggio 1884 al N. 225, i fratelli Andrea e Giuseppe Gottardi di Aldeno vennero inseriti dalla Cassa di Risparmio di Trento per l’importo di aust. Fiorini 1000, con ipoteca sopra due arative con viti e gelsi in Sarche l. d. = al ponte di Sacchetti ed anche Parti =. II. Li 31 maggio 1884, al N. 233 venne inscritto il documento 24 stesso mese col quale Andrea e Giuseppe Gottardi vendettero a Giovanni fu Pietro padre, ed Antonio di Gio’.Parisi, figlio di Santa Massenza due arative vitate ? in Sarche l. d. Al Ponte dei Sacchetti per l’importo di aust. f. 1500, dei quali f. 1000 vennero accollati da pagare alla Cassa di Risparmio di Trento avente per tale importo ipoteca sugli stabili stessi, in forza del documento inscritto li 23 maggio 1884 al N. 225, mentre per il residuo prezzo di compra d’austr. f. 500 vennero oltre gli stabili medesimi vincolati di ipoteca da Giovanni Parisi, padre un’arativa = alla Campagna = ed altra Medega; - e da Parisi Antonio figlio la quarta parte di 9 stabili di sua proprietà III. Li 6 luglio 1885 al N. 344 i coniugi Giovanni fu Pietro e Petronilla Parisi di Santa Massenza vennero inscritti da Giuseppe fu Giovanni Cappelletti di Ciago per austr. f. 246:50 con ipoteca sopra gli stabili tutti sotto descritti. IV Li 20 luglio 1885 al N 360 venne inscritto il decreto 15 maggio 1882 N 2638 col quale furono aggiudicati nelle esenzioni in danno di Alfonso Perini e cons. a Giovanni fu Pietro Parisi di S. Massenza gli stabili = alla Campagna = alla Medega = ed ai Nosiolli = sotto descritti coll’assegno di pagamento di austr. f. 239:15 a Teresa Pollini di Rovereto, e – 1442:45 ad Angela Benvenuti di detto luogo; Quindi austr. f. 1681:60 godente ipoteca sugli stabili stessi in forza del documento notarile arch. Gli 11 Novembre 1874 al N. 591. V. Li 22 Agosto 1885 al N. 437 Giovanni fu Pietro Parisi di Santa Massenza venne inscritto dalla propria moglie Petronilla Parisi per austr. f. 1067:65 con ipoteca sugli stabili: alla Campagna =alla Medega = ed ai Nosiolli = fatta descritti stabili 1. Arativa con viti e gelsi pertinenze di S. Massenza ora posseduta dal sunnominato Giovanni Parisi l. d. Alla Campagna con poco prato, a cui 1.3 strada 2. Rosa Bassetti, 4 fratelli Polli fu Francesco. 2. Arativa con viti e gelsi detta pertinenza l. d. Ai Nosiolli, cui 1 Francesco Bassetti, 2 fratelli Polli, 3 strada, e 4 Francesco Bassetti. 3. Arativa con viti e gelsi detta pertinenza l. d. Alla Medega, cui 1.3 strada, 2 Clemente Polli, 4 Damiano Bassetti. 4. Arativa con gelsi e poche viti in Sarca di Calavino l. d. Ponte dei Sacchetti, cui 1 il Rimone, 3 strada, 4 Antonio Chisté da Gian. Chi ne avesse un interesse potrà prendere ispezione di questi registri dei diritti reali per convincersi dell’esattezza del presente certificato. Dall’I. Giudizio Distrettuale Vezzano 20 aprile 1886 [firmato]
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Eredità di Claudio Bassetti - 1899Documento scritto a matita L'analisi della "eredità abbandonata" da Claudio Bassetti, che descrive tutte le proprietà facendo riferimento alle particelle catastali ed ai nomi di località, ci permette di localizzare in mappa questi toponimi: Campagna, Vai, Roggiole, Pontare, Giare all'interno del CC Fraveggio di cui Santa Massenza fa parte ed inoltre Sottovi di Padergnone, Fossà e ai Colmi di Vezzano, Valle di Ranzo. Riguardo l'uso del terreno fa riferimento a zappative, arative con viti e gelsi, prate e boschi. Il valore dei beni è espresso in fiorini. Quando indicate, le superfici sono espresse in pertiche (4,3899 mq circa). --- Trascrizione del documento per una prima rapida lettura a cura di Rosetta Margoni: N° d’affari A44/99/8 A Bassetti Emmanuele fu Claudio S. Massenza L’eredità abbandonata da Bassetti Claudio fu GianBattista di S. Massenza ivi decesso li 21 Marzo a. c. Con testamento ?cupativo apparente del promemoria 16 agosto 1898, venne da quest’I. R. Giudizio distrettuale in base al testamento ed alla rinuncia di Vincenzo Bassetti al legatogli usufrutto ed alla incondizionata adizione contenuta nel protocollo 14 aprile 1899 aggiudicata in parti eguali ai tre figli dell’ereditando Emmanuele, Celeste, e Beniamino Bassetti, coll’obbligo adempiere i legati imposti dal testatore. Con ciò si dichiara chiusa la presente ventilazione ereditaria, abilitando gli eredi a far qui iscrivere questo decreto per ogni effetto di legge riguardo alla metà pro indivisa dei seguenti stabili: 1. metà della casa rustica d’abitazione in S. Massenza l.d. alla Piazza, civ n.23, p. n. 64, con cortile annesso, a cui 1 Bassetti fratelli fu Giuseppe e strada, 2 Polli Giuseppe, 3. Bassetti Rosa ved. Di Giuseppe, 4 Polli Casimiro e Parisi Pietro, valutata la metà f. 125.- 2. Metà orticello attiguo alla detta casa, p. N. 599 cui 1 il cortile della casa, 2 Rosa v. Bassetti, 3 Giuseppe Bassetti, 4 Polli Casimiro, valutato la metà f. 5.- 3. Metà dell’arativa vignata pertinenze di Santa Massenza l.d. alla Campagna, p. N 426, cui 1 Parisi Mansueto, 2 Polli fratelli fu Eugenio, 3 strada, 4 Pio e Sisto flli Bassetti, val. la metà f. 20.- 4. Metà arativa, con viti e gelsi s. pertinenze l. d. Alla Campagna, p. N. 436, cui 1 e 4 Polli eredi fu Eugenio, 2 Danielli Dr Daniele, 3 strada valutato la metà f 25.- 5. Metà arativa vignata in Vai, di pertinenza p. N. 518 cui 1 Polli Clemente e Polli eredi fu Beniamino, 2 Bassetti eredi fu Beniamino, 3 Righi Silvio, 4 strada, val. la metà f. 15.- 6. Metà di altra arativa in Vai stesse pertinenze N. 484, cui 1 Polli Casimiro, 2 Bassetti Caro ed eredi fu Placido, 3 e 4 Polli Leopoldo, val f. 20.- 7. Metà d’altro stabile in Vai s. Pertinenze . p. N. 450, 451, 452, 510/1, 512, 513, 515, cui 1 strada, 2 Parisi Bortolo, Polli Franco, Bassetti fratelli Pio e Sisto, strada cons. Bassetti Giuseppe e Polli Leopoldo, 3 Righi Silvio, 4 Bassetti Vincenzo, v. la ½ f 100.- 8. Metà prato con bosco l.d. alle Roggiole, tenere di S. Massenza p. N. 658, 659, 660, 662, 663, 664, cui 1 Bortolo Parisi e strada, 2 il Comune, 3 Bassetti Angelo e Beniamino flli, 4 il Comune, Margonar Eugenio, e Bassetti Angelo e Beniamino flli, valutato la metà f. 25.- 9. Metà zappativa l.d. alle Pontare s. Pertinenze. p. N 628, cui 1 strada, Bassetti Carlo ed eredi fu Placido, 2 Parisi Antonio, 3 Parisi Bortolo, 4 Polli Casimiro, valutato la metà f. 15.- 10. Metà bosco l.d. alle Giare stesse pertinenze p. N 584, cui 1 Polli Leopoldo, 2 assetti Pio e Sisto flli, 3 il Comune, 4 Polli eredi di Eugenio valutato la metà f. 5.- 11. Metà arativa nelle pertinenze di Padergnone l.d. Sottovi, p. N. 273, 274, 275, 276, cui 1 e 2 Ferrari Fanny, 3 e 4 Mensa P. V., v. la ½ f. 70.- 12. Metà arativo con viti e gelsi nelle pertinenze di Vezzano l.d. al Fossà, p. n. 632, cui 1 strada erariale e comunale, 2 e 3 la roggia, 4 il passo consortale, val. La metà f. 600.- 13. Metà bosco alla Valle di Ranzo, comune di Ranzo, p. N. 1231/3, di circa pert. 300 a cui 1 e 2 il Comune di Ranzo, 3 Bortolo Parisi e 4 Pio e Sisto Bassetti, val. La metà f. 5.- 14. Metà prato l.d. ai Colmi nel tenere comunale di Vezzano e Sopramonte al n. Di part. 2504, di circa pert. 600, cui 1 il Comune di Sopramonte e Vigolo, 2 Isabella vedova de Negri Contessa Sizzo, 3 il Comune di Vezzano e 4 Conte Saracini, val. La ½ f. 10.- I.R.Giudizio distr. Vezzano 2 dicembre 1899 Consigliere Provinciale [firmato]
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Eredità di Giobatta Bassetti - 1866L'analisi della "eredità abbandonata" da GioBatta Bassetti, che descrive tutte le proprietà facendo riferimento alle particelle catastali ("segnata in catastro") ci dovrebbe permettere di individuare nomi di località ancora d'uso comune ma anche in parte dimenticati: Redardella, Vai, Parisoti, Campagna, alla Medega, Fontanamorta, Valle di Ranzo, Sopravilla. I numeri di particella segnati non corrispondono però agli attuali. Curioso come le misure vengano espresse in pertiche e piedi (pertica = quadrato da 12 piedi di lato e piede di Vienna = 31,61024 cm) a parte una che vien data in quantità di prodotto: "Un piccolo prato sterile in Ranzo del prodotto di un biroccio fieno annuo". Tutti i valori sono espressi in fiorini austriaci. --- Per una prima rapida lettura, segue trascrizione del documento a cura di Rosetta Margoni. N° d’aff. IV/22/1865 A Claudio fu Batta Bassetti di Santa Massenza L’eredità abbandonata fu Batta fu Vincenzo Bassetti decesso a Santa Massenza li 18 Novembre 1865 con testamento di 24 Luglio 1855 e codicillo 16 settembre 1859, consistente a) In mobili e semoventi aust. f. 210.- b) In stabili f.740.- Totale aut. f. 950.- aggravati da un passivo di aust. f. 943:31 per cui l’esso si depura in aust. f. 6.69 viene in base al testamento e codicillo predetti da questa I. R. Pretura qual Giudizio e coll’appoggio dell’adizione condizionata espressa nel protocollo 24 aprile 1866 da questa I. R. Pretura qual giudizio aggiudicata beneficiariamente ai figli Claudio e Vincenzo colla legittima alle figlie Rosa e Margherita col prelegato alla Rosa dell’usufrutto della camera e cucina assieme alla madre ed al percipimento annuo di aust. f. 16:80 dopo la morte di quest’ultima, e coll’usufrutto ancora alla superstite moglie, di annui f. 16:80; sempre però che ambedue rimangano la moglie vedova e la figlia nubile. Incomberà agli eredi di sottostare ai pesi inerenti all’eredità e di sodisfare i legati imposti dal testatore. Si dichiara con ciò ultimata la ventilazione ereditaria in morte di Batta Bassetti e ci autorizzano gli eredi a far inscrivere il presente decreto in questi registri dei diritti reali per l’acquisto della proprietà seguenti stabili: 1. Casa in Santa Massenza segnata in catastro ai N. 255, 282, 261 e 281 rustica ad uso abitazione f. 200.- a cui 1 strada, 2 l’orto della massa, 3 Giuseppe fu Andrea Bassetti e 4 Pietro Perini salvi--- 2. Arativa pertinenze di Santa Massenza di pertiche 103. p. 4 segnata al N. 286 a cui 1 Francesco Bassetti, e così al 2, 3. strada comune, e 4 Vincenzo Bassetti-- f. 52.- 3. Arativa alla tosto detta pertinenza a cui 1 il ciengio, 2. Vincenzo Bassetti, 3 Giacomo Bassetti, e 4 Vincenzo fu Vincenzo Bassetti salvi segnata in catastro ai N. 289, e 345.- 4. Arativa al Redardella di pertiche 80 stesse pertinenze, e segnata in catastro al N. 290 a cui 1 Antonio Polli 2 Gio. Bassetti, 3 la roggia e 4 la strada. – f 28.- f. tot 336 Riporto f. 336 5. Altra in Vai pertinenza medesima di pertiche 46 segnata in catastro al N. 291 a cui 1 Antonio Polli, 2 lo stesso, 3 Felicita Cattoni, e così al 4-- f. 16.- 6. Altra ai Parisoti stessa pertinenza, di pertiche 72 p. 2 e segnata al N. 292 a cui 1 Vincenzo Bassetti, 2 Antonio Polli, 3 lo stesso e 4 Felicita Cattoni f. 27.- 7. Bosco sopra la casa al N. 224 del catastro, a cui 1 Vincenzo Bassetti, 2 Francesco Polli, 3 i Cengi, e 4 Giacomo Bassetti salvi-- f. 8.- 8. Arativa in Campagna pertinenza suddetta l. d. [luogo detto] Alla Medega segnata al N. 287 di pertiche 139 a cui 1 Francesco Polli, 2 Vedova Giovanni Danielli, 3 strada, e 4 Giacomo Bassetti salvi-- f. 70.- 9. Altra detta in Fontanamorta stesse pertinenze al N. 403, di pertiche 90 a cui 1 strada, 2 Vincenzo Bassetti, 3 Andrea Bassetti, e 4 lo stesso – f. 21.- 10. Un piccolo orto di pertiche 5 detto agli orti in S. Massenza segnato al N. 214, a cui 1 strada, 2 Francesco Polli, 3 Vincenzo Bassetti, e 4 la casa della massa salvi f.2.- 11. Un piccolo prato sterile in Ranzo del prodotto di un biroccio fieno annuo a cui, 1 Vincenzo Bassetti, 2 strada, 3 Vincenzo Basetti e 4 fratelli Beatrici-- f . 6.- ./. 486.- Riporto f. 486.- 12. Un piccolo bosco nella Valle di Ranzo a cui 1 e 2 il Comune di Ranzo, 3 Giacomo Tonelli, e 4 Lorenzo Bassetti salvi 4.- 13. fondo arativo nelle pertinenze di Vezzano l. d. [luogo detto] Sopravilla di pertiche 600 circa a cui 1 strada comunale, 2 Francesco e Giacomo Bassetti, 3 la roggia, e 4 Antonio Benigni salvi – f. 250.- Totale aust. f. 740 Più fiorini - - 210 di mobili 950 I. R. Giudizio Distrettuale Vezzano 24 Aprile 1866 [firmato]
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Svincolamento della gleba - 1851Interessante documento che pone in evidenza gli interessi contrastanti tra il proprietario del terreno ed il possessore, cioè colui che lo gestiva come fosse suo anche per diverse generazioni, pagando al proprietario una "prestazione livellaria" annuale che in questo caso ammontava a 49 fiorini e 6 carantani. Sia proprietà che possesso potevano essere ceduti ad altri e non era detto che il possessore fosse quello che effettivamente lavorava la terra. La "Commissione per lo svincolamento della gleba" aveva lo scopo di stabilire la cifra con cui chi lavorava la terra (gleba) poteva svincolarsi da proprietari e possessori e diventare così coltivatore diretto, proprietario della terra che lavorava. In questo caso "l'importo capitale" era stato definito in 169 fiorini e 44 carantani ma non si evince dal documento chi abbia richiesto lo svincolamento e a chi doveva andare tale importo, è chiaro però che il proprietario intende far valere i suoi diritti chiedendo che sia l'importo capitale sia l'annuale prestazione livellaria siano saldate a lui. Per una prima sommaria lettura si riporta qui sotto la trascrizione del documento ed a seguire, per una analisi storica del contenuto, un approfondimento del pofessor Silvano Maccabelli. ---- Trascrizione, purtroppo incompleta, di Rosetta Margoni: Lod. I. R. Giud. Distrettuale La Signora Domenica nata Ducati domiciliata in Trento, qual legataria del fu Signor Don Francesco Ravelli, fra il resto, era proprietaria dell’utile dominio di tre realità descritte, e conferminate nella investitura 21 febbraio 1795 portante l’anno prestazione livellaria di f 49 x 6 [fiorini 49 e carantani 6], del Tirolo, il cui possessore utile attuale è il Signor Batta Bassetti di Santa Massenza: livello, che la I. R. Commissione per lo svincolamento della gleba venne testé pagato in liquidazione nell’importo capitale di f 169 x 44 W. ?. Lett. A. Collo scritto 4 Gennaio 1851 lett. a, la suddetta Ducati cesse a me, ed in parziale pagamento mi trasferì in uno al diretto dominio, anche il capitale liquidato, come sopra, e mi autorizzò a farmi per tale riconoscere da proprietario utile, e lasitore anzidetto. Ciò stante, insieme al sunnominato Bassetti la cessione relativa all’investitura 11 febbraio 1795 e la diffida a non pagare ad altri favori che a me già l’annua prestazione di f 49 x 6 del Tirolo, né il corrispondente liquidato capitale di f 169 x 44 W. ? e tanto meno gli interessi sopra il medesimo in pena del doppio pagamento, supplicando, che tanto venga loro intimato per norma, e contegno. Domenico Pedroni ?? a Gbata Bassetti dando relazione all’istanza presa come norma e contegno Dall’I? Vezzano 31 Gennaio 1851 [firma] Li 15 Febbraio 1851 a G Batta Bassetti Massi f I D 108/1851 Al Lod. I. R. Giud. Distr. di Vezzano Supplica di Domenica Pedroni nata in Ducato contro il Sig. Gio. Batta Bassetti di Sta Massenza perché anorma, e contegno venga a lui intimata la cessione operata da Domenica Ducati di Trento con documento 4 Gennaio 1851, relativa al livello, e suo capitale liquidato ? ? e duplicato 5e59 25 Gennaio 1851 --- La Commissione glebaria distrettuale e i fiti o livelli - Approfondimento di Silvano Maccabelli - Dopo la definitiva secolarizzazione del Principato vescovile a favore degli Asburgo d’Austria, venne nominata in Vezzano, verso la metà dell’Ottocento, la Commissione glebaria distrettuale ossia la Commissione per lo svincolamento della gleba [terra]. Scopo della commissione era quello di svecchiare le procedure economiche, che soffrivano ancora abbondantemente del fardello medievale. Nel Tirolo tedesco già erano state intaccate fin dal secolo XIII dalla cosiddetta riforma delle svaighe, messa in atto dall’intraprendente Mainardo II di Gorizia, allora conte di castel Tirolo, che aveva cominciato a trasformare i servi della gleba in coltivatori diretti, e in sèguito anche nel resto degli Alpenländer i vincoli di servitù vennero in gran parte riscattati in denaro. Tuttavia nei territori ex vescovili le cose erano sempre procedute a rilento e a gran fatica, tanto che nella prima metà dell’Ottocento sopravvivevano ancora le consuetudini antieconomiche legate all’esistenza dei contratti di livello o fiti, come venivano comunemente chiamati dalla nostra gente. Il termine fito non indicava soltanto quello che noi oggi intendiamo con affitto [agrario], vale a dire il dovuto in natura o in denaro per la fruizione contrattuale di un fondo in locazione, ma anche una transazione molto più ampia, che andava da arcaiche forme di prelievo di natura vassallatico-signorile – come quelli presi di mira fin dalla rivolta rustica del 1525 – sino ad arrivare a modalità più recenti, per le quali il fito era riscosso a copertura d’una somma precedentemente prestata, che raramente compare nei contratti: spesso il fito era addirittura perpetuo, rendendo l’atto del prestare, che lo aveva originato, una vera e propria operazione ad usura. Com’è noto, non solo quest’ultima, ma anche il semplice prestito ad interesse era vietato nell’ancien régime da pregiudizi di natura religiosa, e la modalità dei fiti era un ottimo sistema per trasformare l’ipocrisia in devozione. L’ammontare dei fiti poteva configurarsi sia in moneta che in natura, con brente di brascato, staia di siligine, galede di olio di oliva, staia di frumento eccetera. Ma ciò che rendeva veramente antieconomica l’istituzione era, oltre naturalmente alla scarsa appetibilità della transazione, era la congerie burocratica che la contrassegnava: il fito poteva essere riscattato mediante affrancamento o liberazione o assoluzione da parte del debitore con una somma pattuita di denaro; poteva essere alienato e trasferito mediante contratto a un terzo sulla base di un prezzo concordato; poteva essere ceduto in possesso mantenendo la nuda proprietà. Nel nostro documento possiamo vedere in atto il comportamento della Commissione glebaria alle prese con un’azione giudiziaria tesa allo svincolamento mediante reluizione [disimpegno] e indennizzo di alcune pezze di terra gravate da fiti o livelli. La trentina Domenica, nata Ducati e maritata con Domenico Pedroni – che a causa della disparità di genere dell’epoca le fa da procuratore – nel febbraio del 1795 era stata investita come proprietaria dell’utile dominio di tre realità [tre ‘fiti’ o ‘livelli’] in qualità di legataria [erede o donataria] del fu signor don Francesco Ravelli, con la prestazione livellaria di 49 fiorini e 6 soldi o carantani all’anno. Con l’andare del tempo, la Ducati Pedroni aveva ceduto il possesso del proprio livello a un certo Gio Batta Bassetti di Santa Massenza, mantenendone tuttavia la proprietà. Il 4 gennaio del 1951, però, la signora, in occasione di una a noi ignota transazione col marito Domenico Pedroni, gli cedette la proprietà di detti fiti, trasferendogli in uno al diretto dominio anche il capitale liquidato di 169 fiorini e 44 soldi o carantani, oggetto proprio in quei giorni del sentenziato svincolamento glebario da parte della Commissione e in indennizzo della già [ormai pregressa e abolita] annua prestazione di f. 49 e x 6. A scanso di probabili equivoci, in data 25 gennaio 1851 il nostro bravo Pedroni informava dell’avvenuta cessione di proprietà d’una ventina di giorni prima tanto il Lodevole Imperial regio Giudizio Distrettuale quanto il possessore interessato Bassetti, diffidandoli dal pagare ad altri favori che a lui tanto la prestazione livellaria pregressa quanto l’indennità liquidata.
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Il consultorio di VezzanoNella foto scattata agli sposi che raggiungono la chiesa coi loro ospiti possiamo vedere uno scorcio della piazza di Vezzano con le scritte ONMI CONSULTORIO, e più indietro Flli BENIGNI. L'ONMI, Opera Nazionale Maternità e Infanzia, è stata un ente assistenziale italiano fondato nel 1925 allo scopo di proteggere e tutelare madri e bambini in difficoltà. L'Opera è stata sciolta nel 1975. (fonte Wikipedia) Il Consultorio pediatrico di Vezzano era situato, accanto all'ambulatorio medico, dove ora c'è il piano terra della biblioteca, mentre al piano superiore c'erano gli uffici comunali. Sopra la scritta "consultorio" è appena visibile il sostegno della lapide a ricordo del voto a San Valentino, fatto nel 1945 il che ci dà la certezza che lo scatto non sia antecedente a questa data.
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Convenzione per diritti di passo - 1837Il documento tratta una convenzione fra due famiglie Bassetti per i diritti di "passo, e ripasso a piedi, e col bestiame disgiunto" in un "vòlto" posto al piano terra di una casa "in località detta al Torchio" e in un orto accanto ad essa. Si parla anche della costruzione di un barbacane a sostegno di una casa. Le firme degli interessati alla convenzione vengono fatte col segno della croce. Si riporta la trascrizione per una prima rapida lettura: Santa Massenza li 12 dodici ottobre 1837 trentasette Si premette che ai fratelli Andrea e Giovanni de fu Gio’ Bassetti di S. Massenza competteva il diritto di passo, e ripasso a piedi, e col bestiame disgiunto a traverso ad un volto apiano terra della casa di GBattista del fu Vincenzo Bassetti di S. Massenza, esistente questo volto nella casa di vagione d’esso Giobatta Bassetti sita in questa Villa in loco detto al Torchio. Si premette altresì, che questo diritto di servitù attiva spettante ai fratelli suddetti Andrea, e Gio’ Bassetti, è da riguardarsi come un diritto reale accordato in perpetuo ai proprietari della casa sita in S. Massenza in località detta al Torchio di gagione dei fratelli Andrea e Gio’ fratelli Bassetti.- Dopo tutto ciò le parti qui presenti divennero alla seguente Convenzione I qui presenti, e sottoscritti anzi con croce firmati fratelli Andrea , e Giovanni Bassetti per se agendo ed eredi rinunziano al paso presente, e per se ed eredi accetante Gbattista Bassetti il diritto del passo e ripasso a piedi, e con bestiame sciolto ad essi loro spettante quai possessori della casa da loro attualmente abitata in S. Massenza a traverso del volto apiano terra di compendio della casa di Gbattista Bassetti. Esso Gbattista Bassetti poi dà e concede ai predetti Gio e Andrea Bassetti quai proprietari della casa di S. Massenza al Torchio confinante 1° Gbatta Bassetti fu Vincenzo e così pure al 2°, 3° fratelli Parisi, 4° gli stessi e Giuseppe Polli salvi (?), il diritto di servitù attiva del passo, e ripasso a piedi, e bestiame sciolto a tramezo l’orto di vagione di Gbattista fu Vincenzo Bassetti e ciò nella larghezza di quattro piedi; al quale orto confina al 1° la strada comune, 2° Giuseppe Polli, e i sud. [suddetti] fratelli Andrea e Gio Bassetti, 3° gli stessi, 4° i fratelli Parisi salvi (?) E ciò fanno i suddetti fratelli Gio’, ed Andrea Bassetti perché oltre il suddetto diritto di passo esso Gbatta fu Vincenzo Bassetti si obbliga, e promette di pagare ai predetti Andrea e Gio Bassetti l’importo di fiorini 15 quindici abusivi nel prossimo S. Martino 1837 sette, riservato a Gio, e Andrea Bassetti di poter costruire all’occorrenza un barbacano nell’orto suo a sostegno della loro casa sopra descritta. - Gbattista Bassetti autorizza i fratelli Gio, e Andrea Bassetti a far inscrivere da se soli il presente documento nei libri relativi del Lod. I. R. Giudizio Distrettuale di Vezzano. Le spese sono tutte a carico di Gbattista Bassetti. Preletto le parti si firmano con croce Segno di croce di Gbattista Bassetti Segno di croce di Giovanni Bassetti Segno di croce di Andrea Bassetti Gio Danieli (?) ? sottoscritto per Gio Bassetti, Gio, ed Andrea Bassetti Antonio ? ? ? e testimonio come sopra [firma] Acquistato nel libro dei strumenti di questo Giudizio li 13 care alle ore 10 ante al N° 616 Vezzano 13 Xmbre 1837 [Trascrizione da ricontrollare di Rosetta Margoni, 12.2.2021]
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Testamento di Giabatista Bassetti - 1855Sono qui riuniti due documenti tra loro collegati che documentano come in un testamento venissero stabilite le modalità del funerale e delle messe in suffragio del deceduto, oltre che la successione dei beni. È documentata la tradizionale distribuzione del sale alle famiglie partecipanti, riportando la vecchia definizione di famiglia "fumante", ossia famiglia patriarcale convivente sotto lo stesso tetto. Riguardo la successione ed il diverso trattamento riservato a uomini e donne si rimanda alla lettura dei documenti, trascritti integralmente per una più rapida prima lettura. -------- Trascrizione dei documenti: Copia del testamento di Giabatista Bassetti Nella Canonica di S. Massenza 24/7/1855 Giovanni Battista Bassetti di S. Massenza in istato di mente sana e d'intelletto alla presenza degli infrascritti chiamati e presenti quai testimoni ebbe a dichiarare la sua ultima volontà pel caso di morte nel modo seguente: Ordino che il mio corpo venghi accompagnato alla tumulazione da quattro reverendi sacerdoti, dai prossimi miei parenti e da una persona di ciascheduna famiglia di S. Massenza colla distribuzione di libre tre di sale per ciascheduna fumante in S. Massenza. Ordino che i miei eredi facciano celebrare dal Rev.do Sacerdote locale soliti uffici del se.so(?) ed anniversario e s. messe N 30 sieno celebrate infallantemente entro l'anno della mia morte in suffragio dell'anima mia. Istituisco in miei eredi universali i due miei figlioli cioè Claudio e Vincenzo. Lascio la porzione legittima della mia facoltà alle due mie figlie che sono Rosa e Margherita. Restando a me superstite mia moglie Teresa ordino i miei due figli Claudio e Vincenzo paghino cadauno fiorini abusivi 10 per ogni anno sino che ella vive cioè in tutti e due annui fiorini abusivi plateali 20 però colla condizione espressa e chiara che essa resti in istato vedovile e non altrimenti. Lascio inoltre da godere vita sua durante a mia moglie Teresa la camera di mia casa che è sopra gli orti e la cucina in comunione possa goderla cogli anzidetti eredi, e qualora non volesse essa abitare cogli eredi nella mia casa e si determinasse di abbandonargli per recarsi ad abitare altrove non potrà avere nessuna pretesa rapporto a ciò ma perderà il diritto della qui nominata camera e cucina. Preletto innanzi al testatore Battista Bassetti et ai chiamati testimoni colla dichiarazione del testatore essere questo scritto la precisa volontà ponendo esso testatore la sua firma col segno di croce venne esso scritto come sotto ultimato X segno di croce di Giovanni Battista testatore. Chierico Polli Celestino ho viduto Giovanni Battista Bassetti a fare il segno di croce in confirma che lo scritto che segnava comprendeva la ultima sua volontà e dichiaro d'aver sentito a leggere al medesimo questa carta e d'avere rilevato io stesso i singoli vocaboli mentre al testatore venivano letti, desso punto per punto gli dichiarava di sua volontà. Giovanni Bassetti testimonio come sopra Prete Bassetti Francesco pregato scrissi e sono testimonio come sopra. ---- Codicillo L' illeterato Giovanni Battista Bassetti di S. Massenza fece alla presenza di noi sottoscritti testimoni il seguente codicillo al suo già fatto testamento dei 24 luglio 1855 e dichiarò quanto segue: Espose che alla propria figliola Rosa, ora Maestra di Scuola in S. Massenza, lascia a titolo di legato, a godere assieme alla propria Madre, la camera e la cucina come espresso nel suo testamento per la propria moglie sola, sul riflesso che detta camera e cucina sono più che sufficienti per ambedue, e che la figlia potrebbe anche essere di necessità per assistere la vecchia Madre e che la madre non possa opporsi a ricevere in tai locali la detta Rosa restando in stato vedovile sia l'una che l'altra e inoltre che siano decadute da tal diritto tanto la propria moglie come la figlia passando a matrimonio e senza poter pretendere indennizzo. Tale abitazione, dovranno essere Madre e figlia abbandonata dopo due anni dalla morte del testatore, perché vuole che i propri figli eredi debbano fargliene un'altra con tutte le sue comodità ed almeno di eguale grandezza, e questa verrà fatta sopra il Beneficio a fronte di Vincenzo Bassetti e tal godimento di stanza e cucina continuerà a vita, lasciando anche libertà agli eredi di fare alle stesse separata cucina, se si sentono in caso dopo la morte d'ambedue, o dopo il matrimoni, tai locali sieno dei suoi eredi in eguali porzioni. Esse avranno libero il passo e l’uso di questi locali dì e notte e diritto di collocarsi la necessaria legna, dove sarà d’incomodo agli eredi. Dichiarò inoltre che l'alimento che i propri figli eredi debbono pagare ogni anno alla propria moglie, dopo la morte sua del testatore di F.ni 20 in cumulo; debba passare alla figlia Rosa, subito dopo la morte della vedova e tale importo di F.ni 20 la figlia Rosa continuerà a percepirlo ogni anno finché è nubile e dire maritandosi sia decaduta da tale diritto che il suesposto sia la precisa sua dichiarazione e precisa volontà siamo pronti anche a confermarlo col giuramento alla bisogna. Padergnone ai 16 Settembre 1859 nove. Pedrotti Francesco testimonio Pedrotti Pietro testimonio Prete Giorgio fui pregato scrissi e fui testimonio come sopra
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Comizio in piazza a VezzanoNella piazza di Vezzano ha luogo probabilmente un comizio elettorale. Sul piccolo palco montato a ridosso del Caffè alla Posta (tutt'ora presente in paese) presenziano alcune figure pubbliche, fra cui Celeste Bressan, con i pantaloni bianchi, consigliere comunale eletto fra i socialisti già alle prime elezioni del 1947, che sarà sindaco nel 1976/77. In basso si notano alcuni suonatori della banda e tutt'attorno la popolazione. In alto si nota l'insegna di una trattoria, che oggi non esiste più: l'attività apparteneva ad Annibale Garbari detto "Nibale". Da notare come ben quattro lampioni illuminassero questo tratto di piazza. La datazione della foto è ipotetica.
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I coscritti del '37Il superamento della visita di leva, che rendeva i giovani abili al servizio militare, costituiva un rito di passaggio alla vita adulta. Evento importante dunque, che andava festeggiato. Il cappello ornato di fiori e piume era il simbolo che i giovani portavano in questa occasione e che veniva tradizionalmente addobbato dalle loro coetanee. Dietro di loro possiamo vedere due "bene" appoggiate alle case, contenitori in rami intrecciati per il trasporto con il carro di merci e del letame.