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Modello
Luogo, edificio, infrastruttura
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Antichi mulini di Fraveggio
Il paese di Fraveggio è attraversato ancora oggi da una roggia che precipita, in forma di cascata, nel terreno sottostante in direzione del Lago di Santa Massenza. L’importanza fondamentale di questo corso d’acqua si rintraccia sia nell’evocativo toponimo “Vicolo dei Molini” sia nei resti di due antichi opifici. Le prime testimonianze, portate alla luce dagli studi del celeberrimo etnografo trentino Giuseppe Sěbesta, si datano al 1545 e ricordano “Un torchio “sotto la fontana” presso l’acquedotto del mulino dei Faes”. Un successivo documento ufficiale del 1553, conservato nell’archivio storico di Vezzano, attesta inoltre che “Giordano "Molesini" da Fraveggio costituisce a favore di Giovanni Maria del fu Giacomo un censo perpetuo di 2 staia di frumento, assicurato sopra un appezzamento di terra arativa, vineata e prativa del valore di 4 staia di semente, sito nelle pertinenze di Fraveggio, in località "su al Molin", al prezzo di 12 ragnesi del valore di 5 lire ciascuno”. Il catasto asburgico, fonte fondamentale e ricca d’informazioni per gli studi trentini, segnala l’esistenza di due mulini a Fraveggio nel 1860. Infine, un ulteriore elemento interessante si ritrova nella relazione statistica della Camera di Commercio e dell’Industria di Rovereto del 1880 che cita la presenza di due mugnai attivi nel borgo. Nel 1933 il neonato Consorzio irriguo di Fraveggio “domanda la concessione dell’acqua della roggia di Fraveggio” dichiarando che “Il compimento delle opere e l’esercizio dell’impianto non danneggerà le due attuali utilizzazioni, - la piccola derivazione per forza motrice del sig. Innocenzo Faes, ed il pubblico lavatoio in piazza di Fraveggio-.” Il mulino Faes a fianco della chiesa non era più in servizio, ma possiamo supporre che sia stato dismesso pochi anni prima poiché Giuseppe Faes, bambino a quel tempo, ricorda che si divertiva ad entrare nella cucina di Vittorina e Luigi (Gigi) Faes, soprannominato “Burat” e, tramite una leva, muovere la doccia esterna in legno che portava l’acqua alla ruota idraulica mettendo così in moto, anche solo per gioco e per brevi momenti, la ruota ormai scollegata dal mulino che si trovava un tempo al piano di sotto. A quanto possiamo ricavare dall’analisi della preziosa ricerca genealogica fatta da Ettore Parisi, il ramo Faes dei “Burati” vanta un’antica origine: i primi registrati con questo soprannome sono i figli di Antonio Faes nato nel 1574. Il buratto è uno strumento per setacciare la farina, soprannome quindi che rimanda alla professione di mugnaio. Fra i Burati, i primi registrati col soprannome “Nocent” sono i fratelli Innocenzo e Vigilio Giacomo nati nel 1810 e nel 1820; della famiglia dei “Nocenti”, poi chiamati “Nozènti”, era l’ultimo mulino attivo a Fraveggio. --- Bibliografia: -
Fonte romana
La “Fonte romana” si trova a poca distanza da Cavedine lungo un sentiero sterrato ben segnalato (sentiero archeologico) che conduce anche alla "Cosina" e alla "Carega del diaol". Questa fonte ha una struttura sotterranea in muratura costituita da un breve avvolto, sostenuta da un arco a tutto sesto che accoglie una grande vasca rettangolare in pietra per la raccolta delle acque provenienti da una falda freatica. La presenza di alcuni gradini, permette di accostarsi alla vasca, entrando in uno spazio molto suggestivo. La struttura non può essere assegnata con certezza all’epoca romana, anche se la sua antichità è evidente. Bibliografia: -
Croce Casoléta
Sul bivio della Provinciale per entrare in campagna, di fronte alla ‘Berlonga’, troviamo un’altra delle quattro croci lignee di Stravino sul percorso delle rogazioni, rinnovate a cura della Pro Loco nel 1983-84, denominata croce Casoléta. -
Croce Dallapè
Questa croce lignea si trova in loc. Berlonga. Un tempo era una dei punti di sosta delle processioni delle rogazioni ed è una delle quattro rinnovate dalla Pro Loco di Stravino nel 1983/84. -
Piccola edicola alla Madonna
Piccola edicola di fattura artigianale realizzata in un tronco incavato protetto da tegole, realizzato verso il 2015 su un incrocio di strade di campagne nella zona di Castin. -
Edicola della Madonna “al Croz”
Situata sulla casa al bivio tra via Dante e via Croz, l’edicola è posta in una nicchia con cornice in pietra rossa di stampo settecentesco. È andato perso il contenuto originario ed ospita ora un quadro con l’immagine di una Madonna con Bambino. --- -
Dipinti sacri a Fraveggio - La Madonna Addolorata
Nel paese di Fraveggio, sono presenti dei piccoli segni sacri, affrescati sulle pareti di abitazioni private. Sull'abitazione davanti alla chiesa si trova l'affresco della Madonna Addolorata. Ormai molto sbiadito e cancellato. Raffigura la Madonna Addolorata con una spada nel cuore vicino alla quale si intravede la sagoma di un santo. Era stato dipinto come ex voto durante l'epidemia di peste che aveva colpito la zona. Si intravede la scritta sul fondo che permette di datare l'opera: "Anno 1715". Bibliografia: -
Dipinti sacri a Fraveggio - La Sacra Famiglia
Nel paese di Fraveggio, sono presenti dei piccoli segni sacri, affrescati sulle pareti di abitazioni private. Nel cortile di un'abitazione privata, poco distante dalla piazza, si può trovare l'affresco raffigurante la Sacra Famiglia. Questo affresco, a causa di un restauro mal riuscito, ha subito una deturpazione assumendo un colore verdastro. Raffigura la Sacra Famiglia con la Madonna e il bambino e San Giuseppe. Bibliografia: -
Dipinti sacri a Fraveggio - La Madonna con bambino
Nel paese di Fraveggio, sono presenti dei piccoli segni sacri, affrescati sulle pareti di abitazioni private. Uno di questi, situato sulla parete dell'abitazione che si intravede poco dopo la piazza, raffigura la Madonna con bambino, con sopra di loro una schiera di Santi. Ormai significativamente rovinato. Bibliografia: -
Crós de Campagna
In questa località di campagna si trova questa grande croce in pietra rosa, nota come "Crós de Campagna". Eretta il 29 settembre 1824. Fungeva da punto di sosta nelle antiche processioni delle rogazioni. Era stata distrutta nel 2012, probabilmente a causa di un urto di qualche mezzo agricolo. Bibliografia: -
Crós de préda
All'incrocio della strada che porta a Lasino o a Calavino si trova questa croce in pietra, nota proprio come "Crós de préda". Veniva utilizzata come punto di sosta nelle antiche processioni delle rogazioni. Non è presente alcuna incisione per cui risulta difficile datarla con certezza. Bibliografia: -
Sepolcro di San Siro
Appena sopra l'omonima chiesetta, si trova questo sepolcro. In parte scavato nella roccia e in parte costruito con dei sassi, ospita al suo interno una statua a grandezza naturale del Cristo Deposto. Il sepolcro è stato realizzato nel 1946, dedicato al ricordo dei caduti della Prima guerra mondiale, come ricorda la targa marmorea posta sotto il monumento. Bibliografia: -
Edicola della Madonna dell'Olivo
Posta in via Lagolo a Lasino, sulla casa 3-5 si trova quello che rimane di questa edicola, in cui si intravedono solo pochi resti dell'affresco con la Madonna dell'Olivo. Bibliografia: -
Crós de Pradèl
Nella zona di San Siro, questa croce era utilizzata come punto di sosta nelle antiche processioni delle rogazioni. Sul suo basamento in pietra è posta un'epigrafe con questa incisione: "Anno Iubileo 1886" Bibliografia: -
Croce Casal
Questa croce lignea si trova in aperta campagna a Brusino. Posta su un piedistallo ottocentesco, è stata recentemente sostituita. Costituiva un punto di sosta durante le antiche processioni delle rogazioni. Bibliografia: -
Capitel dei mericani
Lungo il percorso della "passeggiata archeologica" si trova questo capitello, detto "déi mericàni" perché eretto dagli emigranti americani nel 1923 e "dé Làgol" dal nome della località. Il capitello è dedicato a Santa Maria Assunta, infatti, nella sua nicchia ospita proprio una statua della santa. Venne inaugurato il 5 settembre dello stesso anno. Bibliografia: -
Capitello di San Rocco a Stravino
Nella piazza di Stravino si trova questo capitello, conosciuto come capitello di San Rocco ma anche come capitello della peste o capitello del crocefisso. Nelle sue tre nicchie gli affreschi raffigurano San Rocco, Sant'Antonio Abate e un crocifisso. Si tratta di un capitello votivo edificato in occasione dell'epidemia di colera che ha colpito la zona nel 1836; venne poi restaurato e ampliato nel 1855 per la seconda ondata di colera. Restaurato per l'ultima volta nel 1987-1990. Questo capitello è anche ricordato nella poesia "El Caputel de Stravin" di Ottorino Pederzolli. Bibliografia: -
Croce Gombet
Una delle quattro croci lignee di Stravino sul percorso delle rogazioni, rinnovate a cura della Pro Loco nel 1983-84. Questa è situata nella zona di Stravino nota come "Mas del Gómbet", all'entrata della zona industriale di Cavedine. Bibliografia: -
Croce dei Filari
Croce in pietra nota come "Croce dei Filari", situata tra le campagne di Cavedine. Durante la Seconda Guerra Mondiale le sue "braccia" erano state scheggiate con dei colpi di pistola scagliati da un ufficiale tedesco. Più tardi è caduta a terra a causa dell'urto di un camion. Visti i danni subiti venne poi ricostruita di più piccole dimensioni. Probabilmente un tempo era usata come punto di sosta nelle antiche processioni delle rogazioni. Bibliografia: -
Croce al "Fior di Roccia"
Croce in pietra posta nel paese di Lon, nei pressi di quello che un tempo era il ristorante "Fior di Roccia", Sul basamento porta incisa la data: "1739". È molto simile alle altre presenti nei dintorni e probabilmente anch'essa veniva utilizzata come punto di sosta nelle antiche processioni delle rogazioni. Bibliografia: -
Croce del Colera
Questa croce in pietra si trova lungo la strada che da Ciago porta a Lon. La croce è stata posta in questo luogo dai paesani come ex voto per ringraziare di essersi salvati dalla tremenda epidemia di colera che nel 1855 ha colpito la zona. Sul basamento della croce è posta un'epigrafe che ne racconta la storia con un'incisione: "Della Croce la Salute M.N.C.C. per Lon preservato dal Cholera Morbus del MDCCCLV riconoscente questa memoria pose per voto." Ha avuto anche la funzione di "tappa" durante le processioni delle antiche rogazioni. Bibliografia: -
Croce di san Valentino
Sulla strada di campagna che unisce Padergnone e Vezzano si trova quest'antica croce in pietra con incisa sul suo cippo la data "1797". Fino al 1846, quando venne fatta la nuova strada Trento – Sarche col ponte alla Stretta, era questo un tratto della strada imperiale che congiungeva Trento a Riva passando per Santa Massenza. Questa croce veniva usata come punto di sosta per le antiche processioni delle rogazioni. Qui nel 1880-81 sono state rinvenute due tombe romane. Sullo sfondo la chiesetta di San Valentino in agro un tempo meta di pellegrini da tutto il Trentino. Bibliografia -
Bassorilievo della Sacra Famiglia
Nel centro del paese di Terlago, a due passi dalla Chiesa di Sant'Andrea, si trova un bellissimo bassorilievo marmoreo, posto sopra un portale in pietra. Il bassorilievo raffigura al centro la sacra Famiglia, alla base è inciso il motto "Sub vestrum presidium", in alto invece sono incisi due piccoli scudetti, nel primo è scolpito un levriero, simbolo della famiglia Tabarelli de Fatis, nel secondo invece la testa di uno stambecco, simbolo della famiglia Mamming. Opera dell'artista bolzanino Franz Rainalter. Bibliografia: -
Croce di San Bartolomeo
All'"ingresso" del paese di Fraveggio, si trova questa croce in pietra rossa dalle estremità rastremate, dedicata a San Bartolomeo, realizzata verso il 1948. Bibliografia -
La roggia di Ciago, o di Valachel, o di Nanghel
La Roggia di Ciago nasce dalle sorgenti di Valachel a quota 670 e 692 mslm in loc. Mondal e subito alimenta il serbatoio dell’acquedotto irriguo. Nella sua ripida corsa attraverso il paese, lungo la Val dei Molini, un tempo forniva l’energia idraulica necessaria ad una fucina e cinque mulini ed alimentava due lavatoi, uno accanto al mulino Cattoni e uno sull’attraversamento di Via San Rocco. Ora in quel tratto c'è una vasca di decantazione e da Via San Rocco viaggia intubata fin sotto la strada del Pedegaza, passando anche sotto un edificio. Arrivata sotto il paese scende più tranquilla lungo la campagna. Da quanto risulta dal progetto di completa sistemazione dell’alveo del 1908, l’acqua andava allora in gran parte dispersa prima di unirsi alla sorgente di Nanghel, punto in cui assume il nome di Roggia di Nanghel, la cui importanza risulta dalla Carta di Regola di Vezzano del 1574 (Vedi pag 239-240 Il libro delle acque). Al suo arrivo a Vezzano la roggia viaggia intubata fino alla nuova rotatoria del 2006 dove è stata deviata e riportata in superficie in un percorso più lungo per oltrepassare la rotatoria stessa, raggiungere il lavatoio davanti alle scuole e continuare il suo viaggio intubata sotto via Roma. Arrivata alla piazza principale di Vezzano, un tempo veniva deviata verso sinistra, intubata superava l’Albergo Stella d’Oro, tornava in superficie negli orti adiacenti a Via Borgo, si univa ad un’altra sorgente, tuttora attiva, e passando per la campagna di Terra Mare si immetteva nella Roggia Grande. Approfittando dei lavori alla rete fognaria, la roggia di Nanghel, è stata poi intubata insieme alle acque bianche sotto via Roma fino agli Alberoni. Attraversata la strada provinciale, ritorna allo scoperto in località Fossati unendosi alla sorgente Fontanele, proprio dove un tempo c’era il grande lavatoio usato dalle donne del Dos. La roggia attraversa la zona artigianale fra nuovi alti argini in pietra per poi immettersi nella Roggia Grande in località Acque Sparse, prima che essa riattraversi la strada provinciale nel suo viaggio verso Padergnone. Informazioni tratte da: