Posta in quello che un tempo era l'ingresso del paese, sull'incrocio di due antiche strade medioevali: l'una che portava verso Drena e l'altra che risaliva la montagna fin su al Passo della Becca, collegando così la Valle di Cavedine con la Valle dell'Adige.
Non si sa a quando risale ma la tradizione ricorda che qui era uso costruire le arche per i novelli sacerdoti ed era uso che la popolazione accompagnasse fino a questa croce gli emigranti, che andavano all'estero in cerca di lavoro e di fortuna, per dar loro un affettuoso saluto collettivo.
Nel 1984, su un'iniziativa del locale Gruppo degli Alpini, la croce lignea è stata ricostruita, ponendola su un basamento in muratura ed è stata risistemata anche tutta l'area circostante con la costruzione di una fontana. Nel 2011 è stato ricostruito il Crocifisso ed abbellendolo con un'aiuola fiorita.
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Bibliografia:
Come recita il cartello posto sul luogo curato dagli alpini di Cavedine: "La Via Crucis fu inaugurata il 19 maggio 1966. Alla realizzazione delle 14 cappelle hanno provveduto in forma volontaria i muratori di Cavedine, mentre i quadri in ceramica provenienti da Roma sono dono di un anonimo benefattore."
Lungo il percorso della "passeggiata archeologica" si trova questo capitello, detto "déi mericàni" perché eretto grazie ai soldi mandati dagli emigranti americani nel 1923 e "dé Làgol" dal nome della località.
Il capitello è dedicato a Santa Maria Assunta, infatti, nella sua nicchia ospita proprio una statua della santa.
Venne inaugurato il 5 settembre dello stesso anno.
Bibliografia:
Collocato all'esterno del paese di Stravino, lungo la strada, troviamo questo capitello.
Eretto nel 1797, per ex voto in seguito ad un'epidemia che provocò nella parrocchia 108 morti. Fu rifatto nel 1836 in seguito ad un'epidemia di colera e dedicato alla Pietà. Per esigenze di viabilità nel 1935 fu riedificato spostandolo (prima era sulla sinistra del bivio che sale in paese) e poi fu restaurato più volte negli anni a seguire.
L'ultimo restauro progettato nel 1998 fu possibile solamente grazie alla generosità di Ezio Pederzolli di Antonio “Perogiol”, nato a Stravino il 10 marzo 1922, emigrato in Belgio, che alla sua morte avvenuta il 31 gennaio 2000 a Chatelet (Begio), lasciò una cospicua somma di denaro proprio per la sistemazione di quest’opera.
Nella sua nicchia ospita un bassorilievo ligneo che ritrae la Pietà.
Bibliografia:
Si tratta di un corposo volume di oltre 500 pagine, in grande
formato, arricchito da oltre 2.000 fotografie, curato da Danilo Mussi in collaborazione con diversi storici della valle.
L’idea nasce con l’intento di valorizzare e testimoniare quella presenza cristiana che da sempre ha coinvolto le nostre genti, non solo nelle monumentali espressioni di fede come chiese e santuari, ma anche nei più piccoli e popolari “segni di fede”, come i capitelli, le cappellette, le Vie Crucis, le croci ed i crocifissi, gli affreschi sacri, le piccole nicchie ed edicole poste sulle facciate delle case, o su tronchi d’albero o seminascoste lungo le strade dei paesi, nei boschi, in montagna. Né mancano le lapidi sparse, i monumenti ai caduti, i cimiteri, espressioni di desiderio di dare pace ai defunti accostandoli al loro ricongiungimento a Dio.
Un lavoro durato tre anni, iniziato nei primi mesi del 2010, una certosina mappatura che si è concretizzata nell’esposizione di un percorso che dalla conca di Terlago si è portata nel Vezzanese per continuare in Val di Cavedine, e terminare nella zone dei laghi di Cavedine e Toblino. Un percorso che oltre a riportare notizie storiche, artistiche, culturali dei manufatti ritrovati, arricchendole con altre informazioni e curiosità, illustra attraverso un corposo numero di fotografie ed immagini la loro reale ed attuale presenza.
[Recensione di Attilio Comai su Retrospettive n. 48 del 2013]
Prospero Bressan, emigrato negli Stati Uniti nel 1929, ha conosciuto e sposato là Ines Genovese emigrata dall’Italia nel 1912. Questa foto ricordo è stata scattata sul suolo dove sarebbe sorta la loro casa a Fraveggio, in occasione del loro breve viaggio fatto per acquistare il terreno e dare disposizioni per la costruzione. Dietro la coppia si vede la scuola di Fraveggio com'era nella prima fase della sua esistenza con una sola grande aula. Si notano la coltivazione della vite e dei broccoli, una catasta di ramaglie, l'ambiente sullo sfondo spoglio, il capitello sulla vecchia strada per Lon e, a ben guardare, anche i resti del muraglione di "Castel Tonin" sul doss Tonin (a sinistra).