Serviva per raccogliere l’acqua calda dalla vaschetta inserita nella cucina economica. Aveva un manico lungo ed un piccolo contenitore rettangolare. Solitamente era a portata di mano sul passamano della “fornela”.
piccolo recipiente in cui si contiene il sale per la tavola, costituito da due piccoli recipienti in vetro ed in mezzo un contenitore in alzata per inserire gli stuzzicadenti.
Arnese di legno per schiacciare e ammorbidire la carne prima di cuocerla, sulla piccola superficie si trovano dei dentelli per rompere le fibre della carne.
Il suo utilizzo consisteva nell'abbrustolire orzo, soia, mais. S’introducevano i chicchi dei rispettivi cereali all’interno del cilindro, si metteva sopra il fuoco, intanto un’elica interna mossa dall’esterno da una manovella muoveva i grani per non farli bruciare.
Utensile da cucina per riscaldare alimenti liquidi. E’ provvisto di una sola ansa. Gli utensili da cucina in alluminio e rame, in presenza di qualche fenditura erano portati al stagnin (pignattaio) perché provvedesse alla loro riparazione. Lo stagnino arrivava in paese qualche volta all’anno.e mettendosi in piazza accendeva un focherello per procedere alla stagnatura degli oggetti.
Era il lume portatile costituito da un basamento in metallo da una coppetta in vetro che conteneva l’olio con lucignolo ed un vetro a forma allungata bombato alla base e stretto all’altezza (che in questa lucerna manca), che serviva per ampliare la fiammella.Il lucignolo era una piccola treccia di fili che aspirava l’olio e produceva la fiammella.
Serviva per sostenere la candela, che era inserita nella spirale. Il nome “bugia” deriva dalla città di Bugia (Algeria) dove erano prodotte le candele. Si collocava sul tavolo della cucina e si accendeva al momento della cena.
Acquasantiera era collocata a fianco del letto. Dalla sua conchiglia si attingeva l’acqua santa per il segno della croce. Manufatto ricco di decorazioni a sbalzo.
Indumento femminile. Calze confezionate a mano con ‘l bombas (filo di cotone). Hanno la soletta realizzata con un altro filato; significa che la parte del sottopiede era stata sostituita. Questo procedimento si adottava per non dover scartare l’intero manufatto. Indossate le calze superavano di poco il ginocchio e erano trattenute con un elastico.
Serviva per fasciare il neonato. Questi appena nato era completamente fasciato dal collo fino alle caviglie la procedura serviva per irrobustire la struttura ossea ancora debole dell’infante. .
Indossato dalla ragazza che andava in servizio in casa privata. Per il servizio in tavola oltre a questo indumento la “servetta” aveva l’obbligo di mettere in testa la cufietta e indossare un vestito scuro.
Lo indossava la donna quando si recava in chiesa. Tassativamente era di colore nero. Il più frequente era il velo a forma di triangolo ma si poteva trovare anche il velo lungo intarsiato di ricami. Si custodiva nel cassetto del comodino con la corona e il libretto delle Massime Eterne
Asciugamani di diversa fattura; chi con frange, chi con ricami, chi con intarsi. Facevano parte della dote che la donna al momento de matrimonio portava con sé nella nuova famiglia. La dote era confezionata dalla ragazza che iniziava ancora giovinetta a ricamarla.
Libro per seguire la celebrazione della S. Messa. Ogni donna possedeva un libretto che portava con sé durante la funzione sacra della mattina. Conteneva le preghiere del mattino e della sera. Invocazioni ai santi e le litanie.
Porta sale e pepe da tavolo. Poteva essere di fattura diversa ma comunemente di vetro. Il sale era un alimento costoso e molto raro. Si acquistava presso i negozi autorizzati di “Sali e Tabacchi” in quanto derrata di monopolio.