Il fotografo in visita a scuola ha ritratto Tullio Comai in terza elementare davanti ad una cartina. Al muro sono appese fotografie e mensole. Dagli oggetti sulle mensole possiamo capire gli argomenti che si stavano trattando: peso netto (patate) e tara (scatola vuota), risparmio (salvadanaio).
Dietro ai tre fratellini si può osservare una porzione di tipica casa contadina: muri in pietra, balconi in legno con assi orizzontali dove appendere il granturco (zaldo) ad essiccare, cesso sul balcone (quando non era nell'orto), mucchio di legna sottile atta ad accendere il fuoco e ad aumentare temporaneamente la temperatura della stufa, lunghi pali (palanchi) che venivano usati per fermare alti cumuli di fieno sul broz e sul carro, grata su finestra e portone per trattenere galline o altri piccoli animali di allevamento.
In alcuni paesi si differenziano cuna e bènol in altri si usa solo cuna per tutte le culle.
Bènol si riferisce alla culla fatta da una cesta di vimini o altro legname intrecciato, una piccola bèna, che solitamente aveva le ruote in legno per trasportare agilmente il bimbo e nel contempo cullarlo (ninarlo).
Cuna si riferisce alla culla in legno con sotto due archi atti a permetterne il dondolamento.
Classica culla con cesta in vimini, ruote in legno, ricoperta di stoffa e completata con l'immancabile medaglione con l'angelo custode. Il bimbo, ben coperto, riposa al sole.
Fotografia ricordo nel giorno del battesimo di Carmen Dallapè, primogenita di Giulio Dallapè e Agnese Bridarolli il 26 giugno del 1932.
Presente la madre di Giulio, Maria Berteotti e la levatrice dell'epoca detta "comàre".
In questa fotografia è presente Agnese Bridarolli e accanto una bambina. Interessante notare il fondale presente dietro che serviva per uniformare e/o rendere più elegante lo sfondo in occasione di fotografie ritratto. Lo scatto fu realizzato dai fratelli Dallapè, proprietari dell'allora Calzoleria di Stravino.
Disegno preparato per la quarta di copertina del numero 10 della rivista "Retrospettive" per illustrare il proverbio: "La gènt senza dènt la g'ha frét de ogni tèmp"
Al tempo, al termine della seconda elementare si facevano sia la prima Comunione che la Cresima, l'una celebrata in paese e l'altra in duomo a Trento. Il bambino nella foto porta un elegante vestito, la cravatta con le sue inziali d'oro, il fiocco della prima Comunione e quello della Cresima, il messalino in mano. Si trova nello studio fotografico Albertini di Trento ed è accompagnato dal suo padrino, in dialetto "gudàz".
Davanti vediamo i bambini dell'asilo con la loro maestra, grembiulino colorato, colletto bianco e le femmine col fiocco in testa. Seguono gli scolari col maestro Ermete Piccoli e gli uomini coi gonfaloni. Dietro si vede il vecchio essiccatoio.
La data è desunta dall'età dei bambini riconosciuti.
Nata a Padergnone (TN) nel 1933, Anna Pedrini ci racconta i suoi ricordi di bambina in tempo di guerra.
Fra gli altri ricordi, rammenta qualche spezzone della canzone Lilì Marleene modificata in tempo di guerra; li riportiamo qui nella speranza che possano richiamare alla memoria di qualcun altro qualche altro pezzo e che lo voglia condividere con l'archivio.
"Svegliatevi milanesi, vengon gli inglesi
a bombardare la gran città...
Come son strani quei confettoni che buttan giù ..."
Nato a Padergnone (TN) nel 1940, Ezio Maccabelli ci racconta, esprimendosi in dialetto trentino, i suoi ricordi di bambino in tempo di guerra, quando i bambini, anche piccoli, giravano per il paese in autonomia o coi bambini più grandi.
Abbiamo qui riunito due scatti che ci mostrano una pozione dello stesso edificio da due diverse angolazioni, casa Zuccatti della stirpe dei "Casimiri". Possiamo notare la recinzione della terrazza in mattoni rossi con spazi forati e la scala di accesso in cemento senza alcuna recinzione, elementi architettonici utilizzati al tempo.
Il bimbo in primo piano porta i tipici pantaloncini di lana fatti in casa.
Dietro al bimbo si intravede la fontana in "pietra morta" già descritta in altra scheda:
Il piccolo Silvano Zuccatti in braccio alla sua mamma è coperto con maglia e cuffia di lana perché "La gènt senza dènt la g'ha frét da ogni tèmp", ed avvolto dal mollettone, indispensabile per assorbire la pipì al tempo in cui non esistevano i pannolini. Il fratello più grande, come la mamma, indossa abbigliamento estivo. In primo piano la carrozzina che alcune famiglie già utilizzavano anche in paese.
La fontana in "preda morta" visibile in questo scatto era stata posta in opera privatamente dagli abitanti di via San Rocco poco dopo l'omonimo capitello a Ciago- Acquistata ad Arco e smantellata negli anni '60 era alimentata dalla sorgente che si trova tra il parco ed il paese ed è ora relegata in campagna in rovina.
Davanti alla fontana vediamo Ida Zanella con in braccio il suo primogenito, Alberto Zuccatti, con l'acconciatura a banana tanto in voga per i piccoli.
La foto pubblicata sul quotidiano "Alto Adige" del 4.11.1969 mostra la fermata dello scuolabus, che da quell'anno è arrivato in paese, per il trasporto dei bambini alla scuola elementare di Vezzano.
Grazie alle piccole dimensioni della corriera la fermata era in "piazza", proprio davanti al negozio, che vediamo in foto, e al bar sull'altro lato.
In primo piano possiamo osservare alcune bambine con la cartella in mano o sulle spalle, il cappotto, la gonna, i calzettoni e le ginocchia scoperte.
C'era un tempo in cui la famiglia allargata conviveva nella stessa casa e così ecco nello scatto nonni e nipote in un momento di relax. Il piccolo è Luciano Zuccatti classe 1931, i suoi nonni sono Casimiro e Maria Annunziata, classe 1854-1856.
Capitava spesso un tempo che in un letto dormissero insieme due bambini "a cào pè", ciò uno di loro dormiva con il capo al posto dei piedi, in altre parole le teste dei due bambini erano alle estremità opposte del letto ed i piedi verso il centro. Coi piedi ci si poteva fare il solletico, fare gare di forza, farsi gli scherzetti. Più i bimbi crescevano però e più questa soluzione diventava insostenibile, o da usare saltuariamente, e si passava ad un letto a testa.
Filastrocca in dialetto trentino per imparare a disegnare in forma schematica una persona, qui presentata ai bambini della Scuola dell'Infanzia di Cavedine. Nel video si vede come i bambini realizzano la figura umana seguendo la filastrocca. In allegato anche la scheda predisposta per questo incontro in cui i collaboratori di ecomuseo hanno narrato anche la storia dell' "asilo", mostrando lavori di bambini di 100 anni fa e presentando giochi del passato.
Elena Bolognani, col suo grembiulino a quadretti bianchi e rosa con allacciatura sul dietro, impegnata in un'attività didattica presso la scuola materna.
Graziano Eccher parla dei suoi ricordi durante le celebrazioni religiose in chiesa a Vigo Cavedine, durante gli anni '50 del 1900.
Questo contenuto deriva da una video intervista realizzata nel 2019.
Graziano Eccher racconta i suoi ricordi di scuola elementare a Vigo Cavedine, durante gli anni '50 del 1900.
Questo contenuto deriva da una video intervista realizzata nel 2019.
Giuseppina Travaglia in 4^ elementare posa davanti alla cartina geografica d'Italia appesa all'esterno della scuola. Calze e grembiule nero, libro aperto in mano. Ai piedi le ciabatte.
Lauretta Bonetti sul banco di scuola in prima elementare in posa davanti al fotografo che passava nelle scuole col suo fondale per immortalare i bambini che raramente avevano foto ritratto al di fuori di queste occasioni. Lauretta indossa il classico grembiule nero con colletto bianco annodato con un fiocco.