Il portacote veniva appeso con un gancio dietro alla cintura dei contadini che andavano a tagliare l'erba e simili. Conteneva acqua e la cote, un pezzo di pietra abrasiva col quale spesso durante il lavoro il contadino affilava la falce. Era appuntito per poterlo piantare in terra senza che l'acqua si rovesciasse quando il contadino non lo usava.
Questo portacote è stato aggiustato con una lamina di ferro.
La fotografie ritrae un gruppo di persone presso Malga Campo di Drena, durante la raccolta del latte e la realizzazione di prodotti caseari. Si può osservare l'abbigliamento degli uomini, i quali usavano indossare pantaloni con bretelle, camicia con gilet e cappello.
La fotografia è stata scattata probabilmente in occasione della cerimonia della posa della prima pietra del nuovo asilo infantile di Vigo Cavedine.
Sul retro della fotografia appaiono i seguenti nomi: Tullio Tabachin, Ubaldi, Giorgio Bolognani, don Livio, maestro Chesani, maestro Eccher, maestro Pederzolli, maestro Luigi Eccher, Saverio Comai.
Il gruppo indossa la primissima divisa, costituita dal solo berretto con stemma della lira e visiera, unico elemento distintivo. È presente il mazziere (il quarto da sinistra, seduto nella prima fila; indossa una fascia con la lira). Il maestro è il sesto da sinistra, contraddistinto dalla bacchetta. Due uomini indossano la stessa spilla/fiore della prima fotografia reperita della Bandina Sociale di Cavedine (1892-1897, v. link sottostante).
La data è scritta nell'angolo in basso a destra della pagina di album.
Nel Borgo di Santa Massenza, Capitale della Grappa, nel 2006 è stata allestita all'interno di una casa storica del 1875 la mostra permanente “Un viaggio tra turbine e alambicchi”, testimonianza storica delle due facce del paese: vocazione centenaria della distillazione artigianale della grappa e volto industriale dell’Italia del dopoguerra con la costruzione della Centrale Idroelettrica. Modo originale per evocare la ricchezza costituita dall'intreccio tra la modernizzazione e la tradizione.
L'iniziativa è stata realizzata sotto l’egida del Progetto memoria per il Trentino.
La fotografia è incollata su un cartoncino ed è purtroppo tagliata sul lato destro. Si noti la presenza di quattro giovani ragazzi seduti per terra in prima fila e del parroco in abito scuro al centro. I componenti sono vestiti con abiti propri perchè nei primi anni di attività l'associazione non possedeva ancora una divisa; tuttavia, sono contraddistinti da una spilla o un fiore chiaro sulla giacca. L'occasione dello scatto potrebbe essere stata un concerto per un privato finaziatore dell'associazione, che potrebbe essere l'uomo seduto alla sinistra del parroco, con un elegante bastone (è infatti uno dei pochi che non regge uno strumento musicale).
La fotografia ritrae un gruppo di uomini di Stravino davanti all'ingresso della chiesa. Tutti vestono con un abito elegante, tipico delle festività o delle occasioni importanti. Lo scatto riporta la firma dello studio fotografico "G.B. Unterveger, Trento".
La fotografia ritrae un gruppo di persone durante la trebbiatura. La fotografia riporta la seguente didascalia sul retro: "la machina da bàtter del Toni Galiaz, 1929".
Da sinistra: Dosolina, Toni, Egidio e Marsilio presso la casa dei "Galiazi" a Stravino.
Gruppo di giovani uomini davanti al vecchio calzaturifio Dallapè.
Sul retro della fotografia appaiono i seguenti nomi: Tullieto, Otorino, Elio Ranzo, Aldon, Giulio e Celeste.
I domestici sono ritratti nel parco della villa in atteggiamenti conviviali.
Tra loro possiamo riconoscere "Nane Periòt", "manente" del Barone Ciani Bassetti.
Si noti, nella seconda immagine, il ragazzino che regge un fucile.
Sul retro della seconda fotografia, è riportata la data 1884 con un punto di domanda.
Data la scarsa leggibilità delle fotografie originali, si sono inserite anche delle riproduzioni modificate digitalmente.
Fotografia autoritratto stampata in modo artigianale con l'uso di una mascherina autocostruita da un soldato di Lasino inviato in Eritrea. Si ipotizza quindi che il periodo di riferimento oscilli tra il 1935-36 (quando l'Italia occupò l'Eritrea) e il 1941, quando perse questa colonia.
Il messaggio scritto dietro la foto ed inviato ai familiari non parla della guerra e del servizio militare ma evidenzia la soddisfazione per aver imparato questa arte ed essere riuscito ad inviare a casa questo suo prodotto. Recita: "Son diventato anche un mezzo fottografo queste f. le faccio da me"
Numeroso gruppo di uomini e bambini, da notare la presenza di persone anche sui muri a destra e sinistra e sulle finestre, sulla scalinata anche il prete. A destra la presenza di un bue. Sul balcone è appeso ad essiccare il granoturco. Curioso l'abbigliamento in particolare dei bambini: è da osservare con attenzione.
Negli uomini si vede diffusa l'abitudine al fumo di toscani e pipe; in diversi di loro si nota la presenza dell'orologio da taschino.
I panettieri indossano per lo più una divisa a righe verticali. Fra loro anche giovanissimi lavoratori.
Risale al 1907 “l’erezione di un forno cooperativo con i mezzi destinati per il fondo Pellagra” a Lasino. Questo panificio operava sull’intero bacino della valle di Cavedine e poi su tutta la Valle dei Laghi.
La data della foto è desunta dal panettiere centrale dietro, Giuseppe Ceschini (Maibel), classe 1897, partito per la guerra nel 1915: la foto è perciò precedente, perchè a fine guerra, rientrato a Lasino, è emigrato in America, dove è morto nel 1970.
La foto, in formato 18x24 cm, scansionata in questa occasione, è una ristampa recente dell'originale, messo a disposizione per una mostra.
Piccolo gruppo familiare intento alla pulitura di un mucchio di prezzemolo ammassato sul cassone di un'Ape Car. L'operazione consisteva nella sottrazione delle foglie secche o marce e il raggruppamento delle piante in mazzetti, che venivano poi venduti nei mercati cittadini.
Don Ermenegildo Tonelli in posa davanti al monumento dedicato ai caduti situato lungo la via crucis che conduce al Santuario di Cavedine.
Il monumento è stato eretto nel 1934, per ricordare “i figli caduti in guerra e quelli morti lontani dalla terra dei padri, perché tutti qui vivano nell'affetto e nella prece dei fratelli”.
Sullo sfondo è possibile notare la Chiesa di Santa Maria Assunta che domina il paese di Cavedine.
Illustrazione di cm 43 x 26 con riportati i ritratti con i nomi degli alpini del gruppo. Ottavio Bassetti, a cui era dedicato il gruppo, reduce dalla Russia, è morto durante l'internamento in Germania nel 1944. La sorella Rosetta è stata nominata madrina del gagliardetto. Il loro cappellano era don Dante Clauser, parroco di Vezzano tra il 1957 ed il 1964. Il gruppo, costituito nel 1953, è stato inaugurato l'8 giugno 1958 e probabilmente questo elaborato grafico è stato fatto proprio per questa occasione. Nel 1966 si staccherà da Vezzano il gruppo Monte Gazza.
Lo scatto ha immortalato Natale Pederzolli e Tullio Dallapè lungo la vecchia via Rosmini a Stravino. Si noti la strada composta da tantissimi sassi posti uno accanto all'altro, tipica anche dei centri storici di altri paesi limitrofi. Sullo sfondo è possibile notare il capitello di San Rocco.
Matrimonio a Brusino di Pietro Giuseppe Dallapè, industriale a Stradella e Bianca Pietra. Il matrimonio è stato celebrato nel 1929 nella chiesa più antica di Brusino, davanti alla quale è stata realizzata la fotografia.