Si trova in campagna a Sud del paese di Vezzano ed è dedicata a San Valentino. Secondo la tradizione, dove si trova la chiesetta in agro, verso la fine del IX secolo è sorta un’edicola per onorare le reliquie di San Valentino, come testimonierebbe un tegolone iscritto che ricorda, per l’appunto, la presenza delle reliquie di San Valentino e Parentino e data l’evento all’860.
Si tramanda che fin da allora i pellegrini arrivavano da tutte le parti del Trentino.
Nel 1496 il pievano di Calavino, don Paolo Crotti, promosse la costruzione della chiesetta di San Valentino in Agro, con accanto una piccola sacrestia elevata sopra i resti dell’antica cappella.
Attraverso i secoli la Chiesa è stata soggetta al passare del tempo ed ha subito varie ristrutturazioni importanti tra cui quelle del 1800.
Dell'antica chiesetta rimane solo l'affresco in lunette sopra il portone nel quale si vedono la Madonna col Bambino ed ai lati San Valentino e Parentino.
Un tempo la chiesetta custodiva una quantità di ex voto che purtroppo sono stati quasi tutti rubati.
All'interno rimane solamente l'altare maggiore che conserva al suo interno una terracotta dipinta della prima metà del XVII secolo arricchita da statue di gesso di una Madonna con Bambino, tra San Valentino e San Parentino. Ai lati invece troviamo San Vigilio e Santa Massenza e due Ermes angeliche che sorreggono un crocifisso tra due santi vescovi.
Alla prima domenica di settembre dal 1945 San Valentino viene portato dalla chiesa parrocchiale a questa in campagna per commemorare il voto fatto al santo e qui riportato:
Si tratta di una chiesa molto ricca di decorazioni sia all'interno che all'esterno. A partire dal 1500 subisce varie ristrutturazioni. Si trova in piazza Mons. Donato Perli che nel 1895 iniziò l'iter che avrebbe ricostruito la chiesa così come la vediamo oggi. Tra il 1904 e il 1907 i lavori vennero svolti da Bonifacio Bassetti di Trento e Rodolfo Gobber delle Sarche. In quell'occasione è stata rinvenuta una pietra datata 1221, appartenente probabilmente all'edificio originario.
La facciata esterna è contraddistinta da un portone strombato che porta in rilievo gli stemmi lapidei di Papa Pio X, del vescovo Celestino Endrici e del comune di Vezzano, un mosaico di Cristo Pancreatore ad opera di Marco Bertoldi (1960), un grande rosone ed il campanile abbellito da un quadrante di orologio che reca la data 1814.
All’interno gli sono opere di grande pregio, come l'altare maggiore, il mosaico attribuito al bresciano Domenico Italiani raffigurante la 'Traslazione di San Vigilio verso Trento dopo il martirio', le vetrate colorate che rappresentano San Vigilio e San Valentino, statue lignee di vari santi ed i 2 leoni di pietra calcarea ai lati del presbiterio risalenti al XVI secolo ed appartenenti a Castel Madruzzo, presenti nella chiesa dal 1864.
Troviamo anche quattro diversi altari lignei, dei quali il secondo contiene le reliquie dei santi protettori di San Valentino e Parentino.
Vi sono poi una pala ad olio su tela risalente al XVII secolo rappresentante un miracolo di San Valentino e dei fregi ad opera del pittore Antonio Zeni da Tesero.
Importante è ricordare il preziosissimo altare ligneo a portele che oggi è custodito al museo Diocesano ma un tempo si trovava all'interno della chiesa.
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Bibliografia:
In cima al colle del paese, dove c'è la piazza, si trova la chiesa curaziale di San Lorenzo.
Ne abbiamo testimonianze a partire dal 1491. Costruita dove probabilmente sorgeva un'antica torre di avvistamento romana, poi trasformata in campanile, viene affiancata nel 1300 dal primo edificio di culto, una chiesetta. Dal 1739 fu eretta a curazia e dedicata a San Lorenzo.
Nel 1866, ormai troppo piccola per la popolazione del tempo, viene abbattuta e ricostruita nella forma attuale. Venne consacrata il 9 settembre 1877.
Costituita da un'ampia navata, al suo interno si trova l'affresco del 1946 di 'Gesù in cielo che consegna le chiavi del Paradiso a san Pietro' ad opera di Vittorio Bertoldi, una pala ottocentesca di 'Santo Stefano Protomartire' di autore sconosciuto, mentre il soffitto è decorato con 4 grandi medaglioni raffiguranti i 4 evangelisti. Ai lati invece i quadri della 'Via Crucis' e una tela del 'Battesimo di Gesù compiuta da San Giovanni Battista' di pittore sconosciuto.
All'esterno è affissa una lapide in marmo che reca incisi i nomi dei caduti nella due guerre mondiali.
Bibliografia:
Questa chiesa spicca per la sua maestosità.
Dedicata a San Giacomo dal 1882, si trova in via Villa Alta ed è stata costruita sulle rovine di un'antica torre romana, di cui rimane ancora il campanile. E' documentata a partire dal 1307.
L'interno è decorato da Alfonso Facchini di Trento. I quadri ad olio di Sant'Antonio Abate e San Giuseppe attribuibili al pittore Giovanni Battista Chiocchi, risalgono al 1898. Il dipinto di San Giacomo Maggiore invece è opera del mantovano Agostino Aldi.
All'esterno, sulla facciata, è affissa una lapide con incisi i nomi dei militari di Covelo caduti nella Prima Guerra Mondiale; inoltre è presente un'altra lapide che ricorda l'ex sindaco della chiesa Giacomo Pooli (1792-1850).
Bibliografia:
Si trova al centro del paese ed è dedicata ai Santissimi Angeli. La sua costruzione risale al 1890. È stata ristrutturata nel 1996 in onore del centenario. All'interno troviamo un quadro raffigurante "l'Angelo Custode" e l'affresco del "Cristo Morente" ad opera di Bruno Degasperi.
Di proprietà privata è particolarmente legata alle vicende della famiglia Merlo. All'interno vi è una pala d'altare di un artista anonimo raffigurante la 'Madonna Assunta in cielo fra schiere d'angeli con ai suoi piedi San Filippo Neri'.
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Bibliografia:
Dedicata a Sant'Andrea che viene festeggiato il 30 novembre, si trova nella piazza centrale del paese. Ha uno stile rinascimentale ed è documentata sin dal 1183. In passato era conosciuta per la 'Madonna delle Grazie' che attirava pellegrini da tutto il Trentino. La cupola è stata affrescata da Francesco Giustiniani di Roma nel 1909 e da Vittorio Bertoldi di Trento nel 1947.
Riformata e modificata nel 1667, anche negli anni successivi subì numerose trasformazioni. Venne ulteriormente ampliata e consacrata il 17 ottobre 1852. L'ultima modifica risale al 1984.
L'interno è costituito da tre navate con volte a crociera poggianti su quattro pilastri. Sono presenti tre altari in marmo, diversi affreschi e anche numerose statue. Curiosa è anche la presenza delle lapidi funerarie di alcune famiglie nobili e lo stemma lapideo dei Conti Graziadei.
Sulla parete del lato sud esterno della chiesa, c'è anche il monumento ai caduti delle due guerre mondiali.
Bibliografia:
- D. Mussi, “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
- Speciale Frazione: Terlago, in "Vallelaghi informa", Vallelaghi, TN, 2019, 1
Eretta su un piccolo colle a lato della strada che porta verso il paese. È dedicata a San Pantaleone, giovane medico di Nicodemia martirizzato nel 305. La costruzione attuale risale al 1500 ma sorge su un'antica cappella precedente; presenta ancora degli elementi originali: il campanile a vela e l'arco santo affrescato. All'interno si trovano degli affreschi realizzati dal Verla nel 1518, che decorano il presbiterio raffigurando la vita di San Pantaleone, San Sebastiano e altri episodi biblici.
Subì molti cambiamenti nel corso dei secoli, soprattutto per quanto riguarda il suo utilizzo, è stata usata, infatti, anche come deposito, alloggio per soldati napoleonici e dormitorio militare nella Prima Guerra Mondiale.
L'esterno appare spoglio e privo di decori.
Bibliografia:
Nella foto, la chiesa di Fraveggio immortalata durate una processione. Da notare la presenza delle statue lignee settecentesche dei santi Pietro e Paolo nelle nicchie nella parte superiore della facciata, oggi assenti. Il settecentesco portale d'ingresso è un'opera dello scultore Francesco Oradini proveniente dalla chiesa del Carmine di Trento.
La statua di una Madonna viene portata in processione, si presume –visto l'abbigliamento– in occasione della ricorrenza dell'Assunzione della Madonna.
Situata al centro del paese di Fraveggio, questa chiesa è dedicata a San Bartolomeo. La sua presenza è documentata in un inventario del 1491; anche allora era dedicata a San Bartolomeo. L'antica chiesa venne demolita perchè ormai troppo piccola per le esigenze del paese; è stata ricostruita nel 1832, nello stesso luogo, e consacrata l'11 novembre di quell'anno.
La nuova chiesa è costituita da un'unica navata con l'altare maggiore e due altari laterali e diversi affreschi sulle volte. Nella cupola spicca l'affresco della Gloria di San Bartolomeo, opera del 1832 del pittore rivano Giuseppe Craffonara. Sono presenti anche numerose statue lignee.
Un fatto increscioso è che la tela del XVIII secolo, di ignoto autore, raffigurante la Madonna del rosario con San Domenico in adorazione del Santissimo Sacramento, è purtroppo stata irreparabilmente danneggiata dal furto avvenuto il 29 aprile 2007: è stato ritagliato dalla tela il viso della Madonna.
In relazione al tema della pace al quale è dedicato l'itinerario tra i luoghi del sacro di Vallelaghi poniamo attenzione ai quattro angoli del soffitto della navata dove sono affrescate le virtù, tra loro la Pace. Il "patto della pace" è richiamato anche nella dedica sulla tela di Carlo Pozzi del 1645 raffigurante la consegna dello scapolare a San Simone di Stock presente sulla sinistra del presbiterio.
Bibliografia:
Il documento contiene diversi bozzetti relativi alla chiesetta di S. Udalrico. Si può notare come appariva prima degli anni '60 e due possibili soluzioni da adottare a seguito della demolizione della tettoia. Tra i vari appunti si legge che la chiesa è stata costruita nel 1400 dai Conti d'Arco.
Bozzetti relativi al progetto di rifacimento della facciata della piccola chiesa di S. Udalrico. Oltre ai disegni realizzati a matita e a penna, sono presenti appunti e informazioni riguardanti l'edificio costruito per volere dei Conti d'Arco.
Si possono leggere informazioni riguardo una visita pastorale di B. Clesio nel settembre 1537 e appunti relativi ai Conti d'Arco. Particolare rilevanza desta la seguente annotazione: "a S. Odorico correva il confine tra la Signoria dei Conti d'Arco e la Signoria dei Madruzzo".
La cartolina mostra una panoramica interna relativa alla chiesa di Vigo Cavedine. Lo scatto, come dimostra la scritta a mano "dopo il 1908", è sucessivo ai lavori di ampliamento della chiesa. Si notano molti particolari architettonici e decorativi non più presenti, come il parapetto che delimita l'altare e il pulpito.
La fotografia ritrae un gruppo di uomini di Stravino davanti all'ingresso della chiesa. Tutti vestono con un abito elegante, tipico delle festività o delle occasioni importanti. Lo scatto riporta la firma dello studio fotografico "G.B. Unterveger, Trento".
In primo piano il paese di Cavedine: in alto è possibile notare la Chiesa di Santa Maria Assunta, sullo sfondo il Monte Gazza.
Anche se la cartolina non è viaggiata, dalla divisione in due parti del retro si deduce una datazione della stampa successiva al 1905, anno in cui questa tipologia è stata adottata in Austria.
Cartolina da Lasino con quattro riquadri e rispettiva descrizione della località rappresentata. Notiamo la presenza nella piazza della cooperativa e di un negozio di alimentari e tabacchi, oltre che dei tralicci arerei. Lo stesso luogo, con un'inquadratura più ravvicinata, è visibile qui:
La chiesa è posta in zona centrale ed è orientata verso est. La facciata è tripartita con corpo centrale affiancato da salienti laterali. Il portale è architravato. La torre campanaria è posta a sud. L'interno è a tre navate e la zona presbiteriale è rialzata e vi si accede con cinque gradini.
E' presente dal XIII secolo e fu oggetto di arricchimenti nelle decorazioni ad affresco dopo il 1250.
Le pareti della sala furono nuovamente affrescate verso la fine del XV secolo e questo comportò la perdita di parte dei dipinti di epoca anteriore.
Nella seconda metà del XVIII secolo l'edificio venne ristrutturato ed ampliato con un allungamento della sala ottenuto con la trasformazione della navata originale nel nuovo presbiterio. In tale occasione vennero arricchiti gli interni con cornici realizzate in stucco.
Durante il XX secolo all'interno delle cornici a stucco del settecento vennero dipinte opere a tempera e la chiesa venne nuovamente ampliata. Le mura laterali vennero abbattute e ricostruite in modo da ottenere tre navate. Dopo tali lavori venne celebrata la solenne consacrazione, nel 1908.
Venne elevata a dignità parrocchiale nel 1919.
Negli anni ottanta, nel corso di un restauro, fu possibile recuperare parte di superfici affrescate risalenti ai primi tempi dell'edificio su parti murarie originali del XIII secolo.
Gli ultimi interventi di restauro conservativo e di recupero delle antiche decorazioni si sono conclusi nel 2008.
Nel tabernacolo troviamo un affresco raffigurante il 'Padre Eterno,, opera di Valentino Rovisi.
Fotografia dell'abitato di Lasino: sullo sfondo, oltre alla Paganella si nota il Castel Madruzzo. L'edificio a destra è l'ex scuola elementare. Sul retro, una dedica: "Contraccambio i vostri saluti, Pierina" datata 15 settembre del 1951, spedita a Torino.
Veduta della collina e della chiesetta monumentale di San Siro, con la strada che sale costeggiata da un muro di sassi, le stazioni della via crucis e la croce sulla cima. Alti cipressi seguono la strada che sale e si trovano sparsi anche nel giardino antistante la chiesetta. Sul retro della cartolina con una piccola dedica è indicata la data dell'8 marzo 1961 o 1962.
Chiesetta di San Siro in uno scatto che comprende anche i capitelli della via crucis e la croce sulla cima della collina. Sul retro della cartolina, oltre alla data del 28 agosto 1961, vi è scritto: "Vi sono vicino colla preghiera... coraggio. Tanti saluti e un bacione, un ricordo Giovanna ... Maria Rosa".
Cartolina scattata dalla collina dove si trova la Chiesetta di San Siro, proprio di fronte all'abitato di Lasino presente sullo sfondo. Sulla cartolina vi è indicata l'altitudine del paese, a 463 metri s.l.m. .