Nella società maschilista di un tempo il fischiare non era considerato adatto a una donna; la donna che fischiava era una che si comportava da maschio, così come la gallina che canta da gallo. Per questo non era una ricchezza per la famiglia, che voleva in casa una donna sottomessa.
L'immagine è tratta da p. 19 del fascicolo
nello specifico delle ruote idrauliche, vi erano in valle quelle a pale, mosse dalla forza dell'acqua che vi scorreva sotto, e quelle a cassette, mosse dal peso dell'acqua che vi veniva fatta cadere sopra per mezzo della "doccia". Cambiavano poi le dimensioni e nell'ultimo periodo di utilizzo anche il materiale, in quanto talvolta il legno veniva sostituito dal ferro.
Contenitore in legno con coperchio incernierato sul quale sedersi e dentro cui riporre la legna. Era posizionato accanto alla stufa. Solitamente era munito di schienale e qualche volta di braccioli. Mobile ancora in uso in ambienti rustici.
La foto è tratta da p. 36 dell'opuscolo
Specie di grande mestolo generalmente in alluminio e di forma per lo più rettangolare atto a travasare l'acqua dal secchio o dalla vasca dell'acqua sulla stufa.
Il video è stato realizzato in funzione di un'attività svolta con i bambini della scuola primaria sul tema dell'acqua e riporta esperienze di vita legate all'uso dell'acqua prima dell'arrivo dei rubinetti in casa.
La frase che veniva rivolta al piccolo Attilio "'n om che lava? Varda che te va via le scarséle!", anche se detta per scherzo, sottintendeva una netta separazione dei ruoli. La perdita automatica delle tasche, accessorio prezioso per ogni uomo, era una "minaccia" che poteva far pensare e desistere un bambino dal fare lavori da donne.
La risposta del bambino dimostra sicurezza e fiducia nella madre.
In mappa il video è localizzato nel posto dove c'era la fontana citata.
Nel glossario sono spiegati il significato di termini dialettali quali: brentóla, cazza, cassa dela legna, scarsèle, tacàr.
La cartoleria G. Pedrotti, fondata nel 1936 da Giuseppe Pedrotti è rimasta in attività fino al 2007 sotto la guida dei figli Ludovico, Maria Claudia, Rosanna e Piergiorgio Pedrotti, coinvolto nella produzione delle fotografie.
L’archivio Cartoleria G. Pedrotti, comprendente cartoline di soggetto trentino realizzate nel periodo 1937-1968 è stato acquisito dalla PAT nel 2018.