Arnese di ferro di forma triangolare con tre piedini che si colloca sopra il fuoco (focolare aperto) sul quale è posta la pentola per cuocere le vivande. Si utilizza quando i tegami non sono agganciati alla catena (segosta) che scende dalla cappa.
Sono qui raccolti aneddoti sulle fiere degli animali raccontati dai nonni intervenuti in due diverse occasioni in classe prima della scuola primaria di Vezzano all'interno del progetto memoria svolto con Ecomuseo.
Il carnevale in piazza veniva organizzato dal Comitato Pro bigoi che si è evoluto poi in Associazione Pro Loco. Venivano usate le caldere del Caseificio locale. Nei giorni precedenti gli organizzatori andavano in tutte le case per raccogliere vino con cui fare il vin brulè ed offerte per comperare gli spaghetti (bìgoi) e gli ingredienti per il ragù. Tutti poi si recavano in piazza col loro piatto di casa, o un pentolino, per mangiare in compagnia gli spaghetti, festeggiare insieme il carnevale e talvolta portarne a casa un po'.
Al tempo in cui il caffè era considerato un bene di lusso, al posto del "cafè bòn" si usava il caffè di orzo. L'orzo veniva tostato sulla stufa per mezzo di questa pentola di ferro detta "brustolin", munita di una manovella sul coperchio, collegata ad una spatola anch'essa di ferro al suo interno, che permetteva di muovere l'orzo. Una piccola apertura chiudibile sul coperchio permetteva di inserire i chicchi, controllare il grado di tostatura dell'orzo e toglierlo dalla pentola dopo il raffreddamento.