"El Richéto" è nato a Vezzano il 22 ottobre 1924 dove è morto il 26 marzo 2014 dopo una vita dedicata alla famiglia e al volontariato.
Nel 1946 è entrato nel corpo dei Vigili del Fuoco Volontari entro il quale ha svolto per 40 anni il ruolo di caposquadra. Ha vissuto i tempi in cui si muovevano a cavallo trainando l’antica pompa funzionante a forza di braccia (scheda collegata) e tutte le successive trasformazioni.
In questo angolo della piazza di Vezzano si intravede la fontana accanto all'albergo Stella d'oro con tavolo esterno.
Sull'altro lato della strada si nota il tabacchino, alimentari e bazar gestito da Angelina Nicolussi, dal 1936 vedova di Leone Perini di Ciago. Lui, al ritorno dalla Galizia al termine della grande guerra, aveva assunto l’incarico di custode delle prigioni, allora situate nell’attuale edificio del municipio.
In primo piano Fulvio Garbari, attivo in qualità di veterinario in tutta la valle; la sua divisa, insieme alle informazioni riportate sopra, ci fanno presumere la data dello scatto.
Anche se le strade sono ormai trafficate, Mansueto Leonardi rientra a casa col suo bue bianco che traina il carro carico di legna.
Vicino all'incrocio si può notare un irrigatore a girandola del vecchio impianto irriguo a pioggia con la protezione verso la strada.
Nato a Vezzano il 18 dicembre 1905, undicesimo figlio dello stalliere Emiliano Piccoli e di Aorinda Garbari.
Nel 1924 emigrò in Lussemburgo dove faceva il minatore, poi passò in Francia ed entrò nel Partito Comunista. Sorvegliato dalla polizia, tornò in Lussemburgo nel 1929.
Nel 1931 venne invitato a Mosca dal Partito ed entrò nella scuola per ufficiali.
Nell'agosto 1937 andò in Spagna a combattere nella guerra civile spagnola, quale tenente amministratore della compagnia di Tank del quinto Battaglione distinguendosi nel suo lavoro e passò poi alle Brigate Internazionali.
Ricevette la Stella Rossa per il suo eroismo nella Battaglia di Teruel.
A fine 1938 fu ospedalizzato per tubercolosi.
Uscito dalla Spagna, nel 1939 finì nel campo di concentramento di Gura in Francia da dove riuscì ad evadere nell'aprile del '39 e rientrare in URSS.
Nel 1941, con l'invasione tedesca si unì all'esercito sovietico e morì pochi mesi dopo sul fronte meridionale combattendo contro i nazisti con l’Armata Rossa.
Nella sua attività di antifascista assunse diversi nomi: Gino Tosi, Gino Piccoli, Cedeon Picelli.
Il figlio, russo, è venuto a Vezzano negli anni '70 per vedere il paese di origine del padre e conoscere i parenti qui residenti.
Bibliografia
La cartolina riporta dietro: "Giovannino il 1° anno di asilo aprile 1952". Il diminutivo era comune per l'ultimogenito.
Il fotografo passava saltuariamente negli asili e nelle scuole per fotografare i bambini in aula. Il colletto bianco era caratteristico di grembiuli sia all'asilo che a scuola, liscio per i maschi e col pizzo per le femmine.
Foto di gruppo davanti alla nuova caserma dei carabinieri di Vezzano intitolata al brigadiere Giovanni Bressan.
Nella data riportata sul retro risulta difficile decifrare l'anno: 1970 o 1976.
Vediamo qui il campo da bocce della trattoria di Annibale Garbari nella piazza centrale di Vezzano. Il gioco delle bocce appassionava e radunava gli uomini nei giorni festivi.
Carlo col figlio Giancarlo Garbari ed il cognato Eustacchio Piccoli dietro l'aratro. Davanti a guidare il bue c'è un "faméi".
Dietro si vede il carro con la "béna".
Sono nella loro campagna in "Naràn".
Insaccato a base di suino tipico della tradizione trentina consumato sia fresco, previa cottura così come la "pasta de luganega" non insaccata, sia stagionato come affettato.
Era il tempo in cui si faceva ancora largo uso dei buoi per il lavoro nei campi e per il trasporto delle merci ma con i grossi carichi viaggiavano anche i camion rimorchio.
La data è presunta dall'età del ragazzo: Giancarlo Garbari.
Giancarlo, Loredana e "Franco" Garbari accompagnano il maiale ben ingrassato alla macellazione.
Era un tempo molto frequente l'allevamento del maiale per autoprodurre in inverno salami, "luganeghe", sanguinacci, lardo, strutto...
La data dello scatto è presunta dall'età approssimativa dei bambini .
Sul sagrato della chiesa è immortalato l'arrivo di a Vezzano di don Narciso Strada circondato da due prelati e un gran numero di uomini e ragazzi.
I grandi archi rivestiti di rami di pino sorreggono stemma clesiano dei quattro leoni e una grande scritta: "Il gregge esultante e lieto augura al suo nuovo pastore lunga permanenza".
Dietro si può notare nell'edificio ora sede della Comunità di Valle, la presenza della parte sporgente sulla strada poi demolita.
Pióve pióvesìna
la gata la va 'n cosìna
la magna i peri còti
la salva i mosegòti
la va 'n piazza
la vende la salata
la compra i ravanèi
adìo bei putèi!