Questa antica chiesetta, che si trova in località "alle Pozze", è stata costruita nel 1575 come ex voto in seguito alla grave epidemia di peste che aveva colpito la zona, come ricordato dalla targa lapidea posta sopra il portale d'ingresso.
In passato era nota come "Cappella di San Rocco", poi diventata "Cappella di San Rocco e dei SS. Diecimila Martiri", per poi cambiare ancora e assumere il nome attuale.
L'interno è ad un'unica navata, è presente un altare maggiore in finto marmo e numerosi dipinti, forse il più caratteristico è la pala seicentesca che raffigura la Madonna incoronata dagli Angeli, con il Bambino Gesù e i Santi Giuseppe, Rocco, e i Diecimila Martiri.
Bibliografia:
Anello nord del percorso ad otto del sacro del Comune di Vallelaghi, nel rientro si può scendere da Ciago per vedere il capitello di San Jop protettore dei bachicoltori o, rinunciandovi, fare un giro più ampio passando per Lon e Fraveggio; ambedue queste proposte partono ed arrivano a Vezzano passando per Terlago.
L'anello sud prevede invece il passaggio da Padergnone.
Potete avere ulteriori informazioni sulla pagina dedicata a questo percorso:
Anello sud del percorso ad otto del sacro del Comune di Vallelaghi, passante per un tratto della vecchia strada imperiale di fondovalle in alternativa a quello più alto che passa per i ruderi di San Martino; ambedue queste proposte partono ed arrivano a Vezzano passando per Padergnone.
L'anello nord prevede poi il passaggio da Terlago.
Potete avere ulteriori informazioni sulla pagina dedicata a questo percorso:
La Chiesa curaziale dedicata a Sant'Antonio Abate di Lon è posta su un colle al centro del paese e domina l'intera vallata.
Le più antiche testimonianze che la riguardano risalgono al 1537; a quei tempi era dedicata ai Santi Barnaba e Antonio, come ricorda la pala posta dietro l'altare e che ritrae i due santi ai piedi della Madonna.
Durante i secoli ha subito numerose modifiche, la più importante nel 1892, quando fu completamente ristrutturata e ampliata.
Al suo interno è composta da un'unica navata con tre altari ottocenteschi. L'altare maggiore, in marmo, è di semplice fattura; sopra il tabernacolo è posto un crocifisso ligneo; al suo interno si trovano: delle statue, come il Sacro cuore di Gesù, la Madonna, Sant'Antonio; un quadretto con San Giuseppe e il bambino in braccio. Alle pareti è appesa una moderna via crucis in formelle di ceramica. Questi sono solo alcuni dei simboli sacri presenti al suo interno.
Bibliografia:
Risale al 1747, come inciso nel concio dell'entrata posteriore, e fu costruita dalla famiglia di Giuseppe Schreck. Dal 1855 è proprietà del Comune.
Da qui partivano e arrivavano le processioni per la cerimonia delle Quarant'ore che si tenevano dapprima nella Settimana Santa e dalla seconda metà dell'800 negli ultimi 3 giorni di carnevale.
Venne restaurata nel 1997 e nel 2002.
La pala dell'altare maggiore raffigura la Santissima Trinità e i santi capeggiati da San Simonino, santo a cui era particolarmente devota la famiglia Schreck. Alle pareti sono appese tre tele settecentesche che raffigurano San Vincenzo Ferrer, il Beato Vescovo Adalpreto e una Crocifissione con Maria e San Giovanni.
Sul lato a settentrione è possibile notare ancora oggi sul concio di volta dell'arco d'entrata la sigla "IHS 1747", data di costruzione.
Bibliografia:
D. Mussi, “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Detta anche al/di Corgnon/Cornion, dalla località ove è posta o anche di San Mauro. Posta sul colle Frassené sulla via di comunicazione tra Calavino, i monti e il piano del Sarca, è di costruzione antica. Tra il 1528 e il 1540 venne utilizzata al posto della parrocchiale mentre la si ristrutturava. Fu rifabbricata nel 1599 per volontà di Ludovico e Carlo Gaudenzio Madruzzo, principi vescovi di Trento. È dedicata ai Santi Vescovi Grato e Giocondo e al Santo Martire Mauro, principale titolare, protettori delle campagne.
Il campanile risale al 1657. Nel 1814 venne ricostruita un po' spostata per allontanarla da una pozza d'acqua. Negli anni '50 del 900 venne demolito il pronao posticcio sulla facciata principale che serviva anche da riparo per i contadini sopresi dalla pioggia. L'ultimo restauro è del 1995.
Quelli che incontriamo lungo il sentiero nel bosco che da Vezzano porta a Padergnone, sono i ruderi di un’antichissima chiesetta.
Dedicata a San Martino di Tours, nota anche come chiesa “de Pramerlo” (denominazione poco chiara, un’ipotesi è che faccia riferimento a “prato Merlo” o “prete merlo”).
Posta a 493 m di altitudine vanta una visuale che domina quasi interamente la Valle dei Laghi e la Valle di Cavedine.
Quello si trova oggi dell’antica chiesa sono sono alcuni resti e muri perimetrali.
Costruita prima del XIII secolo, fu abbandonata, poi ricostruita e riconsacrata nel 1574. Restaurata nel 1653 è poi stata gravemente danneggiata durante la guerra di successione spagnola del 1703 e nel 1819 ne fu decisa la demolizione trasferendo nella chiesetta di San Valentino in agro la Mensa dell’Altare e la Pala del Santo.
Ora non rimangono che i ruderi.
Curioso come nel 1756 chiesa e piazzale adiacente vennero assegnate ai "Borghesani" di Vezzano, pur essendo sul territorio di Padergnone; disputa del passato visto che ora entrambi i paesi fanno parte dello stesso comune di Vallelaghi.
Bibliografia
- D. Mussi, I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
- Maccabelli Silvano, “Lìmes Làcus. Viaggio nei toponimi padergnonesi. Atlante dei nomi di luogo”, Comune di Padergnone, 2008
- Maccabelli Silvano, “Dalle pietre del fulmine alla festa dei caschi: attualità e storia nell'area padergnonese”, Comune di Padergnone, 2010
- Lucia Grazioli, “Padergnone”, Comune di Padergnone, 1994
Anello sud del percorso ad otto del sacro del Comune di Vallelaghi, via ruderi di San Martino, in alternativa a quello passante per un tratto della vecchia strada imperiale di fondovalle; ambedue queste proposte partono ed arrivano a Vezzano passando per Padergnone. Questo propone di passare davanti al capitello di Santa Massenza, l'alternativo invece lo salta facendo il paesaggistico lungolago, a voi la scelta. L'anello nord prevede poi il passaggio da Terlago.
La partenza è prevista dall'aiuola della pace nei pressi del teatro di valle a Vezzano e lungo il percorso una particolare attenzione viene dedicata proprio al tema della pace.
La fotografia ritrae la piccola Pisoni Lucia nel giorno della sua Prima Comunione.
Come di consueto per l'epoca, indossa un vestito tradizionale e porta sul capo un velo in tulle.
Alle sue spalle possiamo notare il paese di Castel Madruzzo, in particolare la maestosa Chiesa Lauretana.
La traslazione di San Vigilio è raffigurata in marmo sull’altare maggiore della chiesa di Vezzano ed è attribuita al bresciano Domenico Italiani.
Rappresenta il passaggio da Vezzano della salma di San Vigilio trasportata dalla Rendena a Trento, dopo il martirio. Secondo la tradizione, la salma di San Vigilio sarebbe stata depositata per una notte nella chiesa di Vezzano.
Il paese, racchiuso da mura, è visto da sud attraverso la porta clesiana, ormai scomparsa.
In primo piano, assisi in cielo, i Santi Vescovi Vigilio e Valentino.
La data è ricavata dall'incisione sul retro dell'altare, che attesta la sua consacrazione il 31 ottobre 1773.
La tecnica utilizzata è quella della tarsia, che si differenzia dal mosaico per le maggiori dimensioni e la forma varia dei pezzi di cui si compone, che si incastrano tra loro originando superfici più compatte.
Fonti:
In questa immagine della benedizione della campana di Fraveggio sono ben riconoscibili il parroco del tempo, don Marco Leonardi di Tuenno, e il padrino della campana, Edi Bressan.
Altre foto di questo evento si possono vedere qui:
Interessante cartolina acquerellata della piazza di Vezzano.
Lo scatto è precedente al 1904, anno in cui venne demolita la chiesa, poi ricostruita più grande e con diverso orientamento. Il perimetro della vecchia chiesa è ora reso visibile nella pavimentazione in porfido del piazzale.
In primo piano si vede la diligenza trainata da due cavalli; oltre alla posta trasportava su prenotazione anche le persone con i loro bagagli. Proprio nella piazza di Vezzano c'era la sede del cambio cavalli.
Il servizio di trasporto pubblico che attraversava la nostra valle si chiamava "Il Pedone" ed era attivo sulla direttrice Trento-Sarche-Riva probabilmente da quando la strada venne ultimata nel 1848. Nel 1895 l'impresa Malacarne istituì una corsa giornaliera Trento-Ponte Arche con cambio di cavalli a Vezzano e tempo di percorrenza di 4 ore (6-10), ce ne volevano 7 per la tratta Treno-Tione.
Nel 1908 venne soppiantata da una vettura a motore come possiamo vedere in questa foto:
Oggi il muretto sulla destra non è più presente; al suo posto c'è un piccolo parcheggio.
La datazione è motivata dal fatto che sappiamo che la bambina ritratta è del 1941.
Il 2 maggio 1945 terminò ufficialmente il secondo conflitto mondiale in Italia ed a Vezzano, il sabato successivo, venne effettuata la celebrazione solenne qui immortalata.
Essa era prevista dalla preghiera e voto fatta per ottenere l'intercessione di San Valentino da autorità ecclesiastiche, civili e popolazione del Comune di Vezzano il 14 febbraio del 1944, nella quale si legge: "...ottenute le sospirate grazie, vogliamo mostrare la nostra riconoscenza impegnandoci oggi con voto solenne a celebrare, appena cessata la guerra, una festa di ringraziamento, portando in processione la benedetta tua immagine, seguita come scorta d'onore dalle Autorità e rappresentanze di tutto il Comune."
Si vedono gli archi da festa con in cima lo stemma comunale, e la scritta "Grazie San Valentino d'averci salvati"; sulla sinistra si scorge parte della facciata della chiesa di Vezzano mentre sulla destra si vede parte dell'edificio del Bar alla Posta, sulle cui finestre sono esposte delle lenzuola bianche, come da tradizione.
Don Angelo Cazzoli fu parroco di Santa Massenza tra il 1940 e il 1955. In queste foto scattate al suo funerale nel breve tragitto dalla canonica alla chiesa, possiamo notare che la sua bara era portata a spalla e numerosi parroci lo accompagnavano.
Nella lunetta sopra la porta d'entrata della chiesa si nota la raffigurazione di un tendaggio aperto.
Nella foto è esposto San Lorenzo, patrono del paese festeggiato il 10 agosto; essa è perciò stata fatto in prossimità di quel giorno. Sono presenti gli elementi che caratterizzavano le chiese prima del concilio vaticano secondo (1962-65): il pulpito destinato alla predicazione, le balaustre che delimitavano il presbiterio, l'altare verso il quale il parroco celebrava la messa dando la schiena ai fedeli.
Nella prima fotografia si nota la presenza delle due casa INA; nella seconda la sede in piazza della Famiglia Cooperativa; nella terza la presenza del pulpito, delle balaustre, dell'altare unico sul presbiterio ed è esposta la Madonna; nella quarta i muri di delimitazione della strada verso Ciago.
Cartolina non viaggiata 9 x 13,5 cm con fascia bianca in basso.
In questa foto possiamo notare che in luogo dell'attuale porta d'entrata c'era una finestra.
Questa parte della chiesa, che si vede a sinistra del campanile, costituisce un'aggiunta all'edificio risalente al 1924, ma qui riporta già i segni del tempo per cui è certamente successiva almeno di qualche anno.
L'attuale porta è stata aperta in occasione del secondo ampliamento, verso destra, realizzato nel 1948, che da questa angolatura non si vedrebbe comunque. Anche nella seconda aggiunta è stata aperta una nuova porta cosicché uomini e donne usavano porte diverse per raggiungere la parte della chiesa a loro destinata. Un tempo infatti nelle chiese gli uomini utilizzavano le bancate di sinistra e le donne quelle di destra, mentre i bambini stavano nei banchi davanti.
In queste foto si vede come l'abito bianco, seppur corto, abbia raggiunto anche i nostri paesi. Lo ha realizzato la sposa stessa usando per la prima volta il bianco; diverse spose le hanno poi richiesto modelli in bianco.
Molti fiori decorano la chiesa.
Il parroco celebra la messa dando la schiena ai fedeli come era d'uso prima del Concilio Vaticano II (1962-65).
Alle balaustre, che separavano il presbiterio dalla navata, si inginocchiavano i fedeli per ricevere la comunione; ora sono custodite ai lati della navata.
Cartolina non viaggiata.
Didascalia: Vezzano - Chiesa arcipretale - Mosaico di Marco Bertoldi - 1963.
Alla base del mosaico stesso si può leggere: ANNO DOMINI MCMLXIII - PAULO VI PONT. - M. BERTOLDI.
Prima della realizzazione del mosaico sulla lunetta era impressa in grande la scritta ora riportata nel mosaico: TEMPLUM HOC ANNIS 1904 - 1909 ERECTUM SANCTIS VALENTINO ET VIGILIO DICATUM EST, come si può osservare in altra foto presente in archivio: