Contenuti
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còss
I "còssi" sono grosse larve, di insetti quali maggiolini e cetonie dorate, che vivono sotto terra. -
cossì
"cossì" cambiando l'accento, diventa il plurale di -
Come stat?
Alla domanda "Come stat?" (Come stai?) la risposta "Cossì cossì, come le dòne senza marì." (Così così come le donne senza marito.) viene così spiegata dall'anziana che la pronuncia: "Se digo "mal" l'è 'na bosìa e se digo "bèn", anca" (Se dico "male" è una bugia, ma lo è anche se dico "bene"), nessun accenno alla seconda parte del modo di dire che la dice lunga sulla condizione femminile di un tempo. -
Calchèra a Calavino
Questa classica fornace per la produzione della calce, semi interrata, si trova nella parte bassa del Gaggio dei Pini a monte della località Cesuron e a Nord della strada dei brozzi. La parte superiore esposta è protetta da una recinzione in legno. Per capirne il funzionamento e conoscere altre "calchère" della valle si rimanda alla voce del glossario collegata a questa scheda. -
brènz
diminutivo: "brenzàt" Vocabolo sempre meno usato ma che è diventato nome proprio della fontana in piazza Italia a Cavedine. -
stropàr
voce verbale, es.: "Stròpa la busa" (copri la buca), "Stròpete la bóca!" (stai zitto) -
salgàr
pianta un tempo molto diffusa generalmente coltivata lungo corsi d'acqua o altri luoghi umidi, anche in filari, ha perso gradualmente la sua funzione e la si trova sempre più difficilmente. Dai suoi rami si ricavavano le "stròpe" che per la loro grande elasticità venivano usate per realizzare cesti e per i legacci in agricoltura, in particolare delle viti. "Stropàr" può anche assumere tutt'altro significato: -
Mèrica
visto che l'America è stato a lungo continente di emigrazione e speranza, in senso figurato si usava anche per dire che uno ha trovato la fortuna/la ricchezza: "L'ha trovà la Mèrica". -
mericàn
abitante dell'America -
Piazzetta delle Regole - Calavino
La “piazzetta delle Regole”, nel rione “Bagnòl” di Calavino riveste un importante significato storico perché era il luogo in cui solitamente venivano convocate nel passato (dal XIV° al XVIII° secolo) le assemblee pubbliche, chiamate “regole” in quanto previste dalle “carte di regola”(ossia specie di statuti comunali), che venivano convocate periodicamente nel corso dell’anno per l’assunzione di decisioni, riguardanti la gestione interna della comunità. Al tempo questa piazzetta era interessata dall’attraversamento della strada principale (la cosiddetta “strada imperiale”), da cui si dipartiva una stradina che s’innestava più a monte con quella di montagna. I primi riferimenti storici al piazzale di Bagnòl (Plazzollo dicto de Bagnol) risalgono all’8 febbraio 1428, nell’occasione in cui si ratificò la sottoscrizione del patto d'unione fra le Comunità di Calavino, Lasino e Madruzzo per la gestione unitaria delle proprietà pubbliche. Con l’abolizione delle carte di regola (1803) e la nascita delle "rappresentanze comunali" con la costruzione del municipio la piazzetta perse gradualmente la sua importanza. Negli anni ‘50 del 1900 venne realizzata la variante della strada che deviò tutto il traffico della valle di Cavedine; negli anni '70 con la revisione della toponomastica tale slargo venne ricompreso nell’attigua via Battisti e con la successiva revisione, agli inizi degli anni 2000, prese appunto il nome di “piazzetta delle Regole”. Nel 2014 è stata inaugurata la piazza ampliata, frutto di un grande lavoro di riqualificazione urbanistica: venne realizzata la nuova piazzetta totalmente separata dalle strade, con affaccio sulla Roggia, venne ruotata la vecchia fontana, recuperato l’antico lavatoio, recuperate dal fondale della roggia, restaurate ed esposte due macine molitorie. Nel 2017 Ecomuseo della Valle dei Laghi ha posto qui uno dei pannelli del percorso degli "Antichi mulini di Calavino" per far conoscere questa importante realtà produttiva del passato direttamente sul posto. Nel 2021 la Banda di Calavino ha scelto di installare proprio in questa piazzetta uno dei megafoni del progetto "SentIERI, la strada dei megafoni" così che il visitatore possa essere cullato dai suoni e dai racconti provenienti dal megafono, guardandosi intorno e immaginando le scene che lì si sono svolte, tanto tempo prima. --- Per approfondire, si invita alla lettura dell'articolo di Mariano Bosetti su questa piazza, pubblicato a pag. 36-42 di Retrospettive n. 48 del 2013, qui a disposizione: -
Vademecum video interviste
Il presente vademecum è stato predisposto per dar risposta ai dubbi e tenendo conto delle sollecitazioni emersi all'interno del corso "Videomaker della memoria – “Vot che te la conta o te la diga?”, promosso da Ecomuseo della Valle dei Laghi ed inserito nel Piano Giovani della Comunità della Valle dei Laghi 2023. Contiene molte indicazioni utili ai principianti che si apprestano a realizzare un video, in particolare se pensato per l'Archivio della Memoria della Valle dei Laghi. Si divide in sezioni: - Dal punto di vista organizzativo - prima di cominciare - Dal punto di vista relazionale - Dal punto di vista tecnico - durante l’intervista - Post Produzione - dopo l’intervista - Archiviazione -
Marica Biasiolli
Ha messo a disposizione dell'Archivio della Memoria le sue produzioni con licenza CC-BY. In archivio sono presenti anche alcuni materiali da lei conservati: -
Faggio di Canal
Appartiene alla specie Fagus sylvatica L. e si trova a 1280 m di altitudine a fianco dell'antica strada selciata che da Covelo, Ciago e Lon porta sul monte Gazza, nei pressi della casa forestale, in località Canal. Lungo questa strada, un tempo molto esposta, nel magro bosco ceduo sono sopravvissuti numerosi faggi di grosse dimensioni per soddisfare il bisogno di ombra degli allevatori e boscaioli che si recavano in montagna per prelevare fieno e legname con lunghi e lenti percorsi fatti col bue. Il faggio di Canal è quello di dimensioni maggiori: ha un altezza di 28 metri, una circonferenza del fusto di 443 cm ed a 5 metri di altezza si divide in grosse branche. Con D.Dip. n. 5450 del 19/12/2017 è stato riconosciuto albero monumentale di interesse nazionale rispettando i criteri dell'età, delle dimensioni della circonferenza e del valore storico. --- Fonti: -
repezzà
al femminile: "repezzàda"; al plurale: "repezzàdi", "repezzàde" -
telarìn
supporto formato solitamente da una cornice rettangolare in legno ed con una struttura a grata usato per esempio in apicolutura per sostenere i favi e in bachicoltura per accogliere i bacolini; diminutivo di -
fregolòti
impasto di farina e acqua o latte sminuzzato nel brodo per farne minestre, ma anche altri impasti dalla consistenza granulosa usati per fare dolci.