All'interno del paese di Covelo si trova questo piccolo capitello costruito nel 1934.
Prende il nome dalla statuetta del Sacro Cuore di Gesù che ospita al suo interno.
Gesù infatti, porta un mantello rosso e un grande cuore sul petto.
Con le mani piagate dalle stimmate benedice il passante.
Bibliografia
- D. Mussi, I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
All'ingresso del paese di Covelo è presente questo elegante capitello, costruito dalla nobile famiglia Sizzo nel 1925.
Nella sua nicchia è stata realizzata una riproduzione della celebre grotta di Lourdes, con le statue della Madonna e della pastorella Bernadette.
Bibliografia
- D. Mussi, I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Dalla strada che da Terlago porta verso Ciago, si trovano questa croce in pietra e questo capitello, uno di fianco all’altro.
Sulla croce, detta "del Casilino", è incisa la data “1793”, con probabilità, fungeva da tappa per le antiche processioni delle Rogazioni.
Il capitello, invece, è stato costruito nel XIX secolo, ed è dedicato a Gesù. Nella sua nicchia sono ritratti due angeli, una serie di svolazzi con grappoli d’uva e un crocifisso ligneo.
Bibliografia:
- “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Situato allo storico crocevia dove una volta passava la strada romanda detta “Traversara” che collegava Trento, Riva del Garda e le Giudicarie.
È stato realizzato con materiali di epoche diverse: la copertura ed il pinnacolo sono pietra calcarea locale e sulla facciata sud del pinnacolo è incisa la data “1700”; le 4 nicchie in pietra rossa presentano una lavorazione più moderna e contenevano 4 raffigurazioni sacre andate perdute; il basamento decorato in finti cocci con la malta risale probabilmente al primo '900.
Nel 2007 è stato un po' spostato verso il portale d'entrata di Villa Cesarini Sforza per salvaguardarlo dal traffico.
Nel 2013 le nicchie sono state ridecorate dai ragazzi del Liceo delle Arti “Alessandro Vittoria” di Trento, con la tecnica dello smalto a fuoco, raffigurando i quattro numi tutelari di Terlago: San Pantaleone, S. Anna, San Filippo Neri, S. Andrea Apostolo.
Bibliografia:
Sul lato della strada statale che da Trento porta a Riva del Garda, poco dopo la località “Vecchio Mulino”, si trova questo capitello dedicato a Sant’Anna.
Il capitello in muratura presenta una grande nicchia chiusa da un cancelletto in ferro lavorato, al suo interno è presente un affresco che ritrae Sant’Anna a fianco della Madonna con bambino, insieme a loro sono ritratti anche San Vigilio e San Valentino. L’opera è del 1996, realizzata dall’artista Marco Bertoldi durante uno dei numerosi restauri che hanno coinvolto il capitello.
Sulla facciata del capitello è posta una lapide con l’incisione:
ERETTO L’ANNO 1735
LA MAGNIFICA COMUNITÀ DEL BORGO
DI VEZZANO FECE FARE PER ESSER
STATA LIBERATA
DAL MAL BOVINO
PER INTERCESSIONE DI SANT’ANNA
sotto di essa si trova anche un concio in pietra con incisa la data “9 giugno 1736”.
Grazie a questi simboli si può datare il capitello (1735-1736), e conoscere il motivo della sua costruzione; era stato infatti edificato dai vezzanesi come ringraziamento alla Santa, che aveva dato loro protezione durante l’epidemia bovina che aveva colpito l’intera zona.
Bibliografia:
- “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
A lato della strada che da Vezzano porta verso Ciago, nei pressi del cimitero, si trova questo capitello incastonato in un muretto.
Il capitello è dedicato alla Madonna, presenta all’interno della sua nicchia una statuina in gesso della vergine; nella parte sottostante è presente una targa in pietra che riporta: “A ricordo della visita di Maria Immacolata alle famiglie di Vezzano – Anno Mariano 1954"; la prima versione era stata costruita, infatti, nel 1954.
Spostato nel 1968 per la costruzione della circonvallazione, poi nel 2006 per la costruzione della rotatoria ed infine, nel 2020, per la realizzazione del marciapiede, ha in parte mutato l’aspetto originale della nicchia.
La sua storia si interseca strettamente con le modificazioni della viabilità vezzanese.
Bibliografia:
Anche un campo porta con sé dei ricordi: questo, ha fatto rammentare a Roberto il tempo in cui ci andava col nonno a raccogliere le patate dentro una grande fazzoletto per il pasto tradizionale della seconda domenica di luglio, festa dei Santi Martiri: salsicce e patate al forno.
Questa edicola, incassata nella parete di un’abitazione di fronte alla maestosa chiesa di Santa Massenza, in Via di Maiano n.33, si presenta come una nicchia che al suo interno ospita un crocifisso ligneo con una statuetta di Gesù Crocifisso.
Sulla parte sottostante alla nicchia, è presente una lapide affrescata che riporta il seguente testo:
MIRATE IL MODELLO ASCOLTATE IL MAESTRO
OBBEDITE AL COMANDO
AMATEVI COME IO HO AMATO VOI.
FA CH’IO SERBI O SIGNOR, COME A TE PIACE
CON IL PROSSIMO MIO L’AMOR LA PACE.
GESÙ MIO MISERICORDIA
MISSIONE DEL NOVEMBRE MDCCCLXIV.
Grazie a quest’iscrizione si può individuare la data della sua collocazione, risalente al 1864.
Bibliografia:
- “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Il 14.2.1944, come ogni anno, si festeggiava a Vezzano il Patrono San Valentino, ma in un contesto particolarmente grave: la guerra, coi pericoli, i dolori e le privazioni che essa porta con sé, in assenza dei molti giovani soldati e dei lavoratori impegnati in luoghi lontani e pericolosi.
Nonostante tutto ciò, migliaia di fedeli, accorsi da tutto il circondario, presenziarono alla messa solenne in cui fu emesso il voto a San Valentino, sottofirmato dalle autorità ecclesiastiche e civili e da molti capofamiglia delle otto comunità dell'allora Comune di Vezzano.
I cannoni piazzati a Vezzano non furono usati: la guerra cessò appena in tempo ed in ottemperanza a quel voto, la comunità vezzanese dal 1945 la prima domenica di settembre ricorda e rinnova quel voto con una solenne precessione alla chiesa di San Valentino in agro.
Alla commemorazione religiosa si è poi affiancata dagli anni '90 una manifestazione dedicata alla pace organizzata al tempo dai Comuni di Vezzano e Padergnone, ora Vallelaghi, con la collaborazione di associazioni e scuole, che col passare del tempo si è arricchita di offerte culturali ed ha preso il nome "Tutti i colori della pace".
---
In questo Archivio potete consultare articoli a riguardo pubblicati sul notiziario comunale di Vezzano:
60º anniversario del Voto a San Valentino - di Rosetta Margoni - pag. 15-18 sul n. 2 del 2004;
Mostra fotografica a cura del Museo Storico in Trento: “Vezzano, la IIª guerra mondiale e il voto a San Valentino” - di Lorenzo Gardumi - pag. 12-14 sul n. 2 del 2005;
Quelli che incontriamo lungo il sentiero nel bosco che da Vezzano porta a Padergnone, sono i ruderi di un’antichissima chiesetta.
Dedicata a San Martino di Tours, nota anche come chiesa “de Pramerlo” (denominazione poco chiara, un’ipotesi è che faccia riferimento a “prato Merlo” o “prete merlo”).
Posta a 493 m di altitudine vanta una visuale che domina quasi interamente la Valle dei Laghi e la Valle di Cavedine.
Quello si trova oggi dell’antica chiesa sono sono alcuni resti e muri perimetrali.
Costruita prima del XIII secolo, fu abbandonata, poi ricostruita e riconsacrata nel 1574. Restaurata nel 1653 è poi stata gravemente danneggiata durante la guerra di successione spagnola del 1703 e nel 1819 ne fu decisa la demolizione trasferendo nella chiesetta di San Valentino in agro la Mensa dell’Altare e la Pala del Santo.
Ora non rimangono che i ruderi.
Curioso come nel 1756 chiesa e piazzale adiacente vennero assegnate ai "Borghesani" di Vezzano, pur essendo sul territorio di Padergnone; disputa del passato visto che ora entrambi i paesi fanno parte dello stesso comune di Vallelaghi.
Bibliografia
- D. Mussi, I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
- Maccabelli Silvano, “Lìmes Làcus. Viaggio nei toponimi padergnonesi. Atlante dei nomi di luogo”, Comune di Padergnone, 2008
- Maccabelli Silvano, “Dalle pietre del fulmine alla festa dei caschi: attualità e storia nell'area padergnonese”, Comune di Padergnone, 2010
- Lucia Grazioli, “Padergnone”, Comune di Padergnone, 1994
A due anni dalla costruzione del teatro di Valle è stata realizzata, in questo luogo rappresentativo dell'intera valle, l'aiuola della pace su iniziativa della scuola secondaria di Vezzano e del Comune di Vezzano all'interno della manifestazione "Tutti i colori della pace" legata al voto di San Valentino.
A pagina 32 del notiziario comunale n. 3 del 2011 gli stessi ragazzi hanno presentato la cerimonia di inaugurazione:
Anello sud del percorso ad otto del sacro del Comune di Vallelaghi, via ruderi di San Martino, in alternativa a quello passante per un tratto della vecchia strada imperiale di fondovalle; ambedue queste proposte partono ed arrivano a Vezzano passando per Padergnone. Questo propone di passare davanti al capitello di Santa Massenza, l'alternativo invece lo salta facendo il paesaggistico lungolago, a voi la scelta. L'anello nord prevede poi il passaggio da Terlago.
La partenza è prevista dall'aiuola della pace nei pressi del teatro di valle a Vezzano e lungo il percorso una particolare attenzione viene dedicata proprio al tema della pace.
Presente: mi ghé són, ti té ghé séi, élo el gh'è, noi ghé sén, voi ghé sé, lóri i gh'è,
Imperfetto: mi gh'èro, ti té gh'èri, élo el gh'èra, noi gh'èren, voi gh'ère, lóri i gh'era.
Passato prossimo: mi gh'èro sta, ti té gh'èri sta, élo el gh'èra sta, noi gh'èren stadi, voi gh'ère stadi, lóri i gh'era stadi.
Futuro semplice: mi ghé sarò, ti te ghé sarai, élo el ghé sarà, noi ghé sarén, voi ghé saré, lóri i ghé sarà.
Roberto Pedrotti ci porta a scoprire quel che rimane dei "brozzadóri" di Cavedine, luoghi in cui il carro a due ruote che scendeva dalla montagna veniva trasformato in carro a quattro ruote per proseguire il viaggio in paese. Sono luoghi abbandonati in cui la natura sta prendendo il sopravvento anche laddove l'uomo non ha già distrutto, ma permettono comunque di capire il loro funzionamento di un tempo.
Antonia Zuccatti, classe 1931, ci racconta il suoi ricordi legati ai mulini di Ciago, in particolare al mulino Zuccatti.
Ci riferisce anche di un mulino in una baracca di legno di cui le parlava Natalia Zuccatti classe 1892.
Accenna pure alla presenza di Vittorio Bertoldi, sfollato presso il mulino Cattoni in disuso, che durante il periodo della seconda guerra mondiale ha dipinto le chiese di Ciago e Terlago.
Antonia Zuccatti, classe 1931, ci racconta la sua esperienza di ragazza nel periodo della costruzione della strada e delle gallerie a servizio della Centrale di Santa Massenza, della Messa a Santa Barbara celebrata nella galleria "ai 5 roveri" nei pressi dei vasconi, del lavoro di suo padre e dei molti lavoratori che venivano da fuori, in particolare da Bassano ed Ala, della costruzione della baracca per i lavoratori a Lon, paese affollatissimo di lavoratori, dell'osteria di Ciago, che come le altre piccole osterie di paese nel fine settimana era piena di uomini, sia lavoratori della centrale che provenienti dai paesi vicini.