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Organizzazione: ente, associazione, azienda...
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Vicinia DonegoLa Vicinia Donego è un'associazione secolare di cui facevano parte (e ne fanno parte tuttora i discendenti) le antiche famiglie di Vigo Cavedine (i cognomi: Bolognani, Comai, Cristofolini, Eccher, Galetti, Lever, Luchetta, Manara, Merlo, Turrina e Zambaldi). L'origine della Vicinia si perde nella notte dei tempi, tra storia e leggenda, ed è il frutto di un lascito documentato da alcune pergamene a partire dal 1332. Si narra che la contessa Cubitosa d'Arco (1236-1266), in fuga dal cugino Odorico che voleva appropriarsi dei suoi beni, fu aiutata da alcune famiglie di Vigo mentre si dirigeva a Trento. Come ringraziamento per l'aiuto ricevuto lasciò in eredità ai discendenti delle antiche famiglie, chiamati Vicini (abitanti autoctoni), un'ampia porzione di montagna in località Donego, in gran parte bosco oltre a prati e una malga da utilizzarsi come bene allodiale esclusivo per quelle famiglie. La Vicinia esercita questo diritto ereditario, nel rispetto delle vecchie regole, da ben 700 anni.
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Scuola Secondaria di Primo Grado "Stefano Bellesini" di VezzanoA Vezzano la scuola media ha preso il via come succursale delle Segantini di Trento con tre classi prime nel 1963/64, due ospitate presso l’asilo e una presso la scuola elementare; l’anno successivo è diventata succursale di Mattarello, le classi sono aumentate e sono state ospitate in casa Morandi; per due anni è diventata sede staccata di Aldeno, fintanto che non è stato disponibile il nuovo edificio utilizzato dal 1967 con 6 classi. Lo stesso anno la scuola, intitolata a Stefano Bellesini, è diventata autonoma. L’edificio è stato poi ampliato più volte per adeguarlo alle mutate esigenze. Nel 1963/64 ha preso il via la scuola media di Vezzano come sede staccata delle scuole medie "Giovanni Segantini" di Trento, aveva tre classi prime, due ospitate presso l’asilo e una presso la scuola elementare. Nel 1964/65 diventa succusale dalla scuola media "Savino Pedrolli" di Gardolo, le classi sono aumentate e sono state ospitate in casa Morandi. Nel 1965/66 diventa succusale dalla scuola media di Aldeno. Nel 1967/68 diventa autonoma, entra nel nuovo edificio scolastico e viene intitolata a Stefano Bellesini. Nel 1997/98 alla scuola media di Vezzano viene aggregata, come succursale, la scuola media di Cavedine. Nel 2000/01 si stacca da Cavedine e va a far parte del neonato Istituto Comprensivo di Vezzano di cui fanno parte anche i plessi di scuola primaria di Terlago, Vezzano, Ranzo e Sarche. Nel 2006/07 entra a far parte dell'Istituto Comprensivo Valle dei Laghi, con sede a Vezzano, sorto dalla fusione dell'I. C. Cavedine e I. C. Vezzano. Nel 2016/17 si inaugura il nuovo polo scolastico di Vezzano che vede confluire nella stessa struttura scuola primaria e secondaria accanto a palestra e uffici del neonato Istituto Comprensivo Valle dei Laghi - Dro. --- Fonti:
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Scuola Primaria di CalavinoCosì racconta la sua storia Mariano Bosetti in occasione del centenario della costruzione dell'edificio: "Il centenario (1914-2014) della costruzione dell’edificio scolastico di Calavino, offre l’opportunità di ricostruire la storia dell’istituzione dalle sue origini, ossia dalla seconda metà del ‘700, quando l’insegnamento era affidato ai cappellani della parrocchia, pagati dal comune con il ricavato dell’affitto di alcuni campi («campo della scuola in Vallasiato e legato per il maestro della scuola», che fruttava circa 200 troni d’affitto). La scuola era gratuita, l’unico onere a carico delle famiglie era l’obbligo di fornire la legna per riscaldare il locale della canonica in cui erano impartite le lezioni. Con il passaggio alla monarchia austriaca l’istruzione elementare si consolidò, divenne strutturale e più completa (obbligatorietà e suddivisione in classi per età e sesso) con la responsabilità diretta del comune, che doveva provvedere sia ai locali che al reclutamento dei maestri. Nel 1909, stante la situazione di notevole degrado dei locali scolastici ricavati in un vecchio immobile comunale e la minaccia da parte dell’I.R. Consiglio Scolastico Distrettuale di far chiudere la scuola, privando la comunità di un servizio «così vitale, qual è l’affare dell’istruzione ed educazione della gioventù» (lettera delle autorità scolastiche), il comune si affrettò a far predisporre dapprima un progetto di ristrutturazione del vecchio caseggiato e poi, scartata tale ipotesi, il disegno di una nuova costruzione su un terreno parrocchiale con affaccio sul piazzale della chiesa. Venne inoltrata domanda di contributo alla giunta provinciale di Innsbruck, che rispose attingendo alla risorse del Fondo Pellagra (fondo governativo che intendeva promuovere iniziative di prevenzione contro il cosiddetto “mal della miseria”, la pellagra, partendo dall’educazione scolastica). Non tutti erano d’accordo sul progetto e un buon numero di censiti, per motivi legati all’ubicazione disagevole e ai costi presunti, sottoscrisse una petizione per riportare la scuola all’interno del paese, ristrutturando l’edificio comunale “Danieli”. Dopo molte discussioni si decise di proseguire con il nuovo disegno ed all’inizio del 1913 si appaltarono i lavori, che vennero ultimati a metà dell’anno successivo. Era però scoppiata la guerra e la nuova scuola venne requisita e utilizzata come ospedale militare. Ristabilita la pace e conclusi i lavori per sistemare l’edificio danneggiato, finalmente iniziò la lunga storia della scuola elementare di Calavino. Nel corso degli anni è stata rimodernata più volte per adeguare gli impianti fino al 1995, allorché fu portata a termine dall’amministrazione comunale la completa ristrutturazione, che, distribuendo gli spazi secondo le nuove esigenze didattico - funzionali (comprese cucina e mensa, prima organizzata in proprio con la disponibilità di alcuni obiettori), mantenne nella struttura la tipica impostazione architettonica austro-ungarica."
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Scuola Primaria di SarcheRiportiamo qui la storia di questa scuola pubblicata sul sito dismesso nel 2016 "istitutocomprensivovalledeilaghi.it": La Scuola Primaria di Sarche vanta una storia lunga e singolare. Più volte insegnanti e alunni l'hanno voluta raccontare pubblicando testimonianze, documenti e foto. Oggi queste opere costituiscono la memoria storica dell’istituzione scolastica: 200 anni densi di esperienze umane, emozioni, episodi curiosi. Le informazioni più remote che siamo riusciti a recuperare sulle origini della scuola le abbiamo attinte da una intervista fatta dagli alunni di classe IV e V a Mons. Luigi Bressan, nativo di Sarche e attuale Arcivescovo della Diocesi di Trento, che, in veste di esperto di storia locale, raccontò loro la storia della scuola trentina dell’Ottocento e Novecento.. “ Nel 1813 il Trentino passò sotto la dominazione dell’Impero d’Austria e fu chiamato “Contea Principesca del Tirolo”. Già a quei tempi le scuole erano obbligatorie. Dai 6 ai 12 anni si frequentava la Scuola Popolare divisa in inferiore e superiore. Dai 13 ai 15 anni si frequentavano i corsi festivi o di ripetizione. Fino al 1868 la Scuola nel Trentino era controllata dalla Chiesa che sceglieva pure i maestri. E’ dimostrato che nel 1941 esisteva a Sarche una scuola con una sola aula ed era situata nel casone del Convento: l’aula si trovava nei locali che, fino a poco prima della ristrutturazione, erano occupati dalla cantina. A più di 90 anni fa risalgono invece le scuole in P.zza Mons. Valussi inizialmente due sole aule mentre più tardi nel 1947 fu aggiunta una terza e nel 1977 una quarta.” Nell’anno scolastico 1998/99 alunni e insegnanti pubblicano un libro dal titolo “Una casa.... una storia....” . Il testo, curato in tutti i particolari, riporta numerose testimonianze storiche, due di queste meritano di essere riportate per intero in quanto narrano momenti di vita scolastica. La prima è un’intervista rilasciata da alcune nonne agli alunni di classe seconda, che con un linguaggio semplice ma concreto, riescono a ricostruire i momenti salienti della loro infanzia scolastica. Raccontano episodi semplici descrivendo un mondo ormai lontano ma ancora così vivo nei loro ricordi. “......a scuola , le aule venivano riscaldate da un fornello, che la bidella accendeva regolarmente alle quattro di mattina con la legna portata a turno dagli scolari. Tutti i bambini raggiungevano la scuola a piedi, pertanto chi abitava lontano doveva alzarsi di buon’ora, sopportando in inverno i disagi dovuti al freddo e al buio. Le lezioni si svolgevano quotidianamente al mattino e al pomeriggio, escluso il giovedì dopo pranzo. A mezzogiorno c’era la refezione, che consisteva in un semplice pasto a base di minestra, preparata dalla bidella, e da un formaggino triangolare. A quei tempi c’era un solo maestro per classe che impartiva l’insegnamento di tutte le materie, esclusa la religione cattolica, che veniva insegnata dal Parroco. I maestri erano severi e inflessibili, esigevano silenzio e obbedienza: in classe si doveva” ascoltare e tacere”. I bambini disponevano di un solo libro di testo che durava per uno o più anni scolastici. Ricordo ancora il titolo “In cammino fanciulli”. Le elementari duravano otto anni, ma c’erano solo le classi prima, seconda, terza, quarta e quinta (spesso pluriclassi). Pertanto gli alunni, una volta raggiunta la quinta, la ripetevano fino al completamento dell’obbligo scolastico, anche se erano bravissimi. Alla fine della classe seconda, gli scolari dovevano sostenere gli esami per l’ammissione alla terza. Una volta concluso l’ultimo anno di quinta (all’età di quattordici anni), gli alunni venivano esaminati da insegnanti esterni. A quei tempi non esisteva la scuola media mentre le superiori potevano essere frequentate solo dai ricchi.” (intervista alle nonne Classe seconda anno scolastico 1998 – 1999) La seconda è una testimonianza commovente, scritta con grande maestria e profonda umanità dalla maestra Maria Uez. Dal giornale della classe terza (anno scolastico 1943 – 44 ). 15 dicembre 1943 La Scuola di Sarche ha subito oggi un brutto quarto d’ora. “Verso le 23 – mentre mi trovavo in classe in attesa dell’adunata degli alunni – mi sono sentita d’improvviso scossa da rombo di numerosi apparecchi. Prima che potessi rendermi conto di ciò che accadeva, ho visto traballarmi d’intorno il soffitto e pareti, mentre una pioggia di vetri saltavano in aria. Corsi verso l’uscita preoccupata per i ragazzi che si trovavano nei pressi della scuola. Solo una bimbetta, la più minuscola della classe, giungeva in quel momento nel piazzale. Corsi giù appena in tempo a trascinarla sotto l’avvolto dell’edificio, che una nuova bomba cadeva sul pendio ghiaioso del monte prospicente, producendo un vulcano di sabbia. Con la scolarina spaventata fra le braccia- ne sentivo il battito del cuore in tutte le membra – e cercando di toglierle dal viso il muto spavento, non ebbi il tempo di provare il benchè minimo senso di paura. Forse la preoccupazione per gli alunni fu più forte e m’impedì di pensare a me stessa. Per buona sorte essi si erano tutti posti in salvo negli avvolti delle case vicine assieme ai loro cari. Appena cessato il pericolo li vidi infatti uscire fra la gente spaventata e piangente che si guardava attorno per vedere gli effetti del bombardamento. Io guardavo i miei ragazzi cercando di riconoscere, in quei volti pallidi e piangenti o muti di spavento, l’altro volto, birichino e pieno di vivacità, ch’ero usa a vedere. Visitammo le buche prodotte dalle bombe – una quindicina! – scavate nei vigneti e nei prati circostanti, sul fianco orientale del paese. Presso l’edificio scolastico ne caddero tre a venticinque – trenta – cinquanta metri. Alla vista del pericolo corso e tanto vicino e al pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere a tutti quei ragazzi, allora sì mi son sentita invadere dalla paura. Invece solo vetri infranti, fra i quali i maggiormente danneggiati quelli delle aule. Con la collega constatai che era impossibile riprendere le lezioni sia per lo stato d’animo generale che per le condizioni delle aule. Rimandammo perciò tutti gli alunni alle famiglie, in attesa di ordini superiori. Intanto, dal nostro scampato pericolo, il pensiero si volgeva ai ben più terribili bombardamenti delle martoriate città italiane, ai molti bimbi che non avrebbero più riveduto il volto della mamma, alle mamme straziate sulla sorte dei figli. Nel 1982 gli alunni del secondo ciclo pubblicano “Tuttinsieme” il giornalino scolastico dove trovano spazio le testimonianze storiche sulla vita della gente contadina raccolte fra i nonni e le persone anziane del paese. Il Presidente della Repubblica, in quell’epoca Sandro Pertini, fece giungere le sue congratulazioni agli alunni con l’invio di un telegramma che riportiamo di seguito in forma integrale: “ Grazie di cuore, carissimi per il giornalino che con tanta simpatia avete voluto offrirmi in dono. Mi congratulo con voi er la cura e l’impegno con cui lo avete realizzato. Un cordiale saluto alle vostre insegnanti ed ai vostri genitori. A voi tutti il mio più fervido augurio ed un affettuoso abbraccio. Sandro Pertini” Nel 1991 la Scuola Elementare si trasferisce nella nuova struttura appositamente costruita e posizionata nella parte alta del paese. L’edificio è moderno e risponde pienamente alle esigenze scolastiche di bambini e insegnanti. Nel 1996 la Scuola estende il proprio bacino d’utenza oltre che ai paesi di Sarche e Ponte Oliveti anche a quelli di Padergnone e S.Massenza. Nel 2012 iniziano i lavori per l'ammodernamento dell'edificio. Il 15 dicembre del 2013 l'inaugurazione con la nuova mensa, il campo sportivo, il cortile esterno con il gazebo, la messa in sicurezza degli accessi ,i nuovi laboratori e le aule a secondo piano. La scuola ora può considerarsi una struttura in grado di accogliere in modo dignitoso gli alunni che sceglieranno di frequentarla. ... In questi ultimi anni la didattica, riferendosi all’esperienza storica e culturale della Cooperazione Trentina, ha saputo valorizzare l’apprendimento cooperativo. Nelle scuole gli alunni hanno costituito cooperative scolastiche allo scopo di imparare a lavorare in gruppo collaborando per raggiungere obiettivi comuni. Le esperienze del 2010 e 2011 sono raccolte in due pubblicazioni: "Impariamo al Cooperazione" e "Gli alunni della cooperativa scolastica "Il dolce lavoro" - Scuola Primaria di Sarche presentano il libro delle ricette" --- Alcune delle pubblicazioni realizzate dalla scuola sono disponibili in biblioteca e /o on-line in questo Archivio.
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Circolo Pensionati e Anziani di PadergnoneHa la sua sede nelle ex scuole elementari in piazza del municipio 2. Ha messo a disposizione dell'Archivio alcune foto e documenti e la pubblicazione
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Compagnia filostorica padergnoneseLa Filostorica di Padergnone è nata nell'inverno del 2015, e la sua denominazione esatta è "Compagnia filostorica padergnonese". Non ha uno statuto depositato ed è un entità "privata" che agli enti pubblici chiede solo di poter utilizzare teatri e luoghi aperti. Suo scopo è la progettazione e la realizzazione di rappresentazioni sceniche relative a fatti notevoli riguardanti la storia e le tradizioni locali. Assolutamente priva di fini di lucro, essa è composta da volontari non necessariamente permanenti e si sovvenziona tramite "benefattori" privati. Autore dei testi rievocativi è Silvano Maccabelli, regista ed "economa" è Maria Dallapè, che sono anche i fondatori della Compagnia. Associata alla Filostorica è la "Corale dei Molini", che ha lo scopo di dotare le rievocazioni di canti a tema, avvalendosi delle medesime modalità costitutive della Filostorica stessa. Maestra direttrice della Corale dei Molini è Lucia Decarli.
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Scuola Primaria di VezzanoParliamo qui di quella che ancora molti chiamano scuola elementare e che un tempo si chiamava scuola popolare, ma tracciamo anche la storia della scuola di Vezzano in generale, per date. Nel 1563 è documentata la presenza scuola di grammatica a Vezzano; in questo tipo di scuola, funzionante dove c’era già una scuola del trivio (= con tre materie: religione, leggere e scrivere, aritmetica), si insegnava prima a leggere, poi la grammatica ed infine la lettura dei classici e la composizione, tutto rigorosamente in latino.(La scuola elementare trentina dal concilio di Trento all'annessione alla Patria - Enrico Leonardi - 1959 – pag 15) Nel 1822, in una lettera, l’Ordinariato così risponde al curato di Vezzano: “Sopra la sua supplica presentata onde ottenere il decreto di maestro per la scuola di Vezzano l'Ordinariato trovasi costretto a scriverLe che non trova possibile “che in Vezzano si congiunga l’ufficio di curato con quello di maestro di scuola”. Quindi l'Ordinariato trova espediente di suggerirLe che voglia in modo conveniente liberarsi dell’aggravio della scuola e consigliare quel comune di assumersi un apposito maestro che possa per intiero dedicarsi alla scuola. Così facendo Ella promuoverà il bene dei suoi curaziani e potrà concorrere al perfezionamento della scuola”. Nel 1834, nella sua “Descrizione del distretto di Vezzano” Carlo Clementi scrisse che a Vezzano “vi sono due scuole elementari”. Un tempo ogni classe era chiamata scuola. Nel 1834 “L’I. R. Camera aulica risolvette di guiderdonare parecchi individui, che nell'anno 1832/33 si distinsero pel loro zelo ed assiduità nell'istruzione in genere ed in ispecie nelle ripetizioni degli oggetti delle Scuole elementari. Questi individui ed i loro premi sono:... Nella diocesi di Trento: la maestra di scuola in Vezzano Anna Garbari 10 fior.,” (Il Messagiere Tirolese. - Trento, Monauni 11 luglio 1834 - Pagina 274) Nel 1846 sappiamo che "A Vezzano il locale offerto gratuitamente dal parroco è oscuro e ristretto" (La scuola elementare trentina dal concilio di Trento all'annessione alla Patria - Enrico Leonardi - 1959 – pag 107) Nel 1869 l'obbligo scolastico viene innalzato fino ai 14 anni, si passa alla scuola popolare laica e all'introduzione degli istituti magistrali. Nel 1902 viene redatto il progetto della scuola di Vezzano, si arriva perciò alla costruzione di un edificio scolastico. Nel 1919 passiamo all'Italia dove nel 1923 entra in vigore la riforma Gentile che porta anche la scuola elementare italiana obbligatoria fino ai 14 anni . Nel 1962 nasce la scuola media e perciò la storia delle due istituzioni da quell’anno si separa. Nel 1969 si è avuta la riforma provinciale che ha decretato la chiusura delle scuole elementari uniche pluriclassi. La scuola elementare di Vezzano si è trasformata così in Centro Scolastico, accogliendo anche i bambini di Fraveggio, Ciago, Lon e Margone Nel 2000/01 inizia un periodo di transito per la scuola Primaria di Ranzo che termina nel 2006/07 quando tutte le famiglie di Ranzo iscrivono i loro bambini a Vezzano. Nel 2003, con la legge 53, la scuola elementare prende il nome di scuola primaria. Nel 2016/17 si inaugura il nuovo polo scolastico di Vezzano che vede confluire nella stessa struttura scuola primaria e secondaria accanto a palestra e uffici dell’Istituto Comprensivo.
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Direzione didattica di VezzanoIl Circolo Didattico di Vezzano è stato un'istituzione, sorta con la riforma Gentile del 1923 (da verificare), che comprendeva un’insieme di sedi scolastiche di scuole elementari e materne del territorio dell'attuale Comunità della Valle dei Laghi, con l'aggiunta di Vigolo Baselga e Baselga del Bondone (nome attuale). La sede della Direzione Didattica Governativa di Vezzano era in Via Dante 7 a Vezzano, nello stesso edificio della scuola elementare, dove ancora oggi è conservato l'archivio di questo ente:
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Scuola elementare ai monti di CavedineQuesta scheda provvisoria ha lo scopo di collegare tutte le schede che si riferiscono a questa scuola. Appena assunte le informazioni necessarie, attraverso le documentazioni che stiamo raccogliendo, verrà completata. Gli alunni sono poi stati trasferiti alla scuola di Pietramurata.
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Scuola dell'infanzia di Vigo CavedineL'asilo infantile di Vigo Cavedine era inizialmente ospitato nella canonica e curato da donne del paese, in un primo tempo solo in estate e per poche ore. Il servizio è andato poi ampliandosi. Nel 1961 è stato trasferito in un nuovo edificio ad esclusivo uso della scuola materna e dato in gestione all'O.N.A.I.R.C con la presenza di due suore. Dipendeva dalla Direzione Didattica di Vezzano. Per approfondirne la conoscenza visitare la pagina dedicata a questa scuola e le schede ad essa collegate.
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Scuola dell'infanzia di CavedineCome esposto nel cartello all'esterno della scuola, curato dal Gruppo Alpini Cavedine e Comune di Cavedine, "L'idea di un Asilo Infantile a Cavedine venne proposta dal sacerdote Francesco Segalla nel 1896. L'istruzione, nell'anno seguente 1897, fu possibile grazie alla raccolta fondi con sottoscrizione sia da parte di abitanti del paese che di emigrati, tra cui Angelo Bortolotti, che dall'Argentina costituì una specifica Fondazione. La prima sede fu nei locali al piano terra del palazzo municipale dove rimase fino al secondo dopoguerra; successivamente vi fu il trasferimento nei locali della canonica al primo piano, a fianco del teatro. L'attuale sede fu inaugurata il 12 novembre 1967; nel dicembre 1971 fu benedetta anche una cappella interna (ora dismessa) per le suore che in quel periodo ne curavano la gestione." Per approfondirne la conoscenza visitare la pagina dedicata a questa scuola e le schede ad essa collegate.
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Scuola elementare dei Masi di Vigo CavedineQuesta scheda provvisoria ha lo scopo di collegare tutte i contenuti che si riferiscono sa questa scuola. Appena assunte le informazioni necessarie, attraverso le documentazioni che stiamo raccogliendo, verrà completata.
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Scuola elementare di StravinoQuesta scheda provvisoria ha lo scopo di collegare tutte le schede che si riferiscono a questa scuola. Appena assunte le informazioni necessarie, attraverso le documentazioni che stiamo raccogliendo, verrà completata.
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Scuola elementare di BrusinoQuesta scheda provvisoria ha lo scopo di collegare tutte le schede che si riferiscono a questa scuola. Appena assunte le informazioni necessarie, attraverso le documentazioni che stiamo raccogliendo, verrà completata.
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Scuola Primaria di Vigo CavedineNel corso del 1800 la scuola era situata in canonica, che si trovava a nord della piazza Conti D’Arco, ora casa Bolognani, poi trasferita presso la cooperativa nella medesima piazza. All'inizio del 1900 sono stati costruiti in Via Nuova una nuova canonica, accanto alla chiesa, ed un nuovo edificio dedicato completamente alla scuola, rimasto in funzione fino al 2020 quando, causa il calo degli alunni, la scuola è stata chiusa ed i bambini sono stati trasferiti a quella di Cavedine. In seguito alle riforme la scuola di Vigo, come tutte le altre, cambia il suo nome: "Scuola popolare" nel 1869, "Scuola Elementare" nel 1923 e "Scuola Primaria" nel 2003.
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Scuola Primaria di CavedineQuella che molti chiamano "Scuola elementare di Cavedine", come sta scritto sull'edificio che la ospita, fino alla riforma Gentile del 1923 era denominata "Scuola popolare generale di Cavedine". Nel 1969/70, la Provincia l'ha trasformata in "Centro Scolastico di Cavedine", una scuola sperimentale a tempo pieno, come anche quelle di Vezzano e Terlago, che hanno accolto gli alunni delle scuole uniche pluriclasse vicine soppresse. Nel 2003 in seguito alla "riforma Moratti" ha assunto il nome di "Scuola Primaria di Cavedine".
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Scuola Secondaria di Primo Grado di CavedineGià nell'anno scolastico 1961/62, in anticipo sugli obblighi di legge, inizia la sua attività, non obbligatoria, la "Scuola media unica in esperimento" di Cavedine con 47 iscritti alla prima classe, provenienti da tutta la Valle di Cavedine. Le famiglie potevano scegliere se far continuare gli studi, ai loro figli che avevano superato la quinta, presso la scuola elementare del loro paese o se mandarli alla scuola media. Da notare che già l'anno prima era stata avviata nella stessa sede la "Scuola secondaria Statale di Avviamento Commerciale" e che chi era stato promosso poteva continuare il percorso iniziato. Dal 1967 è intitolata al Cardinale Cristoforo Madruzzo. Nel 1997/98 viene aggregata alla scuola media di Vezzano della quale diventa succursale. Nel 2000/01 diventa la sede del neonato Istituto Comprensivo di Cavedine di cui fanno parte anche i plessi di scuola primaria della Valle di Cavedine: Calavino, Lasino, Cavedine e Vigo Cavedine. Nel 2006/07 entra a far parte dell'Istituto Comprensivo Valle dei Laghi, con sede a Vezzano, sorto dalla fusione dell'I. C. Cavedine e I. C. Vezzano. Nel 2016/17, da una nuova fusione con l'I. C. Dro nasce l’Istituto Comprensivo Valle dei Laghi - Dro, di cui questa scuola da allora fa parte.
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Associazione "La ginestra"L'associazione La Ginestra è nata nel gennaio 1991 volta a dare al paese una serie di proposte stimolanti per l'aggregazione sociale. Molteplici le iniziative promosse: corsi di nuoto per ragazzi ed adulti di tutta la Valle prima a Trento e poi a San Lorenzo in Banale, corsi di ginnastica dolce per permettere alle signore del paese di mantenersi in forma ed avere dei momenti di incontro, ginnastica moderna per ragazzi, serate danzanti, gite culturali e ricreative per famiglie, collaborazione con altre associazioni in sagre e manifestazioni, attività estive per ragazzi e genitori. Il nome dell'associazione proviene da un gruppo già operante nel paese di Padergnone a cavallo fra le due guerre che si chiamava "a colore ginestra" e che aveva come scopo principale la realizzazione del monumento ai caduti. Per reperire i fondi necessari si impegnò in collette, rappresentazioni teatrali e forme di lotterie, mobilitando l'intera comunità padergnonese. --- Bibliografia: pag. 63
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Corpo bandistico del Borgo di VezzanoUno statuto manoscritto documenta l'esistenza del sodalizio già nel 1892, come Banda sociale del Borgo, dal titolo onorifico che nel 1527 il vescovo Bernardo Clesio donò all'antica villa di Vezzano. Si ha notizia di un concerto tenuto nel 1894 in occasione di San Valentino e degli onori resi all'Imperatore Francesco Giuseppe di passaggio in Valle dei Laghi. Null'altro è documentato fino al 1931, quando Celestino Bressan raduna un gruppo di appassionati al Caffé alla Posta e si apre un libro delle offerte per l'acquisto degli strumenti musicali. A luglio dello stesso anno la banda di Villa Banale dona sedici berretti e sedici strumenti, ai quali si aggiungono poco dopo sei clarinetti e una batteria. Si affittano due locali in via Nanghel, 34, dove Guido Pardi apre una scuola di musica e istruisce gli allievi fino al debutto della prima domenica di ottobre, con il concerto nella piazza centrale di Vezzano. L'avventura continua! La seconda Guerra mondiale rallenta ma non ferma l'attività della banda, che prosegue ininterrotta fino al 1985: la pausa di riflessione di quell'anno sfocia in una ripresa entusiasta, che vedrà fra l'altro la banda accompagnata per svariati anni da un gruppo femminile di twirling. Nel frattempo la presidenza Bassetti ha promosso l'apertura di un corso allievi alla scuola media - in appoggio ai corsi gestiti dalla Federazione – utilizzando gli strumenti donati dalla disciolta banda di Terlago. Il Corpo bandistico festeggia grandiosamente il centenario nel 1992 e nel 1998 approva il nuovo Statuto, tuttora in vigore. La compagine attuale, in media giovanissima, è un gradevole complemento alla storia ultracentenaria dell'associazione: a dimostrazione di come la passione per la musica non abbia età, il suonatore più anziano e quello più giovane hanno circa settant'anni di differenza. Il Corpo Bandistico è stato diretto dal 1987 al 2019 dal Maestro Bruno Gentilini. Attualmente collabora con le realtà bandistiche della Valle dei Laghi in una prospettiva di sviluppo di relazioni positive per il prosieguo dell'attività bandistica. [dalla pagina facebook della banda] I maestri della banda che si sono succeduti sono: Guido Pardi (1931-45), Patelli (1945-56), Carlo Chiusole (1956-86), Armando Ghedini e Carlo Patton (per alcuni mesi), Bruno Gentilini (1987-2019), Gianluigi Favalli. Sono stati presidenti della banda: Ilario Garbari, Mario Chiusole, Angelo Bassetti, Alessandro Chemotti, Silvia Cozzini.
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Comitato Palio delle sette frazioniIl "Comitato Palio delle sette frazioni", formato dai rappresentanti delle sette Pro Loco del Comune di Vezzano e da un rappresentante dell'Amministrazione comunale, è stato attivo con modalità diverse dal 1992 al 2004 organizzando dodici edizioni della manifestazione itinerante nelle sette frazioni denominata "Palio delle 7 frazioni", avente come suo fulcro gare a cavallo in costumi d'epoca con al seguito dei cavalieri le delegazioni in costumi medievali di tutte le sette frazioni. Nel 1992 le 7 Pro Loco, su sollecitazione dell'Assessore comunale Riccardo Garbari, hanno organizzato il primo Palio in occasione dei festeggiamenti per il 50° di fondazione della Banda del Borgo di Vezzano. Visto il successo dell'iniziativa nel 1993 hanno costituito ufficialmente il "Comitato Palio delle sette frazioni", con sede nella sala consiliare del municipio di Vezzano, organizzando ogni anno il Palio in una frazione diversa a supporto della Pro Loco ospitante. Per i primi tre anni è stata la Pro Loco ospitante a finanziare la manifestazione, poi anche il Comitato ha iniziato ad avere un bilancio proprio con cui occuparsi di una parte delle spese. Nel 2004 il Palio è stato sospeso ma è stato comunque stampato il fascicolo ricordo della XII edizione. Poi il Comitato si è sciolto lasciando al Comune di Vezzano i suoi beni.
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Schützenkompanie "Major Enrico Tonelli" VezzanoL'imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, Massimiliano I d'Asburgo nel 1511 conferma la decisione resa dalla dieta tirolese: in caso di aggressione al paese sarebbe stata attivata una forza territoriale difensiva, a base volontaria, operante esclusivamente all'interno dei confini del paese. Col passare del tempo nei vari territori fu scelto un luogo chiamato Bersaglio dove i volontari si allenavano al tiro La presenza di una Compagnia degli Schützen a Vezzano con un proprio Casino di Bersaglio è documentata fin dal 1703. Scomparsa con la fine della Grande Guerra è stata ricostituita nel 1986 allo scopo di portare avanti i valori della fede, della libertà, della giustizia e della pace.
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Banda Sociale di CavedineL'atto di fondazione della Bandina Sociale di Cavedine risale all'11 giugno 1892, dato ricavato non già dal documento ufficiale, purtroppo mancante, ma dalla ricostruzione effettuata a partire da fonti scritte successive. La creazione di un'associazione culturale-ricreativa di questo tipo richiese un notevole sforzo finanziario del quale si fece carico l'intera comunità. Nei suoi primi anni di attività la bandina di Cavedine, partecipò attivamente alla vita della comunità accompagnando con la sua musica sagre paesane, processioni religiose e civili e anche concerti per privati benestanti. Di quel periodo è la partecipazione della banda al "Giubileo Hoferiano" tenutosi ad Innsbruck il 28-30 agosto del 1909, la prima delle grandi uscite che l'associazione avrebbe svolto nella sua storia ultracentenaria. Durante il corso del primo conflitto mondiale l'attività associazionistica della banda venne forzatamente interrotta, per riprendere con gradualità negli anni del dopoguerra. I problemi politico-economici legati al periodo post-bellico e soprattutto l'emigrazione di massa ridimensionarono l'attività del sodalizio; nonostante tutto fu proprio in quegli anni di crisi che l'associazione perse la primitiva denominazione di "bandina" a favore dell'ancor oggi in uso "Banda Sociale di Cavedine". Le prove, concentrate durante il periodo di stasi agricola, rinnovavano di anno in anno il repertorio costituito prevalentemente da marcette ed inni patriottici, non facendosi mancare, talvolta, l'impegno della musica operistica. Oltre all'aspetto musicale, va sottolineato anche quello inerente l'immagine: nel corso della sua storia la banda vide l'alternarsi di ben cinque divise. Le prime avevano il cappello piumato, ispirato alla tradizione austriaco-tirolese (ricordiamo che fino alla fine della Prima Guerra Mondiale il Trentino-Alto Adige faceva parte dell'impero austro-ungarico). Con l'avvento degli anni sessanta la fase di stanca dell'associazione sembrò riflettersi anche sulla divisa, che per oltre un decennio si limitò al solo berretto. Negli anni '70-80 si ritornò alla divisa completa, di taglio diverso e distante dal modello originale. La divisa attuale è stata rinnovata in occasione del centenario di fondazione e volutamente richiama molti aspetti della tenuta originaria, a testimonianza della propria lunga storia (si vedano le varie fotografie correlate). FONTE: tesi di laurea, La banda: ieri e oggi, relatore: prof.ssa Rossana Dalmonte, correlatore: dott. Marco Uvietta, laureando: Daniele Gober, Università degli Studi di Trento, Facoltà di lettere e filosofia, Corso di laurea in Scienze dei Beni culturali, a. acc. 2004-05. Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati da importanti cambiamenti in seno al direttivo e da un progressivo e costante miglioramento della qualità e dell'esecuzione di un rinnovato repertorio; l'aspetto musicale è stato affidato dal 2014 al giovane maestro Roberto Garniga, mentre dal 2019 la presidente è Barbara Travaglia, la prima donna nella storia dell’associazione a ricoprire questo ruolo. Oggi la Banda Sociale di Cavedine può vantare un organico numeroso e di qualità, un rinnovato parco strumenti e un vasto repertorio che spazia dai brani originali per banda alle moderne colonne sonore ed ai pezzi classici, senza dimenticare le tradizionali marce da sfilata. Merito dei responsabili della Banda è anche quello di aver saputo valorizzare le leve giovanili, organizzando corsi di formazione musicale in collaborazione con la Scuola Musicale Alto Garda, consci del fatto che la banda svolga un ruolo di educazione ma anche un momento di amicizia e di ritrovo. La soria della banda è qui narrata attraverso foto e documentati presenti in questo archivio:
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Associazione Culturale Santa Massenza piccola Nizza de TrentL’associazione culturale “S. Massenza, piccola Nizza de Trent”, è nata nel 2005 da un gruppo di persone residenti nella Frazione di Santa Massenza allo scopo di studiare e diffondere grazie alla ricerca le ragioni storico - culturali e gli eventi che hanno contribuito a creare le particolarità del paese di Santa Massenza. Con il materiale raccolto e le testimonianze nel 2006 in collaborazione con: l’assessorato alla cultura della Provincia Autonoma di Trento, il Comune di Vezzano, l’Enel, i Distillatori e la Pro-loco di S. Massenza, La Cassa Rurale della Valle dei Laghi e singoli cittadini , è stata realizzata una mostra permanente intitolata Santa Massenza " UN VIAGGIO TRA TURBINE E ALAMBICCHI". Un Viaggio tra le specificità di Santa Massenza. Fatte di contrasti e amenità. Per capire il perché dei mastodontici impianti idroelettrici e come il Trentino e la gente del posto ha risposto alle esigenze energetiche del dopoguerra. Nel 2007 è stata realizzata la mostra permanete "Olivi Estremi" - foto storiche e documenti riferiti alla presenza dell’olivo e del suo prodotto in valle dei Laghi. Limite settentrionale massimo storico per la produzione dell'olio extravergine di oliva. Nel 2008 in collaborazione con realtà istituzionali e private ha dato il via alla Manifestazione evento "La notte degli alambicchi accesi", ora riconosciuta manifestazione di rilevanza Regionale. Il nome dell'associazione "La Piccola Nizza de Trent" Nei racconti appassionati degli anziani emerge tutta la poesia dei ricordi del paese di Santa Massenza affacciato sulla sponda del lago: la mitezza del clima, il porticciolo per le barche, i bagni nel lago, la pesca del luccio, il grande palazzo-albergo del Principe vescovo, le antiche distillerie, il vino santo, la coltivazione del broccolo e tanto altro ancora. Tutto questo faceva di S. Massenza la “Piccola Nizza”, decantata dal poeta Trentino degli anni 30 Pranzelores. Nel secondo dopoguerra “l’epopea idroelettrica” muta le sorti dell’Italia e del borgo con i suoi abitanti sotto vari punti di vista. La nuova centrale, territorialmente strategica nel sistema energetico del Paese, muta i destini di Santa Massenza portando lavoro tanto prezioso nel difficile contesto del dopoguerra ma anche segnando profondamente la locale realtà territoriale. Da quel momento il perenne moto delle turbine fa da sfondo all’impegno che gli abitanti dedicano alla valorizzazione dell’arte dei loro antenati, dando una connotazione particolare alla lavorazione dell’uva. Questa lavorazione farà di questo luogo un episodio prezioso ed unico nel panorama della vitivinicoltura nazionale: “Il Paese della Grappa e del Vino Santo”.
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Centro Studi JudicariaIl Centro Studi Judicaria nasce nel 1982 per iniziativa dei Consorzi dei Comuni B.I.M. Sarca-Mincio-Garda di Tione e Chiese di Condino e svolge la sua attività su un vasto territorio che comprende i trentotto comuni delle Valli Giudicarie, la Valle dei Laghi, l’Alto Garda e Ledro. Judicaria raccoglie, salvaguarda, valorizza gli elementi e l’insieme degli aspetti sociali ed umani che rappresentano la storia delle Giudicarie attraverso pubblicazioni, mostre, convegni, premi letterari, corsi di aggiornamento per insegnanti, interventi nelle scuole.
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Associazione culturale La rodaIl Gruppo culturale “La roda” è nato nel 1991 in occasione del 40° anniversario di ricostruzione del Comune di Padergnone allo scopo di realizzare una pubblicazione su storia, tradizioni e tessuto sociale nei suoi multiformi aspetti di questo paese-comune. In una delle pergamene esaminate, datata 11 dicembre 1612, i ricercatori hanno trovato che “li maggiori siano in perpetuo elletti Drio La Roda” cioè a turno, di qui il nome del gruppo e la decisione di svolgere a turno il ruolo di responsabile dell'associazione stessa. Dopo la pubblicazione di questo libro, il gruppo si è sempre occupato della redazione del notiziario comunale ed ha curato altre pubblicazioni sia per il Comune che per le associazioni del paese con le quali collabora anche nell'organizzazione di particolari ricorrenze. --- Bibliografia: pag. 18