Giuseppe Leonardi riceve la targa di riconoscenza per il servizio prestato nei Vigili del Fuoco Volontari di Vezzano quando lascia il suo incarico di capo dei pompieri, ruolo poi assunto dal figlio Carlo.
Lo circondano i pompieri più anziani: Enrico Aldrighetti, Adolfo Tonelli e Luigi Gentilini.
Gruppo di persone fanno il bagno nel lago di Santa Massenza. La signora Flora, nel riguardare questo scatto, ricorda l'allegra musica di sottofondo che veniva dall'albergo Conti e le spensierate nuotate che facevano più quelli provenienti dalla città che non quelli dei dintorni. Lei, trasferita da Fraveggio a Trento in tenera età, aveva potuto frequentare con le sue sorelle la piscina comunale di Via Madruzzo, denominata "Cock"e così, quando tornava a Fraveggio per le feste, le vacanze, o come profuga dopo il bombardamento di Trento, poteva farsi una passeggiata fino a Santa Massenza e nuotare in compagnia.
In genere quelli che vivevano sul lago sapevano nuotare ma quelli dei dintorni si accontentavano dei giri in barca o di stare in compagnia a riva a cantare e suonare.
Lo scatto ben raffigura il lago prima della costruzione della
I vigili del fuoco, organizzatori della "sbigolada" di carnevale a Fraveggio mangiano la loro porzione di spaghetti al ragù nei loro piatti portati da casa, come era tradizione prima dell'avvento de piatti in plastica usa e getta.
Come se fossero in un'ordinata fila ecco due bambini, un giovane cedro, una fontana e un lavatoio.
La piazza un tempo era dei bambini, ora loro se ne stanno in casa e la piazza è diventata parcheggio; il cedro ingombrante e pericoloso è stato abbattuto, la pubblica fontana ormai inutile è stata divelta, il lavatoio recuperato e valorizzato fa ancora bella mostra di sé.
La piccola Luisa Bressan suona lo zufolo travestita da tirolese nello spazio circolare ai piedi del giovane cedro nella piazza di Fraveggio.
Presso i lavatoio si intravede la postazione per la sbigolada ed intorno qualche persona, segno che la festa del carnevale stava per cominciare.
In questa immagine della benedizione della campana di Fraveggio sono ben riconoscibili il parroco del tempo, don Marco Leonardi di Tuenno, e il padrino della campana, Edi Bressan.
Altre foto di questo evento si possono vedere qui:
Il cedro piantato nella piazza di Fraveggio negli anni '50 fa qui bella mostra di sé. Verrà poi abbattuto nel 1995 dall'Amministrazione comunale poiché divenuto imponente e pericoloso.
Col suo cappello da vigile e le mostrine sul colletto della tuta, a dimostrare il suo attaccamento al corpo dei vigili del fuoco, Enrico Aldrighetti ha continuato a svolgere la sua opera di volontariato nella preparazione della "sbigolada" di carnevale, sempre ben accetto e stimato anche dai colleghi più giovani.
L'ingrandimento in formato 30,5x24 cm, scansionato in questa occasione, riporta sul retro la dicitura: "Russi in Naran 1914-18".
È presumibile che i prigionieri russi fossero utilizzati in località Naran per il lavoro in campagna.
Il carnevale a Vezzano è tradizionalmente preparato dai vigili del fuoco, sia quelli in servizio attivo, sia quelli che avendo superato i 60 anni devono interrompere il servizio.
Giuseppe Leonardi, qui all'ultimo anno a capo del corpo dei vigili del fuoco volontari di Vezzano, insieme alla sua squadra con le nuove divise. In prima fila i pompieri più anziani: Enrico Aldrighetti, Adolfo Tonelli e Luigi Gentilini.
Giuseppe Leonardi appunta sulla giacca di Enrico Aldrighetti la medaglia dei 41 anni di servizio attivo nel corpo dei vigili del fuoco di Vezzano. Ricevono la medaglia insieme a lui Adolfo Tonelli e Luigi Gentilini.
La medaglia dell'Unione Provinciale Corpi Vigili del Fuoco Volontari del Trentino riporta sul retro la scritta latina "Dat virtus locum flammae que recedunt".
Quella del Corpo dei Vigili del Fuoco di Vezzano è personalizzata e sul retro è inciso "A Aldrighetti Enrico pompiere dal 1946 al 1987".
Le due medaglie assegnate sono ben visibili in un'altra foto:
Con la chiusura del caseificio sociale di Vezzano, Enrico Aldrighetti ha acquistato 3 capre per poter continuare ad avere a disposizione latte fresco e le ha tenute per quattro anni.
Qui lo vediamo insieme alla moglie, i figli, le capre ed alcuni dei loro 7 capretti.
In questo angolo della piazza di Vezzano si intravede la fontana accanto all'albergo Stella d'oro con tavolo esterno.
Sull'altro lato della strada si nota il tabacchino, alimentari e bazar gestito da Angelina Nicolussi, dal 1936 vedova di Leone Perini di Ciago. Lui, al ritorno dalla Galizia al termine della grande guerra, aveva assunto l’incarico di custode delle prigioni, allora situate nell’attuale edificio del municipio.
In primo piano Fulvio Garbari, attivo in qualità di veterinario in tutta la valle; la sua divisa, insieme alle informazioni riportate sopra, ci fanno presumere la data dello scatto.
Anche se le strade sono ormai trafficate, Mansueto Leonardi rientra a casa col suo bue bianco che traina il carro carico di legna.
Vicino all'incrocio si può notare un irrigatore a girandola del vecchio impianto irriguo a pioggia con la protezione verso la strada.
La cartolina riporta dietro: "Giovannino il 1° anno di asilo aprile 1952". Il diminutivo era comune per l'ultimogenito.
Il fotografo passava saltuariamente negli asili e nelle scuole per fotografare i bambini in aula. Il colletto bianco era caratteristico di grembiuli sia all'asilo che a scuola, liscio per i maschi e col pizzo per le femmine.
Foto di gruppo davanti alla nuova caserma dei carabinieri di Vezzano intitolata al brigadiere Giovanni Bressan.
Nella data riportata sul retro risulta difficile decifrare l'anno: 1970 o 1976.
Vediamo qui il campo da bocce della trattoria di Annibale Garbari nella piazza centrale di Vezzano. Il gioco delle bocce appassionava e radunava gli uomini nei giorni festivi.
Carlo col figlio Giancarlo Garbari ed il cognato Eustacchio Piccoli dietro l'aratro. Davanti a guidare il bue c'è un "faméi".
Dietro si vede il carro con la "béna".
Sono nella loro campagna in "Naràn".
Era il tempo in cui si faceva ancora largo uso dei buoi per il lavoro nei campi e per il trasporto delle merci ma con i grossi carichi viaggiavano anche i camion rimorchio.
La data è presunta dall'età del ragazzo: Giancarlo Garbari.