L'intervista alla signora Elvira è stata fatta su invito di Nicholas, uno dei bambini coinvolti nel "Progetto calendario" che Ecomuseo sta svolgendo con la collaborazione delle scuole del territorio.
Come si vede dall'indice, molte sono le esperienze raccontate da Elvira, classe 1947, tra vita di campagna, religiosità, vita ed eventi del paese, alimentazione.
Riportiamo a parte il suo racconto sulla vita nel "cason gris".
In fondo alla scheda trovate i termini dialettali utilizzati da Elvira ed inseriti nel nostro glossario; se non capite qualche altra parola provate ad utilizzare la ricerca libera.
Con questo video Ecomuseo, con la collaborazione del Coro Valle dei Laghi e della operatrice di casa caveau Susanna Leonardi, intende promuovere il Sentiero etnografico della nosiola che passa tra i vitigni, i produttori, la casa caveau del vino santo, per far conoscere questo storico e il prodotto della valle. È uno dei sei video del progetto "Ciak si gira in Valle dei Laghi" finanziato dal Primo bando CARITRO per il volontariato culturale 2021 e dalla Comunità di Valle ed integra le proposte di Ecomuseo della serie:
L'intervista alla signora Bruna è stata fatta su invito di Daniele, uno dei bambini coinvolti nel "Progetto calendario" che Ecomuseo sta svolgendo con la collaborazione delle scuole del territorio.
Come si vede dall'indice, diverse sono le esperienze raccontate con allegria da Bruna, classe 1958.
La lettera scritta da lager di Bocholt il 28.2.1944 da Ottavio Bassetti alla zia Maria, che al tempo lavorava a Riva presso la famiglia Farina, riporta sul timbro la data 9.3.
Scrive:
"Cara Zietta
spero e mi auguro che questa mia ti trovi in buona salute, come sempre assai di me. Da molto tempo non ricevo nessuna notizia da casa, se mi scrivi mi farai molto piacere fammi sapere qualche cosa. Saluti e baci infiniti
Affezionato Ottavio
Ricordami ai signori Farina"
Dettagli su Ottavio ed il lager sulla scheda:
Ottavio Bassetti di Vezzano, ferito in Russia e ricoverato all'ospedale di Bolzano per ottenere il congedo causa un congelamento riportato ai piedi, l'8 settembre 1943 è stato catturato dai tedeschi ed internato in un campo di concentramento per prigionieri di guerra in Germania, da dove ha scritto questa lettera al fratello Cesarino. Solo qualche anno dopo la famiglia ha saputo della sua morte causa il bombardamento del lager e da poco, grazie ad internet, che lui è sepolto nel cimitero militare italiano di Amburgo.
Era il prigioniero n. 58005 nel campo di lavoro n. 1351 M.-Stammlager (detto anche Stalag) VI F situato a Bocholt in Westfalia.
Scrive:
"Fratello mio carissimo
Ho ricevuto una tua cartolina, ne godo molto sentirti bene così pure tutti in famiglia, pure io mi trovo bene e ottima salute. Avrei molto piacere se potesti mandarmi le mie foto dentro nel pacco, così mi passa un po' di nostalgia.
Ti bacio con grande affetto ...Ottavio"
La lettera, datata 9-4-1944 riporta sul timbro la data 27.4.
Per maggiori informazioni su Ottavio:
L'intervista alla signora Amelia è stata fatta su invito di Carlo, uno dei bambini coinvolti nel "Progetto calendario" che Ecomuseo sta svolgendo con la collaborazione delle scuole del territorio.
Amelia, classe 1940, ha lavorato alla fabbrica delle noci Bressan di Fraveggio, dal 1955 fino alla chiusura della stessa nel 1965.
Era un lavoro stagionale che occupava fino ad una cinquantina di donne da inizio novembre a fine marzo.
Ci ha raccontato la sua esperienza in lingua italiana ma poi, tornando sull'argomento, siamo passate al dialetto cosicché nell'ultima parte si può sentire la parlata di Vezzano.
Si chiama "strozega" la serie di barattoli di latta, o altri materiali rumorosi, uniti in serie fra loro e trascinati per le vie del paese la sera del 12 dicembre, vigilia di Santa Lucia, per ricordare alla Santa che in paese ci sono bambini che aspettano i suoi doni.
Sulla "strozega" fatta di rami di mugo legati fra loro e attaccata al motocoltivatore si metteva un telo e ci si saliva in gruppo per essere trascinati giù dalla montagna. In questo caso era chiamata anche "dasón".
"'na strozega de pòpi " è un gruppo di bambini.
L'intervista alla signora Amelia è stata fatta su invito di Carlo, uno dei bambini coinvolti nel "Progetto calendario" che Ecomuseo sta svolgendo con la collaborazione delle scuole del territorio.
Come si vede dall'indice, molte sono le ricorrenze raccontate con trasporto da Amelia, classe 1940.
A parte riportiamo anche il suo racconto sul lavoro stagionale che faceva alla "fabbrica delle noci":
Su questo scaffale della falegnameria Bassetti trovavano posto pialle (quella grande era chiamata "piona"), scalpelli, seghe e cassettine piene di attrezzi e materiali.
La puleggia costituiva un importante organo di trasmissione del movimento dalla ruota idraulica (e successivamente dal motore elettrico) ai vari macchinari del mulino, tramite cinghie in cuoio.
Il tornio era collegato alla ruota idraulica tramite cinghie e pulegge allo scopo di bloccare e mettere un rotazione un pezzo di legno. Serve per arrotondare, levigare, forare, decorare... un legno posto in rotazione.
La sega a nastro o bindella è fornita di una sega a nastro circolare che ruota su due volani (ruote) di cui il superiore folle, mentre l'inferiore era collegato alla ruota idraulica tramite cinghie e pulegge. Nella foto storica qui presente vediamo che il suo uso era passato alla trazione tramite motore elettrico.
Questa "bindèla" è stata recuperata ed utilizzata per arredare l'ingresso della casa. Nella foto ravvicinata si vede bene la lama ed il guida lama in legno duro che impediva alla stessa di uscire dal volano durante l'avanzamento del legname da tagliare.
Uno statuto manoscritto documenta l'esistenza del sodalizio già nel 1892, come Banda sociale del Borgo, dal titolo onorifico che nel 1527 il vescovo Bernardo Clesio donò all'antica villa di Vezzano.
Si ha notizia di un concerto tenuto nel 1894 in occasione di San Valentino e degli onori resi all'Imperatore Francesco Giuseppe di passaggio in Valle dei Laghi.
Null'altro è documentato fino al 1931, quando Celestino Bressan raduna un gruppo di appassionati al Caffé alla Posta e si apre un libro delle offerte per l'acquisto degli strumenti musicali. A luglio dello stesso anno la banda di Villa Banale dona sedici berretti e sedici strumenti, ai quali si aggiungono poco dopo sei clarinetti e una batteria. Si affittano due locali in via Nanghel, 34, dove Guido Pardi apre una scuola di musica e istruisce gli allievi fino al debutto della prima domenica di ottobre, con il concerto nella piazza centrale di Vezzano. L'avventura continua!
La seconda Guerra mondiale rallenta ma non ferma l'attività della banda, che prosegue ininterrotta fino al 1985: la pausa di riflessione di quell'anno sfocia in una ripresa entusiasta, che vedrà fra l'altro la banda accompagnata per svariati anni da un gruppo femminile di twirling.
Nel frattempo la presidenza Bassetti ha promosso l'apertura di un corso allievi alla scuola media - in appoggio ai corsi gestiti dalla Federazione – utilizzando gli strumenti donati dalla disciolta banda di Terlago. Il Corpo bandistico festeggia grandiosamente il centenario nel 1992 e nel 1998 approva il nuovo Statuto, tuttora in vigore.
La compagine attuale, in media giovanissima, è un gradevole complemento alla storia ultracentenaria dell'associazione: a dimostrazione di come la passione per la musica non abbia età, il suonatore più anziano e quello più giovane hanno circa settant'anni di differenza.
Il Corpo Bandistico è stato diretto dal 1987 al 2019 dal Maestro Bruno Gentilini.
Attualmente collabora con le realtà bandistiche della Valle dei Laghi in una prospettiva di sviluppo di relazioni positive per il prosieguo dell'attività bandistica.
[dalla pagina facebook della banda]
I maestri della banda che si sono succeduti sono: Guido Pardi (1931-45), Patelli (1945-56), Carlo Chiusole (1956-86), Armando Ghedini e Carlo Patton (per alcuni mesi), Bruno Gentilini (1987-2019), Gianluigi Favalli.
Sono stati presidenti della banda: Ilario Garbari, Mario Chiusole, Angelo Bassetti, Alessandro Chemotti, Silvia Cozzini.