Cartolina scritta da Eugenio Leonardi in partenza per l'America da Genova fra il 1900 e il 1910: Eugenio si recò in America a lavorare, ma partecipò anche a delle gare automobilistiche in Argentina. Quando tornò, insegnò a guidare ad alcune persone di Vezzano. Chiese alla fidanzata, Onorina Faes, di raggiungerlo, ma siccome lei rifiutò fu lui a tornare in Italia.
La cartolina presenta sul davanti una fotografia e la dicitura "GENOVA - Piroscafo in partenza per l'America". Sul retro, indirizzata a Signorina Onorina Faes, Eugenio scriveva: "Cara Onorina, Scusami tanto che io son partito da Vezzano senza salutarti ma perquesto me ricorderò sempre" e "di te e io ... in .. io ti saluto adeso che io parto da Genova ... con questo vapore ti saluto e sono e sarò sempre il tuo A Eugenio Leonardi".
Tornato a Vezzano lavorò anche ai primi impianti elettrici del paese: probabilmente in America aveva svolto lavori simili e laggiù aveva imparato il mestiere.
In primo piano una barca con barcaiolo in piedi, sullo sfondo Castel Toblino a destra in basso le scuderie del castello.
Anche se la cartolina non è viaggiata, dalla divisione in due parti del retro si deduce una datazione della stampa successiva al 1905, anno in cui questa tipologia è stata adottata in Austria.
In primo piano il viale dei cipressi che dal Castello di Toblino portava alla dépendance dove un tempo vivevano il fattore e la servitù del Castello. Sullo sfondo una donna. La strada sterrata con muri in pietra era utilizzata anche per raggiungere l'abitato di Ranzo dalla località "Paone".
In primo piano due barche sul lago di Toblino, interessante sullo sfondo il lato sud del Castello e la penisola , a sinistra la lingua di terra che costeggia il lago chiamata "dossa".
È una cartolina viaggiata ma dal timbro non si riesce a ricavare la data. Dal fatto che il retro abbia un unico spazio indiviso si può dedurre una datazione della stampa precedente al 1905 anno in cui è stata adottata in Austria la sua divisione in due parti.
In primo piano due barche di villeggianti . La barca a sinistra con copertura per il sole era utilizzata per le gite sul lago, la barca di destra con vela utile per navigare più velocemente grazie all'ora del Garda, sullo sfondo Castel Toblino e il suo parco .
La cartolina, viaggiata, porta il timbro postale di Sarche con la data che sembra essere 1910. La stampa è perciò precedente a quella data ma comunque successiva al 1905, anno in cui è stata adottata in Austria la divisione in due parti del retro delle cartoline, come è in questa.
Con l’apertura dei Bandi del Gal Trentino centrale nel 2018 si è presentata l’occasione di proporre e condividere l’idea, inizialmente concepita dall’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino della Valle dei Laghi, di poter valorizzare il vecchio appassitoio di Padergnone, da anni in disuso, realizzando una Casa Caveau del Vino Santo. Il Comune di Vallelaghi ha confermato la validità dell’idea anche per la sua valenza sovra comunale. Il fine del progetto è la valorizzazione di una delle tipicità del territorio, unica in Trentino, quella del Vino Santo, ridonando vita a un luogo storico, l'antico appassitoio di Padergnone, attraverso il restauro conservativo, la riconversione, l'allestimento e la messa in rete delle Cantine dei produttori di Vino Santo Trentino attraverso la sentieristica secondaria che percorre le zone dei coltivi.
La frazione di Padergnone, nel Comune di Vallelaghi, oltre ad essere un luogo culturalmente e storicamente importante, è molto famosa specialmente in campo enologico per essere la sede dei Vivai Cooperativi, fondati nel 1910 da Lodovico Pedrini. A Padergnone anche la famiglia Rigotti fa parte di una importante dinastia in campo enologico, da essa sono nati personaggi illustri che hanno lasciato un’impronta in campo enologico, come Rebo Rigotti, genetista e agronomo italiano.
Il progetto: il progetto di fattibilità, redatto dal dott. Marsilli di Albatros S.r.l. , presentato sulla misura 7.6 per l’ottenimento del contributo del Gal Trentino centrale, ha ottenuto un ottimo punteggio, arrivando primo. Il Comune di Vallelaghi si è impegnato a sostenere la spesa non coperta dal contributo, con il sostegno anche della Cassa Rurale. L’affido su appalto del restauro conservativo degli avvolti è andato all’architetto Patton dello studio Faes - Patton.
Il progetto culturale di allestimento per conoscere la storia del Vino Santo Trentino è stato affidato alla dott.ssa Bonomi – Paratolina aRtelier progettuale con la direzione lavori affidata all’arch. Marega dello studio di architettura Matteo Marega.
IL PERCORSO SUL TERRITORIO
La Casa Caveau Vino Santo è un percorso fatto di storia, profumi, sensazioni, immagini e racconti.
Il percorso è esperienziale, lo si può iniziare avendo già visitato le cantine dei Produttori di Vino Santo della Valle dei Laghi, oppure come punto di partenza per la scoperta della storia del Vino Santo Trentino D.O.C. e al termine andando a visitare le cantine dei Produttori. Il percorso parte con una breve e piacevole passeggiata che ti accompagna dal parcheggio del Parco del Lago di Santa Massenza alla Piazzetta del Mercato a Padergnone frazione del Comune di Valle Laghi, dove si trova la Casa Caveau Vino Santo. Lungo il percorso 7 stazioni didattiche, le cui linee moderne rimandano alle vecchie arèle, corredate da pannelli descrittivi, permettono di scoprire le fasi della storia del Vino Santo. Il racconto si conclude dentro la Casa Caveau Vino Santo, con altri pannelli didattici, una linea del tempo, un bellissimo filmato dove il vento, i coltivi di Nosiola e il Vino Santo fanno da protagonisti e un tavolo multimediale con cui interagire per ascoltare i racconti dei Vignaioli Produttori di Vino Santo, ognuno dei quali svelerà qualche aneddoto legato a questo "oro liquido".
La foto è del 1958 e ritrae sulla scalinata della Malvasia i collaboratori del primo negozio di alimentari di Trento, via Brennero. In prima fila, il terzo da sinistra è Beniamino Poli, poi la moglie Bianca Trainotti, Gemma Merz ed il marito Giuseppe Poli. In ultima fila Marco Poli (figlio di Giuseppe) e Paolo (figlio di Beniamino).
Luigi Poli, originario di Santa Massenza, all’inizio del 1900 con la sua famiglia si trasferì a Trento per andare in mezzadria al servizio dei conti De Lorenzi. Era una famiglia molto numerosa (undici figli, di cui otto sopravvissuti) e nel 1938 iniziò a vendere al mercato ortofrutticolo i suoi prodotti. Subito dopo la guerra aprirono un negozio al dettaglio di ortofrutta, per poi integrarlo nel 1950 con l’alimentare che nel 1957 sarebbe poi diventato il primo supermercato di Trento dando avvio all’“impero” Poli.
Strumento musicale di legno costituito da una cassa sulla quale ad una estremità è inserita una ruota dentata attaccata ad un manico, all'altra è fissata con sei chiodi una lamina di legno che va ad appoggiarsi sulla ruota dentata. Tenendo il manico in mano si fa ruotare lo strumento producendo un suono simile al gracidio della rana (da cui il nome).
Tradizionalmente veniva usato durante la Settimana Santa quando le campane delle chiese venivano “legate” per rispetto della morte di Gesù Cristo.
La usavano i ragazzi anche alla sera del 12 dicembre, vigilia di Santa Lucia per informare i più piccoli che la Santa stava arrivando con i suoi doni e che loro dovevano dormire.
Questo mandolino ha una fessura sul retro della cassa ed all'interno si vede un datato tentativo di riparazione, mancano due delle 8 corde ma è quel che è arrivato fino a noi del circolo mandolinistico di Vezzano.
È di fattura curata ed ha intarsi decorativi in madreperla.
Si intravede il foglio del marchio incollato all'interno della cassa con la dicitura: N 975 - Anno 1925 - insignito delle più alte onorificenze Luigi Embergher - marca depositata - Roma Via Belsiama n. 7.
Questo bilancino di precisione in ottone è inserito in una custodia in legno insieme a diversi pesi monetali. Non è munito di un supporto di sostegno per la bilancia. Il peso monetale veniva messo su un piatto della bilancia dal cambiavalute per verificare peso e autenticità della moneta corrispondente in metallo prezioso (oro e argento) posta sull'altro piatto, accertandosi che non fosse stata illegalmente "tosata", cioè che ne fosse stata raschiata via una parte.
I pesi monetali qui presenti sono in ottone, tutti diversi per dimensione e corrispondenza, ma tutti lisci su una faccia e decorati sull'altra con uno stemma e una scritta. Il loro diametro varia da 14 a 25 millimetri.
Ci sono: 1 doppia di Roma, 2 doppia di Parma, 2 doppia di Savoia, 3 doppia di Genova, 4 doppia di Spagna, 2 Luigi di Francia, 2 sovranno, uno con la scritta 20 franchi, uno senza scritte.
Le monete di riferimento sono sicuramente precedenti alla nascita della Zecca di Stato che risale al 1871, ma sembra che corrispondano a monete risalenti fino al 1600.
Le sorelle Maria, Silvia, Ida e, dietro, la cugina Maria Dorigatti. Silvia emigrerà poi nel 1920 negli Stati Uniti.
Gonne, maniche e capelli assolutamente lunghi erano tutti d'obbligo al tempo.
La foto in formato 18x24 cm, scansionata in questa occasione, è una ristampa recente dell'originale messo a disposizione per una mostra.
Assunta Gianordoli di Lasino, in posizione centrale dietro nella foto, prima di partire per gli Stati Uniti d'America col marito Giuseppe Ceschini, saluta le parenti con una visita al santuario di Piné. La sorella suora dona a tutte una medaglietta della Madonna di Caravaggio alla quale è dedicato il luogo sacro. Si recano poi dal fotografo per immortalare questa uscita e conservare un ricordo dei parenti lontani.
Foto ricordo della festa dei Veterani vezzanesi festeggiata il 10 aprile 1948, organizzata dalla Segreteria della locale Sezione del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani.
L'età dei 16 festeggiati corrisponde complessivamente ad anni numero 1336.
Nel 1908 una vettura a motore dell'impresa giudicariese Zontini e Leonardi sostituì la diligenza a cavalli che collegava giornalmente Ponte Arche a Trento.
Trasportava la posta e 16 persone con bagaglio.
Il viaggio durava due ore.
In archivio la foto della diligenza trainata dai cavalli: