"Mani in seconda!" avrà ordinato la maestra Santa Bassetti alla sua scolaresca alla presenza del fotografo in classe, ed ognuno ha prontamente intrecciato le dita dietro la schiena, mentre lei, in fondo all'aula, li teneva d'occhio tutti a braccia conserte.
Foto di gruppo davanti alla scuola.
Gli educatori presenti a partire da sinistra sono: la maestra Anna Rossi, il cappellano don Mario Croce, il decano don Antonio Pellegrini, il maestro Giuseppe Comper, la maestra Santa Bassetti.
Sulle scacchiere dei giocatori si può notare che ogni incrocio è segnato con un numero; ogni pedina era inoltre contrassegnata da una lettera-iniziale del nome della corrispondente pedina vivente.
Le pedine viventi sono distinguibili dal cappello bianco o nero e dalla maglietta personalizzata con l'iniziale del nome. La presentatrice trasmetteva al microfono le mosse fatte dai giocatori e di conseguenza le pedine prendevano posto e si muovevano sulla scacchiera permettendo al pubblico di godere delle partite.
Il torneo è stato organizzato per attirare l'attenzione sulla tavola da tria, localmente chiamata "merler", scolpita sulla roccia nel vicino doss del Merler e presentata anche nell'Archivio della Memoria.
Le delegazioni delle sette frazioni del Comune di Vezzano sono composte da un cavaliere ed un portastendardo, che indossano i nuovi vestiti realizzati dalla Pro Loco di Ciago, da una dama ed il suo accompagnatore, che indossano i vestiti prestati dal Comune di Trento.
Cartolina non viaggiata. La descrizione su retro recita: "Terlago m 457 (Trentino) - Panorama con il lago".
In questa cartolina panoramica di Terlago si notano in primo piano lungo le rive del lago le cabine per i bagnanti qui presenti fin dal ventennio fascista.
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Una copia della stessa cartolina è presente con l'identificativo Te-04 presso:
Nella foto è esposto San Lorenzo, patrono del paese festeggiato il 10 agosto; essa è perciò stata fatto in prossimità di quel giorno. Sono presenti gli elementi che caratterizzavano le chiese prima del concilio vaticano secondo (1962-65): il pulpito destinato alla predicazione, le balaustre che delimitavano il presbiterio, l'altare verso il quale il parroco celebrava la messa dando la schiena ai fedeli.
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Una copia della stessa cartolina è presente con l'identificativo Ci-14 presso:
Luigi Benvenuto Zuccatti di Ciago classe 1895 (secondo seduto), in Galizia durante un bombardamento ha perso l'udito ed è stato ferito ad una gamba che gli si è parzialmente congelata prima che riuscissero a recuperarlo.
Lo vediamo nella foto, ancora bendato, mentre è ricoverato presso l’ospedale militare in cui gli era stata amputata la gamba congelata sotto il ginocchio.
Lo scatto mostra un momento di convivialità con alcol, fumo e gioco alle carte.
Mario Margoni di Ciago (secondo in piedi) fu arruolato nel Corpo di Sicurezza Trentino, abbreviato in CST insieme ad altri 3200 giovani appartenenti alla classe 1925-1927. Formalmente avevano il compito di tutelare l'ordine pubblico locale, ma in realtà furono impiegati massicciamente anche fuori provincia in operazioni antipartigiane, di rappresaglia, di controllo dei cantieri della Todt e furono ripartiti in tre battaglioni, ciascuno formato da 4 compagnie.
Dal novembre 1944 al gennaio 1945, i militi della IX Compagnia CST vennero mandati a San Giovanni Ilarione (Verona), con compiti di presidio, vigilanza antipartigiana e controllo dei lavori affidati in Val d'Alpone all'organizzazione Todt, l'apparato logistico tedesco che realizzava strade, ponti, opere di difesa...
Era terra di attivi partigiani dove i militari tedeschi, che li avevano preceduti in questo compito, avevano seminato, morte, distruzione e terrore.
Loro però erano giovani costretti in divisa, non certo fanatici nazisti, per cui il rapporto con la gente locale fu pacifico.
Era un inverno molto rigido e loro erano mal attrezzati: cartoni nelle scarpe e maglioni auto realizzati con pelli di coniglio furono le strategie che utilizzarono per difendersi dal gelo, come testimoniato da questa foto scattata prima del rientro.
Per approfondire:
Quattro amici, due fisarmoniche, una chitarra, un tamburo realizzato in casa con pelle di capra: tanto basta per metter su un concertino, il luogo poco conta, va bene il cortile di casa.
Giuseppe, Angelo, Olga e Rosetta Faes, Rita e Valeria Miori davanti ai cannoni antiaereo e anticarro da 88 mm piazzati dai tedeschi in Piazza Fiera a Vezzano negli ultimi giorni di guerra, dove furono poi presi in custodia dalle autorità militari americane senza essere stati lì utilizzati.
Valeria, Anna, Noemi e Tea pronte per il pranzo davanti alla baita sul monte Gazza. Una coperta per terra, un tovagliolo con la polenta, la pentola col cibo caldo, piatti, forchette, bicchieri e la tavola era imbandita.
In questa foto si vede bene la struttura esterna della tipica baita sul Gazza: realizzata in sassi, con tre facciate interrate e quella davanti con la porta in legno sprovvista di serratura; il tetto ad uno spiovente in lamiera zincata. La catasta della legna era indispensabile per cucinare nel focolare aperto.
Foto scattata a ricordo della venuta della Madonna Pellegrina a Ciago.
Posta sulla portantina sul presbiterio, subito oltre le balaustre circondata da fiori e illuminata da un grande lucernario realizzato ad hoc dai fedeli con l'uso delle carte veline colorate.
Si vede appena il vecchio capitello di San Rocco dietro Mario, Noemi ed il loro piccolo Bepino (1938-1945), ma ne testimonia l'esistenza. La lapide che si intravede nel basamento, documenta che era stato costruito "PIETAS FIDELIUM CIAGI EX VOTO PESTIS EREXIT ANNO D. 1835". Oltre un secolo dopo verrà demolito e ricostruito dall'altro lato della strada in uno slargo realizzato per ospitarlo.
Il superamento della visita di leva, che rendeva i giovani abili al servizio militare, costituiva un rito di passaggio alla vita adulta. Evento importante dunque, che andava festeggiato. Il cappello ornato di fiori e piume era il simbolo che i giovani portavano in questa occasione e che veniva tradizionalmente addobbato dalle loro coetanee.
Dietro di loro possiamo vedere due "bene" appoggiate alle case, contenitori in rami intrecciati per il trasporto con il carro di merci e del letame.
A Ciago, come in tutti i piccoli centri abitati c'era una scuola con una unica pluriclasse: Ezio, Giovanna, Giuseppe, Maestra Elina Manara, Dolores, Gemma, Pierina, Celestino, Guglielmo, Anna Barberina, Elvio, Luigia, Sandro, Palmina, Carla Enrico, Danilo, Franco, Emmanuele, Renzo, Graziella, Rosetta, Silvana, Flora, Elda, Lucia.
A settembre, Angelina, Giannina, Olga, Santa, Rita, Valeria, Angelo e Bepi in pausa durante la vendemmia.
Il carro era il mezzo di trasporto del tempo e le ceste, di diversa forma e dimensione, prodotte artigianalmente, erano i contenitori usati per qualsiasi prodotto.
In primo piano si notano i broccoli.
Renzo, Mariuccio, Giorgio, Elvio, Giordano, Danilo, Carla, Maria Luisa ed Emmanuele in posa per la foto della loro prima comunione in tempo di guerra.
Le bambine portavano un lungo vestito bianco ed il velo bianco, una anche i guanti bianchi.
I bambini avevano pantaloni e giacca con una fascia bianca intorno al braccio sinistro.
Come si può notare il piazzale della chiesa non aveva ancora i muretti di recinzione.
Ingrandimento 20x12,5 cm di una foto appartenente alla famiglia.
Emigrati in visita al paese natio lo trovano stravolto dai lavori per la costruzione della Centrale Idroelettrica di Santa Massenza: il paese è pieno di vita, case e baracche accolgono i numerosi lavoratori, è stata realizzata una una strada camionabile e su ai Gaggi si scava una delle gallerie che entra nella montagna per realizzare la condotta forzata sotterranea che dal Lago di Molveno arriva a Santa Massenza.
Insieme ai familiari sono qui in visita all'entrata di questa galleria: la finestra ai Gaggi.
Cartolina non viaggiata 14,9x10,3 cm bordo leggermente dentellato.
In questa foto si può notare che il Bar Blu ancora non c’era dato che manca la sua strada di accesso.
Sopra il paese si vede il deposito dell’acqua vecchio mentre quello nuovo non c’era ancora.
Poco oltre l'acquedotto si vede "El Balót griso" luogo di gioco dei bambini di Margone come descritto a pag. 39 di
Nella prima fotografia si nota la presenza delle due casa INA; nella seconda la sede in piazza della Famiglia Cooperativa ed il negozio Benigni ristrutturato; nella terza la presenza del pulpito, delle balaustre, dell'altare unico sul presbiterio ed è esposta la Madonna; nella quarta i muri di delimitazione della strada verso Ciago.
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Una copia della stessa cartolina è presente con l'identificativo Ve-43 presso:
Cartolina non viaggiata 9 x 13,5 cm con fascia bianca in basso.
In questa foto possiamo notare che in luogo dell'attuale porta d'entrata c'era una finestra.
Questa parte della chiesa, che si vede a sinistra del campanile, costituisce un'aggiunta all'edificio risalente al 1924, ma qui riporta già i segni del tempo per cui è certamente successiva almeno di qualche anno.
L'attuale porta è stata aperta in occasione del secondo ampliamento, verso destra, realizzato nel 1948, che da questa angolatura non si vedrebbe comunque. Anche nella seconda aggiunta è stata aperta una nuova porta cosicché uomini e donne usavano porte diverse per raggiungere la parte della chiesa a loro destinata. Un tempo infatti nelle chiese gli uomini utilizzavano le bancate di sinistra e le donne quelle di destra, mentre i bambini stavano nei banchi davanti.
In queste foto si vede come l'abito bianco, seppur corto, abbia raggiunto anche i nostri paesi. Lo ha realizzato la sposa stessa usando per la prima volta il bianco; diverse spose le hanno poi richiesto modelli in bianco.
Molti fiori decorano la chiesa.
Il parroco celebra la messa dando la schiena ai fedeli come era d'uso prima del Concilio Vaticano II (1962-65).
Alle balaustre, che separavano il presbiterio dalla navata, si inginocchiavano i fedeli per ricevere la comunione; ora sono custodite ai lati della navata.