Storico albergo di Vezzano a servizio di turisti tedeschi e italiani, ma anche della gente del posto e dei lavoratori impiegati in zona.
Nelle schede allegate vediamo che aveva giardino, ristorante, caffè e birra, deposito di vino santo, inscrizione messaggeria ... Trento-Tione. Era qui che si fermava e faceva il cambio di cavalli il servizio di trasporto pubblico della posta e delle persone su prenotazione.
Ha chiuso i battenti nel 1977.
In particolare invitiamo a consultare:
L'Essiccatoio di Padergnone è stato edificato ai primi del Novecento dalla ramificatissima famiglia Rigotti, e in particolare dai figli di Pietro Rigotti, Gennaro e Quintino, per collocare dapprima i bozzoli in essicazione e poi anche allo scopo di fare appassire sulle "arèle" [dal latino "areola", "piccola area"] le uve (in particolare il nosiola o il tokai) per la produzione di vino santo, specialità del ramo della famiglia, che vi abitava proprio di fronte, al di là della strada.
Divenuto un raro esempio di archeologia industriale, ormai in disuso da anni e ridotto ai minimi termini architettonici, è stato abbattuto nella prima metà degli anni Novanta del Novecento per fare posto a una sede della Cassa Rurale.
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Bibliografia:
pag 363 -
Cartolina Albergo Padergnone con vista albergo, garage dell'albergo e scuole sullo sfondo.
Da notare come sul retro della cartolina si valorizzi la presenza dell'acqua corrente.
Pur non essendo stata spedita presenta un testo in tedesco riguardante il vino santo, datato 9 giugno 1938 dimostrante il fatto che lo scatto è precedente a questa data. Misura 9 x 14 cm, formato in uso soprattutto precedentemente al 1931.
La processione del Santo patrono veniva celebrata nel giorno esatto della ricorrenza, il 10 agosto; vi partecipavano anche gli abitanti dei paesi vicini, in particolar modo quelli di Lon, che rimpinguavano anche il coro. La confraternita che portava il Santo portava una tunica blu con sopra una bianca e sopra una mantellina blu.
Si notano le case in sassi a vista e la strada sterrata. La casa sulla sinistra ha la soffitta aperta sul lato strada con stretto balcone, vi si nota la presenza del fieno.
Sull'angolo della stessa si vede il braccio di sostegno delle linee elettriche aeree con i cinque isolatori di corrente in ceramica.
Nella seconda foto, in effetti scattata per prima, si vede che la processione era arrivata all'altro capo del paese; al capitello di San Rocco si girava per rifare il percorso a ritroso. In primo piano entra nell'immagine una pianta di fico.
Documento redatto su carta legale da 6 kreuzer.
Si tratta di una locazione perpetua di alcuni terreni di Vezzano da rinnovare ogni 20 anni col "tocco della mano" e la presentazione di "una libbra di pepe intero secondo l'uso e la consuetudine".
Si citano coltivazioni e località: arativo, vigne, gelsi, fichi, orto, bosco in loc. "al Croz", "alla Pontara", "al Gaidos in Narano"
Trascrizione:
Nel nome di Dio
Correndo l’anno del Signore millesettecento novantacinque [l"? 13] in giorno di mercoledì undici del mese di Febbraio, nella città di Trento Contrada di Santo Pietro ed in una stufa del secondo piano della casa otto, abitazione di me Notaio alla presenza del Sig Dr Gian Albano Zambaiti Padre di me Notaio e di Valentino fu Valentino Bortolotti di qui, Humani cogniti, e specialmente a questo atto chiamati e pregati.
Nel qual luogo personalmente trovandosi il Nobile Sig Giovanni fu Andrea de Revelli Nobile del Sacro Romano Impero e Patrizio di Trento, facendo a nome proprio e dei suoi eredi per titolo di locazione perpetua da rinnovarsi nello stesso modo in capo d'ogni decimo nono anno sotto pena della caducità colla presentazione d'una libbra di pepe intero secondo l'uso e la consuetudine di simili locazioni perpetuali e condizioni solite stipularsi nelle medesime col tocco della mano e per una libbra di pepe effettivamente e legittimamente investito il Domino Bartolomeo figlio del Sig Tommaso Garbari di Vezzano già separato dal Padre e da sé solo qual capo di famiglia regolandosi anzi col consenso paterno come da biglietto qui presentato da registrarsi che qui parte per sé e suoi eredi ha fatto istanza di avere questa locazione perpetua, l'ha accettata nominatamente.
Primo: D’un’arativa vignata ed in parte ortiva con moreri e figari entravi della quantità d'uno staro quarte due passi venti posta nelle pertinenze di Vezzano luogo detto al Croz alla quale confina a mattina la strada comune, gli eredi di Giovanni Chemelli e Nicolò Leonardi, ½dì la strada e l’infrascritto luogo alla Pontara, sera e 7ne Agostino Benigni ed in parte il Comune.
Secondo: Altra arativa e svignata con poco d'orto e bosco della quantità rispetto all'arativo vignato ed ortivo di stara due passi due e rispetto al bosco di stara una quarte tre posta nelle pertinenze antescritte luogo detto alla Pontara alla quale confina a mattina la strada comune, ½dì e sera il Comune di Fraveggio e 7ne l’antescritto Agostino Benigni ed in parte il detto luogo al Croz.
Terzo: Altra pezza di terra arativa della quantità di stara tre passi due posta nelle predette pertinenze in luogo detto al Gaidos in Narano alla quale confina a mattina Cristoforo Garbari , ½dì eredi Carpelli, sera il Condattore col livello di Santo Valentino , 7ne il Sig Antonio Benigni e come meglio delle vecchie investiture alle quali caso per averle tenerle possederle e poterne disporre perpetuamente a suo piacere e dei suoi eredi rispetto però solamente all'utile e salve sempre le ragioni ed il diretto dominio a favore della nobile parte locatrice; promettendo esso Nobile Sig. Giovanni Ravelli Locatore ed esso Conduttore presente stipite ed accetta per sé e suoi eredi la evasione e legittima difesa delle cose locate rispetto però solamente al diretto dominio secondo la disposizione della legge ratificando tutte e singole le cose nel presente istrumento contenute e obbligandosi a non contravvenire ne per sé ne per altri per qualunque ragione, o causa de jure o de facto sottopena di rifare danni e spese in giudizio e fuori sotto l'obbligazione di tutti i suoi beni presenti e futuri.
E ciò ha fatto,perché all'incontro esso Bartolomeo Garbari Conduttore per sé e suoi eredi obbligando a tal fine tutti i propri beni presenti e venturi colla clausola del contratto informale ha promesso al predetto Nobile Sig Locatore per sé e suoi eredi stipulante ed accettante di ben coltivare migliorare e non deteriorare le cose locate ed ogni anno nella Festa di San Michele o dentro la sua ottava al medesimo Sig Locatore, suoi eredi e loro legittimi amministratori, agenti od esattori che di tempo saranno numerare e pagare in pronti effettivi contanti a titolo di livello e di censo perpetuo la somma di troni quarantanove e mezzo dico troni 49 e carantani 6 di buona moneta.
E tutto questo coi patti e condizioni solite stipolarsi nelle locazioni perpetue del Mercato Vecchio di Trento le quali principalmente sono le seguenti: I Che se dal Conduttore o suoi eredi non venisse pagato nel primo anno il livello sia esso tenuto portarlo duplicato e non pagandolo nel secondo anno si reduplichi lo stesso livello il quale si debba triduplicare se per un intero triennio non fosse stato pagato. II Che inoltre ed in tal caso della cessazione del pagamento di tre anni continui il Conduttore o li suoi eredi decada e decadano ipso facto da ogni ragione dell'utile dominio e dei miglioramenti delle cose locate le quali debbono ipso jure devolversi insieme con i miglioramenti medesimi a favore della Nobile Parte Locatrice di maniera che si consolidi l'utile col diretto dominio. III E che nulladimeno sia tenuto il Conduttore o i suoi eredi al pagamento di tutti i livelli non pagati coi doppi ridoppi e tridoppi sopra gli altri loro beni mobili ed immobili quali perciò quivi a questo fine rimangano e s'intendono espressamente obbligati. IV E che sotto pena della caducità e devoluzione non sia lecito al conduttore o ai suoi eredi di vendere o in qualsiasi modo alienare l'utile dominio ed i miglioramenti senza la licenza in iscritto della Nobile Parte Locatrice quale volendo comprare tale utile dominio e miglioramenti debba averlo per venti soldi di quanto potesse il Conduttore conseguire da altri; ed in caso che il Padrone del diritto non volesse entrare nell'acquisto o lasciasse passare quindici giorni popola esibizione legittimamente fattagli a deliberare allora sarà lecito al Conduttore o alienazione della cosa locata a chi vorranno con questo però che non la facciano a persone citate dalla legge o inabili a pagare il livello e che per ogni nuova investitura si debba presentare al Padrone del Diritto una libbra di pepe. Per la osservanza dei quali patti e condizioni si obbligano due Conduttori a nome proprio e dei suoi eredi tutti gli suoi beni presenti futuri.
Segue l’enonziato Relato
Vezzano 28 Gennaio 1795
Io sottoscritto acconsento, admetto, faccio dispotico mio figlio Bortolo di poter rinnovare la Investitura del livello col Nob. Sig. Revelli di Trento delli suoi luoghi giacenti qui in Vezzano e in confermazione di quanto sopra mi sottoscrivo e qui ai piedi appongo il mio domestico sigillo ed in fede Tommaso Garbari.
Ego Francisco Albano Zambaiti de Vezzano Notaj Colleg. Civili e Cancelliere Magistrali Tridenti permisi omnibus e singuli originali meo prottocolo esti alieno fideli tamen mane desumpti partesi ed concordati ecc ecc
Posto sotto il dosso di San Lorenzo da cui prende il nome, è detto anche "dei stropèri" e "dei russi", è stato eretto dopo la grave epidemia di colera del 1836 che causò 140 morti a Cavedine.
"Stropèri" è il toponimo della zona, mentre il riferimento ai russi secondo la tradizione popolare pare si riferisca alla presenza di prigionieri russi durante il 1° conflitto mondiale disseminati nei vari paesi, in particolare nella parte alta della valle di Cavedine, impiegati per lo più in lavori stradali.
La nicchia principale ha le tre pareti affrescate: in centro la Madonna con due santi e le anime del purgatorio, a sinistra i Santi Sebastiano e Rocco invocati contro le pestilenze, a destra i Diecimila Santi martiri; sul soffitto è rappresentata la Colomba dello Spirito Santo.
Sulla nicchia a Ovest è raffigurato Santo Stefano, invocato per la buona morte, su quella Est San Lorenzo, invocato contro gli incendi e sul lato Nord è raffigurata una Grande croce.
Bibliografia:
Questo santino della "Comunione Pasquale 1926 nella Parrochia di Cavedine" è stato emesso in occasione del "settimo centenario della morte di San Francesco" e del Congresso eucaristico di Trento anno santo "Pace e bene".
Il vescovo concede l'indulgenza di 50 giorni con la "Preghiera per il Congresso Eucaristico" e una di 300 giorni con l' "Orazione per l'acquisto del Santo Giubileo".
Questo santino è conservato nel libro
Il carnevale in piazza veniva organizzato dal Comitato Pro bigoi che si è evoluto poi in Associazione Pro Loco. Venivano usate le caldere del Caseificio locale. Nei giorni precedenti gli organizzatori andavano in tutte le case per raccogliere vino con cui fare il vin brulè ed offerte per comperare gli spaghetti (bìgoi) e gli ingredienti per il ragù. Tutti poi si recavano in piazza col loro piatto di casa, o un pentolino, per mangiare in compagnia gli spaghetti, festeggiare insieme il carnevale e talvolta portarne a casa un po'.
Piazza Giovanni Bressan di Fraveggio, scattata nel periodo della Prima Guerra Mondiale. Sei uomini e due donne siedono e sostano attorno ad un tavolo bevendo, probabilmente del vino, dando le spalle alla fontana che fu demolita nel 1960, quando l'acqua potabile ormai arrivava in tutte le abitazioni. Solo tre dei presenti sono in abiti civili (ovvero il primo uomo e le due donne, Giovanni Bressan e Pia Bressan, non si sa chi sia l'altra donna): gli altri sono tutti in divisa.
Bottiglia: poteva contenere olio come vino. La “bòzza” diventava anche uno strumento per ridurre il sale grosso in fino. Infatti, mancando il mortaio ed il pestello, si passava con forza la bottiglia sopra i grani del sale.
Era il contenitore per misurare la quantità di liquido, latte, vino ecc... In cucina non mancava mai. Oltre al litro c’erano anche i contenitori di mezzo litro e di un quartino.
Utensile presente in cucina. Era utilizzata per contenere e conservare le vivande. Alcune più piccole erano anche utilizzate per portare in tavola il vino. Prevalentemente di coccio e di colore sui toni del marrone-seppia aveva un ansa ed un lieve beccuccio.
Varie etichette di alcune delle produzioni della cantina Beniamino Bassetti, non più in attività (chiuse nella seconda metà del 1900).
Ci sono il Teroldico, ovvero Teroldego, il Moscato Passito, Vino Vermouth e Acquavite.
Al carro, carico di tre grandi botti, sono già aggiogati due cavalli pronti per partire per il viaggio Lavis-Vezzano. Davanti al carro Teresita Alberti di Vezzano col marito Armellini che aveva una grande cantina a Lavis e che riforniva Vezzano di vino e mosto.
Recipiente stretto in basso e più largo in alto, formato da doghe di legno tenute insieme da lamine di ferro, munito di cinghie per poterlo portare sulle spalle.
Serve per il trasporto di liquidi, in principal modo vino e mosto.
Per contestualizzare: nello stesso edificio di Calavino vivevano le famiglie di Quirino (mugnaio) e Stefano con Emanuele (segantini). Emanuele muore in guerra in Austria ed il fratello si reca a Wals per le pratiche relative a questo evento.
Di lì Stefano scrive al cugino Quirino:
"Vels lì 21/8/916/ Carro cucino Colla presente ti faccio sapere che io sto bene spero anche di te che lo desidero mi farai un piacere darli qualche pugnatta di vino che poi sodisfereme, che così cante la sentenza qualche volta meno dunque siamo intesi saluti a tutti i miei di casa, in tuo comodo verai anche tu, il cucino Stefano"
Può essere che la trascrizione non sia esatta, ma da questa cartolina postale, spedita in un contesto molto triste, emerge forte il legame familiare e la volontà di aiutare i genitori anche da lontano.
Il quaderno di matematica, qui consultabile in modo parziale, apparteneva ad un ragazzo del 1898 che nel 1911/12 frequentava la cl. 1^ sez. 3^ della scuola promiscua di Sarche.
Si capisce l'importanza che veniva data alla matematica dal fatto che il quaderno è stato completato in un mese ed a febbraio si era già al cinquantunesimo tema.
Contiene esercizi di calcolo, concetti geometrici e soprattutto problemi dai quali si possono desumere gli argomenti di interesse del tempo, prezzi, prodotti...
Si citano ad esempio: balle di carta a 85 corone, "mercede" settimanale di un garzone di 19,2 corone, lastricato a 9,15 corone il mq, getto di una fontana 1,18 hl al minuto ed un'altra 2,14 hl all'ora, automobile che viaggia a 30,345 km orari, il tritello (residuo della macinazione dei cereali, usato nell'alimentazione degli animali) 0,5 corone al litro, il vino a 0,7 corone al litro, 10 corone per 2,6 litri di lenticchie, la tela a 3,28 corone al metro, l'aceto a 23,15 corone all'ettolitro, 2, 65 kg di sementi di lino per ogni ara (damq), avena a 12,8 corone al quintale, 2,4 hl di frumento e 6,23 hl di segala mensili per una famiglia, frumento a 13,6 corone l'ettolitro, segale 10,8 corone l'ettolitro.
Curioso come "la bót" quando è piccola, una botticella, diventa maschile: "el botesèl" o, ancora più piccolo, "el boteselèt".
Contiene pochi litri invece "la botesèla" che veniva appesa al carro per avere a disposizione durante il viaggio il vino da bere, solitamente
Vinello prodotto versando acqua sopra le vinacce subito dopo aver tolto il vino. Lasciato per qualche tempo per assorbire un po' di colore e sapore, in pratica è il prodotto del risciacquo delle vinacce.
La fotografia ritrae la processione con il Crocifisso per invocare la pioggia in un periodo di siccità durante l'estate del 1935, in particolare durante il mese di agosto.
Eretta su un piccolo colle a lato della strada che porta verso il paese. È dedicata a San Pantaleone, giovane medico di Nicodemia martirizzato nel 305. La costruzione attuale risale al 1500 ma sorge su un'antica cappella precedente; presenta ancora degli elementi originali: il campanile a vela e l'arco santo affrescato. All'interno si trovano degli affreschi realizzati dal Verla nel 1518, che decorano il presbiterio raffigurando la vita di San Pantaleone, San Sebastiano e altri episodi biblici.
Subì molti cambiamenti nel corso dei secoli, soprattutto per quanto riguarda il suo utilizzo, è stata usata, infatti, anche come deposito, alloggio per soldati napoleonici e dormitorio militare nella Prima Guerra Mondiale.
L'esterno appare spoglio e privo di decori.
Bibliografia: