Così si presentavano gli ingranaggi sotto il "castello" del mulino Cattoni una novantina di anni dopo la sua chiusura. Si può vedere la solida struttura in tronchi (castello - "pùlpit") che sostiene l'albero di trasmissione (fuso) collegato alla ruota idraulica esterna. Sul fuso è fissata una grande ruota dentata (lubecchio - "scudo") che trasmette il movimento, grazie ai suoi denti che entrano nella lanterna o rocchetto collegata alla macina mobile nella parte superiore del castello, separata da un robusto pavimento di legno. Vediamo anche che allo stesso lubecchio era collegata un'altra lanterna che portava il movimento ad un'altra ruota muovendo così contemporaneamente anche un altro attrezzo, come potrebbe essere il buratto per setacciare la farina o la pila per sbucciare i chicchi.
Di fianco all'edificio che ospitava il mulino Cattoni si vede il letto della derivazione ripulito ed un'ampia concrezione di travertino, qui chiamato tufo, laddove passava il canale di derivazione che portava l'acqua sopra la ruota, attraverso un canale mobile in legno chiamato "doccia".
Accanto al mulino da molti anni disuso, il letto della derivazione era invaso dalle piante ma erano ancora visibili il perno della seconda ruota, la concrezione di travertino laddove partiva il canale mobile in legno che portava l'acqua sopra la ruota ed il palo di sostegno a questa canaletta infisso nel muro dell'edificio, rendendo chiaro il salto che l'acqua faceva.
L'anziana nella foto è Orsola Zambanini, moglie di Albino Zuccatti tessitore, di cui ci ha raccontato qualcosa la nipote Antonia classe 1931 nell'intervista collegata. Antonia è la più piccola in questa foto, l'altra bimba è la sorella Carmen, classe 1927, mentre la loro mamma, Maria Coslop era incinta di Giovanna, ricordo che ha permesso la datazione dello scatto.
Sullo sfondo si vede il dos dei Segrai praticamente spoglio.
Curioso anche il racconto di Antonia rispetto al fotografo: Alviz Zambanini, cugino della nonna, era emigrato in Austria e quando arrivava da Linz in bicicletta per far visita ai parenti portava con sé la sua macchina fotografica, fissando così su carta immagini della famiglia.
Poco distante dall'edificio che ospitava il mulino Cattoni si vede il corso naturale della roggia; accanto alla casa: il letto della derivazione, una ampia concrezione di travertino, qui chiamato tufo, laddove passava il canale di derivazione che portava alla "doccia", il perno di una delle ruote idrauliche.
La fotografia ritrae la squadra di minatori addetti allo scavo della "Finestra dei Gaggi".
In basso a sinistra troviamo Germano Nicolini; in alto, da sinistra verso destra, Andrea Bixio Prandini e Fernando Tonelli.
In questa fotografia sono raffigurate due donne, la madre Antonia, seduta, e sua figlia, in piedi a fianco a lei.
Sone colte in un importante momento di lavoro domestico, il ricamo, probabilmente di un lenzuolo.
La madre, che guarda dolcemente la figlia, sembra controllare il lavoro da lei svolto.
La cartolina è stata spedita nel 1922 ma la foto aveva almeno 10 anni in quanto il fotografo è morto nel 1912. Dalla divisione in due parti del retro si deduce una datazione della stampa successiva al 1905, anno in cui questa tipologia è stata adottata in Austria.
La fotografia ritrae la piccola Pisoni Lucia nel giorno della sua Prima Comunione.
Come di consueto per l'epoca, indossa un vestito tradizionale e porta sul capo un velo in tulle.
Alle sue spalle possiamo notare il paese di Castel Madruzzo, in particolare la maestosa Chiesa Lauretana.
La fotografia ritrae i coniugi Bruno e Alda Bassetti, originari di Santa Massenza, nel 1953, davanti a un'esposizione di vino santo.
Grazie alla targhetta posta in alto, che riporta il nome: "Salvetta Dario Sarche", sappiamo che si trattava dell'azienda agricola vinicola fondata a Sarche proprio da Dario Salvetta negli anni '30 del 1900 e tutt'ora produttiva.
La fotografia ritrae una bambina di otto anni, in chiesa, nel giorno della sua Prima Comunione.
Come di consueto per l'epoca, indossa un vestito tradizionale ricamato e porta sul capo una coroncina con il velo in tulle anch'esso con dei ricami.
L'immagine raffigura dei contadini impegnati nella cura delle barbatelle.
Si tratta dell'azienda Sommadossi - Bernardi, una delle prime a produrre barbatelle nel paese di Padergnone.
Il luogo è situato in località "Le cime", ora zona residenziale.
Questa attività si è diffusa moltissimo nel paese, che vanta ancora oggi un alto numero di produttori.
La fotografia ritrae Anna Chemelli con la madre Letizia Pedrini, nella storica piazza del paese di Madruzzo.
Sebbene la zona abbia subito dei miglioramenti (ad esempio: nella foto la strada appare sterrata mentre ora non lo è più), il luogo rimane oggi complessivamente molto simile e immediatamente riconoscibile.
In questa fotografia è ritratto Quintino Rigotti (1901-1994), originario di Padergnone, insieme ai commilitoni, durante il servizio prestato al fronte nella Prima Guerra Mondiale.
Quintino, in seconda fila, partendo da sinistra, è il quarto raffigurato.
La datazione è stimata e motivata sulla base della data di nascita di Quintino.
In questa fotografia è ritratto Quintino Rigotti (1901-1994), originario di Padergnone, figlio di Pietro Rigotti e Antonia Marzani.
Indossa i tipici abiti militari perché ha prestato servizio al fronte durante la Prima Guerra Mondiale.
La datazione è stimata e motivata sulla base della data di nascita di Quintino.
Da destra, Maria Chemelli, Venuti Elisa, e un'anziana signora, appaiono ritratte, probabilmente dal centro storico del paese di Madruzzo, con il maestoso Castello alle spalle, sullo sfondo.
L'attuale scenario rimane oggi pressoché immutato.
Questa fotografia ritrae una giovane ragazza, Alda Coser, in posa davanti all'affascinante Castel Toblino, ora lungo la sponda è presente la famosa passerella che costeggia l'omonimo lago.
In questa fotografia è ritratta la numerosa famiglia di Romualdo Pedrini (uno dei bambini raffigurati), originaria di Pergolese, sul carro trainato da cavallo, in suo possesso, che utilizzava per gli spostamenti.
La datazione è approssimativamente stimata agli anni '30 del 1900.
L'immagine è un ritratto della famiglia Contrini, originaria di Sarche, ritrae la prima e la terza generazione della famiglia: nonni e nipoti.
Al cento sono seduti i nonni, Maria e Isidoro Contrini, e intorno a loro, in piedi, ci sono i nipoti, da sinistra: Iole, Alda, Ada, Afra, e i piccoli Franco e Adolfo.
La foto è stata scattata davanti alla loro abitazione, che si trovava nel rione nord-ovest di Sarche, allora chiamato "ghetto".
Luogo e data sono certi, grazie alla scritta riportata sul retro: Sarche, 7-7-45.
L'immagine è un ritratto della famiglia Contrini, originaria di Sarche, ritrae la prima e la seconda generazione della famiglia: genitori e figli.
In prima fila, al centro: i genitori Maria e Isidoro , con ai lati la figlia Ester e il figlio Giuseppe;
in seconda fila, da sinistra, i figli: Maria, Quintilia, Edvige e Virginia;
in terza fila, sempre da sinistra, i figli: Aldo e Guido.
Il ritratto rappresenta una famiglia molto numerosa, caratteristica ricorrente nelle famiglie di una volta.
La foto è stata scattata davanti alla loro abitazione, che si trovava nel rione nord-ovest di Sarche, allora chiamato "ghetto".
Luogo e data sono certi, grazie alla scritta riportata sul retro: Sarche, 7-7-45.
Beniamino Bassetti (1889-1956), originario di Santa Massenza, ha prestato servizio al fronte durante la Prima Guerra Mondiale.
In questa immagine è il terzo in piedi partendo da destra, raffigurato con i compagni d'armi. Molti di loro sorreggono una targa di legno riportante il loro nome, utile ai famigliari per poterli riconoscere; su due targhette compare anche la data "1910", motivo per cui la foto potrebbe risalire al periodo precedente la guerra, durante l'obbligo di leva.
Si tratta di una cartolina non viaggiata, periodo stimato: 1910 - 1918.
Beniamino Bassetti (1889-1956), figlio di Angelo e Aurelia Bassetti, originario di Santa Massenza, oltre ad aver lavorato presso l'omonima cantina produttrice di vino santo e presso la Cassa Rurale di Santa Massenza, di cui il padre è uno dei fondatori, ha prestato servizio al fronte durante la Prima Guerra Mondiale.
In questa immagine è il primo da sinistra, raffigurato con i commilitoni al fronte in un momento di convivialità.
Riportiamo la trascrizione presente sul retro della cartolina, indirizzata alla famiglia di Bassetti Angelo, in Santa Massenza di Vezzano (Trento):
"In campo, 8 marzo 1918
Dare da bere agli assetati è un'opera di misericordia ma tenersene anche per sè son doveri.
Tanti saluti a tutti voi
Beniamino"
Cartolina viaggiata recante data: 8 marzo 1918.
Sul retro compaiono la data dell'evento tracciata a matita: 25 - 2 - 1937 e il timbro "Pietro Rigotti - cantina vini"; quest'ultimo, tuttavia, pare non avere alcuna rilevanza e significato per la fotografia.