Viene usato anche in senso figurato in un modo di dire: "no eser né 'nfodradi né 'mbastidi" cioè essere lontani dal raggiungimento del proprio scopo; letteralmente non avere un vestito, non solo non averlo foderato, ma neppure imbastito.
Questo video è stato realizzato a conclusione del progetto "Videomaker della memoria – “Vot che te la conta o te la diga?”, promosso da Ecomuseo della Valle dei Laghi ed inserito nel Piano Giovani della Comunità della Valle dei Laghi 2023.
Presenta degli spezzoni delle interviste realizzate dai giovani presso la A.P.S.P. Residenza Valle dei Laghi di Cavedine oltre alla testimonianza di qualcuno dei partecipanti.
Il lavoro è stato organizzato in gruppo, ogni giovane ha poi potuto essere artefice principale di una o più interviste e/o della sua postproduzione.
Per una questione di tempistica questo video finale è stato poi assemblato dal videomaker che ha guidato il guppo: Alfredo Croce di Aringa Studio.
Video realizzato da alcuni volontari di Vigo Cavedine in occasione del Natale 2023.
Il video è un omaggio ad Agostino Cristofolini, genio artistico vissuto a Vigo Cavedine nel secolo scorso.
Queste interviste sono state realizzate presso la A.P.S.P. Residenza Valle dei Laghi di Cavedine dai giovani che hanno partecipato al progetto "Videomaker della memoria –“Vot che te la conta o te la diga?” inserito nel Piano Giovani della Comunità della Valle dei Laghi 2023.
Fra i nuovi residenti in Valle dei Laghi ci sono anche questi tre anziani ospiti della A.p.s.p. Residenza Valle dei Laghi, che non portano memorie della valle, ma che abbiamo ritenuto comunque corretto inserire nel nostro archivio, avendo partecipato a questa esperienza condivisa in questo che è certo luogo di assistenza, ma anche di socializzazione, di incontro e scambio di esperienze. Ascoltandoli possiamo notare che le loro testimonianze non sono poi tanto diverse da quelle dei valligiani, anche se naturalmente ognuna è unica.
Pur essendo un lavoro organizzato e gestito in gruppo, ogni giovane è stato poi artefice principale, da solo o in coppia, di una delle interviste della quale risulta perciò autore.
Questa intervista a Albina Cappelletti di Covelo, classe 1929, è una di quelle realizzate presso la A.P.S.P. Residenza Valle dei Laghi di Cavedine dai giovani che hanno partecipato al progetto "Videomaker della memoria –“Vot che te la conta o te la diga?” inserito nel Piano Giovani della Comunità della Valle dei Laghi 2023.
Pur essendo un lavoro organizzato e gestito in gruppo, ogni giovane è stato poi artefice principale di una delle interviste della quale risulta perciò autore.
Dopo essersi presentata Albina parla della vita contadina, del padre pastore delle mucche a Covelo, delle strade ghiaiose, della nuova strada di Ranzo e della prima macchina di proprietà a Covelo (del falegname Luigi Andreis), dei giochi di bambina ("scondilever", "piti", dispetti).
Questa intervista a Bianca Manzoni di Vezzano, classe 1931, è una di quelle realizzate presso la A.P.S.P. Residenza Valle dei Laghi di Cavedine dai giovani che hanno partecipato al progetto "Videomaker della memoria –“Vot che te la conta o te la diga?” inserito nel Piano Giovani della Comunità della Valle dei Laghi 2023.
Pur essendo un lavoro organizzato e gestito in gruppo, ogni giovane è stato poi artefice principale di una delle interviste della quale risulta perciò autore.
Dopo aver presentato se stessa e la sua famiglia Bianca parla della sua vita andando avanti ed indietro nei ricordi con grande coinvolgimento.
Questa intervista a Lidia Poli di Santa Massenza, classe 1935, è una di quelle realizzate presso la A.P.S.P. Residenza Valle dei Laghi di Cavedine dai giovani che hanno partecipato al progetto "Videomaker della memoria –“Vot che te la conta o te la diga?”, promosso da Ecomuseo della Valle dei Laghi ed inserito nel Piano Giovani della Comunità della Valle dei Laghi 2023.
Pur essendo un lavoro organizzato e gestito in gruppo, ogni giovane è stato poi artefice principale di una delle interviste della quale risulta perciò autore.
Dopo essersi presentata Lidia parla della sua infanzia a Santa Massenza e dei cambiamenti avvenuti al paese e alla società da allora ad oggi: la vicinanza tra le persone che è andata affievolendosi; il mondo contadino e la produzione delle grappe; il bagno, il pattinaggio e l'albergo sul lago; le case senza acqua; la "festa dei pessati"; la costruzione della centrale idroelettrica.
Sul sito del Catasto, qui sotto linkato, sono presenti le cartografie risalenti al 1860 di tutto il territorio del Comune Catastale di Terlago (C.C. 385) e la legenda.
Qui abbiamo inserito solo la parte riguardante la zona di Monte Terlago (dalle tavole 385-11/12/14/15).
Sul sito del Catasto, qui sotto linkato, sono presenti le cartografie risalenti al 1860 di tutto il territorio del Comune Catastale di Terlago (C.C. 385) e la legenda.
Qui abbiamo inserito solo la parte riguardante il centro abitato di Terlago (tavola 385-14); sono poi segnati nelle vicinanze del lago la chiesa di San Pantaleone (tavola 385-15) e due edifici al Travolt (tavola 385-15). Riportiamo poi a sé stante la zona di Monte Terlago.
Sulla mappa del catasto austriaco del 1860 si possono notare le due parti storiche in cui era diviso il paese: Villa Alta e Villa Bassa.
Sul sito del Catasto, qui sotto linkato, sono presenti le cartografie di tutto il territorio del Comune Catastale di Covelo (C.C. 119) e la legenda.
Qui abbiamo inserito solo la parte riguardante il centro abitato (tavola 119-09) e segnaliamo che a Maso Ariol era presente un edificio (tavola 119-10).
Negli anni ‘30 Margone era raggiungibile solo da sentieri e non si era mai sentito lassù il rombo di un motore fino all'evento impresso in questo scatto.
Raimondo Miori, di Padergnone, amante della moto, dell'avventura e della fotografia è arrivato a Margone in sella alla sua moto, mentre don Eugenio Plotegher celebrava la Santa Messa. Il rombo ha fatto uscire tutti dalla chiesa. L'evento è stato accolto con gioia e la fotocamera è passata di mano, così come la moto, per uno scatto festoso.
Il vescovo Carlo de Ferrari a dorso di asino risale l'unica strada di collegamento di Ranzo al fondovalle, quella che parte da Castel Toblino.
Dopo la sua visita pastorale a Ranzo si è recato a Margone dove ha invitato, invano, don Eugenio Plotegher a prendersi cura di un centro maggiore.
Per ritornare a valle, a partire da Margone, ha dovuto usare l'impervio sentiero dello Scal, che congiunge il paese a Santa Massenza, troppo ripido per poterlo fare a dorso d'asino.
Si racconta che la sua discesa in slitta sia stata rocambolesca e non priva di spavento per il monsignore.
L'Associazione Cooperativa Scolastica “Zughente ensema?” ha creato una nuova versione di domino, il “Domino Vallelaghi”, allo scopo di far conoscere il Comune di Vallelaghi nato l'1.1.2016.
Le 55 tessere che lo compongono, riportano 110 immagini, tra cui grafici e mappe, ma soprattutto foto provenienti dal territorio comunale grazie alla collaborazione di molti soci.
Grazie alla disponibilità finanziaria del comune di Vallelaghi e di diversi sponsor, ed al lavoro prestato anche dai genitori, il gioco è stato realizzato in 100 copie in forex spesso così da poter giocare anche ad effetto domino.
Qui a disposizione le tessere da poter stampare e le regole di gioco, che può essere usato anche in modo diverso dal domino classico.
La "Riserva Naturale Locale Prada", ai piedi del Monte Gazza nel C.C. di Terlago, copre un'area di 3,4 ettari ed è distribuita su tre zone distinte (A,B,C) in cui vi è la formazione di ristagni periodici di acqua che rappresentano importanti zone di riproduzione di anfibi, quali rospi e rane di montagna.
---
Per approfondimenti visita:
Gioco a carte sulle Aree Protette della Valle dei Laghi.
Sono presenti tre file pdf: uno con le carte da gioco, uno con la scatola e uno con varianti di regole del gioco.
Il gioco, già uscito in più ristampe da parte della rete delle riserve del Sarca e del Bondone, può essere stampato e diffuso da chiunque per espressa volontà dei bambini, che l'hanno creato allo scopo di diffondere la conoscenza delle aree protette della Valle dei Laghi, degli ambienti, animali e piante che la caratterizzano, delle azioni che si possono fare per la protezione dell'ambiente.
Indice delle carte da gioco:
p. 1 e 54 - 2 carte jolly con la mappa di tutte le aree protette della Valle dei Laghi
p. 2 - Zona Speciale di Conservazione Laghi e abisso di Lamar
p. 3 - Riserva Locale Prada A B C
p. 4 - Zona Speciale di Conservazione Terlago
p. 5 - Riserva Locale Palù
p. 6 - Riserva Naturale Provinciale - ZSC Torbiera delle Viote
p. 7 - Riserva Naturale Integrale - ZSC Tre Cime Monte Bondone
p. 8 - Riserva Naturale Provinciale - ZSC Lago di Toblino
p. 9 - Riserva Naturale Provinciale - ZSC Marocche di Dro
p. 10 - Zona Speciale di Conservazione Monte Brento
pp. 11-25 - 15 carte piante
pp. 26-40 - 15 carte animali
pp. 41-53 - 13 carte azioni positive
p. 55 - retro delle carte
pp 56-58 - come si gioca
---
Per maggiori informazioni visita
Nato a Guardia di Folgaria il 30.12.1879, è diventato diacono il 2 luglio 1905 e la domenica successiva, il 7 luglio, è stato consacrato presbitero.
È stato cappellano a Bedollo, Banale e Folgaria prima di arrivare a Margone, nel 1910, per dirigere questa piccola comunità.
Oltre a fare il sacerdote, era anche segretario comunale di quello che fino al 1928 è stato il comune autonomo di Margone.
Altro suo impegno era fare il maestro alla scuola locale, che aveva sede in canonica ed al suo arrivo contava ben 45 alunni; si prodigava anche ad insegnare il latino a chi voleva prepararsi per il seminario, come fece ad esempio per i due fratelli Parisi di Ranzo, diventati poi missionari.
Nel 1933-34 fu anche parroco supplente a Ranzo.
La notorietà che questo eclettico personaggio si guadagnò, in regione ed oltre, fu dovuta alla sua passione per la botanica e l’arte medica, unite alla sua capacità di diagnosticare e curare con le erbe svariate problematiche, anche quando non ottenevano benefici dalla medicina tradizionale, il tutto sempre gratuitamente, cosicché assunse la nomea di “medico dei poveri”.
Fu così che molte persone frequentarono Margone nei 34 anni della sua permanenza in paese, anche se per raggiungere don Plotegher dovevano risalire dal fondovalle per impervi sentieri e per la ripida mulattiera dello “Scal”; la costruzione della strada Vezzano-Margone infatti è iniziata nel 1947, quando lui era già morto.
Nel 1942, con una faticosa salita a dorso d’asino, monsignor Ferrari arrivò lassù in visita pastorale e lo invitò a diventare parroco di un grosso centro, ma don Plotegher declinò l’offerta, come già aveva fatto in precedenza, e al vescovo toccò una rocambolesca discesa in slitta.
A Margone l’ambiente naturale gli forniva una gran varietà di erbe curative, lui era affezionato al paese ed ai suoi abitanti, era benvoluto ed amato dalla comunità, che si adeguava alle esigenze della sua attività di curatore di corpi oltre che di anime, tanto che il sacrestano controllava che fossero finiti i consulti prima di suonare le campane che richiamavano la gente ad assistere alla santa messa.
Quando morì, il 29 maggio 1944, fu sepolto nel punto più significativo del cimitero del paese, di fronte all’entrata; la lapide inserita in una cappelletta aperta riporta: “Su quest’umile vetta / Don Eugenio Plotegher / Per XXXIV anni (1910-1944) / Dal principe dei pastori / Attinse luce di verità e di grazia / Dalla natura / Esplorata con intelletto d’amore / Lenimento e salute / Agli umani dolori / Dal suo grande cuore / Perenne vena / Di francescana letizia / Pietà di confratelli / Di curaziani di beneficiati / Pose / 30.V.1946 / R.I.P.”.
Nel 1984, nel quarantesimo della sua morte, gli venne intitolata la piazzetta antistante la chiesa con la celebrazione di una solenne e partecipata cerimonia.
Nel 2018 la Pro Loco ha realizzato “Il bosco racconta”, un breve percorso artistico dal cimitero alla cappella di Sant’Antoni con l’installazione di 6 opere scultoree in legno, realizzate da altrettanti artisti dell'Associazione Intagliatori del Legno della Valle di Cembra per ricordare personaggi significativi del passato per il paese. La scultura più vicina al cimitero raffigura don Eugenio Plotegher ed è stata realizzata da Claudio Cestaroli.
---
Fonti: