A volte indicato come "Edizioni foto Fedrizzi - Riva del Garda".
Nelle cartoline presenti nell'Archivio della Memoria troviamo "Foto Fedrizzi" talvolta abbinato a
In possesso di una macchina fotografica dal 1955, ha fatto numerosi scatti in valle ed ha messo a disposizione dell'Archivio della Memoria le sue foto con licenza CC-BY.
Emigrata negli Stati Uniti nel 1920, è ritornata più volte nel suo paese natio tra gli anni '30 e gli anni '60 scattando numerose fotografie che ha donato ad amici e parenti.
Nelle cartoline presenti nell'archivio della Memoria troviamo "Foto Edizioni Ghedina Cortina" e "Foto Edizioni Ghedina Cortina Riva del Garda", talvolta abbinato a "Foto Fedrizzi".
I Ghedina sono professionisti attivi fin dalla fine del XIX secolo.
Il capostipite di questa dinastia di fotografi è stato Giacinto Ghedina che aveva il suo laboratorio fotografico a Cortina d'Ampezzo alla fine dell'Ottocento ed era specializzato nelle riprese dei paesaggi dolomitici. Egli fece della fotografia una seconda professione, inizialmente esercitata come un passatempo accanto al duro lavoro della campagna o della falegnameria, base dell’economia ampezzana.
Il figlio Giuseppe Ghedina Basilio (Cortina d'Ampezzo, 25 ottobre 1898 - 1986), azzurro d’Italia, fu legato oltre che allo sport dello sci, del bob, dell’alpinismo e del fondo, alla fotografia e contribuì a far conoscere al mondo il nome di Cortina d’Ampezzo, come stazione di sport invernali. Durante la seconda guerra mondiale fu ingaggiato dall’Istituto Luce per filmare la situazione del fronte in Grecia e in Albania. Amante del bello e di quanto la natura offre di splendido, Giuseppe Ghedina immortalò prima nelle lastre e poi nelle pellicole i più bei panorami delle montagne d'Europa.
Ha seguito la passione del nonno, il nipote omonimo Giuseppe Ghedina; dal 2006 fotografo professionista, è specializzato in fotografia di montagna: fotografia panoramica, paesaggio, reportage e sport.
Fonti:
Fotografo ed editore in Trento. Utilizza la sigla F. A. T.
Lo Studio Ambrosi fu fondato da Francesco Ambrosi (1887-1982) che nel 1909 aprì una cartoleria a Trento e negli anni successivi diventò anche fotografo ed editore di cartoline illustrate del Trentino con la sigla F.A.T. (Francesco Ambrosi, Trento).
Dal 1945 lo affiancò il figlio Luigi (1920-1986), e poi proseguì il nipote Pierfrancesco.
L'archivio dello Studio Ambrosi, composto principalmente di cartoline raffiguranti paesaggi, città, monumenti del Trentino, databili tra gli anni Trenta e gli anni ’70 del Novecento è stato acquisito dalla PAT nel 2006.
Fonte: https://www.cultura.trentino.it/Luoghi/Tutti-i-luoghi-della-cultura/Archivi/Archivio-fotografico-storico-provinciale/Patrimonio
Fotografo ed editore delle sue cartoline, lavora a Trento a cavallo tra il XIX e XX secolo. Oltre ai panorami , eccelle anche in un settore di nicchia quale le foto di attività produttive, commerciali e servizi pubblici.
Maggiori informazioni su
Famoso fotografo, allievo di G. B. Unterveger e di G.B. Altadonna, attivo tra ottocento e novecento. Mette a punto la tecnica di trasformare la fotografia in opera d'arte mediante la modifica del negativo a raschietto che lo rende famoso in Italia e in Europa e lo porta a ritrarre quattro papi, molti cardinali e vescovi, e, nel 1936, il volto di Cristo ricavato dalla Sacra Sindone.
Nel 1874 fonda a Como lo Stabilimento Artistico per riproduzioni eliofotografiche - Giuseppe Brunner.
Nel 1896 Altadonna gli cedette lo studio e tutta l'attrezzatura a Trento così nacque Giuseppe Brunner "Successore G.B. Altadonna".
Lavorò anche in società, con la denominazione "Brunner & C. - Como" e "G. Brunner & Comp. - Trento".
La ditta Brunner & C. fu editrice di cartoline fotografiche, con la denominazione: "Edit, Brunner & C., Como-Zürich - Stab. eliografico."
Morì nel 1956.
Maggiori informazioni su:
Fotografo professionista, nato a Trento il 1° maggio 1906 e morto a Trento il 23 settembre 1979.
Nel 1924 entrò in qualità di apprendista nello studio fotografico di Giuseppe Brunner e successivamente in quello di Giuseppe Margoni. Nel 1927 avviò una propria attività nel centro storico di Trento.
A lui si affiancò nel 1946 il figlio quindicenne Mario jr. che proseguì l'attività di famiglia anche dopo la morte del padre, impegnandosi anche come operatore cinematografico, fino al 1996, quando sì ritirò dalla professione e cedette l’archivio aziendale alla Provincia autonoma di Trento, per garantirne la conservazione e la valorizzazione.
La bottega degli Albertini fu indirizzata soprattutto verso la ritrattistica e la documentazione della cronaca locale.
Nato a Rovereto il 26 maggio 1867, è morto ad Andalo il 15 luglio 1938.
È stato un alpinista, etnografo, naturalista, fotografo e irredentista italiano.
Nato a Cologna di Tenno nel 1886 e vissuto per lo più a Riva del Garda dove è morto nel 1944.
È stato un fotografo professionista di spicco all'interno del panorama nazionale; ha collaborato con numerose riviste ed istituzioni italiane ed estere legate al turismo ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fra i quali il prestigioso primo premio con medaglia d'oro alla rassegna internazionale di Torino del 1923. Ha pubblicato numerose cartoline fra le due guerre.
Era anche un affermato musicista ed ha animato la vita musicale rivana, per questo nell'immediato dopoguerra gli sono stati dedicati un'orchestra ed un coro, la cui sede è stata dotata di una interessantissima raccolta di testi musicali grazie all'Associazione "Amici della musica".
Il coro è stato sciolto nel 1967 e l'Associazione, tuttora molto vitale, negli anni '80 ha donato il "fondo musicale ex coro Pozzini" alla Biblioteca comunale.
Nel 2003 gli è stato dedicato un libro contenente oltre 500 delle sue fotografie: "Silvio Pozzini : l'immagine del paesaggio dal Garda alle Dolomiti, 1920-1940 / a cura di Mauro Grazioli" Edito da: Il Sommolago - Grafica 5 edizioni - Museo Civico di Riva del Garda.
Giovanni Battista Simone Unterveger (Trento, 21 novembre 1833 – 6 gennaio 1912) è stato un fotografo italiano, il primo fotografo stabile del Trentino. Si dedicò in particolare a ritratti, paesaggi, monumenti e castelli.
Utilizzò al tecnica del collodio umido imparata dal fotografo prussiano itinerante Ferdinand Brosy, processo fotografico che permetteva la realizzazione di immagini su un supporto in vetro, poi usate come “master” per essere stampate a contatto. Oltre alle difficoltà tecniche dei primordi, non sempre otteneva il permesso per esercitare e veniva talvolta cacciato dalle città in quanto preso per stregone o addirittura emissario del demonio.
Nel 1855 iniziò a girare per le valli con una carrozzina attrezzata a camera oscura portatile o portando con sé una tenda nera che montava sul luogo per poter sviluppare le foto subito dopo averle eseguite. Nel 1862 iniziò a girare per le montagne trentine con la sua attrezzatura immortalando paesaggi montani, usi e costumi delle genti delle valli. Nel 1865 costruì a Trento la prima "terrazza fotografica", una grande stanza coperta di vetri, schermata da tendaggi che spostati opportunamente gli davano la possibilità di indirizzare la luce a suo piacimento.
Nel frattempo aumentò il tenore di vita dei trentini e si diffuse la richiesta di foto ritratto e foto di famiglia.
Nel 1896 lasciò lo studio al figlio Enrico (1876 - 1959).
Maggiori informazioni su
Fotografo Editore di Trento, allievo di Sergio Perdomi, vissuto tra il 1897 e il 1987. Il suo archivio con scatti raffiguranti paesaggi e paesi del Trentino databili dal 1926 al 1953 è stato acquisito dalla PAT nel 2005.
John Monti, nato nel 1899 ad Auronzo di Cadore era emigrato negli Stati Uniti d'America nel 1903 con la sua famiglia. Nel 1924 ha sposato Angelina Lucia Miori originaria di Lon, emigrata a sua volta nel 1920, ed è venuto diverse volte in visita alla famiglia di lei lasciandoci numerosi scatti, come anche la moglie.
I suoi eredi hanno messo a disposizione dell'Archivio della Memoria numerose sue foto, con licenza CC-BY, tratte da