Storia generale

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  • A Carnevale col Negus

    Durante il carnevale di Vezzano, Roberto Garbari a cavallo rappresenta l'entrata del Negus (monarca etiopico) ad Addis Abeba, fatto successo il 5 maggio 1941 dopo che gli italiani avevano dovuto cedere la capitale etiopica agli inglesi. Nella foto si intravedono anche due carri allegorici tra le molte persone. Come spesso succedeva, la foto è stampata per essere usata anche come cartolina, in questo caso su carta prodotta dalla Gevaert, infatti dietro riporta la scritta: Cartolina postale - Carte postale - "Gevaert".
  • Ufficiale in Albania

    Fulvio Garbari, veterinario di Vezzano, impegnato nel suo servizio da ufficiale nel periodo dell'occupazione italiana del Regno di Albania che ebbe luogo tra il 1939 e il 1943. In allegato anche un trafiletto di giornale che testimonia la sua promozione a capitano.
  • Manifesti elettorali

    La piazza di Vezzano è invasa da manifesti elettorali: sulla destra l'intero edificio è coperto dal simbolo dello scudo crociato della DC (Democrazia Cristiana) e la fontana monumentale invece è coperta dai simboli della fiamma tricolore del MSI (Movimento Sociale Italiano). Potrebbe trattarsi delle prime elezioni politiche della repubblica italiana svolte il 17-18 aprile 1948. Accanto alla fontana fuori dal bar Garbari campeggia la scritta "Vino santo", prodotto d'eccellenza del territorio. Accanto l'albergo Stella d'oro. Bar e albergo erano gestiti da cugini.
  • Macchina da cucire "Regina Margherita / Renania"

    Macchina da cucire marca Junker & Ruh modello Renania intitolata alla Regina Margherita di Savoia: sul piano infatti c'è una sua fotografia, molto rovinata ma contraddistinta dalla sua caratteristica capigliatura. La datazione è per l'appunto tratta dal periodo del suo regno, prima come "regina consorte d'Italia" (09.01.1878 – 29.07.1900), poi come "regina madre" (29.07.1900 – 04.01.1926).
  • Soldati e civili

    Il 2 maggio 1945 la seconda guerra mondiale terminò ufficialmente in Italia. La paura venne mantenuta viva prima dai reparti tedeschi in ritirata e poi dalla presenza consistente delle loro armi: cannoni, mitraglie, casse piene di munizioni, custodite dai soldati acquartierati a Vezzano, questa volta italiani. Armi e soldati che le avrebbero portate via erano però anche i simboli della fine dell'orrore, la guerra era davvero finita e con trepidazione si guardava al futuro. Tra i civili e militari c'era anche euforia e voglia di normalità, condivisione di esperienze passate e sogni futuri; qui alcuni scatti che uniscono appunto civili e militari.
  • Processione di San Valentino a Vezzano

    Il 2 maggio 1945 terminò ufficialmente il secondo conflitto mondiale in Italia ed a Vezzano, il sabato successivo, venne effettuata la celebrazione solenne qui immortalata. Essa era prevista dalla preghiera e voto fatta per ottenere l'intercessione di San Valentino da autorità ecclesiastiche, civili e popolazione del Comune di Vezzano il 14 febbraio del 1944, nella quale si legge: "...ottenute le sospirate grazie, vogliamo mostrare la nostra riconoscenza impegnandoci oggi con voto solenne a celebrare, appena cessata la guerra, una festa di ringraziamento, portando in processione la benedetta tua immagine, seguita come scorta d'onore dalle Autorità e rappresentanze di tutto il Comune." Si vedono gli archi da festa con in cima lo stemma comunale, e la scritta "Grazie San Valentino d'averci salvati"; sulla sinistra si scorge parte della facciata della chiesa di Vezzano mentre sulla destra si vede parte dell'edificio del Bar alla Posta, sulle cui finestre sono esposte delle lenzuola bianche, come da tradizione.
  • Il consultorio di Vezzano

    Nella foto scattata agli sposi che raggiungono la chiesa coi loro ospiti possiamo vedere uno scorcio della piazza di Vezzano con le scritte ONMI CONSULTORIO, e più indietro Flli BENIGNI. L'ONMI, Opera Nazionale Maternità e Infanzia, è stata un ente assistenziale italiano fondato nel 1925 allo scopo di proteggere e tutelare madri e bambini in difficoltà. L'Opera è stata sciolta nel 1975. (fonte Wikipedia) Il Consultorio pediatrico di Vezzano era situato, accanto all'ambulatorio medico, dove ora c'è il piano terra della biblioteca, mentre al piano superiore c'erano gli uffici comunali. Sopra la scritta "consultorio" è appena visibile il sostegno della lapide a ricordo del voto a San Valentino, fatto nel 1945 il che ci dà la certezza che lo scatto non sia antecedente a questa data.
  • I coscritti vezzanesi del 1924

    I coscritti del 1924 col tipico cappello addobbato con fiori e piume festeggiano la coscrizione nella piazza di Vezzano. Con loro un soldato. Ricordiamo che il periodo 1943-1945 fu quello dell'occupazione tedesca seguita al "rebalton" e che a Vezzano aveva sede un reparto di gendarmeria tedesca che mantenne un buon rapporto coi civili. Il gruppo si trova in quella che allora era Piazza Fiera, dietro loro si vede Via Dante, sulla destra la scuola elementare e la fontana.
  • Cuoco e commilitoni della Folgore

    Le foto documentano momenti di leggerezza per i soldati della Folgore stanziati a Vezzano col compito di sorvegliare le armi pesanti requisite ai tedeschi in ritirata alla fine della seconda guerra mondiale. Dietro di loro si vede la targa della Scuola Materna con la sigla O.N.A.I.R. (Opera Nazionale di Assistenza all'Italia Redenta), istituto previdenziale italiano, nato nel 1919 allo scopo di assistere le popolazioni delle "terre redente", particolarmente tramite provvedimenti a favore della prima infanzia. La scuola materna di Vezzano fu annessa all'ONAIR il 3 novembre 1939.
  • Napoleone 1812

    Documento del periodo napoleonico redatto su carta legale con timbro riportante la scritta K K Stempel - 10 zehen kreuzer k intorno a uno stemma. I kreuzer, corrispondenti ai carantani, valevano 1/60 di fiorino. "Convenzionalmente, per quel che riguarda il Trentino, viene impropriamente detto Periodo napoleonico l’arco storico-temporale che va dal 20 maggio 1796, giorno in cui l’ultimo Principe vescovo di Trento, Pietro Vigilio de Thunn abbandonò la città al suo destino di fronte all’incalzare delle truppe francesi, al 9 giugno 1815, quando il Congresso di Vienna attribuì all’Austria il territorio dell’ex Principato di Trento." (da: http://www.archiviodistatotrento.beniculturali.it/index.php?it/152/periodo-napoleonico) Il documento riguarda una transizione avvenuta a "Baselga di Terlago". Si coglie l'occasione per ricordare che oltre a Baselga anche Vigolo, Cadine e il Pedegazza (Fraveggio, Lon, Ciago, Covelo) vennero aggregati a Terlago dai francesi nel 1810 e poi ritornarono autonomi dopo il passaggio all'Austria nel 1815. Trascrizione: Napoleone Per la grazia di Dio, e per le Costituzioni Imperatore dei Francesi, Re d'Italia, a tutti i presenti e futuri salute. Avanti il Giudice di Pace di Trento Capo Luogo del Dipartimento dell'Alto Adige, è seguito la presente Transazione. Trà La Sig.ra Massenza Vedova del fu Simone Tevini, qual tutrice dei propri di lei figli , possidente domiciliata in questa Città, Attrice comparente in persona da una parte, e Francesco, Giovanni, e Leonardo fratelli Baldessari nonché Giovanni del fu Giacomo Baldessari altro debitore principale, e solidale, dei Convenuti, comparenti in persona dell'altra parte, ad eccezione di Francesco, che non comparì, domiciliato in Baselga di Terlago. La Sig.ra Massenza domandò dai Convenuti il pagamento di Lire duecento e una, centmi = apparenti da obbligazione dei ventisette Novembre 1811 undici registrato in Trento lì 18 corrente al N° 1873 contro pagamento di Lire una, centesimi dieci qui esibita, e restituita al momento; non che gl’interessi maturati e da maturare fino all'effettivo pagamento. Conchiude ricercando la rifusione delle spese. Li due primi Convenuti, cioè Giovanni, e Leonardo fratelli Baldessari hanno detto di non ritrovarsi in situazione di potere pagare; e il terzo Giovanni del fu Giacomo Baldessari, ha detto, che egli non intende di pagare, che solamente la sua quotta. A nostra insinuazione le Parti hanno convenuto come segue: 1 Che il predetto Giovanni del fu Giacomo Baldessari s'obblighi, e si costituisca debitore principale, e solidale verso la Sig.ra Attrice per l’intiera somma Capitale, ed interessi sopraddimandata, rinunciando a qualunque eccezione; ed in detta somma viene anche contemplato una porzione, che s’affretta di pagare a Francesco fratello dei suddetti Giovanni e Leonardo Baldessari. 2 Detta somma diLire duecento una sarà pagata dal detto Giovanni Baldessari alla Sig.ra Attrice per tutto il giorno quindici Ottobre corrente anno, coi suoi interessi maturati, e da maturarsi in ragione del cinque per cento. 3 Che i suddetti Convenuti Giovanni, e Leonardo fratelli Baldessari rinunciano a favore di Giovanni Baldessari suddetto la loro porzione del fondo posto nelle pertinenze di Baselga luogo detto alla Cozza a cui confina a mattina la comune, a mezzodì Bortolo Endrizzi, a sera, a sera Giovanni Failo, ed a settentrione esso Giovanni Baldessari unitamente all’entrante pendenti cosiché, avrà il suo possesso ancor oggidì delle dette porzioni di fondo, ed entrate, al quale resterà riservata la sua ragione contro Francesco Baldessari, ridotto per la di questi quota di debito, le quali due porzioni di fondo valeranno Lire cento ventisei all'incirca. 4to Che pagando detti due Convenuti Giovanni, e Leonardo Baldessari la loro rispettiva quota di debito pel giorno quindici Ottobre suddetto s'intenda retrocesse ad essi le loro porzioni di fondo suddette, cesse a Giovanni Baldessari; e privato dello detto termine non potranno più redimere le dette loro due porzioni di fondo. 5to Le spese di quest'atto sono a carico dei convenuti ciascuno per la loro porzione. Hanno in seguito instato le predette parti, che il presente sia munito della formula esecutiva, e Noi abbiamo steso questo processo verbale, al quale esse si sono assieme con Noi, e col nostro Cancelliere sottoscritte. Fatto a Trento lì 19 Agosto 1812 Massenza Ved. Tevini Giovanni del fu Giacomo Baldessari Leonardo Baldessari Riva Giudice Corradi Cancelliere Trento lì 5 Settembre 1812 Registrato al N° 484 foglio 69 della sezione II, e pagate L. 10/100 come da Bolletta N° 16 Capivaz Comandiamo, ed ordiniamo a tutti gli uscieri, che ne saranno richiesti di porre ad esecuzione la detta Transazione, ai nostri Procuratori Generali, ai nostri Procuratori presso i tribunali di prima istanza, di darvi mano; a tutti i comandanti, ed Ufficiali di forza pubblica di prestarvi mano forte allorché ne saranno legalmente richiesti. In fede di che la presente Transazione è stata sottoscritta dal Giudice di Pace e dal Cancelliere. Per spedizione Corradi Cancelliere Copia Napoleone 1812
  • Militari del Corpo di Sicurezza Trentino

    Mario Margoni di Ciago (secondo in piedi) fu arruolato nel Corpo di Sicurezza Trentino, abbreviato in CST insieme ad altri 3200 giovani appartenenti alla classe 1925-1927. Formalmente avevano il compito di tutelare l'ordine pubblico locale, ma in realtà furono impiegati massicciamente anche fuori provincia in operazioni antipartigiane, di rappresaglia, di controllo dei cantieri della Todt e furono ripartiti in tre battaglioni, ciascuno formato da 4 compagnie. Dal novembre 1944 al gennaio 1945, i militi della IX Compagnia CST vennero mandati a San Giovanni Ilarione (Verona), con compiti di presidio, vigilanza antipartigiana e controllo dei lavori affidati in Val d'Alpone all'organizzazione Todt, l'apparato logistico tedesco che realizzava strade, ponti, opere di difesa... Era terra di attivi partigiani dove i militari tedeschi, che li avevano preceduti in questo compito, avevano seminato, morte, distruzione e terrore. Loro però erano giovani costretti in divisa, non certo fanatici nazisti, per cui il rapporto con la gente locale fu pacifico. Era un inverno molto rigido e loro erano mal attrezzati: cartoni nelle scarpe e maglioni auto realizzati con pelli di coniglio furono le strategie che utilizzarono per difendersi dal gelo, come testimoniato da questa foto scattata prima del rientro. Per approfondire:
  • Memoria funebre dell'imperatrice d'Austria

    La memoria su cartoncino leggero 6 x 10 cm è ritagliata in maniera irregolare. Kaiserin Elisabeth, l'imperatrice d'Austria nota come Sissi, era la moglie di Francesco Giuseppe. Nata a Monaco di Baviera il 24 dicembre 1837 è morta a Ginevra il 10 settembre 1898.
  • Parroco rivolto all'altare

    Fino al concilio vaticano secondo (1962-65) il parroco recitava la messa rivolto all'altare.
  • Bilancino da cambiavalute

    Questo bilancino di precisione in ottone è inserito in una custodia in legno insieme a diversi pesi monetali. Non è munito di un supporto di sostegno per la bilancia. Il peso monetale veniva messo su un piatto della bilancia dal cambiavalute per verificare peso e autenticità della moneta corrispondente in metallo prezioso (oro e argento) posta sull'altro piatto, accertandosi che non fosse stata illegalmente "tosata", cioè che ne fosse stata raschiata via una parte. I pesi monetali qui presenti sono in ottone, tutti diversi per dimensione e corrispondenza, ma tutti lisci su una faccia e decorati sull'altra con uno stemma e una scritta. Il loro diametro varia da 14 a 25 millimetri. Ci sono: 1 doppia di Roma, 2 doppia di Parma, 2 doppia di Savoia, 3 doppia di Genova, 4 doppia di Spagna, 2 Luigi di Francia, 2 sovranno, uno con la scritta 20 franchi, uno senza scritte. Le monete di riferimento sono sicuramente precedenti alla nascita della Zecca di Stato che risale al 1871, ma sembra che corrispondano a monete risalenti fino al 1600.
  • Veduta di Padergnone con il Laghi di S.Massenza e Castel Toblino

    Nella cartolina si nota a sinistra il paese di Padergnone , il lago di S. Massenza e sullo sfondo Castel Toblino, dietro il Monte Casale. La presenza dell'obelisco sulla penisola di "Sottovi" ci permette di stabilire che lo scatto è sicuramente successivo al 1919, anno in cui fu costruito l'obelisco in onore dei Ventuno volontari qui catturati e poi fucilati il 16 aprile 1848 nella fossa del castello di Trento.
  • Obelisco risorgimentale di Padergnone

    La cartolina ritrae l'obelisco sulla penisola in località Sottovi. Vi fu collocato nel 1919 a ricordo di una battaglia qui combattuta che portò alla cattura di 21 giovani che furono fatti prigionieri e tradotti nelle carceri del Castello del Buonconsiglio a Trento, dove il 16 aprile 1848 furono fucilati. Questi fatti, nell’ambito della Prima Guerra di Indipendenza italiana, si svolsero nella zona del lago di Toblino e dell’omonimo castello occupando anche la vicina località di Santa Massenza.
  • Saluti da Addis Abeba

    Fotografia autoritratto stampata in modo artigianale con l'uso di una mascherina autocostruita da un soldato di Lasino inviato in Eritrea. Si ipotizza quindi che il periodo di riferimento oscilli tra il 1935-36 (quando l'Italia occupò l'Eritrea) e il 1941, quando perse questa colonia. Il messaggio scritto dietro la foto ed inviato ai familiari non parla della guerra e del servizio militare ma evidenzia la soddisfazione per aver imparato questa arte ed essere riuscito ad inviare a casa questo suo prodotto. Recita: "Son diventato anche un mezzo fottografo queste f. le faccio da me"
  • La campana della chiesa di Fraveggio

    La campana riporta fregi vegetali nella parte alta e bassa. Dalle iscrizioni si può desumere la datazione, che risale al papato di Giovanni XXIII e al Concilio Vaticano II, quindi tra il 1962 e il 1965. Nella seconda immagine, il parroco benedice la campana con l'incenso.