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  • Battesimo di Carmen

    Fotografia ricordo nel giorno del battesimo di Carmen Dallapè, primogenita di Giulio Dallapè e Agnese Bridarolli il 26 giugno del 1932. Presente la madre di Giulio, Maria Berteotti e la levatrice dell'epoca detta "comàre".
  • Fotografia di famiglia Dallapè

    La fotografia ritrae una famiglia Dallapè di Stravino davanti al sagrato della chiesa. Gli autori dello scatto potrebbero essere stati i fratelli Dallapè Giulio e Celeste.
  • Cartolina alla figlia Olga

    Maria Cappelletti, ormai di salute cagionevole, scrive per l'ultima volta alla figlia Olga che risiede a Rovereto, usando una delle vecchie cartoline che lei raccoglieva. Era il 5 gennaio 1965. Si sposterà poi a Rovereto, prima dalla figlia e poi in ospedale dove morirà il 15.5.1965.
  • Cartolina per Alberta - dalla sua nonna brontolona

    Maria Faiota scrive alla nipote Alberta. Decide di firmarsi "la tua nonna brontolona". Da questo, come riportano anche le nipoti, possiamo cogliere come Maria fosse molto "rigida" e attenta all'educazione delle figlie e delle nipoti, non mancando mai di affetto e simpatia nei loro confronti.
  • Maria con il piccolo Romano - Luigi e Modesta

    Maria Cappelletti tiene nelle braccia il piccolo nipote Romano (1937) figlio di Modesta, sua figlia. Al centro l'altro nipote Luigi (1932) che ha 5 anni appena. I bambini vivevano a Covelo con la nonna mentre le madri lavoravano via. La foto è una ristampa del 1970 da negativo di una foto scattata nel 1937.
  • Natalia coi suo bimbi

    Natalia Zuccatti (1892-1961) in posa dal fotografo coi figli Renato (1914) e Ammiranda (1915). Di lei ci riporta una testimonianza Antonia Zuccatti al minuto 2:04:
  • Coi nonni

    C'era un tempo in cui la famiglia allargata conviveva nella stessa casa e così ecco nello scatto nonni e nipote in un momento di relax. Il piccolo è Luciano Zuccatti classe 1931, i suoi nonni sono Casimiro e Maria Annunziata, classe 1854-1856.
  • Gruppo di persone in occasione festiva

    La fotografia ritrae un gruppo di persone in abito elegante. Probabilmente si tratta di una gita "fuori porta" in occasione di una festa. Si riconosce Agnese Bridarolli, moglie di Giulio Dallapè. I signori sono amici della famiglia Dallapè, probabilmente appartenenti alla famiglia De Varda o De Vilos. Lo scatto dovrebbe essere realizzato in una zona di Stravino facilmente raggiungibile a piedi.
  • Fotografia ricordo di famiglia Dallapè

    Fotografia ricordo di famiglia Dallapè di Stravino. La prima donna a sinistra è Agnese Bridarolli, moglie di Giulio Dallapè. La fotografia riporta la seguente data: 13.9.31
  • Fotografia di ritratto fotografico

    La fotografia rappresenta una specie di duplicato fotografico artigianale. Si tratta di uno scatto fatto ad un ritratto artistico di una famiglia di Stravino. Dato l'abbigliamento si tratta di un ritratto risalente massimo ai primi anni del 1900.
  • Pomeriggio festivo al Luch

    La fotografia ritrae le famiglie Dallapè, De Varda e De Vilos, durante un pomeriggio festivo al Luch. In piedi da sinistra si riconosce Celeste e seduto accanto Giulio, i due fratelli fondatori del calzaturificio Dallapè. Accanto a Giulio si riconosce Agnese. Il signor Tranquillo è quello seduto più in alto.
  • Bassetti Quintino e famiglia

    Quintino Bassetti, con la sorella Maria, la moglie Agnese ed i figli (in ordine di età) Giuseppe, Giulio, Livio, Mario, Ezio, Elio, Ottavio, Cesare e Rosetta, posano davanti alla falegnameria di famiglia.
  • Innocente Faes con la sua famiglia

    Innocente Faes, "el Nozènt" è il falegname che con ingegno e perseveranza ha portato avanti il laboratorio di famiglia funzionante a forza idraulica, spesso progettando e costruendo da sé i macchinari che gli servivano. Qui lo vediamo (con gli occhiali) circondato dalla sua famiglia allargata.
  • Fotografia di famiglia

    La fotografia, realizzata in uno studio fotografico di Riva del Garda, ritrae una famiglia benestante, probabilmente vissuta a Cavedine. I due coniugi sono seduti al centro circondati da tutti i loro figli. Sul fronte è presente un timbro fotografico che riporta la seguente dicitura: "STAB. FOTOGRAFICO C. MAYER-RIVA" Sul retro della fotografia appare la seguente descrizione: "Per consolidare sempre più i vincoli di parentela. Leopoldo ed Elvira affianco. Riva, 23-6-1906"
  • Donne di tre generazioni

    L'anziana nella foto è Orsola Zambanini, moglie di Albino Zuccatti tessitore, di cui ci ha raccontato qualcosa la nipote Antonia classe 1931 nell'intervista collegata. Antonia è la più piccola in questa foto, l'altra bimba è la sorella Carmen, classe 1927, mentre la loro mamma, Maria Coslop era incinta di Giovanna, ricordo che ha permesso la datazione dello scatto. Sullo sfondo si vede il dos dei Segrai praticamente spoglio. Curioso anche il racconto di Antonia rispetto al fotografo: Alviz Zambanini, cugino della nonna, era emigrato in Austria e quando arrivava da Linz in bicicletta per far visita ai parenti portava con sé la sua macchina fotografica, fissando così su carta immagini della famiglia.
  • fiòla

    Oltre che col significato di figlia, viene usato anche con quello di ragazza: "Che bela fiòla!" o " Che tòc de fiòla!"
  • Famiglia Pedrini sul carro

    In questa fotografia è ritratta la numerosa famiglia di Romualdo Pedrini (uno dei bambini raffigurati), originaria di Pergolese, sul carro trainato da cavallo, in suo possesso, che utilizzava per gli spostamenti. La datazione è approssimativamente stimata agli anni '30 del 1900.
  • Ritratto di famiglia Contrini: nonni e nipoti

    L'immagine è un ritratto della famiglia Contrini, originaria di Sarche, ritrae la prima e la terza generazione della famiglia: nonni e nipoti. Al cento sono seduti i nonni, Maria e Isidoro Contrini, e intorno a loro, in piedi, ci sono i nipoti, da sinistra: Iole, Alda, Ada, Afra, e i piccoli Franco e Adolfo. La foto è stata scattata davanti alla loro abitazione, che si trovava nel rione nord-ovest di Sarche, allora chiamato "ghetto". Luogo e data sono certi, grazie alla scritta riportata sul retro: Sarche, 7-7-45.
  • Ritratto di famiglia Contrini: genitori e figli

    L'immagine è un ritratto della famiglia Contrini, originaria di Sarche, ritrae la prima e la seconda generazione della famiglia: genitori e figli. In prima fila, al centro: i genitori Maria e Isidoro , con ai lati la figlia Ester e il figlio Giuseppe; in seconda fila, da sinistra, i figli: Maria, Quintilia, Edvige e Virginia; in terza fila, sempre da sinistra, i figli: Aldo e Guido. Il ritratto rappresenta una famiglia molto numerosa, caratteristica ricorrente nelle famiglie di una volta. La foto è stata scattata davanti alla loro abitazione, che si trovava nel rione nord-ovest di Sarche, allora chiamato "ghetto". Luogo e data sono certi, grazie alla scritta riportata sul retro: Sarche, 7-7-45.
  • Attilio con la moglie Pierina

    Attilio Ernesto Tonelli ritratto con la moglie Pierina in una fotografia dell'epoca. La coppia visse in Illinois e non ritornò più in Italia.
  • Attilio Ernesto Tonelli ritratto di famiglia

    Attilio Ernesto Tonelli ritratto in due fotografie: la prima con una nipote, nella seconda con moglie e figli. Nella prima, si nota la bambina a cavallo di un triciclo, che per l'epoca sarebbe stato davvero inusuale per il nostro territorio. Una volta trasferitosi con la famiglia a Joliet, lì rimase: Rodney, suo discendente e autore della ricerca di ricostruzione, vive ancora a Joliet con la famiglia.
  • Ricevute denaro mandato in patria

    Attilio Ernesto Tonelli fra il 1905 e il 1908 mandò in patria, ai genitori rimasti a Vezzano, i soldi guadagnati col lavoro in miniera. Mandò l'equivalente di circa 10,403.00 dollari, quasi 9.000,00 euro, una cifra davvero incredibile per l'epoca. Una delle ricevute la mandò alla sorella, Cesarina Garbari Tonelli, per poterli aiutare nel viaggio per raggiungerlo in America, per una visita. I genitori, la sorella e qualche altro familiare lo raggiunsero: sua madre Giuseffa, purtroppo, morì in America e non si riuscì a reimpatriare la salma: fu quindi seppellita in Illinois, a Braidwood.
  • Dormitorio

    Dato che la camera in casa era troppo piccola per ospitare i genitori, i nonni, la zia e tutti e 7 i fratelli, venne costruita questa casetta dove dormivano i bambini assieme ai genitori sul "paión" "a caf pè", ovvero tutti coi piedi verso il centro. Come indicano la targa in cemento in facciata e l'iscrizione "C | 1932 | P" (Cesare Pedrotti) sull'architrave della porta, la costruzione risale al 1932, ovvero la data del matrimonio del figlio Albino, padre di Giulio. Il tetto è stato ricostruito verso il 2010.
  • Confini della proprietà della fam. Pedrotti in loc. Pozze

    Il confine è marcato da un muretto a secco; inizialmente la famiglia coltivava vigne, poi quando divennero vecchie, verso il 1975 piantarono prugne per la vendita, ma c'erano anche altri alberi da frutto per autoconsumo: "ciresère", "perèri", "armelini", "fighèri", "pomèri", "perseghèri". Con i pomi facevano le persecche, che mettevano a seccare su un fil di ferro steso sul muro della casa. Poi si è ritornati alle vigne.
  • Casa Pedrotti in loc. Pozze

    Residenza estiva della famiglia Pedrotti: in inverno vivevano invece in paese a Cavedine, più precisamente a Musté. La località si chiama così per via delle "fontane" sulle pendici del monte, visibili nelle risorse correlate a questo contenuto. La famiglia progettava di ampliare la casa con un'altra camera, una cantina ("càneva") e un garage, ma si pose di mezzo l'avvento della prima guerra mondiale, che chiamò alle armi gli uomini di casa, impedendone quindi la costruzione. Un tempo infatti non si avevano i soldi per pagare degli operai edili, e le case venivano costruite dai capifamiglia con l'aiuto di amici e parenti. Nello spazio risultante sono stati piantati due pruni ("brugnère"), a testimonianza dell'attività di sostentamento della famiglia, ovvero la vendita delle prugne ("brugne"). L'interno attualmente si compone di una cucina e una camera, poi attraverso una scala a pioli si sale al "solèr", ovvero dove si metteva il fieno. Prima della ristrutturazione del primo piano lì venivano ospitati i bachi da seta ("cavaléri"), che prendevano in aprile a Lasino. Il periodo del loro allevamento era molto intenso perchè gli uomini andavano a prendere le foglie di gelso ("morèr") e le donne e i bambini le tagliuzzavano due/tre volte al giorno per darle loro in pasto. Quando i bozzoli erano pronti li portavano a Cavedine. Al piano terra si trova invece il focolare ("fógolàr") e la "stala" per le bestie (2 buoi e 2 capre), con la mangiatoia ("magnadóra"). I tetti sono stati rifatti verso il 2010. Da notare la rudimentale serratura.