Dimostrazione del gioco dei piti a Calavino secondo quanto descritto nella pubblicazione fatta dalla scuola di Calavino nel 1981/82, qui a disposizione:
Breve cronistoria della dodicesima edizione del Palio delle sette frazioni, disputata a Lon, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
È stata questa l'ultima edizione del Palio organizzato fra i mesi di luglio ed agosto tra il 1992 e il 2003 nelle varie frazioni dell'allora Comune di Vezzano.
L'intestazione è scritta in tedesco e in ungherese.
Finita la guerra, le pagine con i dati personali sono state strappate, ma il Caldini ha voluto conservare la sua fotografia firmata e con impresso il timbro "K.U.K. [= "kaiserlich und königlich" = dal tedesco: "imperiale e regio"] 14 KORPSKOMMANDO". Nell'Impero austro-ungarico "k.u.k." era l'acronimo prefisso a tutti gli enti, istituti e unità militari che facevano capo all'amministrazione pubblica dal 1867 al 1918. (FONTE: https://it.wikipedia.org/wiki/K.u.k.)
Il grado militare di tenente è contraddistinto dalle due stellette sul colletto.
Breve cronistoria dell'undicesima edizione del Palio delle sette frazioni, disputata a Santa Massenza, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
Cartina geografica del Trentino, molto dettagliata, risalente minimo al 1918.
Lasciata da un ufficiale tedesco dell'Impero Austro-Ungarico a Vezzano nella stanza dell'abitazione che utilizzava durante il conflitto. Due solidi pali di legno scuro, posti ai lati della mappa, ne permettevano un più agevole avvolgimento.
La casa si trova in fondo al paese di Vezzano, vicino a dove una volta c'era la funicolare che riforniva la zona verso il Brenta.
La dicitura in basso a destra recita "cartina geografica del territorio dell'I.A. Sezione di Luogotenenza di Trento, disegnata da Domenico Locchi e Giuseppe de Manincor."
Scala 1:75 000.
Nella fascia bassa invece sono rappresentati i picchi montani, "Dall'Ortler alla Marmolada, profilo alla scala 1:250 000 per le distanze e 1:50 000 per le altezze."
Breve cronistoria della decima edizione del Palio delle sette frazioni, disputata a Ciago, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
Breve cronistoria della nona edizione del Palio delle sette frazioni, disputato a Ciago, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
Breve cronistoria dell'ottava edizione del Palio delle sette frazioni, disputato a Margone, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
Breve cronistoria della settima edizione del Palio delle sette frazioni, disputato a Margone, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
Breve cronistoria della seconda edizione del Palio delle sette frazioni, disputato a Fraveggio, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
Breve cronistoria della quinta edizione del Palio delle sette frazioni, disputato a Ranzo, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
Breve cronistoria della quarta edizione del Palio delle sette frazioni, disputato a Vezzano, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
Breve cronistoria della terza edizione del Palio delle sette frazioni, disputato a Lon, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
Breve cronistoria della seconda edizione del Palio delle sette frazioni, disputato a Ciago, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
Sulle scacchiere dei giocatori si può notare che ogni incrocio è segnato con un numero; ogni pedina era inoltre contrassegnata da una lettera-iniziale del nome della corrispondente pedina vivente.
Le pedine viventi sono distinguibili dal cappello bianco o nero e dalla maglietta personalizzata con l'iniziale del nome. La presentatrice trasmetteva al microfono le mosse fatte dai giocatori e di conseguenza le pedine prendevano posto e si muovevano sulla scacchiera permettendo al pubblico di godere delle partite.
Il torneo è stato organizzato per attirare l'attenzione sulla tavola da tria, localmente chiamata "merler", scolpita sulla roccia nel vicino doss del Merler e presentata anche nell'Archivio della Memoria.
Le delegazioni delle sette frazioni del Comune di Vezzano sono composte da un cavaliere ed un portastendardo, che indossano i nuovi vestiti realizzati dalla Pro Loco di Ciago, da una dama ed il suo accompagnatore, che indossano i vestiti prestati dal Comune di Trento.
Il primo regolamento del Palio delle sette frazioni, disputato attraverso gare a cavallo in costumi d'epoca con un rappresentante per ogni frazione del comune di Vezzano, prevedeva:
I prova - percorso di regolarità
II prova - gara del saracino
III prova - gioco degli anelli
IV prova - prova a tempo o, in alternativa, gara di velocità
Negli anni successivi le variazioni sono state minime e venivano scelte le prove in base allo spazio disponibile.
Breve cronistoria della prima edizione del Palio delle sette frazioni, disputato a Vezzano, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
Il Palio verrà poi organizzato per 12 edizioni fra i mesi di luglio ed agosto tra il 1992 e il 2003 nelle varie frazioni dell'allora Comune di Vezzano.
Lo statuto del "Comitato Palio delle sette frazioni" depositato presso il comune di Vezzano consta di 13 articoli:
Art. 1 - Denominazione
Art. 2 - Sede
Art. 3 - Scopo del Comitato
Art. 4 - Membri del Comitato
Art. 5 - Competenze del Comitato
Art. 6 - Riunioni
Art. 7 - Caratteristiche della competizione
Art. 8 - Cavalieri e cavalli
Art. 9 - Frazione vincitrice
Art. 10 - Organizzazione del Palio
Art. 11 - Assicurazione
Art. 12 - Pubblicità e lotteria
Art. 13 - Garanzia di prosecuzione della manifestazione
Subirà poi una variazione nel 1996 e nel 2002.
Il presente documento-pubblicazione è stato preparato in occasione dello scioglimento del "Comitato Palio delle sette frazioni" e del passaggio di proprietà dei beni al Comune di Vezzano al fine di censire i costumi realizzati, spiegare come sono stati concepiti e come usarli.
1. Introduzione sulla realizzazione dei costumi
- Il medioevo e gli affreschi di Torre Aquila
- Il Comitato Palio delle 7 frazioni
- Cenni storici sul vestiario medievale tra fine 1300 ed inizio 1400
- Cambiamenti ed evoluzioni nel vestiario nobiliare
8. Inventario dei beni del Comitato Palio delle 7 frazioni
13. Le dame
15. I nobili
17. Il completo da cavaliere
19. Portabandiere, portastendardo, giudici di gara
23. Costumi vari
25. Costumi dei contadini
Il "Comitato Palio delle sette frazioni", formato dai rappresentanti delle sette Pro Loco del Comune di Vezzano e da un rappresentante dell'Amministrazione comunale, è stato attivo con modalità diverse dal 1992 al 2004 organizzando dodici edizioni della manifestazione itinerante nelle sette frazioni denominata "Palio delle 7 frazioni", avente come suo fulcro gare a cavallo in costumi d'epoca con al seguito dei cavalieri le delegazioni in costumi medievali di tutte le sette frazioni.
Nel 1992 le 7 Pro Loco, su sollecitazione dell'Assessore comunale Riccardo Garbari, hanno organizzato il primo Palio in occasione dei festeggiamenti per il 50° di fondazione della Banda del Borgo di Vezzano. Visto il successo dell'iniziativa nel 1993 hanno costituito ufficialmente il "Comitato Palio delle sette frazioni", con sede nella sala consiliare del municipio di Vezzano, organizzando ogni anno il Palio in una frazione diversa a supporto della Pro Loco ospitante. Per i primi tre anni è stata la Pro Loco ospitante a finanziare la manifestazione, poi anche il Comitato ha iniziato ad avere un bilancio proprio con cui occuparsi di una parte delle spese. Nel 2004 il Palio è stato sospeso ma è stato comunque stampato il fascicolo ricordo della XII edizione. Poi il Comitato si è sciolto lasciando al Comune di Vezzano i suoi beni.
Cartolina non viaggiata. La descrizione su retro recita: "Terlago m 457 (Trentino) - Panorama con il lago".
In questa cartolina panoramica di Terlago si notano in primo piano lungo le rive del lago le cabine per i bagnanti qui presenti fin dal ventennio fascista.
Come di consuetudine questo atto documenta la dote che la sposa porta con sé al momento del matrimonio, e più precisamente "il signor Primo Aldrighetti consegna alla propria figlia Alma Aldrighetti che passa a matrimonio con il signor Benvenuto Zucchatti la sottoelencata biancheria ecc. Benvenuto Zuccatti con l'apporre la firma alla presente dichiara di riceverla in consegna e di esserne responsabile." Questo atto privato è sottoscritto dal padre, dal marito, da una sarta e due testimoni.
L'intervista è stata fatta in occasione della preparazione del notiziario comunale n.1 del 2020, dedicato a Margone.
Angelo de Tisi, fondatore di Radio Dolomiti, racconta la storia della nascita della prima radio libera del Trentino che trasmetteva da Margone.
Causa problemi tecnici nella videoregistrazione, si è potuto pubblicare solo l'audio.
L'intervista è stata realizzata in vista delle celebrazioni del 60° del Voto a San Valentino, occasione in cui reduci e civili sono stati invitati a raccontare la loro esperienza di guerra.
Graziano Zuccatti è stato chiamato alle armi il 2 febbraio 1942 all’età di 19 anni. È stato dislocato a Padova, Trento, Caserta ed a marzo 1943 è arrivato in Sicilia per operazioni di carico/scarico carburante e armi su apparecchi da trasporto. Nel giugno 1943, dopo una breve licenza, è partito da Brindisi in direzione Grecia proprio la notte in cui gli inglesi sbarcavano a Pantelleria. Dopo un mese ad Atene è partito per Rodi, proprio quando gli americani sbarcavano in Sicilia. Poco dopo c’è stato il “rebalton”; a Rodi c'è stata qualche piccola scaramuccia contro i tedeschi ed i molti soldati italiani sono diventati praticamente prigionieri. Lui ha deciso di imbarcarsi alla prima occasione per giungere sulla terraferma e tornare a casa. Arrivato a Lero ha proseguito per Atene ed è arrivato a Zemun (Belgrado) dove venivano fatti gli smistamenti. Una parte è stata mandata in Austria e l’altra in Serbia. Lui è finito in Serbia a lavorare per circa un anno in una miniera al Lagersut di Bor, è stata dura giù al settimo piano a 400-450 metri di profondità ogni mattina, ma per gli ebrei, che lavoravano di notte, era peggio. I tedeschi non sono stati cattivi. All’avvicinarsi delle cannonate russe, è scappato insieme a un compagno, Bottazzo Paolo di Lecce, e si è unito ai partigiani. Lì ha visto per la prima volta i cammelli che trainavano i cannoni russi. I russi li hanno autorizzati ad andare a Belgrado per raggiungere la brigata italiana Garibaldi, formata da due battaglioni della divisione Venezia che erano in attesa di essere rimpatriati. Otto giorni dopo aver raggiunto la Brigata il rimpatrio è sfumato e sono partiti per il fronte, da 100 km oltre Zagabria fino a Zagabria quando è finita la guerra. È stato quello il periodo più brutto, con tante battaglie, per fortuna avevano l’artiglieria e l’aviazione russa che li difendevano. Graziano racconta due episodi in cui ha visto la morte da vicino e puntualizza che italiani, tedeschi, russi, slavi nessuno dei soldati che era in guerra aveva colpa, erano "mandati al fronte carne da macello dai signori della guerra".
L’11 maggio del 1945 sono stati rimpatriati, ma arrivati in Italia sono stati fermati dagli inglesi che li hanno rimandati in Iugoslavia a Villa del Nevoso. Dopo aver consegnato tutte le armi sono stati rimpatriati per primi i Friulani, poi i Veneti e quindi i Trentini. Arrivato a Verona col treno, Graziano ha raggiunto Trento su un camion inglese ed avviatosi a piedi verso casa ha ricevuto un passaggio da Carlo Garbari e Amato Benigni che rientravano a Vezzano col camioncino.