Attilio Ernesto Tonelli ritratto in due fotografie: la prima con una nipote, nella seconda con moglie e figli.
Nella prima, si nota la bambina a cavallo di un triciclo, che per l'epoca sarebbe stato davvero inusuale per il nostro territorio.
Una volta trasferitosi con la famiglia a Joliet, lì rimase: Rodney, suo discendente e autore della ricerca di ricostruzione, vive ancora a Joliet con la famiglia.
Attilio Ernesto Tonelli con la famiglia in uno scatto che lo ritrae all'interno del suo negozio a Joliet.
Attilio Ernesto Tonelli nacque a Vezzano nel 1880 ed è figlio di Teodoro Domenico Tonelli (di Vezzano) e (Giuseffa Chistè di Calavino). Nel 1905 emigrò negli Stati Uniti e lavorò in una miniera di carbone a South Wilmington (un villaggio minerario dell'Illinois): qui conobbe sua moglie. In seguito cambio attività, aprendo un negozio di alimentari, e quando si spostò a Joliet (un altra cittadina dell'Illinois) nel 1912, aprì anche lì un negozio.
Teofilo Tonelli, suo fratello, lo raggiunse e aprì anche lui un negozio nella cittadina. Un terzo fratello, Evaristo Lorenzo Tonelli emigrò a Buenos Aires, in Argentina, mentre il quarto fratello, Giuseppe Oreste Tonelli, giunse nel Michigan.
Attilio morì in Illinois nel 1961.
Quasi un secolo dopo, Rodney, discendente di Attilio, ricostruisce la vita da emigrato del bis nonno cercando e collegando documenti e fotografie.
Foto ricordo della banda di Vezzano diretta dal Maestro Carlo Chiusole. Madrina era Tullia de Eccher, che aveva ben tre familiari nell'organico, e porta lo stendardo. Accanto a lei le vallette Roberta Tonelli e Giuliana Ronchetti.
Sulla destra, accanto al Maestro, il sindaco Celeste Bressan.
Sulla sinistra il presidente della banda, Mario Chiusole, fratello del maestro.
Il gruppo di Vezzano che faceva parte della fanfara A.N.A. di Trento.
In piedi: Carlo Biscaglia, Mario Gentilini, ?, Giuseppe Gentilini con moglie e cognata.
Seduti: Enrico Aldrighetti, Remo Garbari, Renzo Garbari, Adolfo Tonelli, Maestro Patelli, Luigi Bressan.
Livio e Cesare (detto Cesarino) Bassetti suonano mandolino e chitarra sulla terrazza di casa in piacevole compagnia. Dietro di loro una catasta di robuste assi rivela la professione esercitata dalla famiglia: i falegnami.
L’alluvione aveva allagato le cantine di via Roma e si camminava su assi sopra l’acqua per entrare in casa nelle androne.
Nonostante la scarsa qualità della foto, in assenza di immagini migliori, ci sembra giusto ricordare come nei periodi particolarmente piovosi nella parte sud di Vezzano l’acqua saliva dal sottosuolo e allagava le cantine. Il primo che
vedeva innalzarsi l’acqua nella propria cantina avvisava i vicini che così talvolta facevano in tempo a portare all’asciutto le cose che lì conservavano comprese
le botti sia vuote sia piene. Che angoscia vedere l’acqua alzarsi dentro casa, lenta ma inarrestabile, e non poter far nulla per fermarla; se tutto era andato bene la cantina era ormai vuota, solo i “giasii” (strutture in legno sulle quali poggiavano le botti) galleggiavano tristemente.
Giuseppe Leonardi riceve la targa di riconoscenza per il servizio prestato nei Vigili del Fuoco Volontari di Vezzano quando lascia il suo incarico di capo dei pompieri, ruolo poi assunto dal figlio Carlo.
Lo circondano i pompieri più anziani: Enrico Aldrighetti, Adolfo Tonelli e Luigi Gentilini.
Gruppo di persone fanno il bagno nel lago di Santa Massenza. La signora Flora, nel riguardare questo scatto, ricorda l'allegra musica di sottofondo che veniva dall'albergo Conti e le spensierate nuotate che facevano più quelli provenienti dalla città che non quelli dei dintorni. Lei, trasferita da Fraveggio a Trento in tenera età, aveva potuto frequentare con le sue sorelle la piscina comunale di Via Madruzzo, denominata "Cock"e così, quando tornava a Fraveggio per le feste, le vacanze, o come profuga dopo il bombardamento di Trento, poteva farsi una passeggiata fino a Santa Massenza e nuotare in compagnia.
In genere quelli che vivevano sul lago sapevano nuotare ma quelli dei dintorni si accontentavano dei giri in barca o di stare in compagnia a riva a cantare e suonare.
Lo scatto ben raffigura il lago prima della costruzione della
I vigili del fuoco, organizzatori della "sbigolada" di carnevale a Fraveggio mangiano la loro porzione di spaghetti al ragù nei loro piatti portati da casa, come era tradizione prima dell'avvento de piatti in plastica usa e getta.
Come se fossero in un'ordinata fila ecco due bambini, un giovane cedro, una fontana e un lavatoio.
La piazza un tempo era dei bambini, ora loro se ne stanno in casa e la piazza è diventata parcheggio; il cedro ingombrante e pericoloso è stato abbattuto, la pubblica fontana ormai inutile è stata divelta, il lavatoio recuperato e valorizzato fa ancora bella mostra di sé.
La piccola Luisa Bressan suona lo zufolo travestita da tirolese nello spazio circolare ai piedi del giovane cedro nella piazza di Fraveggio.
Presso i lavatoio si intravede la postazione per la sbigolada ed intorno qualche persona, segno che la festa del carnevale stava per cominciare.
In questa immagine della benedizione della campana di Fraveggio sono ben riconoscibili il parroco del tempo, don Marco Leonardi di Tuenno, e il padrino della campana, Edi Bressan.
Altre foto di questo evento si possono vedere qui:
Il cedro piantato nella piazza di Fraveggio negli anni '50 fa qui bella mostra di sé. Verrà poi abbattuto nel 1995 dall'Amministrazione comunale poiché divenuto imponente e pericoloso.
Col suo cappello da vigile e le mostrine sul colletto della tuta, a dimostrare il suo attaccamento al corpo dei vigili del fuoco, Enrico Aldrighetti ha continuato a svolgere la sua opera di volontariato nella preparazione della "sbigolada" di carnevale, sempre ben accetto e stimato anche dai colleghi più giovani.
L'ingrandimento in formato 30,5x24 cm, scansionato in questa occasione, riporta sul retro la dicitura: "Russi in Naran 1914-18".
È presumibile che i prigionieri russi fossero utilizzati in località Naran per il lavoro in campagna.
Il carnevale a Vezzano è tradizionalmente preparato dai vigili del fuoco, sia quelli in servizio attivo, sia quelli che avendo superato i 60 anni devono interrompere il servizio.
Giuseppe Leonardi, qui all'ultimo anno a capo del corpo dei vigili del fuoco volontari di Vezzano, insieme alla sua squadra con le nuove divise. In prima fila i pompieri più anziani: Enrico Aldrighetti, Adolfo Tonelli e Luigi Gentilini.