In centro nonna Pasqua Caldini (1841-1909) vedova di Biagio Pisoni segantino di Calavino (1837-), dietro di lei i figli Stefano (1870- ) ed Emanuele (1873-1916), al suo fianco la figlia Teresa (1875-1950) e la moglie di Emanuele, Maria Pizzedaz (1877-1964) con in braccio la figlia Agnese (1907-1997); davanti le loro prime tre figlie: Gelsomina (1901-92), Virginia (1903-81), Ida (1905-2007).
La chiesa di San Valentino in agro è addobbata a festa per accogliere San Valentino ed i numerosi fedeli convenuti per la prima celebrazione del voto al termine della seconda guerra mondiale. Al centro don Narciso Strada, promotore del voto qui presentato:
Nella foto, scattata alla locanda "La stella d'oro" si vede il sindaco del tempo, Italo Poli, che assegna il distintivo ad uno dei bandisti meritevoli. Sul retro della foto, il testo recita: "Consegna di un distintivo dorato ai bandisti più meritevoli a riconoscimento di un'attività disinteressata quanto apprezzata dalla popolazione. Il sindaco dott. Italo Poli" Segue il timbro del Comune di Vezzano.
La foto è stata scattata all'interno di una tipica osteria, probabilmente quella di Annibale Garbari a Vezzano. Si vedono alcune persone in movimento, conseguenza dei tempi lunghi utilizzati nello scatto necessari in presenza di scarsa luce, e la foto risulta pure danneggiata, ma abbiamo comunque scelto di inserire questo scatto in archivio per la presenza del gioco in primo piano.
Come all'esterno era comune delle osterie il gioco delle bocce, all'interno lo era quello del pirlo, gioco completamente in legno.
Esso era formato da una piattaforma inclinata con i bordi rialzati, dentro cui si faceva ruotare una trottola (pirlo) allo scopo di far cadere il maggior numero dei piccoli birilli presenti e guadagnare così punti.
Essendo in osteria questo gioco era riservato agli uomini che le frequentavano, i bambini ed i ragazzi usavano invece il pirlo in altro modo sulle strade, come si può vedere in questa testimonianza:
Sul tavolo di pietra all'entrata della vecchia officina Morandi, accanto alla morsa, qualche resto di prodotti ed attrezzi, spicca il prezziario "tariffa molature coltelli e trinciaforaggi, sarlati e manaroti" un connubio di scrittura antica fra italiano e dialetto.
Negli anni '40 l'officina Morandi è stata riconvertita all'uso dell'energia elettrica, qui le piccole ruote a cassetta in ferro che la alimentavano, come si presentano a 50 anni dall'abbandono.
All'interno della fucina Morandi, chiusa fin dagli anni '60 vediamo ancora la fucina, cioè il focolare a carbone del fabbro nel quale venivano riscaldati sino all'incandescenza piccoli pezzi di ferro che venivano poi lavorati per percussione sull'incudine o al maglio. In questa stessa foto vediamo il maglio, in primo piano il basamento su cui poggiava l'incudine, sotto le finestre la mola, con la sua ruota in pietra abrasiva utilizzata per affilare tutti gli utensili in ferro realizzati.
La didascalia dietro la foto riporta: "Processione Corpus Domini con i bambini dell'asilo Vezzano 1960 n.14", da ciò si è potuta ricavare la data precisa dello scatto.
Il Corpus Domini, fino al 1977, si festeggiava il giovedì della seconda settimana dopo la Pentecoste. La foto ci mostra come i bambini dell'asilo seguissero la processione con la loro maestra, grembiulino e cuffia bianca, calla in mano.
Sulla destra si vede la farmacia ed il negozio di alimentari dei Benigni da poco ristrutturati, al piano di sopra un copriletto è esposto alla finestra com'era tradizione in occasione di questa festività. Su via Roma vediamo quella che allora era la sede della famiglia cooperativa.
Si vede la banda del borgo di Vezzano in primo piano seguita dalla processione con la Madonna. Copriletti e coperte addobbano le finestre. La data è solo approssimativa e non abbiamo riconosciuto il luogo, contiamo sul vostro aiuto!
Fra i bandisti presenti segnaliamo sulla destra il maestro Carlo Chiusole e il presidente Ilario Garbari. Si intravede don Dante Clauser, parroco a Vezzano tra il 1958 e il 1964, il che ci permette di datare la foto intorno al 1960.
Non abbiamo nessuna informazione riguardo questa foto conservata in un vecchio album della famiglia Bassetti ma è comunque interessante poiché ci mostra come un tempo si affrontava una scalata.
Quintino Bassetti, con la sorella Maria, la moglie Agnese ed i figli (in ordine di età) Giuseppe, Giulio, Livio, Mario, Ezio, Elio, Ottavio, Cesare e Rosetta, posano davanti alla falegnameria di famiglia.
Francesco, Cosmino, Attilio, Renzo, Valentina sono impeganti nella fienagione in Gazza: chi a rastrellare il fieno, chi ad assicurare il carico al "broz", carro a due ruote trainato da buoi adatto a scendere dalla montagna.
Dietro riporta la scritta "New school in Fraveggio", il che fa presumere che sia stata scattata da un emigrato in America e poi spedita. La scuola è identificata come "nuova" poiché da poco era stata ampliata con l'aggiunta della seconda aula e dell'appartamento al piano superiore.
In primo piano si vede la vecchia strada per Vezzano circondata dai muri, ma davanti alla scuola si vede passare anche la nuova strada di collegamento del 1948 al bivio con la strada Vezzano-Lon .
Dietro riporta la scritta "Cross just before Fraveggio Italia", il che fa presumere che sia stata scattata da un emigrato in America e poi spedita. La croce è stata posta sul nuovo bivio di Fraveggio verso il 1948
Innocente Faes, "el Nozènt" è il falegname che con ingegno e perseveranza ha portato avanti il laboratorio di famiglia funzionante a forza idraulica, spesso progettando e costruendo da sé i macchinari che gli servivano. Qui lo vediamo (con gli occhiali) circondato dalla sua famiglia allargata.
Non abbiamo nessuna informazione su questo monumento per cui ne aspettiamo dai nostri visitatori.
Guido Raoss ci riporta un ricordo: "Negli anni '50 durante i lavori di realizzazione della fognatura trovarono il basamento di una fontana o di un monumento al centro della piazza che costrinse gli operai a fare una piccola deviazione onde evitare i blocchi interrati."
Osservando la foto, possiamo dedurre che lo scatto sia successivo al 1911 poiché è presente la linea elettrica.
Vi è la presenza dell'albergo Stella d'oro ma non del Croce d'oro, anzi sembra di scorgere lo stemma sabaudo sul poggiolo e un militare sul portone di quell'edificio, per cui la si data dopo il 1918, ma visto l'abbigliamento delle persone, non tanto dopo.
Sulla destra è riconoscibile la scritta "Valentino Tonelli" relativa ad un negozio ed a sinistra una scritta non leggibile, forse un bazar.
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Una copia della stessa cartolina è presente con l'identificativo Ve-04 presso:
L'ingrandimento in formato 29,7x21 cm, scansionato in questa occasione, rappresenta l'imperatore d'Austria-Ungheria Carlo I che passa in rassegna decorati di guerra, accompagnato dallo Stato Maggiore e dagli ufficiali del comando di Vezzano.
L'ingrandimento in formato 29,7x42 cm, scansionato in questa occasione, rappresenta la copia di un manifesto che ritrae combattenti e/o reduci di Cavedine e Madruzzo del periodo fascista.