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Documento storico
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Compromesso di compravendita Sottovi 1893Il documento testimonia la coltivazione di gelsi e fichi a Sottovi di Padergnone. La moneta usata erano i fiorini viennesi. --- Padergnone 14 ottobre 1893 Compromesso di Compravendita Fra i sottoscritti Cesare Graziadei venditore di Padergnone e fratelli Claudio Vincenzo fu Gio Batta di Santa Massenza compratori, passarono oggidì al seguente contratto di Compravendita Cesare Graziadei di Padergnone vende e trasferisce in assoluta proprietà libero da qualsiasi ipoteca ai fratelli Claudio e Vincenzo fi Gio Batta di Santa Massenza un suo fondo, greggivo con gelsi e fichi l. d. a Sottovi fra i confini 1° Ferrari V.a Famis di Stenico, 2° la stessa e la Mensa Vescovile, 3° Mensa Vescovile, 4° Mensa e strada comunale, pertinenza di Padergnone. Tale vendita viene fatta dal venditore Graziadei ai fratelli Bassetti per la somma di fiorini 745 diconsi fiorini settecentoquarantacinque v. a che i compratori Bassetti si obbligano di pagare in contanti all’atto dell’assunzione del rispettivo documento, il quale verrà assunto entro 8 giorni descrivibili da oggidì. Cesare Graziadei accusa ricevuta di una caparra di fiorini 50 diconsi cinquanta. Letto e firmato alla presenza dei presenti testimoni Graziadei Cesare venditore Vincenzo e Claudio Bassetti Beatrici Emanuelle testimonio Luigi Graziadei testimonio
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Incanto giudiziale 1876In questo documento la superficie del campo viene espressa in are. Un'ara corrisponde a 100 mq. Il valore viene espresso in fiorini austriaci e soldi (centesimi di fiorini) separati da .., es.: "aust. fiorini 2..70". Per quanto riguarda la toponomastica viene citata la località "alla Roggiola". --- Per una prima rapida lettura si riporta la trascrizione del documento a cura di Rosetta Margoni: - N. 2580. III 75-1876 A Claudio e Vincenzo fu Giobatta Bassetti di Santa Massenza. Al quarto incanto giudiziale tenuto il 30 Novembre 1876 dietro l’Editto 2 Ottobre stesso anno N. 4701 per la vendita degli stabili nelle abbinate esecuzioni promossi da Nicolò Parolini di Trento e da Secondiano Pisoni quale ricevitore comunale di Calavino in danno di Carlo e Tommaso fu Francesco Parisi, nonché di Eugenio, Emmanuele e Maria figli minori del fu Giuseppe Parisi rappresentati dalla tutrice madre Catterina - tutti di Santa Massenza – il Tammara dimorante a Trento – essi Claudio e Vincenzo Bassetti si rendevano levatari per il prezzo di aust. f. 132 della seguente realità: Zappativa nelle pertinenze di Santa Massenza detta alla Roggiola, cui 1 Pietro Parisi, 2 il Comune, 3 eredi di Luigi Bassetti, 4 Pietro Bassetti di ari 20 stimata aust. f. 210.- In osservanza delle condizioni d’asta vengono pagati all’atto a sconto del suddetto prezzo aust. f. 27.- Il residuo presso di aust. f. 105 pagabile a senso delle condizioni d’asta in quattro eguali annue rate decorribili dal giorno della delibera col relativo annuo interesse del 6 p% venne nel riparto della massa esentata 8 Giugno p. p. N. 2580 non eccepito da alcun interessato entro il termine legale, assegnato come segue: a Sigismondo e Gaetano ? Manci di Trento con austriaci f. 99..60, compresi austriaci fiorini 2..62 di conteggiato interesse al 6 p% su tutto il residuo prezzo di austraici f. 105 dal giorno della delibera fino al 1 maggio anno corrente. 2. a Pietro Baroni di Trento con au fiorini 5..32 3 a Francesco fu Francesco Parisi di Pietramurata con aust. Fiorini 2..70- Stante la comprensione nell’assegno ad 1 degli interessi dovuti su tutto il residuo prezzo di aust. f. 105 dal giorno della delibera fino al 1 maggio anno corrente, l’interesse sugli assegni suesposti, e per quello ad 1 in quanto riguarda il prezzo di delibera, è decorribile dal 1 maggio anno corrente in poi. Essi deliberatari colle quietanze e certificato del locale i. r. Ufficio delle Imposte prodotti il 15 corrente mese hanno giustificato il pagamento dei predetti assegni, e la franchiaggia dello stabile deliberata da ogni aggravio dipendentemente dall’esonero del suolo a favore del rispettivo fondo. In conseguenza quest’I. R. Giud. Distrett. Aggiudica ad essi deliberatari Claudio e Vincenzo Bassetti a termine delle condizioni d’asta l’assoluta proprietà dello stabile sopra ascritto e gli autorizza a far archiviare il presente decreto nei pubblici libri dei documenti per ogni effetto di legge. Vezzano 19 dicembre 1877 N.1019 Iscritto oggidì al N. 158 ½ dei diritti reali Dall’I. R. Giudiszio D. Vezzano 1. Marzo 1878 Eseguita la voltura catastrale dalla pag. 159 alla pag. 17 ed esata la tassa di soldi 26 ½ ventisei e mezzo. I. R. Ufficio delle Imposte Vezzano 13 Gennaio 1879 [firmato] N. 1019 VI 158 a Claudio Bassetti per sé e fratello Vincenzo di Santa Massenza
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Contratto di MezzadriaContratto di mezzadria stipulato tra Emma Andreis e Adriano Bones datato 1930.
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Restituzione Titoli del Prestito di Guerra AustriacoDocumento dell' Ufficio Italiano di Verifica e Compensazione che testimonia la restituzione di titoli di prestito di Guerra austriaco nei confronti della Signora Emma Andreis di Vezzano.
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Dote di Margherita Chistè - 1857Margerita era figlia di Cristoforo Chistè del fu Francesco e sposa di Giovanbattista del fu Pietro Bassetti. Ai numeri 4 e 6 troviamo l'orleans, un tipo di tessuto leggero, lucido, di cotone o misto di cotone e lana, come riporta il
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Eredità di Giobatta Bassetti - 1866L'analisi della "eredità abbandonata" da GioBatta Bassetti, che descrive tutte le proprietà facendo riferimento alle particelle catastali ("segnata in catastro") ci dovrebbe permettere di individuare nomi di località ancora d'uso comune ma anche in parte dimenticati: Redardella, Vai, Parisoti, Campagna, alla Medega, Fontanamorta, Valle di Ranzo, Sopravilla. I numeri di particella segnati non corrispondono però agli attuali. Curioso come le misure vengano espresse in pertiche e piedi (pertica = quadrato da 12 piedi di lato e piede di Vienna = 31,61024 cm) a parte una che vien data in quantità di prodotto: "Un piccolo prato sterile in Ranzo del prodotto di un biroccio fieno annuo". Tutti i valori sono espressi in fiorini austriaci. --- Per una prima rapida lettura, segue trascrizione del documento a cura di Rosetta Margoni. N° d’aff. IV/22/1865 A Claudio fu Batta Bassetti di Santa Massenza L’eredità abbandonata fu Batta fu Vincenzo Bassetti decesso a Santa Massenza li 18 Novembre 1865 con testamento di 24 Luglio 1855 e codicillo 16 settembre 1859, consistente a) In mobili e semoventi aust. f. 210.- b) In stabili f.740.- Totale aut. f. 950.- aggravati da un passivo di aust. f. 943:31 per cui l’esso si depura in aust. f. 6.69 viene in base al testamento e codicillo predetti da questa I. R. Pretura qual Giudizio e coll’appoggio dell’adizione condizionata espressa nel protocollo 24 aprile 1866 da questa I. R. Pretura qual giudizio aggiudicata beneficiariamente ai figli Claudio e Vincenzo colla legittima alle figlie Rosa e Margherita col prelegato alla Rosa dell’usufrutto della camera e cucina assieme alla madre ed al percipimento annuo di aust. f. 16:80 dopo la morte di quest’ultima, e coll’usufrutto ancora alla superstite moglie, di annui f. 16:80; sempre però che ambedue rimangano la moglie vedova e la figlia nubile. Incomberà agli eredi di sottostare ai pesi inerenti all’eredità e di sodisfare i legati imposti dal testatore. Si dichiara con ciò ultimata la ventilazione ereditaria in morte di Batta Bassetti e ci autorizzano gli eredi a far inscrivere il presente decreto in questi registri dei diritti reali per l’acquisto della proprietà seguenti stabili: 1. Casa in Santa Massenza segnata in catastro ai N. 255, 282, 261 e 281 rustica ad uso abitazione f. 200.- a cui 1 strada, 2 l’orto della massa, 3 Giuseppe fu Andrea Bassetti e 4 Pietro Perini salvi--- 2. Arativa pertinenze di Santa Massenza di pertiche 103. p. 4 segnata al N. 286 a cui 1 Francesco Bassetti, e così al 2, 3. strada comune, e 4 Vincenzo Bassetti-- f. 52.- 3. Arativa alla tosto detta pertinenza a cui 1 il ciengio, 2. Vincenzo Bassetti, 3 Giacomo Bassetti, e 4 Vincenzo fu Vincenzo Bassetti salvi segnata in catastro ai N. 289, e 345.- 4. Arativa al Redardella di pertiche 80 stesse pertinenze, e segnata in catastro al N. 290 a cui 1 Antonio Polli 2 Gio. Bassetti, 3 la roggia e 4 la strada. – f 28.- f. tot 336 Riporto f. 336 5. Altra in Vai pertinenza medesima di pertiche 46 segnata in catastro al N. 291 a cui 1 Antonio Polli, 2 lo stesso, 3 Felicita Cattoni, e così al 4-- f. 16.- 6. Altra ai Parisoti stessa pertinenza, di pertiche 72 p. 2 e segnata al N. 292 a cui 1 Vincenzo Bassetti, 2 Antonio Polli, 3 lo stesso e 4 Felicita Cattoni f. 27.- 7. Bosco sopra la casa al N. 224 del catastro, a cui 1 Vincenzo Bassetti, 2 Francesco Polli, 3 i Cengi, e 4 Giacomo Bassetti salvi-- f. 8.- 8. Arativa in Campagna pertinenza suddetta l. d. [luogo detto] Alla Medega segnata al N. 287 di pertiche 139 a cui 1 Francesco Polli, 2 Vedova Giovanni Danielli, 3 strada, e 4 Giacomo Bassetti salvi-- f. 70.- 9. Altra detta in Fontanamorta stesse pertinenze al N. 403, di pertiche 90 a cui 1 strada, 2 Vincenzo Bassetti, 3 Andrea Bassetti, e 4 lo stesso – f. 21.- 10. Un piccolo orto di pertiche 5 detto agli orti in S. Massenza segnato al N. 214, a cui 1 strada, 2 Francesco Polli, 3 Vincenzo Bassetti, e 4 la casa della massa salvi f.2.- 11. Un piccolo prato sterile in Ranzo del prodotto di un biroccio fieno annuo a cui, 1 Vincenzo Bassetti, 2 strada, 3 Vincenzo Basetti e 4 fratelli Beatrici-- f . 6.- ./. 486.- Riporto f. 486.- 12. Un piccolo bosco nella Valle di Ranzo a cui 1 e 2 il Comune di Ranzo, 3 Giacomo Tonelli, e 4 Lorenzo Bassetti salvi 4.- 13. fondo arativo nelle pertinenze di Vezzano l. d. [luogo detto] Sopravilla di pertiche 600 circa a cui 1 strada comunale, 2 Francesco e Giacomo Bassetti, 3 la roggia, e 4 Antonio Benigni salvi – f. 250.- Totale aust. f. 740 Più fiorini - - 210 di mobili 950 I. R. Giudizio Distrettuale Vezzano 24 Aprile 1866 [firmato]
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Società di comunella pel reclutamento militare - 1856Il servizio militare obbligatorio della durata di due anni venne introdotto nel territorio austriaco nel 1871; prima la difesa territoriale era compito dei volontari. Questo documento testimonia la presenza di una "società di comunella pel reclutamento militare" sul territorio di "Cavedine e Pedegazza compreso Ranzo e Margone" alla quale ci si associava versando "fiorini 40 di Vienna", dopodiché una "estrazione" avrebbe stabilito chi entrava nei reparti dei tiratori scelti volontari, chiamati comunemente Schützen. In questo caso per il ventitreenne Vincenzo Bassetti si era impegnato a pagare il padre Giobatta ed aveva fatto da garante il Curato di Santa Massenza Don Francesco Bassetti. --- Per una prima rapida lettura segue la trascrizione del documento a cura di Rosetta Margoni . Santa Massenza li 26 Marzo 1856 Il qua presente, e sottoscritto Gbatta Bassetti da Santa Massenza alla presenza degli infrascritti testimoni dichiara di concorrere nella società di comunella pel reclutamento militare che si farà nell’estrazione di domani 27 marzo del riparto di Cavedine e Pedegazza compreso Ranzo e Margone e si obbliga a prendervi parte per suo figlio Bassetti Vincenzo nell’importo di fiorini 40 di Vienna sono quaranta di Vienna. Esso Bassetti si obbliga di versare questo importo nelle mani del signor cassiere e collettore del riparto il signor Pietro Cattoni Capo Comune di Cavedine entro tre mesi dal giorno dell’estrazione a scanso di sommarissime esecuzioni a garanzia dell’importo suddetto e conseguenze si introdusse il Curato di Santa Massenza Don Francesco Bassetti il quale si dichiara solido debitore. In fede x segno di croce di G Battista Bassetti SiMone Dall’Antonio testimonio Beniamino Bassetti Testimonio Don Bassetti Francesco Sigurtà e debitore solidare Pagati fiorinini venti W. Cavedine li 3 agosto 1856 Don Pietro Catoni Cassiere
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Svincolamento della gleba - 1851Interessante documento che pone in evidenza gli interessi contrastanti tra il proprietario del terreno ed il possessore, cioè colui che lo gestiva come fosse suo anche per diverse generazioni, pagando al proprietario una "prestazione livellaria" annuale che in questo caso ammontava a 49 fiorini e 6 carantani. Sia proprietà che possesso potevano essere ceduti ad altri e non era detto che il possessore fosse quello che effettivamente lavorava la terra. La "Commissione per lo svincolamento della gleba" aveva lo scopo di stabilire la cifra con cui chi lavorava la terra (gleba) poteva svincolarsi da proprietari e possessori e diventare così coltivatore diretto, proprietario della terra che lavorava. In questo caso "l'importo capitale" era stato definito in 169 fiorini e 44 carantani ma non si evince dal documento chi abbia richiesto lo svincolamento e a chi doveva andare tale importo, è chiaro però che il proprietario intende far valere i suoi diritti chiedendo che sia l'importo capitale sia l'annuale prestazione livellaria siano saldate a lui. Per una prima sommaria lettura si riporta qui sotto la trascrizione del documento ed a seguire, per una analisi storica del contenuto, un approfondimento del pofessor Silvano Maccabelli. ---- Trascrizione, purtroppo incompleta, di Rosetta Margoni: Lod. I. R. Giud. Distrettuale La Signora Domenica nata Ducati domiciliata in Trento, qual legataria del fu Signor Don Francesco Ravelli, fra il resto, era proprietaria dell’utile dominio di tre realità descritte, e conferminate nella investitura 21 febbraio 1795 portante l’anno prestazione livellaria di f 49 x 6 [fiorini 49 e carantani 6], del Tirolo, il cui possessore utile attuale è il Signor Batta Bassetti di Santa Massenza: livello, che la I. R. Commissione per lo svincolamento della gleba venne testé pagato in liquidazione nell’importo capitale di f 169 x 44 W. ?. Lett. A. Collo scritto 4 Gennaio 1851 lett. a, la suddetta Ducati cesse a me, ed in parziale pagamento mi trasferì in uno al diretto dominio, anche il capitale liquidato, come sopra, e mi autorizzò a farmi per tale riconoscere da proprietario utile, e lasitore anzidetto. Ciò stante, insieme al sunnominato Bassetti la cessione relativa all’investitura 11 febbraio 1795 e la diffida a non pagare ad altri favori che a me già l’annua prestazione di f 49 x 6 del Tirolo, né il corrispondente liquidato capitale di f 169 x 44 W. ? e tanto meno gli interessi sopra il medesimo in pena del doppio pagamento, supplicando, che tanto venga loro intimato per norma, e contegno. Domenico Pedroni ?? a Gbata Bassetti dando relazione all’istanza presa come norma e contegno Dall’I? Vezzano 31 Gennaio 1851 [firma] Li 15 Febbraio 1851 a G Batta Bassetti Massi f I D 108/1851 Al Lod. I. R. Giud. Distr. di Vezzano Supplica di Domenica Pedroni nata in Ducato contro il Sig. Gio. Batta Bassetti di Sta Massenza perché anorma, e contegno venga a lui intimata la cessione operata da Domenica Ducati di Trento con documento 4 Gennaio 1851, relativa al livello, e suo capitale liquidato ? ? e duplicato 5e59 25 Gennaio 1851 --- La Commissione glebaria distrettuale e i fiti o livelli - Approfondimento di Silvano Maccabelli - Dopo la definitiva secolarizzazione del Principato vescovile a favore degli Asburgo d’Austria, venne nominata in Vezzano, verso la metà dell’Ottocento, la Commissione glebaria distrettuale ossia la Commissione per lo svincolamento della gleba [terra]. Scopo della commissione era quello di svecchiare le procedure economiche, che soffrivano ancora abbondantemente del fardello medievale. Nel Tirolo tedesco già erano state intaccate fin dal secolo XIII dalla cosiddetta riforma delle svaighe, messa in atto dall’intraprendente Mainardo II di Gorizia, allora conte di castel Tirolo, che aveva cominciato a trasformare i servi della gleba in coltivatori diretti, e in sèguito anche nel resto degli Alpenländer i vincoli di servitù vennero in gran parte riscattati in denaro. Tuttavia nei territori ex vescovili le cose erano sempre procedute a rilento e a gran fatica, tanto che nella prima metà dell’Ottocento sopravvivevano ancora le consuetudini antieconomiche legate all’esistenza dei contratti di livello o fiti, come venivano comunemente chiamati dalla nostra gente. Il termine fito non indicava soltanto quello che noi oggi intendiamo con affitto [agrario], vale a dire il dovuto in natura o in denaro per la fruizione contrattuale di un fondo in locazione, ma anche una transazione molto più ampia, che andava da arcaiche forme di prelievo di natura vassallatico-signorile – come quelli presi di mira fin dalla rivolta rustica del 1525 – sino ad arrivare a modalità più recenti, per le quali il fito era riscosso a copertura d’una somma precedentemente prestata, che raramente compare nei contratti: spesso il fito era addirittura perpetuo, rendendo l’atto del prestare, che lo aveva originato, una vera e propria operazione ad usura. Com’è noto, non solo quest’ultima, ma anche il semplice prestito ad interesse era vietato nell’ancien régime da pregiudizi di natura religiosa, e la modalità dei fiti era un ottimo sistema per trasformare l’ipocrisia in devozione. L’ammontare dei fiti poteva configurarsi sia in moneta che in natura, con brente di brascato, staia di siligine, galede di olio di oliva, staia di frumento eccetera. Ma ciò che rendeva veramente antieconomica l’istituzione era, oltre naturalmente alla scarsa appetibilità della transazione, era la congerie burocratica che la contrassegnava: il fito poteva essere riscattato mediante affrancamento o liberazione o assoluzione da parte del debitore con una somma pattuita di denaro; poteva essere alienato e trasferito mediante contratto a un terzo sulla base di un prezzo concordato; poteva essere ceduto in possesso mantenendo la nuda proprietà. Nel nostro documento possiamo vedere in atto il comportamento della Commissione glebaria alle prese con un’azione giudiziaria tesa allo svincolamento mediante reluizione [disimpegno] e indennizzo di alcune pezze di terra gravate da fiti o livelli. La trentina Domenica, nata Ducati e maritata con Domenico Pedroni – che a causa della disparità di genere dell’epoca le fa da procuratore – nel febbraio del 1795 era stata investita come proprietaria dell’utile dominio di tre realità [tre ‘fiti’ o ‘livelli’] in qualità di legataria [erede o donataria] del fu signor don Francesco Ravelli, con la prestazione livellaria di 49 fiorini e 6 soldi o carantani all’anno. Con l’andare del tempo, la Ducati Pedroni aveva ceduto il possesso del proprio livello a un certo Gio Batta Bassetti di Santa Massenza, mantenendone tuttavia la proprietà. Il 4 gennaio del 1951, però, la signora, in occasione di una a noi ignota transazione col marito Domenico Pedroni, gli cedette la proprietà di detti fiti, trasferendogli in uno al diretto dominio anche il capitale liquidato di 169 fiorini e 44 soldi o carantani, oggetto proprio in quei giorni del sentenziato svincolamento glebario da parte della Commissione e in indennizzo della già [ormai pregressa e abolita] annua prestazione di f. 49 e x 6. A scanso di probabili equivoci, in data 25 gennaio 1851 il nostro bravo Pedroni informava dell’avvenuta cessione di proprietà d’una ventina di giorni prima tanto il Lodevole Imperial regio Giudizio Distrettuale quanto il possessore interessato Bassetti, diffidandoli dal pagare ad altri favori che a lui tanto la prestazione livellaria pregressa quanto l’indennità liquidata.
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Paket/Geld Bestellkarte (Buoni d'Ordine di Pacchi/Denaro)Si tratta di buoni d'ordine di pacchi e denaro dell'ufficio postale di Vezzano datati 4-5 e 9 dicembre 1916. Possiamo riconoscere il numero dell'ordine (Nummer), l’ufficio postale (Postamt), il destinatario (Empfänger),il valore (Wert), le spese postali (Zustellgebühr).
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Memoria del denaro spedito a Giacomo BiottiIl documento certifica l'elenco dei fiorini spediti al militare Giacomo Biotti, tra il 1855 ed il 1860, da uno dei fratelli o dalla sorella [ Maria Teresa (1826- ), Pietro Domenico (1836-1913), Francesco (1840-1919)]. Sono elencate le lettere nelle quali Giacomo richiedeva il denaro e sulla destra i fiorini, talvolta in oro, che sono stati spediti. Al numero 6 è anche indicata "la spedizione di un paio di braghe" avvenuta il 3 agosto del 1858. A riguardo in archivio abbiamo:
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Lettere di Giacomo BiottiGiacomo Biotti [nato a Padergnone nel 1832, come desunto dalla scheda di famiglia], nel 1856 scrive ai genitori da Bregenz [Austria] dove era "militare alla 28 compagnia del 7 Battaglione", dove ipoteticamente svolgeva il servizio militare. Parla della sua buona salute e del bisogno di denaro poiché la paga è "miserabile"; chiede informazioni della famiglia, dei "bacchi da setta" e delle "galete" (la bachicoltura che l'anno precedente aveva dato buon frutto), dell'"incanto dei basoti" [?], della valle; manda i suoi saluti ai fratelli [Pietro Domenico (1836-1913), Francesco (1840-1919)], la sorella [ Maria Teresa (1826- )], il cognato, i parenti, amici, vicini e "tutti quelli che vi domandano di me". La lettera del 13.8.1859 proviene invece da Novoledo di Vicenza, quando era "militare alla 7^ compagnia del 2° battaglione dei cacciatori imperatore", dove ipoteticamente era impegnato nella seconda guerra di indipendenza [27 aprile - 12 luglio 1859]. Godeva di buona salute e sperava di rientrare presto in Tirolo, da "questi paesi [in cui] vi sono una grandissima suta [siccità] e molte malatie nelli militari". Chiede informazioni dei paesi, delle campagne, dei "cavaleri" [bachi da seta], dell'"incanto dei basoti" [?] ed informa che "le lettere dei militari adesso non paga più niente". Tra i saluti non nomina questa volta i fratelli, il che fa pensare che anche loro fossero impegnati in guerra. Queste lettere, scritte di proprio pugno da un soldato, ci permettono di ipotizzare che la scuola popolare di Padergnone fosse già in funzione negli anni '30-'40 dell'800.
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Bollette di pagamento imposte di consumoAlcune bollette riportanti importi e dati risalenti al 1930-1932 del (forse) signor Tomasi Ferruccio. Da notare di particolare nella seconda la parte dedicata al trasporto, che è stata compilata con orari precisi. A parte le cifre, le scritte sono purtroppo per lo più illeggibili. I francobolli hanno mantenuto il loro colore brillante.
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Almanacco agrario pel 1908Almanacco di Emanuele Caldini con interessanti annotazioni metereologiche, agricole e familiari (si sono scansionate solo le pagine annotate). A p. XI un elenco di tutte le fiere e i mercati del Triveneto e del Tirolo che cadono nei giorni fissi dell'anno; qui in valle si teneva il mercato due volte all'anno a Calavino (primo sabato di ottobre e il lunedì che segue la quarta domenica di quaresima) e a Vezzano (sabato precedente al terza domenica d'aprile e settembre). Si segnalano i riferimenti salienti: - 24 febbraio: "Raccolta strope", ovvero dei legacci ottenuti dai rami di salice, usati per legare le vigne ai pali - 29 febbraio: pagamento di corone 31.70 per legname da pergola - 1 marzo: evidentemente Todeschini possedeva una carrozza che veniva usata come mezzo pubblico - 18-20 marzo: come indicato a p. XV, il 19 marzo a Trento c'era il mercato di prodotti rurali - 23-28 marzo: potatura delle parti - 13-14 aprile: potatura delle viti - 29 aprile: "Spedito a Noemi [la figlia] un botticello di lit.[ri] 30 vino" - 14 maggio: "Irrorazione fichi, peri e pomi con nicotina": il tabacco fungeva da insetticida - 16-18 maggio: acquisto dei bachi da seta - 25 maggio: "Tiziano zolfora": la solforazione (o solforatura o inzolfatura) è un'operazione consistente nel cospargere gli organi verdi delle piante di preparati a base di zolfo per combattere malattie crittogamiche. - 1 giugno: "Spedito cesto a Gisella [l'altra figlia di Emanuele] con 60 uova e piselli" - 3 giugno: "Giacomo [...] rincalza patate e fagiuoli": "rincalzare" significa accumulare terra al piede di una pianta per sostenerne la crescita. - 4 giugno: "Tempo bellissimo. Giacomo zolfora parti e campo poi travaza vino. L'uva del campo principia fioritura" - 17 giugno: "Piantano frasche fagiuoli parti": le frasche venivano usate come sostegno per le piante di fagioli - 4-5, 8-11 aprile, 19, 23 giugno: commovente notare come questa agenda pensata per il commercio agrario diventi anche una sorta di diario personale. - 20 giugno - 8 luglio: probabilmente Emanuele andò a trovare le figlie a Trento, in occasione della nascita dei nipoti - 9 luglio: "Vendo a Stefano Pisoni il frumento per cor[one] 90. Vedi 15/8 saldato." - 25 luglio: "L'uva bianca del campo principia maturenza", poi sono riportate le date delle annate precedenti nelle quali è maturata l'uva - 4 ottobre: "Vendemmia bianca e consegna alle Sarche" - 12 ottobre: "Maria [la moglie] va a Vezzano e vende il teroldico alla ditta Cembran di Lavis a cor[one] 12 l'Et.[tolitro] franco Lavis" - Le ultime pagine sono tutte dedicate alla vendemmia.
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Corrispondenza tra Emanuele e Oreste Caldini 09.04.1915Trascrizione: «Non dici mai di avere da noi notizie dopo diverse corrispondenze che ci ab[b]iamo mandate. Qui incomincia la primavera e sbocciano già i fiori. Anche i lavori di campagna proseguono regolari. L'ultima tua aveva la data del 16 Marzo. Molti sono stati gli avvenimenti nei Carpazi e quindi desideriamo tue notizie per sapere se stai ancora ab[b]astanza bene e crediamo che sarai sano come noi. Saluti cordiali.» L'apprensione del padre sarà fortunatamente sciolta il giorno dopo, alla ricezione di una precedente missiva del figlio:
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Una pagina del diario di guerra del Capitano Oreste Caldini del 1917In questa pagina, tra le informazioni di guerra, il Capitano annota con una croce nera il giorno della morte di suo padre Emanuele (24.07.1917)
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Compravendita terreni 1845Il documento tratta di una compravendita di "un’arrativa con viti, e Gelsi, e crozzivo annesso luogo detto al Campo nuovo in Sopravilla" a Vezzano confinanti con "la strada nuova" e fa riferimento ad un altro fondo in Cignon. Le misure sono indicate in pertiche (quadrato da 12 piedi di lato) e piedi di Vienna (31,61024 cm). I valori sono espressi sia in fiorini e carantani in valuta di Vienna che in fiorini e carantani abusivi plateali. I carantani valevano 1/60 di di fiorino. Il documento è redatto su carta legale da 30 kreuzer (carantani) e riporta in calce il timbro del Imperial Regio Giudizio Distrettuale di Vezzano. ------- Per una prima rapida lettura si riporta la trascrizione: Vezzano li 18 ottobre 1845 In ordine al compromesso dei 28 agosto po. po. ed alla misurazione fatta dal peritto Tommaso Trentini dei 10 settembre po. po. i qui presenti Antonio del fu Giuseppe Benigni di Vezzano, Giombattista del fu Vincenzo Bassetti di Santa Massenza sono passati al seguente dfinitivo contratto di compravendita. Antonio Benigni trasferisce in assoluta proprietà a titolo di vendita a Giambattista del fu Vincenzo Bassetti un’arrativa con viti, e Gelsi, e crozzivo annesso luogo detto al Campo nuovo in Sopravilla di sopra pertinenza di Vezzano, cui confinano a mattina la strada nuova, e Giorgio Benigni, mezzodì lo stesso Giorgio Benigni, e Giuseppe fu Bortolo Benigni, sera la roggia, a settentrione il venditore Antonio Benigni, l’arativo di pertiche 651 piedi 5 di Vienna, ed il Crozzivo pertiche 204 piedi 3.- Questa compravendita viene fatta per lo prezzo convenuto di fiorini 2(?) la pertica viennese dell’arativo, e di fiorini 4 la pertica del crozzivo in valuta abusiva di piazza e quindi in complesso per lo prezzo di fiorini 1317..18 Mille trecento dieci sette e carantani dieciotto abusivi plateali. A conto di questo prezzo il venditore Benigni assegna al compratore Gio’Batt: Bassetti d pagare in solieno (?) di esso venditore la metà del capitale ipotecario di fiorini 800 d’impero dipendente da documento primo febbraio 1791, coi relativi interessi fin qui goduti qual metà di capitale ed interessi inposta in valuta di Vienna moneta di convenzione fiorini 429..40 ½ pari ad abusivi plateali.- - - f. 533–1/4 ritenuto che altra simile metà sta a carico di Giorgio Benigni fratello del venditore.- Egualmente in isconto di detto prezzo il venditore Benigni assegna al compratore Bassetti da pagare al seminario vescovile di Trento fiorini 148..43 ½ in M (??) pari ad abusivi plateali - fi 193..20 per metà di capitale, interessi, e spese dipendente da documento 3 Maggio 1788, ritenuta che altra simile metà stà a carico di Giorgio Benigni fratello del Venditore. In isconto pure del detto mezzo di compravendita il venditore Benigni assegna al compratore Bassetti da pagare entro due settimane fiorini 25 ed entro due anni altri fiorini 300 in tutto ab. plateali fi 325..- ad Antonio figlio di esso venditore per la metà del capitale ipotecario di quello dovuto in forza del documento dei 6 (?) archiviato li 15 Novembre 1837 sotto N° 542. Anzi trovandosi qui presente esso assegnatario Antonio Benigni figlio, dichiara d’accettare il premesso assegnamento, e dichiara pure in riguardo all’altra metà di capitale donatogli in forza del sopracitato documento fi 1051..20 1/4 di rimozione all’ipoteca a lui compettente sul fondo a sopravilla e di attenersi a quella dell’altro fondo a Cignon ferma però fino al pagamento degli assegnati fi 325 abusivi ? anche l’ipoteca sul fondo a sopravilla. Il compratore Bassetti in isconto del pari del prezzo suddetto ha sborsati al venditore Anto= Benigni abusivi - - - fi. 150..- Finalmente a solito del convenuto prezzo il compratore pagherà il venditore entro un anno fi 115..57 ¾ Il venditore Benigni dichiara di garantire fi. 1317..18 il venduto stabile per libero di ipoteche a riserva di quelle riferibili alla fatta accolazioni(?) - Sulle somme assegnate, e insolute dovrà dal compratore corrispondersi fino al pagamento l’interesse del 5/6& Fino al pagamento dell’intiero prezzo resta riservata a favore dei creditori, e del venditore l’ipoteca speciale porvileggiata (?) sul venduto stabile suddetto. Le parti si autorizzano vicendevolmente all’archiviazione del presente nel libro degli istromenti (?) presso il Giudizio.- Ora letto si firmano Antonio Benigni segno di croce di Gio. Bassetti x Antonio Benigni figlio Nazzaro Ronchetti testimonio Francesco Patuzzi in nome di Gio’ Batt’ Bassetti, che fece la croce, e fu testimonio N. 5919 Inscritto oggi a ore 11 ant= al N° 515 in questi pubblici registri dei diritti coli (?) dall’i. a. Giud. ? Vezzano li 19 8bre 1845 de Vigillio La presente è conforme al suo originale e stesa in carta (?) da fi. 4.- dall’i r giudizio di Vezzano li 24 8bre 1845 [firmato] [Trascrizione da ricontrollare di Rosetta Margoni, 11.2.2021]
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Convenzione per diritti di passo - 1837Il documento tratta una convenzione fra due famiglie Bassetti per i diritti di "passo, e ripasso a piedi, e col bestiame disgiunto" in un "vòlto" posto al piano terra di una casa "in località detta al Torchio" e in un orto accanto ad essa. Si parla anche della costruzione di un barbacane a sostegno di una casa. Le firme degli interessati alla convenzione vengono fatte col segno della croce. Si riporta la trascrizione per una prima rapida lettura: Santa Massenza li 12 dodici ottobre 1837 trentasette Si premette che ai fratelli Andrea e Giovanni de fu Gio’ Bassetti di S. Massenza competteva il diritto di passo, e ripasso a piedi, e col bestiame disgiunto a traverso ad un volto apiano terra della casa di GBattista del fu Vincenzo Bassetti di S. Massenza, esistente questo volto nella casa di vagione d’esso Giobatta Bassetti sita in questa Villa in loco detto al Torchio. Si premette altresì, che questo diritto di servitù attiva spettante ai fratelli suddetti Andrea, e Gio’ Bassetti, è da riguardarsi come un diritto reale accordato in perpetuo ai proprietari della casa sita in S. Massenza in località detta al Torchio di gagione dei fratelli Andrea e Gio’ fratelli Bassetti.- Dopo tutto ciò le parti qui presenti divennero alla seguente Convenzione I qui presenti, e sottoscritti anzi con croce firmati fratelli Andrea , e Giovanni Bassetti per se agendo ed eredi rinunziano al paso presente, e per se ed eredi accetante Gbattista Bassetti il diritto del passo e ripasso a piedi, e con bestiame sciolto ad essi loro spettante quai possessori della casa da loro attualmente abitata in S. Massenza a traverso del volto apiano terra di compendio della casa di Gbattista Bassetti. Esso Gbattista Bassetti poi dà e concede ai predetti Gio e Andrea Bassetti quai proprietari della casa di S. Massenza al Torchio confinante 1° Gbatta Bassetti fu Vincenzo e così pure al 2°, 3° fratelli Parisi, 4° gli stessi e Giuseppe Polli salvi (?), il diritto di servitù attiva del passo, e ripasso a piedi, e bestiame sciolto a tramezo l’orto di vagione di Gbattista fu Vincenzo Bassetti e ciò nella larghezza di quattro piedi; al quale orto confina al 1° la strada comune, 2° Giuseppe Polli, e i sud. [suddetti] fratelli Andrea e Gio Bassetti, 3° gli stessi, 4° i fratelli Parisi salvi (?) E ciò fanno i suddetti fratelli Gio’, ed Andrea Bassetti perché oltre il suddetto diritto di passo esso Gbatta fu Vincenzo Bassetti si obbliga, e promette di pagare ai predetti Andrea e Gio Bassetti l’importo di fiorini 15 quindici abusivi nel prossimo S. Martino 1837 sette, riservato a Gio, e Andrea Bassetti di poter costruire all’occorrenza un barbacano nell’orto suo a sostegno della loro casa sopra descritta. - Gbattista Bassetti autorizza i fratelli Gio, e Andrea Bassetti a far inscrivere da se soli il presente documento nei libri relativi del Lod. I. R. Giudizio Distrettuale di Vezzano. Le spese sono tutte a carico di Gbattista Bassetti. Preletto le parti si firmano con croce Segno di croce di Gbattista Bassetti Segno di croce di Giovanni Bassetti Segno di croce di Andrea Bassetti Gio Danieli (?) ? sottoscritto per Gio Bassetti, Gio, ed Andrea Bassetti Antonio ? ? ? e testimonio come sopra [firma] Acquistato nel libro dei strumenti di questo Giudizio li 13 care alle ore 10 ante al N° 616 Vezzano 13 Xmbre 1837 [Trascrizione da ricontrollare di Rosetta Margoni, 12.2.2021]
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Biglietto della lotteria nazionaleBiglietto della lotteria nazionale completo della "Federazione Italiana Nazionale Fascista per la lotta contro la tubercolosi". Sulla parte destra della pagina finale campeggia uno dei motti di Mussolini.
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Carta dotale di Irene Poli - 1887Carta di dota di donna benestante data la quantità di vestiti, oltre ai mobili ed ai fiorini spettanti "in conto di legitima". Come di consueto l'atto vede come protagonisti il padre della futura sposa e quello del futuro sposo. Lo stimatore dei beni è un sarto. La trascrizione completa per una prima rapida lettura è allegata.
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Locazione perpetua a Vezzano - 1795Documento redatto su carta legale da 6 kreuzer. Si tratta di una locazione perpetua di alcuni terreni di Vezzano da rinnovare ogni 20 anni col "tocco della mano" e la presentazione di "una libbra di pepe intero secondo l'uso e la consuetudine". Si citano coltivazioni e località: arativo, vigne, gelsi, fichi, orto, bosco in loc. "al Croz", "alla Pontara", "al Gaidos in Narano" Trascrizione: Nel nome di Dio Correndo l’anno del Signore millesettecento novantacinque [l"? 13] in giorno di mercoledì undici del mese di Febbraio, nella città di Trento Contrada di Santo Pietro ed in una stufa del secondo piano della casa otto, abitazione di me Notaio alla presenza del Sig Dr Gian Albano Zambaiti Padre di me Notaio e di Valentino fu Valentino Bortolotti di qui, Humani cogniti, e specialmente a questo atto chiamati e pregati. Nel qual luogo personalmente trovandosi il Nobile Sig Giovanni fu Andrea de Revelli Nobile del Sacro Romano Impero e Patrizio di Trento, facendo a nome proprio e dei suoi eredi per titolo di locazione perpetua da rinnovarsi nello stesso modo in capo d'ogni decimo nono anno sotto pena della caducità colla presentazione d'una libbra di pepe intero secondo l'uso e la consuetudine di simili locazioni perpetuali e condizioni solite stipularsi nelle medesime col tocco della mano e per una libbra di pepe effettivamente e legittimamente investito il Domino Bartolomeo figlio del Sig Tommaso Garbari di Vezzano già separato dal Padre e da sé solo qual capo di famiglia regolandosi anzi col consenso paterno come da biglietto qui presentato da registrarsi che qui parte per sé e suoi eredi ha fatto istanza di avere questa locazione perpetua, l'ha accettata nominatamente. Primo: D’un’arativa vignata ed in parte ortiva con moreri e figari entravi della quantità d'uno staro quarte due passi venti posta nelle pertinenze di Vezzano luogo detto al Croz alla quale confina a mattina la strada comune, gli eredi di Giovanni Chemelli e Nicolò Leonardi, ½dì la strada e l’infrascritto luogo alla Pontara, sera e 7ne Agostino Benigni ed in parte il Comune. Secondo: Altra arativa e svignata con poco d'orto e bosco della quantità rispetto all'arativo vignato ed ortivo di stara due passi due e rispetto al bosco di stara una quarte tre posta nelle pertinenze antescritte luogo detto alla Pontara alla quale confina a mattina la strada comune, ½dì e sera il Comune di Fraveggio e 7ne l’antescritto Agostino Benigni ed in parte il detto luogo al Croz. Terzo: Altra pezza di terra arativa della quantità di stara tre passi due posta nelle predette pertinenze in luogo detto al Gaidos in Narano alla quale confina a mattina Cristoforo Garbari , ½dì eredi Carpelli, sera il Condattore col livello di Santo Valentino , 7ne il Sig Antonio Benigni e come meglio delle vecchie investiture alle quali caso per averle tenerle possederle e poterne disporre perpetuamente a suo piacere e dei suoi eredi rispetto però solamente all'utile e salve sempre le ragioni ed il diretto dominio a favore della nobile parte locatrice; promettendo esso Nobile Sig. Giovanni Ravelli Locatore ed esso Conduttore presente stipite ed accetta per sé e suoi eredi la evasione e legittima difesa delle cose locate rispetto però solamente al diretto dominio secondo la disposizione della legge ratificando tutte e singole le cose nel presente istrumento contenute e obbligandosi a non contravvenire ne per sé ne per altri per qualunque ragione, o causa de jure o de facto sottopena di rifare danni e spese in giudizio e fuori sotto l'obbligazione di tutti i suoi beni presenti e futuri. E ciò ha fatto,perché all'incontro esso Bartolomeo Garbari Conduttore per sé e suoi eredi obbligando a tal fine tutti i propri beni presenti e venturi colla clausola del contratto informale ha promesso al predetto Nobile Sig Locatore per sé e suoi eredi stipulante ed accettante di ben coltivare migliorare e non deteriorare le cose locate ed ogni anno nella Festa di San Michele o dentro la sua ottava al medesimo Sig Locatore, suoi eredi e loro legittimi amministratori, agenti od esattori che di tempo saranno numerare e pagare in pronti effettivi contanti a titolo di livello e di censo perpetuo la somma di troni quarantanove e mezzo dico troni 49 e carantani 6 di buona moneta. E tutto questo coi patti e condizioni solite stipolarsi nelle locazioni perpetue del Mercato Vecchio di Trento le quali principalmente sono le seguenti: I Che se dal Conduttore o suoi eredi non venisse pagato nel primo anno il livello sia esso tenuto portarlo duplicato e non pagandolo nel secondo anno si reduplichi lo stesso livello il quale si debba triduplicare se per un intero triennio non fosse stato pagato. II Che inoltre ed in tal caso della cessazione del pagamento di tre anni continui il Conduttore o li suoi eredi decada e decadano ipso facto da ogni ragione dell'utile dominio e dei miglioramenti delle cose locate le quali debbono ipso jure devolversi insieme con i miglioramenti medesimi a favore della Nobile Parte Locatrice di maniera che si consolidi l'utile col diretto dominio. III E che nulladimeno sia tenuto il Conduttore o i suoi eredi al pagamento di tutti i livelli non pagati coi doppi ridoppi e tridoppi sopra gli altri loro beni mobili ed immobili quali perciò quivi a questo fine rimangano e s'intendono espressamente obbligati. IV E che sotto pena della caducità e devoluzione non sia lecito al conduttore o ai suoi eredi di vendere o in qualsiasi modo alienare l'utile dominio ed i miglioramenti senza la licenza in iscritto della Nobile Parte Locatrice quale volendo comprare tale utile dominio e miglioramenti debba averlo per venti soldi di quanto potesse il Conduttore conseguire da altri; ed in caso che il Padrone del diritto non volesse entrare nell'acquisto o lasciasse passare quindici giorni popola esibizione legittimamente fattagli a deliberare allora sarà lecito al Conduttore o alienazione della cosa locata a chi vorranno con questo però che non la facciano a persone citate dalla legge o inabili a pagare il livello e che per ogni nuova investitura si debba presentare al Padrone del Diritto una libbra di pepe. Per la osservanza dei quali patti e condizioni si obbligano due Conduttori a nome proprio e dei suoi eredi tutti gli suoi beni presenti futuri. Segue l’enonziato Relato Vezzano 28 Gennaio 1795 Io sottoscritto acconsento, admetto, faccio dispotico mio figlio Bortolo di poter rinnovare la Investitura del livello col Nob. Sig. Revelli di Trento delli suoi luoghi giacenti qui in Vezzano e in confermazione di quanto sopra mi sottoscrivo e qui ai piedi appongo il mio domestico sigillo ed in fede Tommaso Garbari. Ego Francisco Albano Zambaiti de Vezzano Notaj Colleg. Civili e Cancelliere Magistrali Tridenti permisi omnibus e singuli originali meo prottocolo esti alieno fideli tamen mane desumpti partesi ed concordati ecc ecc
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Napoleone 1812Documento del periodo napoleonico redatto su carta legale con timbro riportante la scritta K K Stempel - 10 zehen kreuzer k intorno a uno stemma. I kreuzer, corrispondenti ai carantani, valevano 1/60 di fiorino. "Convenzionalmente, per quel che riguarda il Trentino, viene impropriamente detto Periodo napoleonico l’arco storico-temporale che va dal 20 maggio 1796, giorno in cui l’ultimo Principe vescovo di Trento, Pietro Vigilio de Thunn abbandonò la città al suo destino di fronte all’incalzare delle truppe francesi, al 9 giugno 1815, quando il Congresso di Vienna attribuì all’Austria il territorio dell’ex Principato di Trento." (da: http://www.archiviodistatotrento.beniculturali.it/index.php?it/152/periodo-napoleonico) Il documento riguarda una transizione avvenuta a "Baselga di Terlago". Si coglie l'occasione per ricordare che oltre a Baselga anche Vigolo, Cadine e il Pedegazza (Fraveggio, Lon, Ciago, Covelo) vennero aggregati a Terlago dai francesi nel 1810 e poi ritornarono autonomi dopo il passaggio all'Austria nel 1815. Trascrizione: Napoleone Per la grazia di Dio, e per le Costituzioni Imperatore dei Francesi, Re d'Italia, a tutti i presenti e futuri salute. Avanti il Giudice di Pace di Trento Capo Luogo del Dipartimento dell'Alto Adige, è seguito la presente Transazione. Trà La Sig.ra Massenza Vedova del fu Simone Tevini, qual tutrice dei propri di lei figli , possidente domiciliata in questa Città, Attrice comparente in persona da una parte, e Francesco, Giovanni, e Leonardo fratelli Baldessari nonché Giovanni del fu Giacomo Baldessari altro debitore principale, e solidale, dei Convenuti, comparenti in persona dell'altra parte, ad eccezione di Francesco, che non comparì, domiciliato in Baselga di Terlago. La Sig.ra Massenza domandò dai Convenuti il pagamento di Lire duecento e una, centmi = apparenti da obbligazione dei ventisette Novembre 1811 undici registrato in Trento lì 18 corrente al N° 1873 contro pagamento di Lire una, centesimi dieci qui esibita, e restituita al momento; non che gl’interessi maturati e da maturare fino all'effettivo pagamento. Conchiude ricercando la rifusione delle spese. Li due primi Convenuti, cioè Giovanni, e Leonardo fratelli Baldessari hanno detto di non ritrovarsi in situazione di potere pagare; e il terzo Giovanni del fu Giacomo Baldessari, ha detto, che egli non intende di pagare, che solamente la sua quotta. A nostra insinuazione le Parti hanno convenuto come segue: 1 Che il predetto Giovanni del fu Giacomo Baldessari s'obblighi, e si costituisca debitore principale, e solidale verso la Sig.ra Attrice per l’intiera somma Capitale, ed interessi sopraddimandata, rinunciando a qualunque eccezione; ed in detta somma viene anche contemplato una porzione, che s’affretta di pagare a Francesco fratello dei suddetti Giovanni e Leonardo Baldessari. 2 Detta somma diLire duecento una sarà pagata dal detto Giovanni Baldessari alla Sig.ra Attrice per tutto il giorno quindici Ottobre corrente anno, coi suoi interessi maturati, e da maturarsi in ragione del cinque per cento. 3 Che i suddetti Convenuti Giovanni, e Leonardo fratelli Baldessari rinunciano a favore di Giovanni Baldessari suddetto la loro porzione del fondo posto nelle pertinenze di Baselga luogo detto alla Cozza a cui confina a mattina la comune, a mezzodì Bortolo Endrizzi, a sera, a sera Giovanni Failo, ed a settentrione esso Giovanni Baldessari unitamente all’entrante pendenti cosiché, avrà il suo possesso ancor oggidì delle dette porzioni di fondo, ed entrate, al quale resterà riservata la sua ragione contro Francesco Baldessari, ridotto per la di questi quota di debito, le quali due porzioni di fondo valeranno Lire cento ventisei all'incirca. 4to Che pagando detti due Convenuti Giovanni, e Leonardo Baldessari la loro rispettiva quota di debito pel giorno quindici Ottobre suddetto s'intenda retrocesse ad essi le loro porzioni di fondo suddette, cesse a Giovanni Baldessari; e privato dello detto termine non potranno più redimere le dette loro due porzioni di fondo. 5to Le spese di quest'atto sono a carico dei convenuti ciascuno per la loro porzione. Hanno in seguito instato le predette parti, che il presente sia munito della formula esecutiva, e Noi abbiamo steso questo processo verbale, al quale esse si sono assieme con Noi, e col nostro Cancelliere sottoscritte. Fatto a Trento lì 19 Agosto 1812 Massenza Ved. Tevini Giovanni del fu Giacomo Baldessari Leonardo Baldessari Riva Giudice Corradi Cancelliere Trento lì 5 Settembre 1812 Registrato al N° 484 foglio 69 della sezione II, e pagate L. 10/100 come da Bolletta N° 16 Capivaz Comandiamo, ed ordiniamo a tutti gli uscieri, che ne saranno richiesti di porre ad esecuzione la detta Transazione, ai nostri Procuratori Generali, ai nostri Procuratori presso i tribunali di prima istanza, di darvi mano; a tutti i comandanti, ed Ufficiali di forza pubblica di prestarvi mano forte allorché ne saranno legalmente richiesti. In fede di che la presente Transazione è stata sottoscritta dal Giudice di Pace e dal Cancelliere. Per spedizione Corradi Cancelliere Copia Napoleone 1812
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Testamento di Giabatista Bassetti - 1855Sono qui riuniti due documenti tra loro collegati che documentano come in un testamento venissero stabilite le modalità del funerale e delle messe in suffragio del deceduto, oltre che la successione dei beni. È documentata la tradizionale distribuzione del sale alle famiglie partecipanti, riportando la vecchia definizione di famiglia "fumante", ossia famiglia patriarcale convivente sotto lo stesso tetto. Riguardo la successione ed il diverso trattamento riservato a uomini e donne si rimanda alla lettura dei documenti, trascritti integralmente per una più rapida prima lettura. -------- Trascrizione dei documenti: Copia del testamento di Giabatista Bassetti Nella Canonica di S. Massenza 24/7/1855 Giovanni Battista Bassetti di S. Massenza in istato di mente sana e d'intelletto alla presenza degli infrascritti chiamati e presenti quai testimoni ebbe a dichiarare la sua ultima volontà pel caso di morte nel modo seguente: Ordino che il mio corpo venghi accompagnato alla tumulazione da quattro reverendi sacerdoti, dai prossimi miei parenti e da una persona di ciascheduna famiglia di S. Massenza colla distribuzione di libre tre di sale per ciascheduna fumante in S. Massenza. Ordino che i miei eredi facciano celebrare dal Rev.do Sacerdote locale soliti uffici del se.so(?) ed anniversario e s. messe N 30 sieno celebrate infallantemente entro l'anno della mia morte in suffragio dell'anima mia. Istituisco in miei eredi universali i due miei figlioli cioè Claudio e Vincenzo. Lascio la porzione legittima della mia facoltà alle due mie figlie che sono Rosa e Margherita. Restando a me superstite mia moglie Teresa ordino i miei due figli Claudio e Vincenzo paghino cadauno fiorini abusivi 10 per ogni anno sino che ella vive cioè in tutti e due annui fiorini abusivi plateali 20 però colla condizione espressa e chiara che essa resti in istato vedovile e non altrimenti. Lascio inoltre da godere vita sua durante a mia moglie Teresa la camera di mia casa che è sopra gli orti e la cucina in comunione possa goderla cogli anzidetti eredi, e qualora non volesse essa abitare cogli eredi nella mia casa e si determinasse di abbandonargli per recarsi ad abitare altrove non potrà avere nessuna pretesa rapporto a ciò ma perderà il diritto della qui nominata camera e cucina. Preletto innanzi al testatore Battista Bassetti et ai chiamati testimoni colla dichiarazione del testatore essere questo scritto la precisa volontà ponendo esso testatore la sua firma col segno di croce venne esso scritto come sotto ultimato X segno di croce di Giovanni Battista testatore. Chierico Polli Celestino ho viduto Giovanni Battista Bassetti a fare il segno di croce in confirma che lo scritto che segnava comprendeva la ultima sua volontà e dichiaro d'aver sentito a leggere al medesimo questa carta e d'avere rilevato io stesso i singoli vocaboli mentre al testatore venivano letti, desso punto per punto gli dichiarava di sua volontà. Giovanni Bassetti testimonio come sopra Prete Bassetti Francesco pregato scrissi e sono testimonio come sopra. ---- Codicillo L' illeterato Giovanni Battista Bassetti di S. Massenza fece alla presenza di noi sottoscritti testimoni il seguente codicillo al suo già fatto testamento dei 24 luglio 1855 e dichiarò quanto segue: Espose che alla propria figliola Rosa, ora Maestra di Scuola in S. Massenza, lascia a titolo di legato, a godere assieme alla propria Madre, la camera e la cucina come espresso nel suo testamento per la propria moglie sola, sul riflesso che detta camera e cucina sono più che sufficienti per ambedue, e che la figlia potrebbe anche essere di necessità per assistere la vecchia Madre e che la madre non possa opporsi a ricevere in tai locali la detta Rosa restando in stato vedovile sia l'una che l'altra e inoltre che siano decadute da tal diritto tanto la propria moglie come la figlia passando a matrimonio e senza poter pretendere indennizzo. Tale abitazione, dovranno essere Madre e figlia abbandonata dopo due anni dalla morte del testatore, perché vuole che i propri figli eredi debbano fargliene un'altra con tutte le sue comodità ed almeno di eguale grandezza, e questa verrà fatta sopra il Beneficio a fronte di Vincenzo Bassetti e tal godimento di stanza e cucina continuerà a vita, lasciando anche libertà agli eredi di fare alle stesse separata cucina, se si sentono in caso dopo la morte d'ambedue, o dopo il matrimoni, tai locali sieno dei suoi eredi in eguali porzioni. Esse avranno libero il passo e l’uso di questi locali dì e notte e diritto di collocarsi la necessaria legna, dove sarà d’incomodo agli eredi. Dichiarò inoltre che l'alimento che i propri figli eredi debbono pagare ogni anno alla propria moglie, dopo la morte sua del testatore di F.ni 20 in cumulo; debba passare alla figlia Rosa, subito dopo la morte della vedova e tale importo di F.ni 20 la figlia Rosa continuerà a percepirlo ogni anno finché è nubile e dire maritandosi sia decaduta da tale diritto che il suesposto sia la precisa sua dichiarazione e precisa volontà siamo pronti anche a confermarlo col giuramento alla bisogna. Padergnone ai 16 Settembre 1859 nove. Pedrotti Francesco testimonio Pedrotti Pietro testimonio Prete Giorgio fui pregato scrissi e fui testimonio come sopra
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Memoria delle fatture di tesitore di ogidì - 1857Diverse le notizie ricavate da questo documento, che a prima vista sembrava di scarsa importanza, presentandosi come mezza pagina strappata. - a Padergnone c'era un tessitore che si chiamava Luigi Pedroti; - i tessuti elencati in questo documento e venduti erano: dada (?), spina da braga (stoffa a spina di pesce per pantaloni), bombaso (cotone), canevela (canapa); - la tela veniva misurata a bracci (marca B); - i prezzi erano espressi in fiorini (marca fi) e carantani (marca X, corrispondenti a 1/60 di fiorino); - l'acquisto è stato pagato tramite due acconti e presumibilmente col successivo saldo è stato consegnato questo documento al compratore - il compratore probabilmente era un Bassetti di Santa Massenza visto che il documento in oggetto è stato conservato da quella famiglia. Trascrizione del documento: Memoria dele fatture di Tesitore di ogidi dada B [bracci] 19 a x [carantani] 6 il brazo inporta - - - fi 1 x 54 spina da braga B 11 a c 6 il brazo inporta - - - - - - - - - - - fi 1 x 6 dopo Tela di bombaso B 31 a x 6 inporta - - - - - - - - - - - fi 3 x 6 altra Tela di canevela B 8 a x 4 inporta - - - - - - - - - - - - fi 0 x 32 ------------------------------------------------------------------- fi 6 x 38 Lì 3 lulio 1857 Ricevo aconto fi 2:30 Luigi Pedroti di Padergnone Ricevo altri aconto fi 2:30 Luigi Pedroti
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Diploma di benemerenza a Bassetti SantaManifesto in cartoncino 51 x 38 cm. Diploma prestampato con parti compilate a timbro ed il nome a scrittura manuale. il testo riporta: VI concorso nazionale di ricamo fra le alunne delle scuole femminili d'Italia Impero e Colonie autorizzato dall'On. Ministero dell'Educazioen Nazionale Diploma di benemerenza L'insegnante sig. Bassetti Santa ha conseguito un 3° premio nella 1^ Categoria. Milano 10 luglio 1940 Anno XVIII Il presidente della giuria (firma non decifrata)
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Riconoscenza a Santa BassettiManifesto in cartoncino 33,5 x 50 cm, scritto a mano e decorato con un delicato motivo floreale realizzato all'acquerello. il testo è il seguente: Alla loro Direttrice Santa Bassetti che con tanto zelo e abnegazione da parecchi anni consacra le sue più assidue cure alla pia Congregazione, quale tenue pegno di sincero affetto e imperitura riconoscenza Calavino, nel luglio 1926 le figlie di Maria offrono.