Proverbio illustrato per l'articolo dedicato ai "CALANDARI DEI PROVERBI" a pag. 16 della rivista "Retrospettive" n. 3 del 1990.
San Vigilio è festeggiato il 26 giugno e, col caldo, le pulci prolificavano a dismisura.
In arte Dori, collabora con la rivista Retrospettive fin dal primo numero disegnandone, tra l'altro, le copertine con portoni storici della valle e illustrando con fantasia proverbi popolari utilizzando la tecnica della china acquerellata.
Tra le sue opere predilige il disegno dal vero e la pittura ad olio.
Sua è la tela di S. Siro realizzata, in sostituzione di quella originale trafugata alcuni decenni prima, in occasione della ristrutturazione della chiesetta omonima di Lasino nel 2001,
La sua figura è descritta a pag. 46 di
Anche nell’edificio in Via Borgo 10 un mulino venne trasformato in falegnameria, questa volta dai Gentilini, che proseguirono la loro attività fino al 1966.
Terminava con questo edificio il canale di derivazione della Roggia Grande. Dopo aver fatto girare l’ultima ruota idraulica di Vezzano, l’acqua che ne usciva si univa a quella di una vicina sorgente per tornare poi nella Roggia Grande poco più a sud.
Il sito di Ecomuseo con gli approfondimenti è raggiungibile qui:
È nell’edificio in Via Borgo 18 che i Tecchiolli hanno iniziato la loro attività di panificatori prima di trasferirsi a Cavedine.
Avevano iniziato come fabbri, poi sono passati alla macinazione ed infine hanno aggiunto anche la panificazione.
Il sito di Ecomuseo con gli approfondimenti è raggiungibile qui:
Rinomato scultore di Lasino nato il 15 febbraio 1876 e morto il 25 maggio 1966.
Per conoscere la vita e le opere di questo scultore rimandiamo all'approfondita ricerca svolta da un gruppo di lavoro con capofila il Comune di Madruzzo:
In Via Borgo 20 Guido e Mario Pardi, provenienti da Roseto degli Abruzzi, hanno lavorato la ceramica dal 1931 al 1966.
La loro produzione artistica si è avvalsa anche della preziosa collaborazione con il noto artista di Lasino Francesco Trentini, al quale è dedicato un sito:
L'articolo presenta la lavorazione della ceramica in Trentino distinguendo le fabbriche di laterizi, da quelle di ceramiche usuali e di ceramiche artistiche. Si sofferma poi fra queste ultime a descrivere in particolare La "Ceramica Trentina", fabbrica costruita da Antonio Leonardi a Vezzano.
È estratto dalla rivista "Artieri del Trentino" - Numero unico di propaganda per l'attività artigiana e piccola industria.
La copia qui presente è stata lasciata da Mario Pardi nel suo laboratorio di ceramista di Vezzano e conservata da chi ha acquistato e ristrutturato l'edificio.
Nell’edificio in Via Borgo 22, nel 1979 si è fermato il mulino Garbari, l’ultimo alimentato dalla ruota idraulica a Vezzano, cosa ormai rara, tanto da essere documentata sulla neonata rete televisiva RAI 3, secondo quanto ci viene raccontato.
Non sappiamo da quando era in funzione, ma per almeno un paio di secoli ha dato lavoro e sostentamento alla famiglia Garbari, che ad inizio '900 ha sostituito il mulino a pietra con uno metallico a cilindri rendendo la produzione molto più rapida.
I pezzi del mulino a cilindri, smontati e numerati, sono stati conservati nell’ipotesi di una futura ricostruzione da parte della Comunità di Valle.
Una coppia di macine (palmenti) del precedente mulino a pietra è conservata al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige ed una macina è inserita nell’aiuola della pace presso il teatro di Valle a Vezzano.
Come in tutte le famiglie, anche in questa qualcuno ha cambiato attività: Quintino e il figlio Giuseppe tra il 1949 e l 1951 si sono dedicati alla falegnameria occupandosi di un settore particolare: la costruzione delle botti.
Il sito di Ecomuseo con gli approfondimenti è raggiungibile qui:
La diramazione della Roggia Grande realizzata in funzione degli opifici di casa Broschek, poi Bassetti, è stata realizzata con una condotta in muratura ed una chiusa. È ancora funzionante.
Mentre una donna ed un ragazzo sono impegnati a rastrellare il fieno, tre uomini stanno assicurando il carico al "broz", carro a due ruote trainato da buoi adatto a scendere dalla montagna.
Video realizzato da alcuni volontari di Vigo Cavedine in occasione del Natale 2021. Attraverso alcune fotografie e un racconto in dialetto trentino si è voluto rievocare la storia della Vicinia Dònego di Vigo Cavedine, un’associazione secolare di cui facevano parte (e ne fanno parte tuttora i discendenti) le antiche famiglie di Vigo Cavedine (i cognomi: Bolognani, Comai, Cristofolini, Eccher, Galetti, Lever, Luchetta, Manara, Merlo, Turrina e Zambaldi).
L’origine della Vicinia si perde nella notte dei tempi, tra storia e leggenda, ed è il frutto di un lascito documentato da alcune pergamene a partire dal 1332.
Seppure con una funzione diversa, possiamo ancora vedere la breve derivazione della Roggia Grande che portava alla fucina Manzoni. Da lì partiva un canale (doccia), prima in legno e poi sostituito con uno in ferro, che fiancheggiava l'edificio e portava l'acqua sopra le ruote idrauliche. L'acqua tornava quindi subito nella roggia: energia rinnovabile al 100%.
Nel tratto della Roggia Grande che fiancheggia la SS45bis poco sopra l'abitato di Vezzano parte la derivazione che alimenta il bacino di carico dei Manzoni.
Una paratoia metallica regolabile con una saracinesca permette di gestire l’afflusso d’acqua nella diramazione.
Su questa piccola sezione della mappa del catasto austriaco del 1860 sono indicate le ruote idrauliche attive in quel momento a Vezzano sulle case all'entrata del paese ed il ponte che superava la Roggia Grande con quella che un tempo era l'unica via di accesso al paese per chi veniva da Trento.
--------------
Lavorazione del rame
--------------
In questo edificio Franco Manzoni continua l'attività storica di famiglia di lavorazione artigianale del rame, con vendita dei prodotti, iniziata dal bisnonno Pietro nell'edificio che si trova poco sotto a questo:
Il laghetto artificiale dei Manzoni, in parte svuotato, permette di vedere bene il bacino di carico e la condotta che porta alla turbina per l'autoproduzione di energia elettrica, interna all'edificio.
Un tempo il bacino era a servizio delle numerose ruote idrauliche presenti su questo edificio e su quelli sottostanti, garantendo un più costante afflusso di acqua.
Dietro la vasca si intravede l'acqua in entrata proveniente da una derivazione della Roggia Grande.