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Documento storico
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Etichetta Vino Santo cantina Ricci DomenicoEtichetta di Vino Santo della cantina di Domenico Ricci. Domenico nacque nel 1881. Ereditò la cantina e iniziò la produzione di Vino Santo nel 1920 assieme all'amico Carlo Pisoni, che possedeva diversi vigneti: veniva utilizzata solo uva Nosiola proveniente dai monti di Calavino. La vendita del Vino Santo avveniva per lo più in zona, attraverso le due attività di famiglia, l'albergo Ricci a Calavino e il Rifugio Lagolo situato nell'omonima località. La cantina chiuse nel 1944, con la morte di Domenico. (Informazioni prese dal libro di Andrea Andreotti, "Vino Santo Trentino, un luogo un mito", Valentina Trentini Editore, 2005, pagina 111)
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Etichetta Vino Santo Cantina PisoniVecchia etichetta della Cantina Pisoni utilizzata sulle bottiglie di Vino Santo.
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Sussidio profughi 1918Documento mandato da Innsbruck al Comune di Santa Massenza per corrispondere 1.400 lire per il mantenimento dei profughi. La data è del 4 ottobre 1918.
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Rendita catastale 1890-1900Documento della rendita netta catastale nei Comuni del Distretto di Vezzano riferito al decennio 1890-1900.
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Carta intestata cantina Beniamino BassettiIntestazione decorata presente sulla carta da lettera della cantina Beniamino Bassetti, che operò a Santa Massenza fino alla seconda metà del 1900.
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Locandina cantina Beniamino BassettiLocandina che elogia la produzione di Vino Santo della cantina Beniamino Bassetti, che ha operato a Santa Massenza fino alla seconda metà del 1900.
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Cartolina cantina Beniamino BassettiCartolina della cantina Beniamino Bassetti ancora vuota. La cartolina recita la specialità di produzione della cantina, il Vino Santo, oltre a vini bianchi, neri, acquavite e altre. La cantina chiuse la sua attività nella seconda metà del 1900.
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Etichette cantina Beniamino BassettiVarie etichette di alcune delle produzioni della cantina Beniamino Bassetti, non più in attività (chiuse nella seconda metà del 1900). Ci sono il Teroldico, ovvero Teroldego, il Moscato Passito, Vino Vermouth e Acquavite.
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Libro comunale di RanzoSul numero 45 di retrospettive Ettore Parisi descrive brevemente la storia ed il contenuto di questo libro. Qui invece lo si può vedere fotografato e si può leggere la trascrizione integrale che Ettore ha fatto.
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Certificato ipotecario 1886Nel documento vengono riportati toponimi relativi a Santa Massenza: Campagna, alla Medega, ai Nosiolli, di cui gli ultimi due caduti in disuso, ed a "Sarca di Calavino": Ponte dei Sacchetti e Parti. Quali coltivazioni viene fatto riferimenti a viti e gelsi. La banca presso cui era stata fatta l'ipoteca in oggetto era la Cassa di Risparmio di Trento. A tal riguardo ricordiamo che solo poi nasceranno le casse rurali su questo territorio, in particolare nel 1896 a Vezzano, nel 1910 a Calavino, nel 1912 a Santa Massenza. --- Per una prima rapida lettura si riporta la trascrizione del documento curata da Rosetta Margoni: N. 1518/VI.3-1886 A xxxx Giovanni fu Pietro Parisi di Santa Massenza Ad evasione della sua istanza pres. ? N. 1518, diretta ad ottenere il certificato ipotecario rispettivamente agli stabili sotto descritti, ed invero al nome di Gottardi 1. Andrea fu Giuseppe di Aldeno dal 1° luglio 1869, al 30 maggio 1884 a riguardo dello stabile al ponte dei Sacchetti =N24= ,e 2. al nome di Parisi Giovanni fu Pietro di Santa Massenza dal 1 luglio 1869, al 3 maggio 1884 in poi a riguardo di tutti gli stabili. Riandati con diligenza questi registri dei diritti reali, si certifica avere rinvenute le seguenti passive inserzioni: I. Li 23 maggio 1884 al N. 225, i fratelli Andrea e Giuseppe Gottardi di Aldeno vennero inseriti dalla Cassa di Risparmio di Trento per l’importo di aust. Fiorini 1000, con ipoteca sopra due arative con viti e gelsi in Sarche l. d. = al ponte di Sacchetti ed anche Parti =. II. Li 31 maggio 1884, al N. 233 venne inscritto il documento 24 stesso mese col quale Andrea e Giuseppe Gottardi vendettero a Giovanni fu Pietro padre, ed Antonio di Gio’.Parisi, figlio di Santa Massenza due arative vitate ? in Sarche l. d. Al Ponte dei Sacchetti per l’importo di aust. f. 1500, dei quali f. 1000 vennero accollati da pagare alla Cassa di Risparmio di Trento avente per tale importo ipoteca sugli stabili stessi, in forza del documento inscritto li 23 maggio 1884 al N. 225, mentre per il residuo prezzo di compra d’austr. f. 500 vennero oltre gli stabili medesimi vincolati di ipoteca da Giovanni Parisi, padre un’arativa = alla Campagna = ed altra Medega; - e da Parisi Antonio figlio la quarta parte di 9 stabili di sua proprietà III. Li 6 luglio 1885 al N. 344 i coniugi Giovanni fu Pietro e Petronilla Parisi di Santa Massenza vennero inscritti da Giuseppe fu Giovanni Cappelletti di Ciago per austr. f. 246:50 con ipoteca sopra gli stabili tutti sotto descritti. IV Li 20 luglio 1885 al N 360 venne inscritto il decreto 15 maggio 1882 N 2638 col quale furono aggiudicati nelle esenzioni in danno di Alfonso Perini e cons. a Giovanni fu Pietro Parisi di S. Massenza gli stabili = alla Campagna = alla Medega = ed ai Nosiolli = sotto descritti coll’assegno di pagamento di austr. f. 239:15 a Teresa Pollini di Rovereto, e – 1442:45 ad Angela Benvenuti di detto luogo; Quindi austr. f. 1681:60 godente ipoteca sugli stabili stessi in forza del documento notarile arch. Gli 11 Novembre 1874 al N. 591. V. Li 22 Agosto 1885 al N. 437 Giovanni fu Pietro Parisi di Santa Massenza venne inscritto dalla propria moglie Petronilla Parisi per austr. f. 1067:65 con ipoteca sugli stabili: alla Campagna =alla Medega = ed ai Nosiolli = fatta descritti stabili 1. Arativa con viti e gelsi pertinenze di S. Massenza ora posseduta dal sunnominato Giovanni Parisi l. d. Alla Campagna con poco prato, a cui 1.3 strada 2. Rosa Bassetti, 4 fratelli Polli fu Francesco. 2. Arativa con viti e gelsi detta pertinenza l. d. Ai Nosiolli, cui 1 Francesco Bassetti, 2 fratelli Polli, 3 strada, e 4 Francesco Bassetti. 3. Arativa con viti e gelsi detta pertinenza l. d. Alla Medega, cui 1.3 strada, 2 Clemente Polli, 4 Damiano Bassetti. 4. Arativa con gelsi e poche viti in Sarca di Calavino l. d. Ponte dei Sacchetti, cui 1 il Rimone, 3 strada, 4 Antonio Chisté da Gian. Chi ne avesse un interesse potrà prendere ispezione di questi registri dei diritti reali per convincersi dell’esattezza del presente certificato. Dall’I. Giudizio Distrettuale Vezzano 20 aprile 1886 [firmato]
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Eredità di Claudio Bassetti - 1899Documento scritto a matita L'analisi della "eredità abbandonata" da Claudio Bassetti, che descrive tutte le proprietà facendo riferimento alle particelle catastali ed ai nomi di località, ci permette di localizzare in mappa questi toponimi: Campagna, Vai, Roggiole, Pontare, Giare all'interno del CC Fraveggio di cui Santa Massenza fa parte ed inoltre Sottovi di Padergnone, Fossà e ai Colmi di Vezzano, Valle di Ranzo. Riguardo l'uso del terreno fa riferimento a zappative, arative con viti e gelsi, prate e boschi. Il valore dei beni è espresso in fiorini. Quando indicate, le superfici sono espresse in pertiche (4,3899 mq circa). --- Trascrizione del documento per una prima rapida lettura a cura di Rosetta Margoni: N° d’affari A44/99/8 A Bassetti Emmanuele fu Claudio S. Massenza L’eredità abbandonata da Bassetti Claudio fu GianBattista di S. Massenza ivi decesso li 21 Marzo a. c. Con testamento ?cupativo apparente del promemoria 16 agosto 1898, venne da quest’I. R. Giudizio distrettuale in base al testamento ed alla rinuncia di Vincenzo Bassetti al legatogli usufrutto ed alla incondizionata adizione contenuta nel protocollo 14 aprile 1899 aggiudicata in parti eguali ai tre figli dell’ereditando Emmanuele, Celeste, e Beniamino Bassetti, coll’obbligo adempiere i legati imposti dal testatore. Con ciò si dichiara chiusa la presente ventilazione ereditaria, abilitando gli eredi a far qui iscrivere questo decreto per ogni effetto di legge riguardo alla metà pro indivisa dei seguenti stabili: 1. metà della casa rustica d’abitazione in S. Massenza l.d. alla Piazza, civ n.23, p. n. 64, con cortile annesso, a cui 1 Bassetti fratelli fu Giuseppe e strada, 2 Polli Giuseppe, 3. Bassetti Rosa ved. Di Giuseppe, 4 Polli Casimiro e Parisi Pietro, valutata la metà f. 125.- 2. Metà orticello attiguo alla detta casa, p. N. 599 cui 1 il cortile della casa, 2 Rosa v. Bassetti, 3 Giuseppe Bassetti, 4 Polli Casimiro, valutato la metà f. 5.- 3. Metà dell’arativa vignata pertinenze di Santa Massenza l.d. alla Campagna, p. N 426, cui 1 Parisi Mansueto, 2 Polli fratelli fu Eugenio, 3 strada, 4 Pio e Sisto flli Bassetti, val. la metà f. 20.- 4. Metà arativa, con viti e gelsi s. pertinenze l. d. Alla Campagna, p. N. 436, cui 1 e 4 Polli eredi fu Eugenio, 2 Danielli Dr Daniele, 3 strada valutato la metà f 25.- 5. Metà arativa vignata in Vai, di pertinenza p. N. 518 cui 1 Polli Clemente e Polli eredi fu Beniamino, 2 Bassetti eredi fu Beniamino, 3 Righi Silvio, 4 strada, val. la metà f. 15.- 6. Metà di altra arativa in Vai stesse pertinenze N. 484, cui 1 Polli Casimiro, 2 Bassetti Caro ed eredi fu Placido, 3 e 4 Polli Leopoldo, val f. 20.- 7. Metà d’altro stabile in Vai s. Pertinenze . p. N. 450, 451, 452, 510/1, 512, 513, 515, cui 1 strada, 2 Parisi Bortolo, Polli Franco, Bassetti fratelli Pio e Sisto, strada cons. Bassetti Giuseppe e Polli Leopoldo, 3 Righi Silvio, 4 Bassetti Vincenzo, v. la ½ f 100.- 8. Metà prato con bosco l.d. alle Roggiole, tenere di S. Massenza p. N. 658, 659, 660, 662, 663, 664, cui 1 Bortolo Parisi e strada, 2 il Comune, 3 Bassetti Angelo e Beniamino flli, 4 il Comune, Margonar Eugenio, e Bassetti Angelo e Beniamino flli, valutato la metà f. 25.- 9. Metà zappativa l.d. alle Pontare s. Pertinenze. p. N 628, cui 1 strada, Bassetti Carlo ed eredi fu Placido, 2 Parisi Antonio, 3 Parisi Bortolo, 4 Polli Casimiro, valutato la metà f. 15.- 10. Metà bosco l.d. alle Giare stesse pertinenze p. N 584, cui 1 Polli Leopoldo, 2 assetti Pio e Sisto flli, 3 il Comune, 4 Polli eredi di Eugenio valutato la metà f. 5.- 11. Metà arativa nelle pertinenze di Padergnone l.d. Sottovi, p. N. 273, 274, 275, 276, cui 1 e 2 Ferrari Fanny, 3 e 4 Mensa P. V., v. la ½ f. 70.- 12. Metà arativo con viti e gelsi nelle pertinenze di Vezzano l.d. al Fossà, p. n. 632, cui 1 strada erariale e comunale, 2 e 3 la roggia, 4 il passo consortale, val. La metà f. 600.- 13. Metà bosco alla Valle di Ranzo, comune di Ranzo, p. N. 1231/3, di circa pert. 300 a cui 1 e 2 il Comune di Ranzo, 3 Bortolo Parisi e 4 Pio e Sisto Bassetti, val. La metà f. 5.- 14. Metà prato l.d. ai Colmi nel tenere comunale di Vezzano e Sopramonte al n. Di part. 2504, di circa pert. 600, cui 1 il Comune di Sopramonte e Vigolo, 2 Isabella vedova de Negri Contessa Sizzo, 3 il Comune di Vezzano e 4 Conte Saracini, val. La ½ f. 10.- I.R.Giudizio distr. Vezzano 2 dicembre 1899 Consigliere Provinciale [firmato]
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Compromesso di compravendita Sottovi 1893Il documento testimonia la coltivazione di gelsi e fichi a Sottovi di Padergnone. La moneta usata erano i fiorini viennesi. --- Padergnone 14 ottobre 1893 Compromesso di Compravendita Fra i sottoscritti Cesare Graziadei venditore di Padergnone e fratelli Claudio Vincenzo fu Gio Batta di Santa Massenza compratori, passarono oggidì al seguente contratto di Compravendita Cesare Graziadei di Padergnone vende e trasferisce in assoluta proprietà libero da qualsiasi ipoteca ai fratelli Claudio e Vincenzo fi Gio Batta di Santa Massenza un suo fondo, greggivo con gelsi e fichi l. d. a Sottovi fra i confini 1° Ferrari V.a Famis di Stenico, 2° la stessa e la Mensa Vescovile, 3° Mensa Vescovile, 4° Mensa e strada comunale, pertinenza di Padergnone. Tale vendita viene fatta dal venditore Graziadei ai fratelli Bassetti per la somma di fiorini 745 diconsi fiorini settecentoquarantacinque v. a che i compratori Bassetti si obbligano di pagare in contanti all’atto dell’assunzione del rispettivo documento, il quale verrà assunto entro 8 giorni descrivibili da oggidì. Cesare Graziadei accusa ricevuta di una caparra di fiorini 50 diconsi cinquanta. Letto e firmato alla presenza dei presenti testimoni Graziadei Cesare venditore Vincenzo e Claudio Bassetti Beatrici Emanuelle testimonio Luigi Graziadei testimonio
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Incanto giudiziale 1876In questo documento la superficie del campo viene espressa in are. Un'ara corrisponde a 100 mq. Il valore viene espresso in fiorini austriaci e soldi (centesimi di fiorini) separati da .., es.: "aust. fiorini 2..70". Per quanto riguarda la toponomastica viene citata la località "alla Roggiola". --- Per una prima rapida lettura si riporta la trascrizione del documento a cura di Rosetta Margoni: - N. 2580. III 75-1876 A Claudio e Vincenzo fu Giobatta Bassetti di Santa Massenza. Al quarto incanto giudiziale tenuto il 30 Novembre 1876 dietro l’Editto 2 Ottobre stesso anno N. 4701 per la vendita degli stabili nelle abbinate esecuzioni promossi da Nicolò Parolini di Trento e da Secondiano Pisoni quale ricevitore comunale di Calavino in danno di Carlo e Tommaso fu Francesco Parisi, nonché di Eugenio, Emmanuele e Maria figli minori del fu Giuseppe Parisi rappresentati dalla tutrice madre Catterina - tutti di Santa Massenza – il Tammara dimorante a Trento – essi Claudio e Vincenzo Bassetti si rendevano levatari per il prezzo di aust. f. 132 della seguente realità: Zappativa nelle pertinenze di Santa Massenza detta alla Roggiola, cui 1 Pietro Parisi, 2 il Comune, 3 eredi di Luigi Bassetti, 4 Pietro Bassetti di ari 20 stimata aust. f. 210.- In osservanza delle condizioni d’asta vengono pagati all’atto a sconto del suddetto prezzo aust. f. 27.- Il residuo presso di aust. f. 105 pagabile a senso delle condizioni d’asta in quattro eguali annue rate decorribili dal giorno della delibera col relativo annuo interesse del 6 p% venne nel riparto della massa esentata 8 Giugno p. p. N. 2580 non eccepito da alcun interessato entro il termine legale, assegnato come segue: a Sigismondo e Gaetano ? Manci di Trento con austriaci f. 99..60, compresi austriaci fiorini 2..62 di conteggiato interesse al 6 p% su tutto il residuo prezzo di austraici f. 105 dal giorno della delibera fino al 1 maggio anno corrente. 2. a Pietro Baroni di Trento con au fiorini 5..32 3 a Francesco fu Francesco Parisi di Pietramurata con aust. Fiorini 2..70- Stante la comprensione nell’assegno ad 1 degli interessi dovuti su tutto il residuo prezzo di aust. f. 105 dal giorno della delibera fino al 1 maggio anno corrente, l’interesse sugli assegni suesposti, e per quello ad 1 in quanto riguarda il prezzo di delibera, è decorribile dal 1 maggio anno corrente in poi. Essi deliberatari colle quietanze e certificato del locale i. r. Ufficio delle Imposte prodotti il 15 corrente mese hanno giustificato il pagamento dei predetti assegni, e la franchiaggia dello stabile deliberata da ogni aggravio dipendentemente dall’esonero del suolo a favore del rispettivo fondo. In conseguenza quest’I. R. Giud. Distrett. Aggiudica ad essi deliberatari Claudio e Vincenzo Bassetti a termine delle condizioni d’asta l’assoluta proprietà dello stabile sopra ascritto e gli autorizza a far archiviare il presente decreto nei pubblici libri dei documenti per ogni effetto di legge. Vezzano 19 dicembre 1877 N.1019 Iscritto oggidì al N. 158 ½ dei diritti reali Dall’I. R. Giudiszio D. Vezzano 1. Marzo 1878 Eseguita la voltura catastrale dalla pag. 159 alla pag. 17 ed esata la tassa di soldi 26 ½ ventisei e mezzo. I. R. Ufficio delle Imposte Vezzano 13 Gennaio 1879 [firmato] N. 1019 VI 158 a Claudio Bassetti per sé e fratello Vincenzo di Santa Massenza
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Contratto di MezzadriaContratto di mezzadria stipulato tra Emma Andreis e Adriano Bones datato 1930.
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Restituzione Titoli del Prestito di Guerra AustriacoDocumento dell' Ufficio Italiano di Verifica e Compensazione che testimonia la restituzione di titoli di prestito di Guerra austriaco nei confronti della Signora Emma Andreis di Vezzano.
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Dote di Margherita Chistè - 1857Margerita era figlia di Cristoforo Chistè del fu Francesco e sposa di Giovanbattista del fu Pietro Bassetti. Ai numeri 4 e 6 troviamo l'orleans, un tipo di tessuto leggero, lucido, di cotone o misto di cotone e lana, come riporta il
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Eredità di Giobatta Bassetti - 1866L'analisi della "eredità abbandonata" da GioBatta Bassetti, che descrive tutte le proprietà facendo riferimento alle particelle catastali ("segnata in catastro") ci dovrebbe permettere di individuare nomi di località ancora d'uso comune ma anche in parte dimenticati: Redardella, Vai, Parisoti, Campagna, alla Medega, Fontanamorta, Valle di Ranzo, Sopravilla. I numeri di particella segnati non corrispondono però agli attuali. Curioso come le misure vengano espresse in pertiche e piedi (pertica = quadrato da 12 piedi di lato e piede di Vienna = 31,61024 cm) a parte una che vien data in quantità di prodotto: "Un piccolo prato sterile in Ranzo del prodotto di un biroccio fieno annuo". Tutti i valori sono espressi in fiorini austriaci. --- Per una prima rapida lettura, segue trascrizione del documento a cura di Rosetta Margoni. N° d’aff. IV/22/1865 A Claudio fu Batta Bassetti di Santa Massenza L’eredità abbandonata fu Batta fu Vincenzo Bassetti decesso a Santa Massenza li 18 Novembre 1865 con testamento di 24 Luglio 1855 e codicillo 16 settembre 1859, consistente a) In mobili e semoventi aust. f. 210.- b) In stabili f.740.- Totale aut. f. 950.- aggravati da un passivo di aust. f. 943:31 per cui l’esso si depura in aust. f. 6.69 viene in base al testamento e codicillo predetti da questa I. R. Pretura qual Giudizio e coll’appoggio dell’adizione condizionata espressa nel protocollo 24 aprile 1866 da questa I. R. Pretura qual giudizio aggiudicata beneficiariamente ai figli Claudio e Vincenzo colla legittima alle figlie Rosa e Margherita col prelegato alla Rosa dell’usufrutto della camera e cucina assieme alla madre ed al percipimento annuo di aust. f. 16:80 dopo la morte di quest’ultima, e coll’usufrutto ancora alla superstite moglie, di annui f. 16:80; sempre però che ambedue rimangano la moglie vedova e la figlia nubile. Incomberà agli eredi di sottostare ai pesi inerenti all’eredità e di sodisfare i legati imposti dal testatore. Si dichiara con ciò ultimata la ventilazione ereditaria in morte di Batta Bassetti e ci autorizzano gli eredi a far inscrivere il presente decreto in questi registri dei diritti reali per l’acquisto della proprietà seguenti stabili: 1. Casa in Santa Massenza segnata in catastro ai N. 255, 282, 261 e 281 rustica ad uso abitazione f. 200.- a cui 1 strada, 2 l’orto della massa, 3 Giuseppe fu Andrea Bassetti e 4 Pietro Perini salvi--- 2. Arativa pertinenze di Santa Massenza di pertiche 103. p. 4 segnata al N. 286 a cui 1 Francesco Bassetti, e così al 2, 3. strada comune, e 4 Vincenzo Bassetti-- f. 52.- 3. Arativa alla tosto detta pertinenza a cui 1 il ciengio, 2. Vincenzo Bassetti, 3 Giacomo Bassetti, e 4 Vincenzo fu Vincenzo Bassetti salvi segnata in catastro ai N. 289, e 345.- 4. Arativa al Redardella di pertiche 80 stesse pertinenze, e segnata in catastro al N. 290 a cui 1 Antonio Polli 2 Gio. Bassetti, 3 la roggia e 4 la strada. – f 28.- f. tot 336 Riporto f. 336 5. Altra in Vai pertinenza medesima di pertiche 46 segnata in catastro al N. 291 a cui 1 Antonio Polli, 2 lo stesso, 3 Felicita Cattoni, e così al 4-- f. 16.- 6. Altra ai Parisoti stessa pertinenza, di pertiche 72 p. 2 e segnata al N. 292 a cui 1 Vincenzo Bassetti, 2 Antonio Polli, 3 lo stesso e 4 Felicita Cattoni f. 27.- 7. Bosco sopra la casa al N. 224 del catastro, a cui 1 Vincenzo Bassetti, 2 Francesco Polli, 3 i Cengi, e 4 Giacomo Bassetti salvi-- f. 8.- 8. Arativa in Campagna pertinenza suddetta l. d. [luogo detto] Alla Medega segnata al N. 287 di pertiche 139 a cui 1 Francesco Polli, 2 Vedova Giovanni Danielli, 3 strada, e 4 Giacomo Bassetti salvi-- f. 70.- 9. Altra detta in Fontanamorta stesse pertinenze al N. 403, di pertiche 90 a cui 1 strada, 2 Vincenzo Bassetti, 3 Andrea Bassetti, e 4 lo stesso – f. 21.- 10. Un piccolo orto di pertiche 5 detto agli orti in S. Massenza segnato al N. 214, a cui 1 strada, 2 Francesco Polli, 3 Vincenzo Bassetti, e 4 la casa della massa salvi f.2.- 11. Un piccolo prato sterile in Ranzo del prodotto di un biroccio fieno annuo a cui, 1 Vincenzo Bassetti, 2 strada, 3 Vincenzo Basetti e 4 fratelli Beatrici-- f . 6.- ./. 486.- Riporto f. 486.- 12. Un piccolo bosco nella Valle di Ranzo a cui 1 e 2 il Comune di Ranzo, 3 Giacomo Tonelli, e 4 Lorenzo Bassetti salvi 4.- 13. fondo arativo nelle pertinenze di Vezzano l. d. [luogo detto] Sopravilla di pertiche 600 circa a cui 1 strada comunale, 2 Francesco e Giacomo Bassetti, 3 la roggia, e 4 Antonio Benigni salvi – f. 250.- Totale aust. f. 740 Più fiorini - - 210 di mobili 950 I. R. Giudizio Distrettuale Vezzano 24 Aprile 1866 [firmato]
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Società di comunella pel reclutamento militare - 1856Il servizio militare obbligatorio della durata di due anni venne introdotto nel territorio austriaco nel 1871; prima la difesa territoriale era compito dei volontari. Questo documento testimonia la presenza di una "società di comunella pel reclutamento militare" sul territorio di "Cavedine e Pedegazza compreso Ranzo e Margone" alla quale ci si associava versando "fiorini 40 di Vienna", dopodiché una "estrazione" avrebbe stabilito chi entrava nei reparti dei tiratori scelti volontari, chiamati comunemente Schützen. In questo caso per il ventitreenne Vincenzo Bassetti si era impegnato a pagare il padre Giobatta ed aveva fatto da garante il Curato di Santa Massenza Don Francesco Bassetti. --- Per una prima rapida lettura segue la trascrizione del documento a cura di Rosetta Margoni . Santa Massenza li 26 Marzo 1856 Il qua presente, e sottoscritto Gbatta Bassetti da Santa Massenza alla presenza degli infrascritti testimoni dichiara di concorrere nella società di comunella pel reclutamento militare che si farà nell’estrazione di domani 27 marzo del riparto di Cavedine e Pedegazza compreso Ranzo e Margone e si obbliga a prendervi parte per suo figlio Bassetti Vincenzo nell’importo di fiorini 40 di Vienna sono quaranta di Vienna. Esso Bassetti si obbliga di versare questo importo nelle mani del signor cassiere e collettore del riparto il signor Pietro Cattoni Capo Comune di Cavedine entro tre mesi dal giorno dell’estrazione a scanso di sommarissime esecuzioni a garanzia dell’importo suddetto e conseguenze si introdusse il Curato di Santa Massenza Don Francesco Bassetti il quale si dichiara solido debitore. In fede x segno di croce di G Battista Bassetti SiMone Dall’Antonio testimonio Beniamino Bassetti Testimonio Don Bassetti Francesco Sigurtà e debitore solidare Pagati fiorinini venti W. Cavedine li 3 agosto 1856 Don Pietro Catoni Cassiere
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Svincolamento della gleba - 1851Interessante documento che pone in evidenza gli interessi contrastanti tra il proprietario del terreno ed il possessore, cioè colui che lo gestiva come fosse suo anche per diverse generazioni, pagando al proprietario una "prestazione livellaria" annuale che in questo caso ammontava a 49 fiorini e 6 carantani. Sia proprietà che possesso potevano essere ceduti ad altri e non era detto che il possessore fosse quello che effettivamente lavorava la terra. La "Commissione per lo svincolamento della gleba" aveva lo scopo di stabilire la cifra con cui chi lavorava la terra (gleba) poteva svincolarsi da proprietari e possessori e diventare così coltivatore diretto, proprietario della terra che lavorava. In questo caso "l'importo capitale" era stato definito in 169 fiorini e 44 carantani ma non si evince dal documento chi abbia richiesto lo svincolamento e a chi doveva andare tale importo, è chiaro però che il proprietario intende far valere i suoi diritti chiedendo che sia l'importo capitale sia l'annuale prestazione livellaria siano saldate a lui. Per una prima sommaria lettura si riporta qui sotto la trascrizione del documento ed a seguire, per una analisi storica del contenuto, un approfondimento del pofessor Silvano Maccabelli. ---- Trascrizione, purtroppo incompleta, di Rosetta Margoni: Lod. I. R. Giud. Distrettuale La Signora Domenica nata Ducati domiciliata in Trento, qual legataria del fu Signor Don Francesco Ravelli, fra il resto, era proprietaria dell’utile dominio di tre realità descritte, e conferminate nella investitura 21 febbraio 1795 portante l’anno prestazione livellaria di f 49 x 6 [fiorini 49 e carantani 6], del Tirolo, il cui possessore utile attuale è il Signor Batta Bassetti di Santa Massenza: livello, che la I. R. Commissione per lo svincolamento della gleba venne testé pagato in liquidazione nell’importo capitale di f 169 x 44 W. ?. Lett. A. Collo scritto 4 Gennaio 1851 lett. a, la suddetta Ducati cesse a me, ed in parziale pagamento mi trasferì in uno al diretto dominio, anche il capitale liquidato, come sopra, e mi autorizzò a farmi per tale riconoscere da proprietario utile, e lasitore anzidetto. Ciò stante, insieme al sunnominato Bassetti la cessione relativa all’investitura 11 febbraio 1795 e la diffida a non pagare ad altri favori che a me già l’annua prestazione di f 49 x 6 del Tirolo, né il corrispondente liquidato capitale di f 169 x 44 W. ? e tanto meno gli interessi sopra il medesimo in pena del doppio pagamento, supplicando, che tanto venga loro intimato per norma, e contegno. Domenico Pedroni ?? a Gbata Bassetti dando relazione all’istanza presa come norma e contegno Dall’I? Vezzano 31 Gennaio 1851 [firma] Li 15 Febbraio 1851 a G Batta Bassetti Massi f I D 108/1851 Al Lod. I. R. Giud. Distr. di Vezzano Supplica di Domenica Pedroni nata in Ducato contro il Sig. Gio. Batta Bassetti di Sta Massenza perché anorma, e contegno venga a lui intimata la cessione operata da Domenica Ducati di Trento con documento 4 Gennaio 1851, relativa al livello, e suo capitale liquidato ? ? e duplicato 5e59 25 Gennaio 1851 --- La Commissione glebaria distrettuale e i fiti o livelli - Approfondimento di Silvano Maccabelli - Dopo la definitiva secolarizzazione del Principato vescovile a favore degli Asburgo d’Austria, venne nominata in Vezzano, verso la metà dell’Ottocento, la Commissione glebaria distrettuale ossia la Commissione per lo svincolamento della gleba [terra]. Scopo della commissione era quello di svecchiare le procedure economiche, che soffrivano ancora abbondantemente del fardello medievale. Nel Tirolo tedesco già erano state intaccate fin dal secolo XIII dalla cosiddetta riforma delle svaighe, messa in atto dall’intraprendente Mainardo II di Gorizia, allora conte di castel Tirolo, che aveva cominciato a trasformare i servi della gleba in coltivatori diretti, e in sèguito anche nel resto degli Alpenländer i vincoli di servitù vennero in gran parte riscattati in denaro. Tuttavia nei territori ex vescovili le cose erano sempre procedute a rilento e a gran fatica, tanto che nella prima metà dell’Ottocento sopravvivevano ancora le consuetudini antieconomiche legate all’esistenza dei contratti di livello o fiti, come venivano comunemente chiamati dalla nostra gente. Il termine fito non indicava soltanto quello che noi oggi intendiamo con affitto [agrario], vale a dire il dovuto in natura o in denaro per la fruizione contrattuale di un fondo in locazione, ma anche una transazione molto più ampia, che andava da arcaiche forme di prelievo di natura vassallatico-signorile – come quelli presi di mira fin dalla rivolta rustica del 1525 – sino ad arrivare a modalità più recenti, per le quali il fito era riscosso a copertura d’una somma precedentemente prestata, che raramente compare nei contratti: spesso il fito era addirittura perpetuo, rendendo l’atto del prestare, che lo aveva originato, una vera e propria operazione ad usura. Com’è noto, non solo quest’ultima, ma anche il semplice prestito ad interesse era vietato nell’ancien régime da pregiudizi di natura religiosa, e la modalità dei fiti era un ottimo sistema per trasformare l’ipocrisia in devozione. L’ammontare dei fiti poteva configurarsi sia in moneta che in natura, con brente di brascato, staia di siligine, galede di olio di oliva, staia di frumento eccetera. Ma ciò che rendeva veramente antieconomica l’istituzione era, oltre naturalmente alla scarsa appetibilità della transazione, era la congerie burocratica che la contrassegnava: il fito poteva essere riscattato mediante affrancamento o liberazione o assoluzione da parte del debitore con una somma pattuita di denaro; poteva essere alienato e trasferito mediante contratto a un terzo sulla base di un prezzo concordato; poteva essere ceduto in possesso mantenendo la nuda proprietà. Nel nostro documento possiamo vedere in atto il comportamento della Commissione glebaria alle prese con un’azione giudiziaria tesa allo svincolamento mediante reluizione [disimpegno] e indennizzo di alcune pezze di terra gravate da fiti o livelli. La trentina Domenica, nata Ducati e maritata con Domenico Pedroni – che a causa della disparità di genere dell’epoca le fa da procuratore – nel febbraio del 1795 era stata investita come proprietaria dell’utile dominio di tre realità [tre ‘fiti’ o ‘livelli’] in qualità di legataria [erede o donataria] del fu signor don Francesco Ravelli, con la prestazione livellaria di 49 fiorini e 6 soldi o carantani all’anno. Con l’andare del tempo, la Ducati Pedroni aveva ceduto il possesso del proprio livello a un certo Gio Batta Bassetti di Santa Massenza, mantenendone tuttavia la proprietà. Il 4 gennaio del 1951, però, la signora, in occasione di una a noi ignota transazione col marito Domenico Pedroni, gli cedette la proprietà di detti fiti, trasferendogli in uno al diretto dominio anche il capitale liquidato di 169 fiorini e 44 soldi o carantani, oggetto proprio in quei giorni del sentenziato svincolamento glebario da parte della Commissione e in indennizzo della già [ormai pregressa e abolita] annua prestazione di f. 49 e x 6. A scanso di probabili equivoci, in data 25 gennaio 1851 il nostro bravo Pedroni informava dell’avvenuta cessione di proprietà d’una ventina di giorni prima tanto il Lodevole Imperial regio Giudizio Distrettuale quanto il possessore interessato Bassetti, diffidandoli dal pagare ad altri favori che a lui tanto la prestazione livellaria pregressa quanto l’indennità liquidata.
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Paket/Geld Bestellkarte (Buoni d'Ordine di Pacchi/Denaro)Si tratta di buoni d'ordine di pacchi e denaro dell'ufficio postale di Vezzano datati 4-5 e 9 dicembre 1916. Possiamo riconoscere il numero dell'ordine (Nummer), l’ufficio postale (Postamt), il destinatario (Empfänger),il valore (Wert), le spese postali (Zustellgebühr).
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Memoria del denaro spedito a Giacomo BiottiIl documento certifica l'elenco dei fiorini spediti al militare Giacomo Biotti, tra il 1855 ed il 1860, da uno dei fratelli o dalla sorella [ Maria Teresa (1826- ), Pietro Domenico (1836-1913), Francesco (1840-1919)]. Sono elencate le lettere nelle quali Giacomo richiedeva il denaro e sulla destra i fiorini, talvolta in oro, che sono stati spediti. Al numero 6 è anche indicata "la spedizione di un paio di braghe" avvenuta il 3 agosto del 1858. A riguardo in archivio abbiamo:
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Lettere di Giacomo BiottiGiacomo Biotti [nato a Padergnone nel 1832, come desunto dalla scheda di famiglia], nel 1856 scrive ai genitori da Bregenz [Austria] dove era "militare alla 28 compagnia del 7 Battaglione", dove ipoteticamente svolgeva il servizio militare. Parla della sua buona salute e del bisogno di denaro poiché la paga è "miserabile"; chiede informazioni della famiglia, dei "bacchi da setta" e delle "galete" (la bachicoltura che l'anno precedente aveva dato buon frutto), dell'"incanto dei basoti" [?], della valle; manda i suoi saluti ai fratelli [Pietro Domenico (1836-1913), Francesco (1840-1919)], la sorella [ Maria Teresa (1826- )], il cognato, i parenti, amici, vicini e "tutti quelli che vi domandano di me". La lettera del 13.8.1859 proviene invece da Novoledo di Vicenza, quando era "militare alla 7^ compagnia del 2° battaglione dei cacciatori imperatore", dove ipoteticamente era impegnato nella seconda guerra di indipendenza [27 aprile - 12 luglio 1859]. Godeva di buona salute e sperava di rientrare presto in Tirolo, da "questi paesi [in cui] vi sono una grandissima suta [siccità] e molte malatie nelli militari". Chiede informazioni dei paesi, delle campagne, dei "cavaleri" [bachi da seta], dell'"incanto dei basoti" [?] ed informa che "le lettere dei militari adesso non paga più niente". Tra i saluti non nomina questa volta i fratelli, il che fa pensare che anche loro fossero impegnati in guerra. Queste lettere, scritte di proprio pugno da un soldato, ci permettono di ipotizzare che la scuola popolare di Padergnone fosse già in funzione negli anni '30-'40 dell'800.
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Bollette di pagamento imposte di consumoAlcune bollette riportanti importi e dati risalenti al 1930-1932 del (forse) signor Tomasi Ferruccio. Da notare di particolare nella seconda la parte dedicata al trasporto, che è stata compilata con orari precisi. A parte le cifre, le scritte sono purtroppo per lo più illeggibili. I francobolli hanno mantenuto il loro colore brillante.
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Almanacco agrario pel 1908Almanacco di Emanuele Caldini con interessanti annotazioni metereologiche, agricole e familiari (si sono scansionate solo le pagine annotate). A p. XI un elenco di tutte le fiere e i mercati del Triveneto e del Tirolo che cadono nei giorni fissi dell'anno; qui in valle si teneva il mercato due volte all'anno a Calavino (primo sabato di ottobre e il lunedì che segue la quarta domenica di quaresima) e a Vezzano (sabato precedente al terza domenica d'aprile e settembre). Si segnalano i riferimenti salienti: - 24 febbraio: "Raccolta strope", ovvero dei legacci ottenuti dai rami di salice, usati per legare le vigne ai pali - 29 febbraio: pagamento di corone 31.70 per legname da pergola - 1 marzo: evidentemente Todeschini possedeva una carrozza che veniva usata come mezzo pubblico - 18-20 marzo: come indicato a p. XV, il 19 marzo a Trento c'era il mercato di prodotti rurali - 23-28 marzo: potatura delle parti - 13-14 aprile: potatura delle viti - 29 aprile: "Spedito a Noemi [la figlia] un botticello di lit.[ri] 30 vino" - 14 maggio: "Irrorazione fichi, peri e pomi con nicotina": il tabacco fungeva da insetticida - 16-18 maggio: acquisto dei bachi da seta - 25 maggio: "Tiziano zolfora": la solforazione (o solforatura o inzolfatura) è un'operazione consistente nel cospargere gli organi verdi delle piante di preparati a base di zolfo per combattere malattie crittogamiche. - 1 giugno: "Spedito cesto a Gisella [l'altra figlia di Emanuele] con 60 uova e piselli" - 3 giugno: "Giacomo [...] rincalza patate e fagiuoli": "rincalzare" significa accumulare terra al piede di una pianta per sostenerne la crescita. - 4 giugno: "Tempo bellissimo. Giacomo zolfora parti e campo poi travaza vino. L'uva del campo principia fioritura" - 17 giugno: "Piantano frasche fagiuoli parti": le frasche venivano usate come sostegno per le piante di fagioli - 4-5, 8-11 aprile, 19, 23 giugno: commovente notare come questa agenda pensata per il commercio agrario diventi anche una sorta di diario personale. - 20 giugno - 8 luglio: probabilmente Emanuele andò a trovare le figlie a Trento, in occasione della nascita dei nipoti - 9 luglio: "Vendo a Stefano Pisoni il frumento per cor[one] 90. Vedi 15/8 saldato." - 25 luglio: "L'uva bianca del campo principia maturenza", poi sono riportate le date delle annate precedenti nelle quali è maturata l'uva - 4 ottobre: "Vendemmia bianca e consegna alle Sarche" - 12 ottobre: "Maria [la moglie] va a Vezzano e vende il teroldico alla ditta Cembran di Lavis a cor[one] 12 l'Et.[tolitro] franco Lavis" - Le ultime pagine sono tutte dedicate alla vendemmia.
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Corrispondenza tra Emanuele e Oreste Caldini 09.04.1915Trascrizione: «Non dici mai di avere da noi notizie dopo diverse corrispondenze che ci ab[b]iamo mandate. Qui incomincia la primavera e sbocciano già i fiori. Anche i lavori di campagna proseguono regolari. L'ultima tua aveva la data del 16 Marzo. Molti sono stati gli avvenimenti nei Carpazi e quindi desideriamo tue notizie per sapere se stai ancora ab[b]astanza bene e crediamo che sarai sano come noi. Saluti cordiali.» L'apprensione del padre sarà fortunatamente sciolta il giorno dopo, alla ricezione di una precedente missiva del figlio: