La fune da carro era fatta da strisce di cuoio intrecciate e serviva per assicurare i carichi sul carro. Era unita ad una navetta di legno ("spòla") e per fermarla era necessario un cavicchio, anch'esso di legno.
Per la ferratura del bue, si usavano ferri diversi a seconda dell'unghia che si ferrava e dell'uso che veniva fatto del bue. Il bue ha due dita che toccano terra e quindi ha bisogno di 8 ferri, anche se talvolta venivano ferrati solo davanti o anche solo le unghie anteriori esterne.
I ferri, modellati su misura dal maniscalco, avevano dei fori per inserirvi i chiodi con cui fermarli all'unghia. Se il bue doveva lavorare su zone montane, si usava un ferro munito di linguetta che veniva piegata sopra l'unghia verso l'esterno così da distribuire meglio l'impatto del ferro rendendo più duratura la ferratura.
Cinghia in cuoio, con cuciture anch'esse in cuoio, collegata ad anello da ambo le parti con una fune di cuoio intrecciato chiusa a formare un anello.
La cinghia veniva messa intorno alle corna del bue e l'anello finale veniva fissato al timone del carro con il cavicchio di legno.
Grande setaccio usato per pulire il grano dopo essere stato battuto per togliere tutte le impurità.
È formato da un telaio di legno di forma circolare con due fori rettangolari opposti da usare come maniglie ed il fondo è composto da strisce sottili di legno intrecciate.
La tagliola veniva innescata nei pressi dei pollai per difenderli dalla volpe che spesso li attaccava. Se la volpe vi inseriva inavvertitamente la zampa si richiudeva a scatto imprigionandola, cosicché veniva catturata ed uccisa.
Il portacote veniva appeso con un gancio dietro alla cintura dei contadini che andavano a tagliare l'erba e simili. Conteneva acqua e la cote, un pezzo di pietra abrasiva col quale spesso durante il lavoro il contadino affilava la falce. Era appuntito per poterlo piantare in terra senza che l'acqua si rovesciasse quando il contadino non lo usava.
Questo portacote è stato aggiustato con una lamina di ferro.
Questo piccolo macchinario è stato trovato in una soffitta e portato alla mostra a scuola senza indicazione della sua funzione sconosciuta ai proprietari. Vi è il vano per un cassetto assente.
A detta di quanti hanno visitato la mostra, è una trebbiatrice in miniatura. Alcuni visitatori hanno spiegato di averla avuta in casa un tempo, di dimensioni molto più grandi ma con la stessa forma. Vi si inserivano fasci di grano, segale, orzo, si ruotava la manovella, da una parte usciva la paglia e dall'altra i chicchi di grano.
I bambini così l'hanno usata inserendo poche spighe alla volta e funzionava.
Se qualcuno sa darci ulteriori informazioni, sono bene accette
Documento scritto dalla comunità alle autorità chiedendo aiuto a seguito di una violenta grandinata che, il 13 settembre 1902, colpì le coltivazioni di Vezzano, Fraveggio e Lon.
La richiesta di aiuto ammonta a 82.000 corone.
Anche una volta cani e gatti erano spesso compagni di giochi dei bambini.
Altro gioco molto usato era "scondilever", ossia nascondino, lo si faceva liberamente in giro per il paese entrando ed uscendo da case e fienili, nascondendosi tra i numerosi attrezzi agricoli presenti ovunque, come ad esempio sotto la "bèna" che si vede nella foto. La "bèna" era una grande contenitore che si metteva sul carro per trasportare il letame o altri materiali.
La strada interna della parte alta del paese era ancora sterrata.
Nel centro abitato di Santa Massenza, in un edificio del 1875, è stata allestita nel 2007 la mostra storica "Olivo Estremo" che permette di approfondire il tema della coltivazione dell'olivo e della produzione dell'olio sul territorio locale attraverso una ricerca condotta su numerose fonti storiografiche, documenti, cartografia, mappe topografiche, antiche strumentazioni.
Completa la mostra “La riviera degli olivi”, parco collezione situato lungo le rive del Lago. (Progetto di ripristino della Riviera d’Uliveti) ...Meano, vicin à Toblino,(il cui lago......), è delicioso con à torno una, come Riviera d’ Uliveti, dove vengono Vini rari, & che hanno dell’aromatico…(..) (REGNUM ANIMALE.) cit. da Mariani, Trento con il Sacro Conclio, et altri Notabili, Trento, 1673)
Per visitare la mostra scrivere una mail a olivoestremo.valledeilaghi@gmail.com
o telefonare al seguente numero
Ecomuseo Valle dei Laghi 333/5360188
Nel Borgo di Santa Massenza, Capitale della Grappa, nel 2006 è stata allestita all'interno di una casa storica del 1875 la mostra permanente “Un viaggio tra turbine e alambicchi”, testimonianza storica delle due facce del paese: vocazione centenaria della distillazione artigianale della grappa e volto industriale dell’Italia del dopoguerra con la costruzione della Centrale Idroelettrica. Modo originale per evocare la ricchezza costituita dall'intreccio tra la modernizzazione e la tradizione.
L'iniziativa è stata realizzata sotto l’egida del Progetto memoria per il Trentino.
È possibile prenotare la visita alla mostra e alle distillerie storiche inviando una email al seguente indirizzo alambicchi.accesi@gmail.com o telefonando al seguente numero Ecomuseo Valle dei Laghi 333/5360188.
Compravendita di un orto a Vezzano compiuta da "Domenica vedova Bones". Le firme comprendono anche quelle dei testimoni, dove alcune sono delle semplici croci.
Risposta del Comune di Calavino a "Cesare ed eredi fu Valeriano Graziadei" dopo che questo, probabilmente, aveva protestato in seguito al danneggiamento del terreno dovuto alla caduta di massi.
La fotografia ritrae un gruppo di persone durante la trebbiatura. La fotografia riporta la seguente didascalia sul retro: "la machina da bàtter del Toni Galiaz, 1929".
Da sinistra: Dosolina, Toni, Egidio e Marsilio presso la casa dei "Galiazi" a Stravino.
Con l’apertura dei Bandi del Gal Trentino centrale nel 2018 si è presentata l’occasione di proporre e condividere l’idea, inizialmente concepita dall’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino della Valle dei Laghi, di poter valorizzare il vecchio appassitoio di Padergnone, da anni in disuso, realizzando una Casa Caveau del Vino Santo. Il Comune di Vallelaghi ha confermato la validità dell’idea anche per la sua valenza sovra comunale. Il fine del progetto è la valorizzazione di una delle tipicità del territorio, unica in Trentino, quella del Vino Santo, ridonando vita a un luogo storico, l'antico appassitoio di Padergnone, attraverso il restauro conservativo, la riconversione, l'allestimento e la messa in rete delle Cantine dei produttori di Vino Santo Trentino attraverso la sentieristica secondaria che percorre le zone dei coltivi.
La frazione di Padergnone, nel Comune di Vallelaghi, oltre ad essere un luogo culturalmente e storicamente importante, è molto famosa specialmente in campo enologico per essere la sede dei Vivai Cooperativi, fondati nel 1910 da Lodovico Pedrini. A Padergnone anche la famiglia Rigotti fa parte di una importante dinastia in campo enologico, da essa sono nati personaggi illustri che hanno lasciato un’impronta in campo enologico, come Rebo Rigotti, genetista e agronomo italiano.
Il progetto: il progetto di fattibilità, redatto dal dott. Marsilli di Albatros S.r.l. , presentato sulla misura 7.6 per l’ottenimento del contributo del Gal Trentino centrale, ha ottenuto un ottimo punteggio, arrivando primo. Il Comune di Vallelaghi si è impegnato a sostenere la spesa non coperta dal contributo, con il sostegno anche della Cassa Rurale. L’affido su appalto del restauro conservativo degli avvolti è andato all’architetto Patton dello studio Faes - Patton.
Il progetto culturale di allestimento per conoscere la storia del Vino Santo Trentino è stato affidato alla dott.ssa Bonomi – Paratolina aRtelier progettuale con la direzione lavori affidata all’arch. Marega dello studio di architettura Matteo Marega.
IL PERCORSO SUL TERRITORIO
La Casa Caveau Vino Santo è un percorso fatto di storia, profumi, sensazioni, immagini e racconti.
Il percorso è esperienziale, lo si può iniziare avendo già visitato le cantine dei Produttori di Vino Santo della Valle dei Laghi, oppure come punto di partenza per la scoperta della storia del Vino Santo Trentino D.O.C. e al termine andando a visitare le cantine dei Produttori. Il percorso parte con una breve e piacevole passeggiata che ti accompagna dal parcheggio del Parco del Lago di Santa Massenza alla Piazzetta del Mercato a Padergnone frazione del Comune di Valle Laghi, dove si trova la Casa Caveau Vino Santo. Lungo il percorso 7 stazioni didattiche, le cui linee moderne rimandano alle vecchie arèle, corredate da pannelli descrittivi, permettono di scoprire le fasi della storia del Vino Santo. Il racconto si conclude dentro la Casa Caveau Vino Santo, con altri pannelli didattici, una linea del tempo, un bellissimo filmato dove il vento, i coltivi di Nosiola e il Vino Santo fanno da protagonisti e un tavolo multimediale con cui interagire per ascoltare i racconti dei Vignaioli Produttori di Vino Santo, ognuno dei quali svelerà qualche aneddoto legato a questo "oro liquido".
Nella foto/cartolina si nota una strada che penetra nel paese. Lo scatto risale sicuramente a prima della realizzazione della variante costruita per togliere traffico dal centro del paese. Inoltre la parte sud è ancora tutta campagna. Il timbro postale riporta la data 1950.