Una catasta di legna sta per essere tagliata a mano. Il signore ritratto in un momento di pausa appoggia la pesante scure (manàra) sul ciocco (ciòc). Una carriola è già piena di legni tagliati (stróssi). Poco distante una sega è appoggiata ad un cavalletto (càora) adatto a trattenere il palo mentre lo si sega. Tutto il lavoro veniva svolto a mano senza l'aiuto di nessun mezzo a motore.
La "càora" veniva usata anche dai bambini da cavalcare per gioco, tenendosi alle corna pur senza muoversi di un passo.
La casa sullo sfondo era stata usata fino alla metà degli anni '40 come bar con bocce e balera.
Sporgente dalla casa a fianco si vede il classico gabinetto del tempo.
La foto risale al più tardi al 1961, anno in cui è stata realizzata la piazza di Lon, qui ancora sterrata.
Sulla casa che si affaccia sulla piazza è visibile la traccia di una precedente insegna di quella che era l'osteria del paese fino alla fine degli anni '50. Nella casa a fianco si nota la presenza di una nicchia vuota che un tempo conteneva una Madonna.
Di fronte un letamaio e poco distante un gruppo di ragazzi. Dal lato opposto della strada, appoggiata ad una casa si nota una "bèna", grande contenitore per il trasporto di letame ed inerti che veniva posto sul carro.
Le persone sono inginocchiate verso il capitello della Madonna, le bambine che nell'anno avevano ricevuto la Prima Comunione sono vestite di bianco inginocchiate in gruppo. Altri fedeli seguono la cerimonia chi in ginocchio chi in piedi.
Piazza di Fiera era separata da Via Dante da un marciapiede.
Nella foto scattata durante il trasporto dalla casa alla chiesa della salma di Settimo Pedrini, ex podestà a Vezzano, possiamo notare un numeroso corteo. In primo piano una scolaresca accompagnata dalla maestra, ogni bambino porta un garofano rosso.
Anche la bara, accompagnata dagli alpini, è coperta di fiori rossi.
La segue il gonfalone nero.
Numerose le automobili parcheggiate nell'allora Piazza Fiera, separata da Via Dante da un marciapiede, ambedue asfaltati.
I cantieri-scuole istituiti nel 1949 dalla "Legge Fanfani" erano gestiti dal Comune e completamente finanziati dallo Stato al fine di realizzare opere pubbliche e contemporaneamente dare lavoro ai molti disoccupati del luogo, furono così realizzati acquedotti e strade. In queste foto li vediamo impegnati a portare l'acquedotto fino alla chiesa.
Il bue entra a pieno carico nella piazzetta di Sant'Anna proveniente dal Gazza. È accompagnato da due bambini, una donna e un uomo. Per terra si vede il selciato. Nella casa sullo sfondo si vede il gabinetto all'aperto tipico delle case dell'epoca. Sulla sinistra si vede il capitello di Sant'Anna circondato da due piccoli cipressi e da un'aiuola fiorita.
Un arco in pietra con una porta delimitava un tempo lo spazio privato di questo edificio. All'esterno, accanto alla piazzetta si vedono accatastate delle fascine di legna.
In questa sequenza di fotografie si vede la processione della Madonna partire della chiesa, col sagrato addobbato con le caratteristiche "arche", e dirigersi verso la piazzetta di Sant'Anna.
La sequenza ci permette di vedere bene come era composta la processione: davanti il crocefisso con due fiaccole, poi gli uomini, il coro, un'altra croce con le fiaccole, le bambine vestite di bianco con mazzetti di fiori, la madonna portata dai ragazzi con la tunica bianca con mantella azzurra ed affiancata dalle ragazze con i ceri vestite di bianco con velo azzurro, il parroco ed infine le donne.
Da notare che al tempo le strade erano sterrate e al posto della piazza di Sant'Antonio, realizzata nel 1961, c'era un campo coltivato.
Numeroso gruppo di bambini e ragazzi sulla neve con i loro slittini costruiti in casa e palle di neve.
I più piccoli portano i pantaloni corti.
Dietro si vede una parte del paese di Ranzo.
Sullo sfondo, il Gazza completamente spoglio da vegetazione si presenta come un ghiaione.
Una bambina è seduta sullo slittino, con cappotto, calze, muffole e cuffia di lana. Notare il bambino che le è accanto in pantaloncini corti nonostante la presenza della neve, abitudine diffusa un tempo, cosicché si diceva ai bambini: "fin a Nadal fret no 'l fa, braghe d'istà, dopo Nadal fret pasà... braghe d'istà".
[Fino a Natale non fa freddo perciò si usano i pantaloni estivi, dopo Natale il freddo è passato perciò si usano i pantaloni estivi]
Un bimbo gioca con un carretto costruito in casa ed una bambina maneggia con disinvoltura una forca. La strada è sterrata. Dietro ai bambini il capitello di Sant'Anna.
Anche una volta cani e gatti erano spesso compagni di giochi dei bambini.
Altro gioco molto usato era "scondilever", ossia nascondino, lo si faceva liberamente in giro per il paese entrando ed uscendo da case e fienili, nascondendosi tra i numerosi attrezzi agricoli presenti ovunque, come ad esempio sotto la "bèna" che si vede nella foto. La "bèna" era una grande contenitore che si metteva sul carro per trasportare il letame o altri materiali.
La strada interna della parte alta del paese era ancora sterrata.
Isidoro Cattoni, detto Dòro, festeggia il suo 102° compleanno. Per l'occasione è intervenuta anche la Banda del Borgo di Vezzano.
La sua longevità aveva attirato molta attenzione. In occasione di questo compleanno avevano parlato di lui anche quotidiani stranieri, che oggi troviamo in internet.
Il "Singapore Standard", quotidiano edito a Singapore in inglese, nell'edizione del 23 luglio 1957 nell'articolo intitolato "FOR LONG LIFE" riferisce questo consiglio di Isidoro: "Se vuoi raggiungere la mia età prendi solo tabacco da fiuto. Fa bene alla salute.".
Il "Correio da Manhã" edito a Rio de Janeiro in portoghese, nell'edizione del 9 agosto 1957 riporta un comunicato ANSA che parla della festa fatta da autorità e popolazione a Isidoro in occasione del 102° compleanno dell'allegro vecchietto, che dichiara di aver attraversato ben quattro volte l'oceano per andare a lavorare in Argentina e di aver sempre fatto uso di tabacco da fiuto.
La foto è stata scattata aI funerale di Isidoro Cattoni, chiamato Dòro, nato nel 1855 a Ciago, dove è morto nel 1958. In archivio abbiamo una foto del suo
Non era infrequente che la moto fosse l'unico mezzo di trasporto della famiglia e così succedeva, come in questa foto, che papà, mamma e figli viaggiassero tutti insieme.
Dietro loro si intravede l'insegna della Famiglia cooperativa un tempo posizionata proprio in via Roma, affacciata sulla piazza.
Angelina Miori visita il capitello ai Piovesi costruito da Donato Miori nel 1961 quale ex voto a Santa Rita dopo aver recuperato l'uso delle gambe, perso nel 1957 in seguito ad una paralisi che l'ha costretto in ospedale per ben 28 mesi.
Un gregge esce dal paese. Si notano la strada interna sterrata e la nuova strada per Margone-Ranzo, costruita tra 1947 e il 1954, asfaltata. Bene in vista all'entrata del paese un punto luce dell'illuminazione pubblica. Sulla foto con la chiesa in lontananza si vede sulla sinistra il "Ristorante Fior di Roccia", costruito nel 1958, che ci permette di datare la foto successivamente a tale data.
Nella foto col gregge si vede, al di sotto dell'entrata in paese, il punto dove è stato realizzato il pubblico lavatoio alla sorgente della roggia che poi scende a Fraveggio e si getta nel lago di Santa Massenza. Un tempo si presentava diversamente e, fino alla realizzazione dell'acquedotto potabile, era lì che la gente di Lon andava a prendere l'acqua,
Il concerto è stato effettuato in occasione della festa di commemorazione del voto di San Valentino. Si nota l'insegna del municipio e del negozio Benigni nella sua collocazione del tempo. I lavori in corso all'edificio che verrà poi occupato da quello stesso negozio potrebbero portare ad una datazione precisa della foto.
Queste foto sono state scattate alla cerimonia di commemorazione del voto di San Valentino, che dal 1945 si celebra ogni anno la prima domenica di settembre a Vezzano.
Si vede San Valentino che lascia la chiesa seguito da un grande gonfalone. La confraternita che porta il santo veste una tunica bianca con lunga cintura rossa annodata in vita e mantellina rossa. Bandierine triangolari bianche e rosse ravvivano sia la piazza centrale che piazza Perli. Un copriletto ed un coperta sono stesi ai balconi, usanza molto praticata in passato per abbellire le case in queste occasioni. Alla processione partecipano, oltre i numerosi fedeli, la banda, gli alpini e i carabinieri.
In piazza centrale si notano le insegne dell'albergo Stella d'oro e del bar accanto alla fontana monumentale, lavori in corso sull'edificio al lato opposto della piazza che potrebbero permettere una datazione più precisa delle foto, le insegne della cassa rurale e di una edicola sul lato lungo via Roma, la vecchia illuminazione pubblica, i cavi aerei della corrente con i bracci di sostegno delle linee elettriche muniti di isolatori in ceramica.