In questa foto panoramica Vezzano è circondato dai vigneti e non vi sono edifici ad est di via Roma, dopo il municipio.
Il chiarore della strada verso Fraveggio e dei ghiaioni sulla strada di Ranzo fanno pensare ad una strada in fase di costruzione o ultimata da poco, di qui la datazione della fotografia.
La costruzione della strada verso le gallerie ai Gaggi ed ai 5 roveri e poi fino a maso Rualt nei pressi di Margone è iniziata verso il 1947 ad opera della dalla Società Idroelettrica Sarca Molveno (S.I.S.M.) in funzione della realizzazione della Centrale idroelettrica di Santa Massenza, nei primi anni '50 il Comune ha poi realizzato il collegamento con Ranzo.
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Una copia della stessa cartolina è presente con l'identificativo Ve-09 presso:
Nel mezzo rivolto verso Toblino si può riconoscere la corriera di linea dell'impresa giudicariese Zontini e Leonardi che svolgeva il servizio di linea giornaliero da Ponte Arche a Trento a partire dal 1908.
Tra il 1908 e il 1909 è stata costruita dal comune di Trento la centrale di Fies con le linee che portavano l'elettricità in città. Lungo la strada, lato lago, è visibile la linea elettrica; in particolare, in primo piano sulla sinistra, si può notare un "palo della luce" con rispettivo sostegno ed il cavo elettrico che sostiene.
La strada che costeggia il lago era sterrata.
Sullo sfondo il castello.
In questa altra fotografia si vede la corriera in primo piano, con altre informazioni a riguardo:
Situato a Calavino nel tratto terminale della "svolta de Corgnon".
Era stato eretto nel 1798 come ex voto per l'epidemia di peste bovina che aveva colpito la zona.
L'affresco raffigurato sulla parete centrale è una Madonna del Rosario con bambino tra i Santi Rocco e Antonio Abate, protettori rispettivamente degli appestati e degli animali; sulle pareti laterali invece sono affrescati San Valentino e San Floriano. Gli affreschi sono stati attribuiti all'artista Giuseppe Tasca.
Bibliografia:
Strada sterrata, macchina d'epoca, giovani alberi e paracarri in pietra a bordo strada possono aiutare a datare questa cartolina non viaggiata.
La foto è datata tenendo conto di altre due informazioni:
nel 1905 è stata adottata in Austria la divisione in due parti del retro delle cartoline,
nel 1908/1909 è stata costruita dal comune di Trento la centrale di Fies con la linea elettrica che portava l'elettricità in città, a lato di questa strada, come si vede in quest'altra foto:
L'artistica fontana in pietra di piazza Fiera assomigliava a quella nella piazza centrale di Vezzano ed è stata poi spostata accanto alla canonica di Santa Massenza.
Vediamo due donne che prendono l'acqua alla fontana con due secchi a testa. Una di loro ha appoggiato alla fontana stessa il suo arcuccio (bazilón), utile strumento per trasportare a spalla i secchi quando la fontana non era vicina a casa.
La piazza era alberata ed intorno alla fontana c'era un riquadro di selciato.
La data ultima ipotizzata si basa sul fatto che dopo i lavori all'acquedotto del 1954 solo le case periferiche non erano ancora raggiunte dall'acqua in casa.
Visuale delle rive intonse del lago a fianco della strada che porta ai "Due Laghi" come si presentava fino al 1947, quando sono iniziati i lavori alla centrale idroelettrica di Santa Massenza.
I tavolini in primo piano ci fanno pensare che al momento dello scatto il palazzo vescovile sia stato albergo (dal 1905).
L'olivo è nel suo ambiente naturale.
Foto in bianco e nero formato 7,5 x 11 cm.
Scorcio del lato nord del lago con veduta di parte del paese. La foto è scattata dalla riva est del lago.
Lo scatto è antecedente alla costruzione della centrale idroelettrica (avvenuta tra il 1945 e il 1952).
E' presente una scritta in corsivo a matita sull'angolo in basso a sinistra che recita "Massenza See".
La foto è incollata su un cartoncino, il retro è intonso.
Dissodamento dei terreni alle Cime per realizzarne vivai per la coltivazione della vite. Le barbatelle prodotte venivano un tempo vendute alle fiere. Esse hanno costituito un volano per l'economia di Padergnone.
Questo terreno verrà poi utilizzato per la costruzione delle case alloggi a servizio della Centrale di Santa Massenza.
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In questo archivio abbiamo un'altra copia della stessa fotografia:
Questa intervista a Bianca Manzoni di Vezzano, classe 1931, è una di quelle realizzate presso la A.P.S.P. Residenza Valle dei Laghi di Cavedine dai giovani che hanno partecipato al progetto "Videomaker della memoria –“Vot che te la conta o te la diga?” inserito nel Piano Giovani della Comunità della Valle dei Laghi 2023.
Pur essendo un lavoro organizzato e gestito in gruppo, ogni giovane è stato poi artefice principale di una delle interviste della quale risulta perciò autore.
Dopo aver presentato se stessa e la sua famiglia Bianca parla della sua vita andando avanti ed indietro nei ricordi con grande coinvolgimento.
L’azione scenica proposta intende rievocare l’episodio primosettecentesco del passaggio delle truppe francesi attraverso il Tirolo storico in direzione della Baviera. In particolare, il tema centrale è rappresentato dalla circostanza storica che vedeva contrapposti, all’interno delle nostre stesse comunità, gli interventisti – che volevano opporsi con le armi al transito delle truppe – e i neutralisti, che invece ritenevano più opportuno astenersi da ogni intervento armato al fine di evitare rappresaglie e vendette da parte dei francesi.
Si usa in espressioni come
"Meter en banda" o "da 'na banda" per dire "mettere da parte",
"va da n'altra banda" per dire "vai altrove",
"el fa aqua da tute le bande" quando qualcosa o un discorso non regge per nulla,
"el ven dale me bande" quando proviene dal mio stesso luogo di residenza
locale pubblico molto diffuso in passato in ogni paese dove si poteva bere e mangiare, in modo molto spesso semplice ed informale. Era frequentata dagli uomini che spesso giocavano a carte, alla morra, alle bocce là dove c'era il campo.
Cartolina con scorcio di Padergnone: vista chiesa e teleferica.
Durante la prima guerra mondiale, la teleferica, che collegava il comando militare di Trento con le zone operative giudicariesi dell'Adamello, attraversava il paese.
Non viaggiata, misura 8 x 11 cm.
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Approfondimento
Condividiamo con piacere le preziose informazioni storiche che ci ha inviato Silvano Maccabelli osservando questa fotografia:
La teleferica militare è noto che faceva parte della "cintura difensiva della fortezza di Trento", messa a punto nel 1915 con una serie di opere di difesa che partiva da Ischia Podetti e arrivava sino al Monte Rosta, interessando tutta l'odierna Valle dei Laghi, con concentrazioni strutturali particolarmente intense nella località padergnonese di Van e in quota sopra l'abitato di Santa Massenza. Dopo il palo di sostegno, che nella foto vediamo stazionare nei pressi della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, ve n'era un altro più a sud sul "Doss dei Tomasini" che tuttora sovrasta l'ex Cantina Bressan. Di lì l'impianto raggiungeva Sarche per per inoltrarsi sino a Breguzzo e raggiungere le pendici dell'Adamello. La "forza elettrica" utilizzata era quella che dalla "centrale in Dro", giungeva sino a Trento con una "conduttura divisa da tre interruttori in quattro tronchi", uno dei quali era costituito dalla "cabina" di Padergnone, edificata dal Comune di Trento nel 1908. L'intera "cintura" venne smantellata nel 1916, quando ormai l'Intelligence asburgica s'era convinta - meglio tardi che mai - che un eventuale attacco italiano alla città si sarebbe comunque prodotto lungo la Vallagarina. Come puntualmente avvenne.
In primo piano uomo in biciletta; sullo sfondo vista del paese e tralicci.
Da evidenziare, a destra della curva all'ingresso del paese, il vecchio essiccatoio di Padergnone.
Cartolina in bianco e nero, “vera fotografia”, non viaggiata. Sulle falde del Monte Gazza si possono notare gli accumuli di inerti presso le due finestre funzionali alla costruzione delle opere di presa della Centrale di Santa Massenza: ai Gaggi sopra Lon ed ai 5 Roveri sulla strada per Ranzo.
Vista della località "Le Ville" a Padergnone; sullo sfondo la troticoltura. Questi edifici, chiamati "case alloggi", sono stati costruiti nei primi anni '50 per i dipendenti della Centrale Idroelettrica di Santa Massenza.
Cartolina in bianco e nero.
Viaggiata affrancata con un francobollo da 10 lire.
In primo piano i vigneti e uomini al lavoro; sullo sfondo vista del paese e tralicci.
Da evidenziare, a destra della curva all'ingresso del paese, il vecchio essiccatoio di Padergnone.
Sulle falde del Monte Gazza innevato si possono notare gli accumuli di inerti presso le due finestre funzionali alla costruzione delle opere di presa della Centrale di Santa Massenza: ai Gaggi sopra Lon ed ai 5 Roveri sulla strada per Ranzo.
La stampa, formato 10,5x14,5 cm, sul retro presenta il titolo scritto a mano, il timbro e l'identificativo del produttore.
In primo piano l'albergo-ristorante Alla Stretta Miralaghi.
Sullo sfondo: il lago di Santa Massenza, la centrale e il paese.
Cartolina in bianco e nero - viaggiata nel 1954 ed affrancata con un francobollo da 10 lire.
Vista del paese con sullo sfondo il lago e Castel Toblino.
Il traliccio in primo piano fa presumere una datazione successiva al 1952 (data di entrata in funzione della centrale).
Stampa in bianco e nero 10x15 cm riportante sul retro scritto a mano "Padergnone m. 286 (Trentino) Panorama col lago di Castel Toblino" ed il timbro "Foto CINE N. 3851 TRENTO".
I panettieri indossano per lo più una divisa a righe verticali. Fra loro anche giovanissimi lavoratori.
Risale al 1907 “l’erezione di un forno cooperativo con i mezzi destinati per il fondo Pellagra” a Lasino. Questo panificio operava sull’intero bacino della valle di Cavedine e poi su tutta la Valle dei Laghi.
La data della foto è desunta dal panettiere centrale dietro, Giuseppe Ceschini (Maibel), classe 1897, partito per la guerra nel 1915: la foto è perciò precedente, perchè a fine guerra, rientrato a Lasino, è emigrato in America, dove è morto nel 1970.
La foto, in formato 18x24 cm, scansionata in questa occasione, è una ristampa recente dell'originale, messo a disposizione per una mostra.
In Archivio abbiamo anche una fotografia successiva di Silvia con la sua famiglia allargata in Pennsylvania:
Stampa in bianco e nero, formato 10x15 cm. Riporta sul verso la descrizione: "Padergnone m. 286 (Trentino) La Chiesa".
Scorcio della chiesa curaziale antica padergnonese dei santi Filippo e Giacomo di prima fabbrica risalente almeno al 1520, raffigurata sul lato meridionale con l'affresco del San Cristoforo e il campanile, a valle del gruppo del Gazza coperto di neve.
Davanti alla chiesa, il vecchio Monumént dei Caduti, ora spostato sul lato est fuori campo dell'edificio sacro; fra la chiesa e casa Walzl, l'antico portico del Lunèl, ora demolito e recante l'alloggio per il vecchio albo comunale.
A sinistra, l'altura protourbana dei Crozzòi, sostenuta dall'alto muro, edificato intorno alla metà dell'Ottocento per far posto al primitivo tracciato dello Stradon, e ospitante un rudimentale traliccio di legno per la corrente elettrica che fa da contraltare a quello più moderno che s'intravede alla sua destra.
Questi "pali della luce" del 1921 sono una preziosa testimonianza dell'operosità dei nostri avi che realizzarono la rete di distribuzione dell'energia elettrica in paese costituendo il Consorzio Elettrico di Padergnone, investendo risorse proprie e molto lavoro di volontariato, compreso quello di andare nei boschi a tagliare il legname necessario, trasportarlo e piantarlo lì dove serviva, per poi passare tutto all'Enel nel 1964 con un indennizzo irrisorio per quanto realizzato.
Oltre il paese, il grande traliccio dell'alta tensione per il trasporto dell'energia anche fuori regione, ci testimonia la presenza della Centrale Idroelettrica di Santa Massenza entrata in funzione nel 1952.
Da queste informazioni si desume la datazione approssimativa della fotografia.
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Una copia della stessa cartolina è presente con l'identificativo Pa-37 presso:
In questo scatto sono raffigurati tre militari, in via Dante a Vezzano, in un momento di riposo; quello centrale seduto su un sacco tiene in braccio un cane, uno degli altri indossa una mantella, tutti sorridono.
Dietro di loro un carro trainato da un cavallo trasporta merce contenuta in sacchi. Sullo sfondo emerge dalle case il campanile della chiesa dei santi Vigilio e Valentino.
La stampa misura 7,5x10 cm.
Fu eretto nell'anno del giubileo 1933-34 lungo la salita della via crucis e riporta: "Cavedine in memoria dei suoi figli caduti in guerra e di quelli morti lontano dalla terra dei padri perché tutti qui vivano nell'affetto e nella prece [preghiera] dei fratelli".
Come recita il cartello posto sul luogo curato dagli alpini di Cavedine: "Il gruppo statuario, con la croce centrale, la Madonna piangente e l'Angelo consolatore, è opera del roveretano G. Ziglio."