Tracce 1
Sul territorio troviamo tracce lasciate dai nostri emigrati, grazie ai soldi che loro hanno mandato al paese natio:
- Il capitello che si trova lungo il percorso della "passeggiata archeologica" di Cavedine, dedicato a Santa Maria Assunta, è detto "dé Làgol" dal nome della località, ma anche "déi mericàni" perché eretto grazie ai soldi mandati dagli emigranti americani nel 1923.
- Giorgio Galetti, nativo di Vigo Cavedine ed emigrato a Chicago nel 1930 ha donato la scultura lignea delle Anime del Purgatorio (posto sotto l'altare della chiesetta del Santuario di Cavedine) e nel 1962 ha contribuito all'acquisto dell'organo della chiesa di S. Biagio di Vigo Cavedine.
- Angelo Bortolotti, emigrato in Argentina costituì una Fondazione, a cui aderirono abitanti del paese e altri emigrati, che permise la costituzione dell'asilo infantile a Cavedine nel 1897.
Troviamo anche punti che abbiamo dedicato ai nostri emigrati:
- Non si sa a quando risale La "Cros del Mèla" a Vigo Cavedine, ma la tradizione ricorda che era uso che la popolazione accompagnasse fino a questa croce gli emigranti, che andavano all'estero in cerca di lavoro e di fortuna, per dar loro un affettuoso saluto collettivo.
- Il monumento ai caduti di Cavedine fu eretto nell'anno del giubileo 1933-34 e riporta: "Cavedine in memoria dei suoi figli caduti in guerra e di quelli morti lontano dalla terra dei padri perché tutti qui vivano nell'affetto e nella prece [preghiera] dei fratelli".
- Il murales "Emigrazione", dipinto nel 2012 su iniziativa della Pro Loco di Margone da Jordi Galindo (immigrato spagnolo che ha vissuto due anni nel paese), è dipinto sulla casa da dove è partito il pauroso incendio del 1887, che ha provocato 10 morti e ha messo in ginocchio un paese che al tempo contava un centinaio di abitanti costringendo molti ad emigrare. Suo anche il murales della patata blu portata a Margone da un emigrato in Svizzera nei suoi viaggi al paese natio.
In molte delle nostre case, nel tempo, sono arrivati tanti pacchi, soprattutto capi di vestiario ma anche altri oggetti, qualche volta portati direttamente dai nostri emigrati, altre volte da conoscenti o per posta. Per lo più erano cose che servivano; le abbiamo usate, godute, consumate e non ci sono più. Qualcosa però in qualche casa potrebbe essere ancora rimasto; perché non condividerlo con l'Archivio della Memoria? Basta una foto e una descrizione.
- ringraziamo Paolo Chiusole che ha condiviso, con noi tutti, i regali ricevuti nel 1966 da John Monti, emigrato in U.S.A. (Florida e California), originario del bellunese e marito di Angelina Miori di Lon: "La valigia della storia", contenente circa 800 diapositive, di cui una parte scattate nei loro viaggi e soggiorni a Lon tra i 1956 e il 1968, ed il proiettore necessario a mostarle, con tutti i suoi accessori. Una selezione delle loro foto è inserita in Archivio e la si trova nelle risorse collegate alla scheda della valigia.
Spesso capitava che i nostri emigrati che avevano migliorato la loro posizione economica venissero a far visita ai loro familiari. Alcuni di loro avevano macchine fotografiche, talvolta anche cineprese. Mossi dal desiderio di portarsi a casa un ricordo del loro paese e dei loro familiari fotografavano e riprendevano, così anche chi rimaneva aveva una copia di quelle foto, spesso le uniche che avevano.
Sono immagini dei nostri luoghi e della nostra gente arrivate a noi grazie agli emigrati.
Fra loro troviamo:
- non sappiamo chi sia l'emigrato autore del video registrato a Terlago tra il 2 e il 3 giugno del 1956, ma speriamo di ricevere informazioni dai nostri visitatori.
- Angelina Miori, nata a Lon nel 1889, e suo marito john Monti, emigrati in U.S.A., sono inseriti in Archivio con la scheda autore, tra le cui risorse correlate potrete vedere i loro numerosi scatti
- Ampelio Ceschini, nato a Lasino nel 1910, emigrato in Belgio con la moglie Amalia Res, fotografa ad esempio il battesimo di Nellj Giavarina
- Alviz Zambanini, emigrato in Austria quando arrivava da Linz in bicicletta per far visita ai parenti portava con sé la sua macchina fotografica, fissando così su carta immagini della famiglia, come ad esempio la foto alla cugina con la figlia e le nipoti .











