Anello nord del percorso ad otto del sacro del Comune di Vallelaghi, nel rientro si può scendere da Ciago per vedere il capitello di San Jop protettore dei bachicoltori o, rinunciandovi, fare un giro più ampio passando per Lon e Fraveggio; ambedue queste proposte partono ed arrivano a Vezzano passando per Terlago.
L'anello sud prevede invece il passaggio da Padergnone.
Potete avere ulteriori informazioni sulla pagina dedicata a questo percorso:
Anello sud del percorso ad otto del sacro del Comune di Vallelaghi, passante per un tratto della vecchia strada imperiale di fondovalle in alternativa a quello più alto che passa per i ruderi di San Martino; ambedue queste proposte partono ed arrivano a Vezzano passando per Padergnone.
L'anello nord prevede poi il passaggio da Terlago.
Potete avere ulteriori informazioni sulla pagina dedicata a questo percorso:
Dedicato ai Santi Filippo e Giacomo, chiamato anche "Capitel del Bati" poiché così veniva chiamato il vecchio proprietario della casa affiancata all'edicola. Riporta sul concio la data 1888, tempo in cui passava da lì la strada imperiale che da Vezzano portava al fondovalle.
Come documenta una targa posta sotto la nicchia, è stato recuperato dal Comune di Padergnone nel 2004 e Monica Huez vi ha raffigurato i Santi Patroni Filippo e Giacomo.
Bibliografia
- D. Mussi, I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
A lato della strada che collega Vezzano e Fraveggio si trova questo capitello.
Si racconta che la sua costruzione è stata voluta da Don Giuseppe Nicolini nel 1903; pare infatti che il curato, passeggiando per la strada mentre leggeva un breviario, sia inciampato e caduto dal precipizio che costeggia la strada; rimasto miracolosamente illeso perché precipitato sopra un pergolato di vite sottostante, fece voto alla Madonna per la grazia ricevuta, e commissionò così la costruzione di questo capitello proprio nella zona dell’accaduto.
Nella sua nicchia il capitello ospita una statua policroma della Madonna di Lourdes.
Bibliografia
- D. Mussi, I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
A metà strada del percorso che porta ai “Piai” tra Fraveggio e Lon, si trova questo capitello.
Come ricorda la targa posta su di esso, è stato eretto in seguito al “Voto di Nicolò Miori per essere stato Fraveggio e Lon preservate dal flagello del colera che infieriva nei limitrofi paesi dell’agosto 1836”.
All’interno della sua nicchia, chiusa da un artistico cancello in ferro, ci sono un crocifisso ligneo e due statuine di Gesù e della Madonna. Sulla volta c'è un fregio con un viso d'angelo.
Unito al capitello c'è un grande portale in pietra ricoperto d’edera che porta in un campo.
Bibliografia:
- D. Mussi, “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Classico capitello situato nel cuore del paese di Lon.
Originariamente posto dall’altra parte della strada in direzione Monte Gazza, è stato poi spostato e in parte ricostruito nella posizione attuale.
Nella nicchia, protetta da una inferriata lavorata, c'è una statua in gesso di Sant’Anna con la giovane figlia.
Nel 1998 causa di lavori di rifacimento dell’area, è stato restaurato dall’amministrazione comunale.
Bibliografia:
- D. Mussi, “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
La Chiesa curaziale dedicata a Sant'Antonio Abate di Lon è posta su un colle al centro del paese e domina l'intera vallata.
Le più antiche testimonianze che la riguardano risalgono al 1537; a quei tempi era dedicata ai Santi Barnaba e Antonio, come ricorda la pala posta dietro l'altare e che ritrae i due santi ai piedi della Madonna.
Durante i secoli ha subito numerose modifiche, la più importante nel 1892, quando fu completamente ristrutturata e ampliata.
Al suo interno è composta da un'unica navata con tre altari ottocenteschi. L'altare maggiore, in marmo, è di semplice fattura; sopra il tabernacolo è posto un crocifisso ligneo; al suo interno si trovano: delle statue, come il Sacro cuore di Gesù, la Madonna, Sant'Antonio; un quadretto con San Giuseppe e il bambino in braccio. Alle pareti è appesa una moderna via crucis in formelle di ceramica. Questi sono solo alcuni dei simboli sacri presenti al suo interno.
Bibliografia:
Sull'arco di volta si intravede la scritta "F.A. F.F. 1771". Nel 1836 vi fu posta la statua di San Vigilio proveniente dal presbiterio della parrocchiale ma nel corso del '900 venne trafugata e negli anni '70 vi fu posta la statua della Madonna Benedicente.
La targa posta sulla base segnala il restauro avvenuto nel 1988.
Bibliografia:
D. Mussi, “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Risale al 1747, come inciso nel concio dell'entrata posteriore, e fu costruita dalla famiglia di Giuseppe Schreck. Dal 1855 è proprietà del Comune.
Da qui partivano e arrivavano le processioni per la cerimonia delle Quarant'ore che si tenevano dapprima nella Settimana Santa e dalla seconda metà dell'800 negli ultimi 3 giorni di carnevale.
Venne restaurata nel 1997 e nel 2002.
La pala dell'altare maggiore raffigura la Santissima Trinità e i santi capeggiati da San Simonino, santo a cui era particolarmente devota la famiglia Schreck. Alle pareti sono appese tre tele settecentesche che raffigurano San Vincenzo Ferrer, il Beato Vescovo Adalpreto e una Crocifissione con Maria e San Giovanni.
Sul lato a settentrione è possibile notare ancora oggi sul concio di volta dell'arco d'entrata la sigla "IHS 1747", data di costruzione.
Bibliografia:
D. Mussi, “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Eretto probabilmente nel sec. XVIII in aperta campagna, è completamente rovinato e nessuno ricorda cosa ci fosse nelle tre nicchie affrescate.
Bibliografia:
D. Mussi, “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Risalente al 1707 conserva al suo interno un grande crocifisso che veniva portato in processione per invocare la pioggia in periodi di siccità, pioggia che come recita la scritta riportata sul timpano della cappella "CRUCE LATA PLUVIA DATA" ha sortito il suo effetto in numerose occasioni di cui sono riportate subito sotto le date.
Bibliografia:
D. Mussi, “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Eretta nel 1819 in sostituzione delle tre croci di legno del calvario poste nello stesso luogo nel 1766, delle quali sono rimasti i fori nella roccia.
Si trova in cima al colle dove la strada scollina per scendere a Pergolese e nella valle del Sarca. Nelle vicinanze c'è una nota palestra di roccia.
All'incrocio delle due aste lapidee è inciso "LI BENEFATTORI DI L(ASINO) FECE PER DIVOZIONE 1819".
Bibliografia:
D. Mussi, “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Capitello dalla semplice struttura, poco distante dall'omonima croce, è noto anche come capitello "a Polin". Nella nicchia contiene una statuetta raffigurante una Madonna che prega con le mani giunte stringenti un rosario.
L'ultimo restauro risale al 2011.
Bibliografia:
D. Mussi, “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Detta anche al/di Corgnon/Cornion, dalla località ove è posta o anche di San Mauro. Posta sul colle Frassené sulla via di comunicazione tra Calavino, i monti e il piano del Sarca, è di costruzione antica. Tra il 1528 e il 1540 venne utilizzata al posto della parrocchiale mentre la si ristrutturava. Fu rifabbricata nel 1599 per volontà di Ludovico e Carlo Gaudenzio Madruzzo, principi vescovi di Trento. È dedicata ai Santi Vescovi Grato e Giocondo e al Santo Martire Mauro, principale titolare, protettori delle campagne.
Il campanile risale al 1657. Nel 1814 venne ricostruita un po' spostata per allontanarla da una pozza d'acqua. Negli anni '50 del 900 venne demolito il pronao posticcio sulla facciata principale che serviva anche da riparo per i contadini sopresi dalla pioggia. L'ultimo restauro è del 1995.
Situato a Calavino nel tratto terminale della "svolta de Corgnon".
Era stato eretto nel 1798 come ex voto per l'epidemia di peste bovina che aveva colpito la zona.
L'affresco raffigurato sulla parete centrale è una Madonna del Rosario con bambino tra i Santi Rocco e Antonio Abate; sulle pareti laterali invece sono affrescati San Valentino e San Floriano. Gli affreschi sono stati attribuiti all'artista Giuseppe Tasca.
Bibliografia:
È il più antico del paese, eretto per voto unanime in occasione della famosa peste manzoniana del 1630 e restaurato nel 1836 in occasione delle terribile epidemia di colera portata in valle dai 'pelarini', i lavoratori stagionali che si recavano annualmente nel bresciano a sfrondare gelsi nel periodo della bachicoltura.
Il capitello è dedicato al Santissimo Crocifisso, Maria Santissima, i Santi Vigilio, Floriano, Rocco e Antonio Abate, tutti affrescati nelle nicchie.
Bibliografia:
Sulla strada che da Ciago scende a Vezzano è presente questo capitello, il più antico del paese di Ciago; la data che porta incisa infatti è “1887”.
Nella sua nicchia ospita una tela realizzata dall’artista M. Degasperi, che raffigura la Madonna e Sant’Anna in cielo, e nella parte bassa San Giobbe e Sant’Antonio da Padova con ai loro piedi una cesta di bozzoli di bachi da seta (in dialetto detti “galete”).
Questo capitello infatti è dedicato a San Giobbe, in dialetto “San Job”, protettore dei bachicoltori, attività molto diffusa un tempo. Unica presenza in Valle dei Laghi.
Bibliografia
- D. Mussi, I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
In via San Rocco a Ciago si trova una piccola piazzola con al centro questo capitello.
Edificato originariamente nel 1836 come ex voto per aver liberato il paese dalla peste, venne, nel secolo successivo, demolito e ricostruito con una migliore collocazione.
Alla sua base si trova una lapide, parte del capitello originale, con inciso:
“PIETAS FIDELIUM CIAGI EX VOTO PESTIS EREXIT ANNO D. 1836”
All’interno della nicchia si trovano delle tele realizzate dall’artista Vittorio Bertoldi nel 1947, qui sfollato durante la guerra. Le decorazioni raffigurano San Lorenzo e San Rocco con ai loro piedi le anime dell’inferno; sopra di loro la Madonna con bambino e gli angeli, San Vigilio e San Sebastiano.
È stato restaurato per l’ultima volta nel 1999.
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Bibliografia:
All'interno del paese di Covelo si trova questo piccolo capitello costruito nel 1934.
Prende il nome dalla statuetta del Sacro Cuore di Gesù che ospita al suo interno.
Gesù infatti, porta un mantello rosso e un grande cuore sul petto.
Con le mani piagate dalle stimmate benedice il passante.
Bibliografia
- D. Mussi, I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
All'ingresso del paese di Covelo è presente questo elegante capitello, costruito dalla nobile famiglia Sizzo nel 1925.
Nella sua nicchia è stata realizzata una riproduzione della celebre grotta di Lourdes, con le statue della Madonna e della pastorella Bernadette.
Bibliografia
- D. Mussi, I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Dalla strada che da Terlago porta verso Ciago, si trovano questa croce in pietra e questo capitello, uno di fianco all’altro.
Sulla croce, detta "del Casilino", è incisa la data “1793”, con probabilità, fungeva da tappa per le antiche processioni delle Rogazioni.
Il capitello, invece, è stato costruito nel XIX secolo, ed è dedicato a Gesù. Nella sua nicchia sono ritratti due angeli, una serie di svolazzi con grappoli d’uva e un crocifisso ligneo.
Bibliografia:
- “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Situato allo storico crocevia dove una volta passava la strada romanda detta “Traversara” che collegava Trento, Riva del Garda e le Giudicarie.
È stato realizzato con materiali di epoche diverse: la copertura ed il pinnacolo sono pietra calcarea locale e sulla facciata sud del pinnacolo è incisa la data “1700”; le 4 nicchie in pietra rossa presentano una lavorazione più moderna e contenevano 4 raffigurazioni sacre andate perdute; il basamento decorato in finti cocci con la malta risale probabilmente al primo '900.
Nel 2007 è stato un po' spostato verso il portale d'entrata di Villa Cesarini Sforza per salvaguardarlo dal traffico.
Nel 2013 le nicchie sono state ridecorate dai ragazzi del Liceo delle Arti “Alessandro Vittoria” di Trento, con la tecnica dello smalto a fuoco, raffigurando i quattro numi tutelari di Terlago: San Pantaleone, S. Anna, San Filippo Neri, S. Andrea Apostolo.
Bibliografia:
Sul lato della strada statale che da Trento porta a Riva del Garda, poco dopo la località “Vecchio Mulino”, si trova questo capitello dedicato a Sant’Anna.
Il capitello in muratura presenta una grande nicchia chiusa da un cancelletto in ferro lavorato, al suo interno è presente un affresco che ritrae Sant’Anna a fianco della Madonna con bambino, insieme a loro sono ritratti anche San Vigilio e San Valentino. L’opera è del 1996, realizzata dall’artista Marco Bertoldi durante uno dei numerosi restauri che hanno coinvolto il capitello.
Sulla facciata del capitello è posta una lapide con l’incisione:
ERETTO L’ANNO 1735
LA MAGNIFICA COMUNITÀ DEL BORGO
DI VEZZANO FECE FARE PER ESSER
STATA LIBERATA
DAL MAL BOVINO
PER INTERCESSIONE DI SANT’ANNA
sotto di essa si trova anche un concio in pietra con incisa la data “9 giugno 1736”.
Grazie a questi simboli si può datare il capitello (1735-1736), e conoscere il motivo della sua costruzione; era stato infatti edificato dai vezzanesi come ringraziamento alla Santa, che aveva dato loro protezione durante l’epidemia bovina che aveva colpito l’intera zona.
Bibliografia:
- “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
A lato della strada che da Vezzano porta verso Ciago, nei pressi del cimitero, si trova questo capitello incastonato in un muretto.
Il capitello è dedicato alla Madonna, presenta all’interno della sua nicchia una statuina in gesso della vergine; nella parte sottostante è presente una targa in pietra che riporta: “A ricordo della visita di Maria Immacolata alle famiglie di Vezzano – Anno Mariano 1954"; la prima versione era stata costruita, infatti, nel 1954.
Spostato nel 1968 per la costruzione della circonvallazione, poi nel 2006 per la costruzione della rotatoria ed infine, nel 2020, per la realizzazione del marciapiede, ha in parte mutato l’aspetto originale della nicchia.
La sua storia si interseca strettamente con le modificazioni della viabilità vezzanese.
Bibliografia:
Questa edicola, incassata nella parete di un’abitazione di fronte alla maestosa chiesa di Santa Massenza, in Via di Maiano n.33, si presenta come una nicchia che al suo interno ospita un crocifisso ligneo con una statuetta di Gesù Crocifisso.
Sulla parte sottostante alla nicchia, è presente una lapide affrescata che riporta il seguente testo:
MIRATE IL MODELLO ASCOLTATE IL MAESTRO
OBBEDITE AL COMANDO
AMATEVI COME IO HO AMATO VOI.
FA CH’IO SERBI O SIGNOR, COME A TE PIACE
CON IL PROSSIMO MIO L’AMOR LA PACE.
GESÙ MIO MISERICORDIA
MISSIONE DEL NOVEMBRE MDCCCLXIV.
Grazie a quest’iscrizione si può individuare la data della sua collocazione, risalente al 1864.
Bibliografia:
- “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012