Giuseppe Leonardi appunta sulla giacca di Enrico Aldrighetti la medaglia dei 41 anni di servizio attivo nel corpo dei vigili del fuoco di Vezzano. Ricevono la medaglia insieme a lui Adolfo Tonelli e Luigi Gentilini.
La medaglia dell'Unione Provinciale Corpi Vigili del Fuoco Volontari del Trentino riporta sul retro la scritta latina "Dat virtus locum flammae que recedunt".
Quella del Corpo dei Vigili del Fuoco di Vezzano è personalizzata e sul retro è inciso "A Aldrighetti Enrico pompiere dal 1946 al 1987".
Le due medaglie assegnate sono ben visibili in un'altra foto:
Con la chiusura del caseificio sociale di Vezzano, Enrico Aldrighetti ha acquistato 3 capre per poter continuare ad avere a disposizione latte fresco e le ha tenute per quattro anni.
Qui lo vediamo insieme alla moglie, i figli, le capre ed alcuni dei loro 7 capretti.
In questo angolo della piazza di Vezzano si intravede la fontana accanto all'albergo Stella d'oro con tavolo esterno.
Sull'altro lato della strada si nota il tabacchino, alimentari e bazar gestito da Angelina Nicolussi, dal 1936 vedova di Leone Perini di Ciago. Lui, al ritorno dalla Galizia al termine della grande guerra, aveva assunto l’incarico di custode delle prigioni, allora situate nell’attuale edificio del municipio.
In primo piano Fulvio Garbari, attivo in qualità di veterinario in tutta la valle; la sua divisa, insieme alle informazioni riportate sopra, ci fanno presumere la data dello scatto.
Anche se le strade sono ormai trafficate, Mansueto Leonardi rientra a casa col suo bue bianco che traina il carro carico di legna.
Vicino all'incrocio si può notare un irrigatore a girandola del vecchio impianto irriguo a pioggia con la protezione verso la strada.
La cartolina riporta dietro: "Giovannino il 1° anno di asilo aprile 1952". Il diminutivo era comune per l'ultimogenito.
Il fotografo passava saltuariamente negli asili e nelle scuole per fotografare i bambini in aula. Il colletto bianco era caratteristico di grembiuli sia all'asilo che a scuola, liscio per i maschi e col pizzo per le femmine.
Foto di gruppo davanti alla nuova caserma dei carabinieri di Vezzano intitolata al brigadiere Giovanni Bressan.
Nella data riportata sul retro risulta difficile decifrare l'anno: 1970 o 1976.
Vediamo qui il campo da bocce della trattoria di Annibale Garbari nella piazza centrale di Vezzano. Il gioco delle bocce appassionava e radunava gli uomini nei giorni festivi.
Carlo col figlio Giancarlo Garbari ed il cognato Eustacchio Piccoli dietro l'aratro. Davanti a guidare il bue c'è un "faméi".
Dietro si vede il carro con la "béna".
Sono nella loro campagna in "Naràn".
Era il tempo in cui si faceva ancora largo uso dei buoi per il lavoro nei campi e per il trasporto delle merci ma con i grossi carichi viaggiavano anche i camion rimorchio.
La data è presunta dall'età del ragazzo: Giancarlo Garbari.
Giancarlo, Loredana e "Franco" Garbari accompagnano il maiale ben ingrassato alla macellazione.
Era un tempo molto frequente l'allevamento del maiale per autoprodurre in inverno salami, "luganeghe", sanguinacci, lardo, strutto...
La data dello scatto è presunta dall'età approssimativa dei bambini .
Sul sagrato della chiesa è immortalato l'arrivo di a Vezzano di don Narciso Strada circondato da due prelati e un gran numero di uomini e ragazzi.
I grandi archi rivestiti di rami di pino sorreggono stemma clesiano dei quattro leoni e una grande scritta: "Il gregge esultante e lieto augura al suo nuovo pastore lunga permanenza".
Dietro si può notare nell'edificio ora sede della Comunità di Valle, la presenza della parte sporgente sulla strada poi demolita.
Sono i vigili del fuoco, qui nella loro divisa storica, a preparare tradizionalmente gli spaghetti (bìgoi) al carnevale di Vezzano. Si nota la tipica struttura in legno alla quale si appendevano le caldere per la cottura della pasta. Davanti a loro un signore mangia dal suo piatto di porcellana gli spaghetti.
La data approssimativa è stata dedotta dal vestiario.
La cartonolina è stata ritagliata con le forbici.
Folto gruppo a rappresentare la "Banda Petazzi" al carnevale di Vezzano.
Su uno dei loro manifesti si riesce a leggere all'incirca:
"Banda Petazzi - Programma:
I - ore 2 entrata trionfale carro antidiluviano
II - concerto musicale capobanda D.A.P.I.C.B.
III - sbigolata in bocai ...
IV - il corteo percorrerà Via Roma, Via Dante e Via dell'aria
V - il concerto s'appella a pietosa ... elemosina
Per il comitato
firma"
Dietro riporta la scritta "Cartolina postale italiana".
Questa foto ci permette di localizzare con precisione la fontana di piazza Fiera, già presentata in altra foto collegata, poiché in questa si vede l'angolo della scuola.
In questa fontana lavavano il prezzemolo i Faes prima di trasferirsi; la coltivazione e vendita a Trento degli ortaggi era diffusa.
Il ragazzo in foto è Giancarlo Garbari e ciò ci permette di datare approssimativamente la foto.
Quante gite indimenticabili col camion di Raimondo Miori di Padegnone!
Questa volta si trattava del giro del Garda e la foto è stata scattata a Bardolino. La posizione in mappa si riferisce al paese di partenza della gita.
Numerosi bambini giocano fuori dalla scuola che verrà poi chiusa nel 1969.
Il parroco ha il lungo abito talare nero.
Davanti alla scuola c'era uno dei tre pozzi del paese e appoggiata alla canonica si vede una piccola fontana realizzata grazie all'arrivo dell'acqua di Canal con la costruzione dell'acquedotto nel 1954, per cui lo scatto è sicuramente successivo a tale data.
Sulla sinistra campeggia la scritta dell'albergo Stella d'oro con giardino, ristorante, caffè e birra, deposito di vino santo, inscrizione messaggeria ... Trento-Tione.
Era qui che si fermava e faceva il cambio di cavalli il servizio di trasporto pubblico della posta e delle persone su prenotazione.
Nell'angolo l'artistica fontana resa poi monumentale nel 1917, con accanto un uomo con "bazilón e crazidèi" per il trasporto dell'acqua.
Sulla destra l'albergo Croce d'oro e due negozi: D. Piccoli e ...
Gli alberghi hanno elaborate insegne in ferro battuto.
Si nota sulla destra anche una lanterna, che verrà sostituita dalla luce elettrica nel 1911.
L'artistica fontana in pietra di piazza Fiera assomigliava a quella nella piazza centrale di Vezzano ed è stata poi spostata accanto alla canonica di Santa Massenza.
Vediamo due donne che prendono l'acqua alla fontana con due secchi a testa. Una di loro ha appoggiato alla fontana stessa il suo arcuccio (bazilón), utile strumento per trasportare a spalla i secchi quando la fontana non era vicina a casa.
La piazza era alberata ed intorno alla fontana c'era un riquadro di selciato.
La data ultima ipotizzata si basa sul fatto che dopo i lavori all'acquedotto del 1954 solo le case periferiche non erano ancora raggiunte dall'acqua in casa.
Questa foto della pizza di Lasino è databile ad inizio novecento.
Sulla destra si vede un palo della luce, servizio che ha raggiunto Lasino nel 1900 con la costruzione della centrale idroelettrica a maso Modriz da parte del Consorzio Cooperativo di Cavedine.
Nella parte Sud della piazza si può notare la presenza di un pozzo con tettuccio, poi andato in disuso e demolito.
Nei periodi di siccità gli abitanti di Ranzo dovevano scendere fino alla sorgente del Tuf, nella gola del Sarca, con le "brentóle" e i secchi per prendere l'acqua ad uso domestico. Ci volevano due - tre ore di scosceso cammino. Qui vediamo un momento di incontro tra chi scendeva e chi tornava; si notano infatti dei secchi vuoti ed altri pieni d'acqua coperta da figlie, utili a trattenere lo sciabordio dell'acqua durante il percorso.
Per saperne di più leggi pagine 279 - 280 del "Libro delle acque" collegato.