La saggezza popolare, il modo di pensare ed esprimersi tipico di un determinato momento storico, luoghi comuni, ci portano a conoscere la quotidianità del passato.
La parlata trentina, con le differenze proprie di ogni zona e talvolta paese, danno un particolare colore ad ogni proverbio.
Quando si cuce a mano, se si usa una gugliata troppo lunga la cucitura viene male perché si formano nodi e il filato si sfibra.
Variante:
Uciada lónga, cosindara mata
Chi ha già problemi attira ulteriori problemi. Il senso del proverbio è simile all'italiano "piove sul bagnato".
Nel dialetto della Valle di Cavedine si usa più "dré" rispetto a "drio".
Se si vuol avere l'orto a disposizione non si possono piantare anche le verze perché sono ingombranti; viceversa se si vogliono le verze si deve rinunciare all'orto. In senso figurato: nella vita non si può avere tutto.
Variante:
No se pòl g'avérghe l'ort e anca le verze.
La Candelora (2 febbraio) è la festa della Presentazione di Nostro Signore Gesù Cristo al Tempio; è chiamata così perché nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme.
Superata questa data il freddo dell'inverno sta per finire.
Se continua a piovere il contadino è troppo occupato a tagliare l’erba che cresce copiosa, tralasciando gli altri lavori agricoli, e quindi non sarà una buona annata.
Proverbio riguardo al fenomeno meteorologico dell'estate di San Martino (11 novembre), in cui per un breve periodo le temperature si alzano.
"Istadèla" è il diminutivo di "istà" (estate).
È meglio ricevere un sorriso da una persona cordiale che ricevere un pranzo da una persona antipatica.
Variante:
Val pu en piat de bòna cera che 'n bòn disnàr.