per togliere la parte grassa dal latte, lo si fa riposare in un ampio contenitore, la parte grassa (panna) viene a galla e forma una specie di tela in superficie, che si toglie per fare il burro, di qui il verbo "telar".
Come nome assume invece tutt'altro significato:
Derivato del latte che si ottiene dal siero dopo aver prodotto il burro ed il formaggio. Per sottolineare il suo basso apporto calorico si diceva: "La poìna, pù che se 'n magna, men se capina", cioè più ne mangi e meno cammini, devi alternare anche cibi più nutrienti.
Il podestà di Vezzano richiede alla sezione provinciale dell'alimentazione di Trento di fornire agli operai che si recheranno alla Malga di Ranzo per la fienagione delle maggiori quantità di riso e polenta. Senza queste razioni supplementari la Malga si troverebbe in difficoltà, poiché gli operai non avrebbero abbastanza cibo per supportare il lungo e faticoso lavoro.
La fotografia mostra un gruppo di persone durante un pranzo in montagna. L'uomo in piedi dovrebbe essere uno dei fratelli fondatori della calzoleria Dallapè. Il luogo dello scatto potrebbe essere presumibilmente sui monti ad est di Stravino, vicino alla cima Cornetto.
Era il tempo in cui a malga Covelo si "caselava", cioè si producevano burro e formaggio. Qui vediamo la grande "caldéra" dentro la quale si trasformava il latte in formaggio con l'aggiunta del caglio. Intorno alla caldéra il malgaro con la sua famiglia.
Alle spalle del gruppo la stalla ed il motocoltivatore, mezzo utilizzato al tempo per raggiungere la montagna.
Alimento utilizzato spesso nella cucina trentina invernale insieme alla polenta. È ottenuto dal cavolo cappuccio, tagliato finemente e messo sotto sale a fermentare.
Le tagliatelle all'uovo costituivano la tipica pasta fatta in casa.
È un termine usato generalmente al plurale: "taiadèle".
"Taiadèla" al singolare, può avere anche un significato completamente diverso:
Prodotto derivante dalla lavorazione del latte di una giornata: burro, formaggio, ricotta. Al caseificio di paese la "caseràda" veniva consegnata all'allevatore che aveva raggiunto la quota latte necessaria in quella giornata. Solo la parte di latte e altri prodotti caseari venduti poteva infatti essere pagata in denaro al produttore.
Termine usato solitamente al plurale "ciciòtoi" per indicare il rimasuglio di pezzettini di grasso abbrustoliti scolati a caldo dal grasso di maiale cotto per ottenere lo strutto.
Questo termine è usato anche per indicare una piccola escrescenza.
Svariate sono le ricette con cui si realizza il "tortèl", alcune pubblicate nei link sottostanti. È una specie di focaccia a base di latte, uova, farina o pane raffermo, cotta al forno, che può essere dolce ed arricchita di mele o salata e diventare uno
L'intervista alla signora Elvira è stata fatta su invito di Nicholas, uno dei bambini coinvolti nel "Progetto calendario" che Ecomuseo sta svolgendo con la collaborazione delle scuole del territorio.
Come si vede dall'indice, molte sono le esperienze raccontate da Elvira, classe 1947, tra vita di campagna, religiosità, vita ed eventi del paese, alimentazione.
Riportiamo a parte il suo racconto sulla vita nel "cason gris".
In fondo alla scheda trovate i termini dialettali utilizzati da Elvira ed inseriti nel nostro glossario; se non capite qualche altra parola provate ad utilizzare la ricerca libera.
Questa ripresa è stata effettuata all'interno del progetto cerealicoltura rivolto a tutte le scuole del comune di Cavedine, dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria di primo grado, voluto dal Comune di Cavedine e gestito da Ecomuseo della Valle dei Laghi. Questa è una delle lezioni rivolte alle classi prime della secondaria, si avvale della collaborazione di Luigi Bertoldi, esperto della Fondazione Edmund Mach, e di Luca Bolognani, contadino del luogo.
I ragazzi partecipano così all'esperienza della semina del frumento con una seminatrice storica, apprendono la storia e le motivazioni del ritorno in valle dei cereali antichi ed in particolare del grano San Pastore, le peculiarità della coltivazione biologica e l'importanza di utilizzare prodotti bio nella dieta, la differenza fra i vari modi di seminare: semina a spaglio, con seminatrice storica e moderna ad aria compressa.
In questa occasione, considerato il terreno umido, sul rullo è appostato un collaboratore per accertarsi che i tubi dai quali scendono i semi non si intasino; solitamente la semina è fatta con terreno asciutto e nessuno sale sul rullo.
Nel montare il video è stato riutilizzata una precedente registrazione della semina a spaglio effettuata da Aldo Pederzolli la settimana precedente in valle: