Disegno preparato per la rubrica "Proverbi trentini" a pagina 15 del n. 6 della rivista "Retrospettive". Illustra il proverbio: "Fra i due litiganti il terzo gode".
Disegno preparato per la rubrica "Proverbi trentini" a pagina 13 del n. 5 della rivista "Retrospettive". Illustra il proverbio: "Galina vecia fa bon brodo".
Disegno preparato per la rubrica "Proverbi trentini" a pagina 13 del n. 4 della rivista "Retrospettive". Illustra il proverbio: "El macarón 'l compagna la lasagna".
Disegno preparato per l'apertura della rubrica "Proverbi trentini" a pagina 14 del n. 2 della rivista "Retrospettive". Illustra il proverbio: "Quande nase 'na fèmina piange anca le formighe"
Disegno preparato per illustrare l'articolo che presenta la pietra sacrificale di "Fabian" a pagina 4 del numero 2 di Retrospettive.
Da questo articolo si ricava che questa pietra era una «tavola sacra di altare», ritrovata nell'ottobre 1966 lungo la vecchia carreggiabile che congiunge il paese di Cavedine con l'abitato di Lasino, attraverso i dossi delle «Ganudole».
Tale manufatto venne asportato e trasportato al Museo Civico di Rovereto dove è stato posto all'esterno presso l'ingresso.
Presenta una lavorazione molto regolare ed ha le seguenti misure: larghezza mt. 1,23 — lunghezza mt. 1,08 — spessore mt. 0,28 — lunghezza dell’appendice mt. 0,30 — larghezza finale dell'’appendice mt. 0,40. La scanalatura, praticata lungo tutto il perimetro della pietra dista dal margine esterno uniformemente cm. 9. Essa è larga cm. 9 su tutti i quattro lati e aumenta la sua sezione in corrispondenza dell'appendice fino ad un massimo di cm. 25, per ritornare a cm. 8 all'uscita della stessa.
Si parla approfonditamente di questa pietra in questo articolo qui consultabile:
Illustrazione preparata per la quarta di copertina del numero 1 di Retrospettive per rappresentare il proverbio: "Quande 'n asen 'l monta 'n carega o che 'l la slarga o che 'l la sbrega."
Mamma coi suoi bambini in un campo di patate. Sullo sfondo la tipica casa contadina con graticci sui balconi per l'essiccazione del granoturco e cesso esterno.
Il padrino, in dialetto "gudàzz" è l'uomo che presenta un bambino al battesimo o alla cresima, assumendo l’impegno di collaborare con i genitori nell’educazione spirituale dello stesso. La donna he fa la stessa cosa è chiamata madrina, in dialetto trentino "gudàzza".
Al tempo, al termine della seconda elementare si facevano sia la prima Comunione che la Cresima, l'una celebrata in paese e l'altra in duomo a Trento. Il bambino nella foto porta un elegante vestito, la cravatta con le sue inziali d'oro, il fiocco della prima Comunione e quello della Cresima, il messalino in mano. Si trova nello studio fotografico Albertini di Trento ed è accompagnato dal suo padrino, in dialetto "gudàz".
Tipica baita interrata del monte Gazza, costruita in sassi sul pendio, con tetto ad uno spiovente in lamiera.
Davanti ad essa un bambino su un motocoltivatore caricato con una esigua quantità di legname.
Questo stesso motocolivatore, il primo a salire sul monte Gazza, è stato già descritto nella scheda
grande recipiente, solitamente di rame, utilizzato, per bollire liquidi. Soprattutto un tempo era di uso diffuso per la produzione del formaggio, della grappa e per cuocere la pasta nelle feste di carnevale.
Era il tempo in cui a malga Covelo si "caselava" cioè si producevano burro e formaggio. Qui vediamo la grande "caldéra" dentro la quale si trasformava il altte in formaggio con l'aggiunta del caglio. Intorno alla caldéra il malgaro con la sua famiglia.
Alle spalle del gruppo la stalla ed il motocoltivatore, mezzo utilizzato al tempo per raggiungere la montagna.
Nell'immagine possiamo notare la parte visibile del pozzo n.9 - detto anche "Van 1", come si presentava nel 1975.
I pozzi n 9 e n 10 (Van 1° e Van 2°) non sono stati svuotati e serviti dal sentiero geologico, anche se ritenuti di notevoli dimensioni.
Nel n. 9 sono stati trovati reperti che indicano sia stato abitato o utilizzato come rifugio in epoca preistorica (come il 3 e l'8).
Nello scatto è ben visibile una parte dell'insegna della fucina Manzoni che riporta la scritta: "articoli da cucina, albergo, caseificio". Risulta visibile il canale di carico nella parte destra del caseggiato.
È qiu riprodotta una parte della sezione Didattica della rivista "Scuola italiana moderna" - Anno XXXVII n. 2.
Essa permette di farsi un'idea delle idee e programmi scolastici del tempo.
La storia di questo periodico è qui ben presentata:
Il quaderno di matematica, qui consultabile in modo parziale, apparteneva ad un ragazzo del 1898 che nel 1911/12 frequentava la cl. 1^ sez. 3^ della scuola promiscua di Sarche.
Si capisce l'importanza che veniva data alla matematica dal fatto che il quaderno è stato completato in un mese ed a febbraio si era già al cinquantunesimo tema.
Contiene esercizi di calcolo, concetti geometrici e soprattutto problemi dai quali si possono desumere gli argomenti di interesse del tempo, prezzi, prodotti...
Si citano ad esempio: balle di carta a 85 corone, "mercede" settimanale di un garzone di 19,2 corone, lastricato a 9,15 corone il mq, getto di una fontana 1,18 hl al minuto ed un'altra 2,14 hl all'ora, automobile che viaggia a 30,345 km orari, il tritello (residuo della macinazione dei cereali, usato nell'alimentazione degli animali) 0,5 corone al litro, il vino a 0,7 corone al litro, 10 corone per 2,6 litri di lenticchie, la tela a 3,28 corone al metro, l'aceto a 23,15 corone all'ettolitro, 2, 65 kg di sementi di lino per ogni ara (damq), avena a 12,8 corone al quintale, 2,4 hl di frumento e 6,23 hl di segala mensili per una famiglia, frumento a 13,6 corone l'ettolitro, segale 10,8 corone l'ettolitro.